Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Come ho già fatto altre volte, raccolgo in questo articolo le opinioni che ho scritto sul forum Zagortenay riguardo alle ultime storie uscite, modificandole un po' per renderle fruibili anche per chi non è un abituale frequentatore del forum in questione e quindi magari non ha già letto i volumi di cui si parla o non conosce a menadito la storia di Zagor.
La cacciatrice, Zagor 720 bis, di Moreno Burattini e Mauro Laurenti
Il primo numero in cui compariva Linneha era il bis del 2022, intitolato La vendicatrice. Questo invece si intitola La cacciatrice. Chissà se alla prossima apparizione il titolo dell'albo sarà quello giusto, con il titolo che spetta a Linneha fin dal primo momento, cioè La punitrice? Vedremo, intanto saluto il Zinefilo.
Pur essendo assolutamente derivativo, il personaggio di Linneha è probabilmente il più interessante tra i nuovi ingressi nella saga zagoriana. E, al netto di un finale un po' frettoloso, la brevità dell'albo ben si addice alle sue caratteristiche. Un ritmo veloce, quasi furioso a momenti. I due diversi modi di vedere e amministrare la giustizia, da parte di Linneha e di Zagor, sono decisamente in contrasto, eppure i due non riescono ad essere nemici fino in fondo, proprio perché in realtà sono dalla stessa parte. E Zagor si trova quindi nella condizione di dover salvare un uomo che detesta da un'assassina a cui non vuole fare del male.
Puro intrattenimento, nessun approfondimento particolare, il militare appena trasferito che odia gli indiani è uno straclassico ma va benissimo per scatenare un po' di "punizione" indiana.
Peccato per alcuni "spieghini" all'inizio, Burattini non sembra in grado di accettare che i suoi lettori non siano tutti degli idioti, ma quanto segue risulta sceneggiato più che bene. Magari qualche spieghino in meno avrebbe fatto guadagnare lo spazio di qualche vignetta per gestire meglio il finale. Nel complesso, mi è piaciuto.
Dal lato dei disegni, purtroppo dobbiamo constatare nuovamente che Mauro Laurenti non è più il disegnatore di una volta. Le sue donne sono sempre splendide, ma il resto non è nemmeno da mettere vicino ai suoi primi lavori su Zagor.
La sacerdotessa del male, Zagor Color n.21, di Fantelli e Di Vitto
Si sa che Zagor è sempre stata una serie citazionista, fin dai tempi di Nolitta che ha trovato modo di piazzarci buona parte dei mostri della Universal. Ultimamente questa tendenza sembra essersi spostata verso il mondo videoludico, vedi ad esempio il "licker" di Resident Evil nello speciale Il creatore di mostri. D'altronde i tempi cambiano, e stavolta la citazione è a The Last Of Us, visto che il nemico di Zagor stavolta sono i "clicker".
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Questa immagine però credo provenga dalla serie e non dal videogioco da cui è tratta. |
I clicker vanno quindi ad aggiungersi alla lunga lista di tipologie di Zombi che Zagor ha affrontato nel corso della sua carriera, ne parlai nel post su Zombi a Darkwood ma ho approfondito l'argomento soprattutto in un articolo pubblicato su Zagorianità n. 17. Peccato non poterlo aggiornare.
Parlando di citazioni, poi, si nota un richiamo a Lovecrat con il dio oscuro che "attendeva sognando" e, forse, anche al "grande verme", visto che più di una delle creature del pantheon lovecraftiano ha l'aspetto di un verme gigantesco e che uno dei più famosi pseudobiblia che Lovecraft ha utilizzato nelle sue storie (ma che è stato creato da Robert Bloch) si intitola De Vermis Misteriis. E devo segnalare a Lucius anche i clicker che "escono dalle bastarde pareti", in caso voglia includerla nelle sue citazioni aliene.
Il color è un seguito diretto di un color precedente, Il signore dei cimiteri, nel senso che inizia esattamente dove finiva quella: tra l'una e l'altra passa giusto il tempo di allontanare "Guede" danseur, coprotagonista della storia precedente. Come da tradizione dei color anche stavolta c'è un comprimario dal vasto mondo dei comprimari di Zagor, in questo caso Denise Lafitte, figlia del pirata Jean Lafitte. C'era anche lei nella storia Vudu!, dove Zagor in cerca del tesoro di Lafitte affrontava gli zombi di Marie Laveau? Non ricordo, ma nel caso anche lei porta una bella sfiga, dove compare lei i morti saltano fuori dalle tombe.
La storia beneficia del fatto di non aver bisogno di introdurre personaggi, dato che si tratta di un seguito di una storia relativamente recente (sono passati i tempi in cui rileggevo tutti i miei Zagor in continuazione, ora li leggo una volta e via, quindi non mi rimangono più così impressi) ed evita i riassuntoni burattiniani buttandoci subito nel vivo dell'azione. Un ritmo indiavolato per un albo che si legge tutto d'un fiato, una storia in cui l'elemento horror sconfina spesso nello splatter, so che a qualcuno non piace ma ehi, è una storia di zombi, che pretendevate?
In effetti devo ammettere che La sacerdotessa del male mi è piaciuta, l'ho trovata divertente per quanto niente di particolarmente originale, ma comunque ha un problema evidente: il colore.
Il colore è quello piatto e svogliato che ci dobbiamo quasi sempre beccare quando la Bonelli fa uscire speciali a colori di serie in bianco e nero, sempre troppo bidimensionale e troppo luminoso, il che è il peggior destino immaginabile per una storia horror. Serve il buio, nell'horror, devo spiegarglielo io? Questa storia avrebbe reso molto di più in bianco e nero, ed è un peccato. Avevo detto la stessa cosa anche per Il signore dei cimiteri, ma in Bonelli si ostinano a pubblicare le storie horror con i colori piatti e sparati...
Beh, poi ci sarebbe anche il problema del prezzo, ma quello è un altro discorso.
Zagor Più n. 18: Il battello sull'Ohio, di Luigi Mignacco e Val Romeo
Tre storie di Zagor in questo articolo e nessuna dalla serie regolare. Sarà mica un indizio del fatto che escono troppi speciali?
Mi sembra comunque di poter dire che questo formato più breve sia di beneficio al ritmo di queste storie: le ultime vanno tutte piuttosto spedite senza perdersi in chiacchiere, con tanta azione, ma senza nemmeno dilungarsi troppo in scene di acrobazie o risse che diventano noiose, come è successo in precedenza.
Un po' di investigazione, un discreto colpo di scena, divertente il pezzo in cui Zagor butta fuori dal battello decine di scagnozzi uno per volta. Buona anche la costruzione della parte sentimentale, ho solo notato che verso la fine, traditi probabilmente proprio dallo scarso numero di pagine a disposizione, i dialoghi diventano un po' surreali.
Nel complesso l'ho trovata una buona storia, non particolarmente memorabile certo, ma bisogna sapersi accontentare. Ehi, in questo articolo ho parlato bene di tutte e tre le storie prese in esame, incredibile!
Il Moro
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