Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Ecco un altro articolo della serie "opinioni in pillole", dove raccolgo commenti brevi per cose che ho visto/letto/giocato. In questo caso una manciata di romanzi di fantascienza ormai passè, visto che il più recente è comunque più vecchio di me.
L'anello intorno al sole, di Clifford D. Simak (Ring around the Sun, 1952)
In questo libro si parla di una tematica che solo dieci anni dopo diventerà la caratteristica portante degli X-Men: la paura dell'uomo normale di fronte ai mutanti, i quali hanno la colpa di essere più evoluti e di conseguenza minacciano la supremazia dell'umanità, come l'uomo di Neanderthal venne minacciato dall'uomo di Cro-Magnon, per poi venirne definitivamente sconfitto. La tematica è talmente simile che mi fa pensare che Stan Lee e Jack Kirby questo libro l'avessero letto, anche se poi lo svolgimento è totalmente diverso.
Clifford D. Simak è un maestro di prosa, tanto che riesce quasi a trasformarla
in poesia. Il suo esame della mentalità del protagonista ha del meraviglioso,
un uomo sentimentale e morso dalla nostalgia per un passato magico che non
tornerà. Simak scrive con maestria rara, toccando con delicatezza corde che
risuonano come musica nella mente del lettore. La prima metà del libro è quasi
ipnotica.
Peccato che a una forma così meravigliosa non corrisponda
altrettanta sostanza. Andando avanti la trama si fa confusionaria, il
protagonista accetta e fa sua una situazione della quale ha ricevuto solo
nozioni vaghe, ci sono dei ribaltamenti di prospettiva un po' strani e che non
funzionano appieno.
Rimane comunque un ottimo romanzo, che dovrebbe essere preso a esempio per capire come si realizza un personaggio e come si può scrivere di fantascienza ambientando quasi tutta la storia in ambienti rurali e di campagna.
Altri libri di Simak di cui ho parlato: Pescatore di stelle e La casa dalle finestre nere
Metamorfosi cosmica, di Roger Zelazny (Isle of the dead, 1969)
Quand'ero un imberbe ragazzino, divoravo qualsiasi romanzo di Roger Zelazny e
Robert Sheckley, i miei due autori preferiti dell'epoca. Lessi praticamente
tutto quello su cui riuscivo a mettere le mie manine, fino a che non sono
rimasto senza.
Ma in realtà non avevo
letto tutto quello che i due autori avevano pubblicato,
semplicemente avevo ormai saccheggiato a fondo le biblioteche e c'è stato un
periodo nel quale in bancarella trovavo solo roba che avevo già
letto.
Sono passati quindi alcuni anni, anzi più di alcuni, poi
qualche altra cosa timidamente nelle bancarelle è sbucata fuori, e io l'ho
prontamente comprata. Però, non so perché, non l'ho letta subito. Forse
pensavo che il dolce ricordo di questi autori nella mia infanzia potesse
venire influnenzato, modificato, se li avessi letti con mentalità da adulto.
Adesso quindi in libreria ho sei o sette romanzi o raccolte di racconti della
sterminata bibliografia dei due autori che mi aspettano nella mia libreria, e
poco tempo fa mentre cercavo lì in mezzo un nuovo libro da leggere ho deciso,
senza alcun motivo, di prendere questo Metamorfosi cosmica. Si
vede che mi sentivo pronto. O che le altre cose che ho accumulato sugli
scaffali non sembravano così interessanti.
Zelazny avrà retto alla prova
del tempo?
Metamorfosi cosmica è il primo di un ciclo di due libri, ma è
completamente leggibile a sé stante. Il protagonista è Francis Sandow, un
umano che ha vissuto con un'antica razza aliena presso la quale ha appreso le
capacità e i poteri di un costruttore di pianeti, oltre a una vita
estremamente lunga (non mi sembra abbia mai specificato di essere proprio
immortale, comunque ha più di mille anni nel momento in cui si svolge la
vicenda). I costruttori di pianeti di mestiere... costruiscono
pianeti.
Sandow riceve lettere di sfida da qualcuno che, a quanto
pare, ha resuscitato una manciata di suoi vecchi amici e nemici, e minaccia di
torturarli e ucciderli di nuovo se non si presenterà a un appuntamento in cui
potranno regolare i conti. Chiaro che in mille anni di vendette te ne attiri.
Il bello di questo libro è come in una vicenda che comunque, pur non prevedendo troppa azione, fila via liscia e con leggerezza, siano inserite tematiche e riflessioni intriganti, con un paio di splendide intuizioni. Il che non vuol dire che il protagonista si metta a filosofeggiare, perché qualsiasi riflessione di questo tipo è perfettamente integrata nella narrazione.
Ho amato tornare alla prosa raffinata, a volte addirittura cesellata di Zelazny, alle sue storie allo stesso tempo divertenti e profonde, a un modo di scrivere tipico di un pensare al romanzo come a un romanzo e non come a un film raccontato. Il mio amore per Zelazny non sembra essere diminuito più di tanto con il tempo, quindi posso affrontare con più serenità gli altri due o tre libri che ho ancora sullo scaffale.
L'unico altro libro di Zelazny di cui ho parlato nel blog è Scegli un nuovo volto.
La torre di cristallo, di Robert Silverberg (Tower of glass, 1970)
L'ho comprato alla fiera del libro di Torino per l'unico motivo che un tizio
sconosciuto ha attaccato bottone con me e me l'ha consigliato.
Prima di
questo l'unico libro che avevo letto della sterminata produzione di Robert
Silverberg era il suo ultimo, Roma Eterna del 2003, che non mi era piaciuto granché. Torre di cristallo (Tower of glass) è del 1970, forse un periodo migliore per la
scrittura di Silverberg, visto che l'ho trovato decisamente superiore.
Siamo nel futuro e da un punto lontano tra le stelle arriva una sequenza di
segnali che non può essere casuale, chiaro segno di intelligenza aliena.
Samuel Krug, uno degli uomini più ricchi del mondo, si appassiona al tema e
decide di dedicare la sua immensa fortuna a trovare un modo per comunicare con
i distanti alieni, iniziando così la costruzione di un'immensa torre che
conterrà apparecchiature abbastanza potenti da rispondere al segnale.
La
costruzione di un'opera così enorme (oltre 1200 metri, attualmente la
costruzione più alta al mondo è il Burj Khalifa di Dubai di 828 metri,
inaugurato nel 2010) è resa possibile anche dall'uso degli androidi: esseri
creati artificialmente dalle industrie dello stesso Krug, la cui condizione
appare simile a quella di schiavi.
L'ambizione di Krug e la sua opera in effetti non sono il tema principale del romanzo, che invece è incentrato sugli androidi, sulla loro condizione, sulla loro lotta per il riconoscimento come individui e l'uguaglianza con gli esseri umani. E c'è una cosa in particolare che li rende simili agli umani: hanno una loro religione, mantenuta gelosamente segreta, che vede lo stesso Krug come divinità.
Un romanzo delizioso che si legge con gran piacere, una fantascienza sociologica e profonda che appassiona. Non un capolavoro imprescindibile, ma un'ottima lettura. Mi hanno dato un buon consiglio.
Le nebbie del tempo, di Gordon R. Dickson (Time Storm, 1977)
E' il primo libro che leggo di questo autore, ma non mi ha fatto venire voglia
di leggerne un altro.
Libro che non sembra sapere bene in che
direzione andare, un po' storia di sopravvivenza in un mondo apocalittico, un
po' strana roba mistica con questo protagonista in grado di interconnettersi
con la struttura dello spaziotempo per cercare di porre rimedio ai casini
portati da una tempesta temporale che sconvolge il pianeta mischiando vari
periodi. Ma gli effetti della tempesta si limitano quasi del tutto alla
scomparsa della popolazione, non è che si vedano davvero periodi temporali
mischiati (come succede ad esempio nella serie de
L'odissea del tempo), e buona parte del libro va a perdersi in introspezioni del protagonista,
che non è uno stinco di santo e si trova più volte a porsi dei dubbi sulla sua
moralità. La trama avanza lentamente e senza grandi motivi di interesse, e non
c'è nemmeno una scrittura di qualità particolarmente elevata a mantenere viva
l'attenzione.
Ho fatto fatica a finirlo, e non mi sento di consigliarlo a nessuno. Anzi, francamente non mi spiego nemmeno perché l'abbia finito io, sarebbe stato meglio mollarlo prima.
Tra le varie copertine, vi prego di notare quella trashissima dello squalo, che promette tutto un altro libro! In effetti c'è una scena simile all'inizio, peccato che poi il libro non abbia continuato allo stesso modo...
Il Moro
Nessun commento:
Posta un commento