martedì 16 settembre 2025

Run 'n gun 2D con un occhio al passato: Broforce, Metal Slug Awakening, Robocop Vs. Predator

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!  

Ecco un altro articolo della serie "opinioni in pillole", dove raccolgo commenti più o meno brevi per cose che ho visto/letto/giocato. Questo perché mi capita di voler parlare di qualcosa e scriverne un commento, che però risulta troppo corto per farne un articolo a sé stante. In questo caso parliamo un trittico di videogiochi di genere "run and gun" in 2D, che hanno anche la caratteristica di guardare al passato, in modi diversi.


Broforce recensione

Broforce (2015)

Broforce è un "run 'n gun", ossia un platform/sparatutto bidimensionale in cui bisogna correre da sinistra verso destra fino alla fine del livello, seccando lungo la strada qualsiasi cosa faccia l'errore di muoversi. 
Realizzato in un'ottima grafica in pixel art che richiama i quadrettoni dei giochi 8 bit (non che potrebbe mai girare davvero su una console 8 bit, comunque), Broforce si distingue dalla massa dei suoi simili (i vari Metal Slug in testa a tutti) per due particolarità.

La prima è che si può distruggere tutto quello che compare su schermo. Ma proprio tutto, eh. Qualunque cosa cede di fronte alla nostra potenza di fuoco. E' possibile distruggere anche il terreno, e infatti può capitare di distruggere talmente tanta roba che diventa impossibile avanzare senza cadere nel vuoto e bisogna perdere una vita. 
Con alcuni personaggi si può scatenare una distruzione apocalittica, altri sono meno devastanti ma proprio per questo permettono ad esempio di scavare tuttel sotto i nemici per evitarli o, più divertente, togliere loro il pavimento sotto i piedi e farli cadere nel vuoto.

Broforce recensione

La seconda sono proprio i personaggi che si sbloccano avanzando: gli autori del gioco sono evidentemente cresciuti con i film giusti, perché tutti i vari (decine) di personaggi sbloccabili sono versioni parodistiche di eroi dei film e telefilm d'azione anni '80 e '90, i cui nomi sono stati storpiati inserendo la particella "bro". Ecco quindi Rambro, Brommando, Indiana Brones, Brominator, Burt Brommer, Indiana Brones, Bro in Black, Ash Brolliams, Bronan the Brobarian, e chi più ne ha metta!
Ogni personaggio ha la sua arma con proiettili infiniti e la sua "bomba" con munizioni limitate, che richiamano quelle che avevano nel film di riferimento. 

Broforce recensione

Una grande idea per un gioco dannatamente divertente, ma che alla lunga stanca.
Pur non essendo creati proceduralmente, i livelli lo sembrano: sono tutti troppo simili tra loro. Fanno eccezione alcuni livelli speciali da superare con dei Bro specifici, ma sono una minoranza. Dopo un po' il principale motivo di interesse per avanzare è vedere quale sarà il prossimo Bro che sbloccheremo.
Per quanto sia divertente all'inizio, quindi, l'ho completato più perché ormai ce l'avevo più che per vero interesse.
Da provare comunque se ne avete la possibilità per un po' di sana distruzione totale anni '80!
Nota per Lucius e per le sue citazioni aliene: dal momento in cui si sblocca Ellen Ripbro, tra i nemici inizieranno a fare capolino decine di facehugger e xenomorfi!



Metal Slug Awakening (2024) recensione

Metal Slug Awakening (2024)

Altro non è che l'ultimo capitolo della gloriosa saga di Metal Slug, che ci accompagna fin dal 1996. Dopo aver caratterizzato il Neo Geo ed essere passato anche su altre piattaforme (ormai si trovano tutti i capitoli convertiti per laqualunque) la saga diventa un gioco per cellulari, e quindi, niente, assomiglia agli altri giochi per cellulari (è disponibile anche su altre piattaforme, ma quella che ho provato io è la versione Android).

Ora, quali sono le caratteristiche peculiari di Metal Slug, quelle che rimangono più impresse nella mente, magari non tanto degli esperti che riconosceranno alla serie anche altre caratteristiche intrinseche, ma dei giocatori occasionali? La prima è la pixel art. La pixel art di Metal Slug è sempre stata meravigliosa, dettagliatissima e ricca di invenzioni geniali. La seconda è la semplicità del gameplay: vai avanti e spari. Non è che ti serva sapere altro. Un'immediatezza tipica degli arcade. E la terza è la difficoltà, mostruosa, i Metal slug sono sempre stati delle dannate macchinette mangia soldi, anche questa caratteristica tipica degli arcade. Ecco, tutte queste caratteristiche fondamentali della saga sono allegramente scomparse dalla versione mobile.

Metal Slug Awakening (2024) recensione

Si nota subito la sparizione della pixel art sostituita da una grafica più moderna, ma che non ha un'oncia del fascino e della bellezza dei cari, vecchi pixel. Inoltre anche la difficoltà è decisamente più abbordabile. Questo grazie alla memoria dei nostri dispositivi e alle possibilità permesse da questo tipo di grafica: il gioco è molto più lungo di quelli che l'hanno preceduto (anche sommandoli tutti insieme, credo). Per questo non c'è più bisogno di far rifare lo stesso livello al giocatore mille volte per far sembrare il gioco più lungo, né per spillargli altri soldi (per quello ci sono altri metodi, ma non in questo caso, ci torniamo più tardi).
Infine, e questa probabilmente è la cosa che dà più fastidio, la semplicità di base del gameplay: si è fatto tutto inutilmente più complicato. 

È un gioco per cellulare, quindi ha delle meccaniche che, pur non chiedendo in realtà di guardare pubblicità o buttarci dentro dei soldi (cosa che comunque si può fare, ma effettivamente non è necessaria per andare avanti) prevedono una marea di collezionabili, potenziamenti e simili da raccogliere. Man mano che si gioca si viene premiati con punti esperienza, monete, oggetti da indossare per potenziarsi, altri oggetti per potenziare le armi, il tutto da gestire in decine di sottomenù. Altri sottomenu portano a missioni secondarie, che secondarie non sono perché ogni tanto durante la storia principale ci sono dei paletti, ad esempio aver raggiunto almeno un minimo livello di esperienza, per poter proseguire. Quindi le missioni secondarie sono di fatto obbligatorie, e oltretutto alcune di esse sono pure piuttosto difficili (niente di paragonabile ai "veri" Metal Slug, ovviamente).
Quindi, la difficoltà è ora legata ai potenziamenti. È chiaro che giocando sullo schermo di un cellulare non si riesce ad avere la stessa manualità che si avrebbe con un joystick, quindi schivare i proiettili nemici saltando è parecchio difficile. Per questo, per superare i vari livelli bisogna potenziarsi, in modo da poter reggere più colpi prima di morire e da poter fare più danno così i nemici vanno giù prima. Una meccanica da RPG oltretutto non sempre sempre semplice da realizzare, perché capita di bloccarsi con la storia principale che non ti lascia andare avanti perché non hai ancora raggiunto il livello richiesto, e le missioni secondarie troppo difficili perché non hai abbastanza potenziamenti. E quindi ci si perde nei vari sotto-sotto-sottomenu, cercando di capire come cavolo si sblocca questo e quello (perché le decine di sottomenu sono comunque parecchio incasinate e poco intuitive), cercando di trovare la quadra per potenziarsi abbastanza per riuscire a proseguire. Stranamente, come dicevo, pur essendo questo un gioco gratuito non ho mai visto una pubblicità né mi ha mai chiesto dei soldi per acquistare potenziamenti, o meglio qualche proposta me l'ha fatta ma era roba più estetica che utile.

Metal Slug Awakening (2024) recensione

Insomma, Metal Slug Awakening è neanche male quando si riesce a giocare, un discreto seguito di Metal Slug, ma ne tradisce molte caratteristiche fondanti, e risulta piuttosto odioso quando ti costringe a perderti in mille sottomenu per gestire decine di oggetti collezionabili per potenziarsi.
Però è gratis per davvero, quindi potete tranquillamente provarlo.



Robocop vs Predator (2024)

Robocop vs Predator (2024)

Quattro persone in tutto dietro questo gioco che non è comunque corretto definire amatoriale, vista la professionalità con cui è stato realizzato. A capo del progetto troviamo Oscar Celestini, già autore di altri giochi in stile retrò nonché autore e disegnatore di fumetti,  ha anche lavorato in Bonelli come colorista per Tex. C'è lui dietro a uno dei migliori giochi OpenBOR di sempreGolden Axe Mith

Qui devo tirare fuori i miei primi ricordi videoludici, quando i miei mi regalarono un Commodore 64 usato con una scatola piena di videogiochi in cassette (per i più giovincelli, un tempo su alcuni sistemi i videogiochi giravano su nastri in tutto simili a quelli delle audiocassette. Oh cavolo, adesso devo spiegarvi anche cosa sono le audiocassette? No, mi rifiuto!). Alcuni avevano una cassetta dedicata, altri erano in compilation nelle quali ogni cassetta conteneva una decina di giochi (quelle multiple erano molto probabilmente pirata, ma ai tempi in Italia non era illegale). I più belli erano nelle cassette singole, ma tra quelli nelle multiple quello di Robocop (conversione da un gioco arcade) era il migliore e ci ho giocato parecchio. Metto qui un video di gameplay, giusto per fare un viaggio nei ricordi.

Il gioco di Oscar Celestini sembra ispirato a quel Robocop del 1988, in particolare nel primo livello. Ma visto il tema non si può non pensare anche al classico Robocop Vs. The Terminator uscito in versioni differenti per Mega Drive e SNES (e anche in Robocop Vs. Predator i cari vecchi cyborg non si fanno aspettare troppo).
Si tratta infatti di un run n'gun nel quale si può sparare anche in alto e in diagonale, utile per seccare i banditi che si affacciano alle finestre. E direttamente da quegli anni arrivano anche l'aspetto grafico e sonoro, tanto che il gioco non è a colori, si può scegliere se vederlo in bianco e nero o in verde, simulando un gameboy, e se attivare o meno il filtro CRT (meglio senza, secondo me).

Robocop vs Predator (2024)

La trama ai limiti del demenziale vede Robocop avanzare per i livelli raccogliendo lungo la strada varie icone del cinema degli anni '80, con lo scopo finale di sconfiggere un'alleanza diabolica tra Skynet e gli Yautja. Purtroppo, gli altri personaggi si limitano a comparire nei divertenti dialoghi tra un livello e l'altro, non hanno alcuna parte nel gioco (non è come in Broforce).
Alcuni livelli sono più lineari, altri più complessi e richiedono di essere esplorati per liberare ostaggi o altro. Il gioco è abbastanza corto, lo si può finire in mezz'ora se si riesce a non morire mai (il che è improbabile: non è di certo il gioco più difficile di sempre, ma non regala nulla). I boss sono graficamente e narrativamente interessanti ma un po' troppo facili da buttare giù, non richiedono strategie particolari. Oltre all'arma di base se ne può raccogliere solo un'altra, un fucilone con proiettili limitati. 

Robocop vs Predator (2024)

Si tratta insomma di un giochino abbastanza limitato nel gameplay ma con una realizzazione tecnica sopraffina, studiato per ributtarci negli anni '80, non solo per grafica, sonoro e gameplay ma anche per tutti i vari personaggi che interagiscono nelle scenette tra un livello e l'altro. Poteva essere migliore, tipo con la possibilità di raccogliere più armi o di usare qualcuno degli altri personaggi, ma ci sono dei limiti a quello che si può chiedere a un gioco amatoriale. Piccolo ma delizioso, e l'ho già detto che è gratis? 

Toh, beccatevi anche il trailer.  

Il Moro

Ho pubblicato diverse compilation di videogiochi, videogiochi cioè accomunati da un tema particolare. Ad esempio tutti i videogiochi dove compare un particolare attore o personaggio, o seguiti più o meno apocrifi di un videogioco classico, e altre. Alcune sono "elenchi ragionati", altre veri e propri approfondimenti sul tema. Le trovate tutte a questo link.

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