martedì 11 novembre 2025

Opinioni in pillole, avventure grafiche vecchie e nuove: Sanitarium, Monkey Island 2: Le Chuck's Revenge, Machinarium

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Raccolgo qui un po' di commenti che ho scritto per alcune avventure grafiche che ho giocato di recente, commenti troppo corti per diventare articoli a sé stanti.
Le avventure grafiche sono per me un genere relativamente nuovo, grazie anche allo SCUMMVM sto recuperando molti antichi capolavori che all'epoca avevo snobbato, (anche perché la maggior parte girava su macchine che non ho mai avuto). Contemporaneamente, sto anche giocando ad avventure più moderne. In questo articolo parlo delle ultime tre che ho affrontato.


Sanitarium (1998) recensione

Sanitarium (1998)

Si tratta di un'avventura punta e clicca uscita originariamente nel 1998 per PC Windows, e recentemente ripubblicato per IOS e Android dalla benemerita DotEmu, già responsabile della riedizione di svariate vecchie glorie.
E' un thriller-horror psicologico: in effetti, si svolge tutto all'interno della testa del protagonista, come è abbastanza chiaro fin dall'inizio.
Dopo un incidente stradale, un uomo si risveglia in un ospedale psichiatrico, privo di memoria e con la faccia coperta di bende. Questa è la storia della sua odissea per riuscire a ricostruire la sua personalità e capire cosa sta succedendo nella sua mente e in quell'inquietante ospedale. 

Sanitarium (1998) recensione

Sanitarium è organizzato in una serie di capitoli staccati tra di loro, il che significa che da un capitolo all'altro si cambia completamente ambientazione e non ci si porta dietro oggetti, rendendo quindi gli enigmi con cui si ha a che fare abbastanza circoscritti e per questo meno frustranti di quanto ho visto in altre avventure grafiche del passato.  Purtroppo, anche se le aree sono limitate sono comunque lunghe da esplorare, per via dell'insopportabile lentezza con cui il personaggio cammina. Magari all'epoca dell'uscita era accettabile, ma ora siamo abituati ad altri ritmi.

Alcuni capitoli prevedono addirittura un personaggio differente, anche se, anche qui non credo di fare troppi spoiler, è abbastanza chiaro che sono diversi aspetti della personalità del protagonista.
Sanitarium è un gioco affascinante e spesso inquietante, decisamente horror, che non ha paura di sferrare pugni allo stomaco del giocatore. Merita di essere riscoperto e giocato ancora oggi, se riuscite a sopportare la lentezza dei movimenti del protagonista.


Monkey Island 2: Le Chuck's Revenge (1991)

Ok, lo ammetto: ho preso il remake di Monkey Island 2: Le Chuck's Revenge gratuitamente in qualche offerta, credo su Amazon Games; l'ho installato sul PC, ho giocato un quarto d'ora, l'ho disinstallato e ho iniziato la versione originale tramite ScummVM sul tablet.
Luddismo? Nostalgismo? Mah, forse semplice amore per i pixel, o ancora più semplice comodità del giocare in portabilità. Sarà quel che sarà, fatto sta che mi sembra che la grafica "vintage" non sia per nulla un ostacolo alla fruizione al giorno d'oggi. Certo, io sono vecchio e con questa grafica ci sono cresciuto, magari un ragazzino non sarebbe d'accordo con me (ma mio figlio, che all'epoca in cui ho scritto queste righe aveva 8 anni, ha giocato per un po' insieme a me e non mi sembra che gli sia dispiaciuto).

Le due versioni a confronto.

Monkey Island 2 è il perfetto seguito di un gioco già dirompente, che segue l'aurea regola dei seguiti: come il primo, ma di più!
E in effetti il gioco è decisamente più vasto del predecessore, le aree esplorabili e i personaggi con cui interagire decisamente di più, la trama è più complessa e intrigante, l'ironia è sempre la stessa e gli enigmi ancora più folli.

Ecco, il punto è: gli enigmi. Io ci sto giocando in tempi moderni, nei quali se proprio non ce la faccio posso comodamente cercare una soluzione e superare un impasse... per trovarmi subito dopo in un impasse peggiore. Non oso immaginare quanto deve essere stato frustrante giocare questo gioco quando è uscito, nel 1991, quando internet nessuno sapeva nemmeno cosa fosse. La versione Special Edition che io ho così prematuramente disinstallato offriva un comodo sistema d'aiuti, che in effetti mi sarebbe stato utile, perché non ho più il tempo e la pazienza necessari a "provare tutto con tutto", che è né più e né meno che l'unico modo per superare alcune parti.

La gara di sputi.

Gli enigmi ultra bestemmiosi mi hanno impedito di godermi appieno quello che è, senza ombra di dubbio, un capolavoro delle avventure grafiche. A detta di molti, la più bella avventura grafica di sempre... e lo è, dal punto di vista narrativo e ironico. In particolare, il finale è meraviglioso. Ma l'essere quasi costretti a ricorrere a soluzioni o a perdere giorni e giorni in innumerevoli tentativi casuali o quasi lo rende frustrante. Mi sono divertito di più a giocare a Thibleweed Park, per dirne uno.

Ho trovato una frase di Ron Gilbert, detta credo nel 1980:
Se mai ci sarà un tipo di gioco che getti un ponte tra i videogiochi e la narrazione, molto probabilmente si tratterà dell’adventure. Si incentrerà meno sulla risoluzione degli enigmi e più sulla narrazione, è questa l’impronta del futuro. La cosa che non possiamo permetterci di dimenticare è che siamo qui per divertire, e che, per la maggior parte delle persone, il divertimento non consiste in notti e week-end colmi di frustrazione. L’Americano medio trascorre la maggior parte della giornata a sentirsi un fallito in ufficio, l’ultima cosa che vuole è tornare a casa e sentirsi un fallito mentre cerca di rilassarsi e divertirsi.
Tutta verità, ma allora perché nei giochi che ha creato dopo ha messo tutti questi enigmi difficilissimi? Quanta ipocrisia, vecchio mio!


Ho scoperto le avventure grafiche in tempi recenti, ma proprio per raggiunti limiti d'età (e conseguenti poco tempo e voglia di sbattermi) non mi riesce di godermele appieno e va a finire che vado sempre a sbirciare una soluzione. Preferisco quindi un approccio più moderno alle stesse, probabilmente avrei dovuto continuare con la Special Edition, eppure il fascino del pixel (anche pensando a quali miracoli debbano aver fatto per far stare quella grafica in dei floppy disk) è innegabile. Oppure, tra le aventure grafiche più vintage, meglio l'approccio a episodi, come in Sanitarium I have no mouth and i must scream, nei quali non si è costretti a girovagare per mappe enormi portandosi dietro decine di oggetti ma si affronta un quadro per volta.

O forse sono solo scarso.

Machinarium (2009) recensione

Machinarium (2009)

Machinarium è un gioco di Amanita Design gli stessi sviluppatori che stanno dietro alla saga di Samorost, del cui terzo capitolo ho parlato quiSamorost 3 è del 2016, e si vede nel miglioramento della qualità grafica, ma ciò non impedisce a Machinarium di essere un gioco decisamente migliore.
Lo stile è sempre lo stesso. Un'avventura punta e clicca a quadri: i primi enigmi sono tutti risolvibili all'interno della stessa schermata, poi più avanti possono arrivare a quattro o cinque schermate. La differenza con Samorost è che gli enigmi qui non sono assolutamente privi di senso come lì. Certo, alcuni sono di difficile interpretazione e richiedono un "pensiero laterale" notevole, ma non siamo troppo distanti da quello che vediamo in molte altre avventure grafiche, anche classiche. Non troppo frustrante, quindi, e poi se siamo bloccati possiamo utilizzare dei suggerimenti in-game, tramite un minigioco (uno sparatutto minimale) che, una volta battuto, ci darà la soluzione per la schermata in cui ci troviamo. 

Machinarium (2009) recensione

La storia è raccontata interamente senza parole. In un mondo di robot un robottino viene gettato in una discarica. Quello che deve fare quindi è riuscire a tornare nella città meccanizzata per salvare la sua fidanzata.
La bellezza di questo gioco è, sopra a tutte le altre caratteristiche, gli splendidi disegni in cui ci muoviam. La città delle macchine mostra ambienti stracarichi di particolari e disegnati con stile da vendere. La ricchezza dei particolari a volte rende difficile capire dove si deve cliccare costringendo a un po' di "pixel hunting", ma è un piccolo prezzo da pagare per godere della bellezza dell'ambientazione.

Un ottimo gioco che consiglio a tutti e che mi farebbe venire voglia di provarne altri di questi sviluppatori... se non ci fosse Samorost 3 a farmi cambiare idea.

Il Moro


Altre avventure grafiche di cui si è parlato in questo blog:

Ho pubblicato diverse compilation di videogiochi, videogiochi cioè accomunati da un tema particolare. Ad esempio tutti i videogiochi dove compare un particolare attore o personaggio, o seguiti più o meno apocrifi di un videogioco classico, e altre. Alcune sono "elenchi ragionati", altre veri e propri approfondimenti sul tema. Le trovate tutte a questo link.


1 commento:

  1. Sanitarium mi attira anche se oggi ho un problema con la lentezza (più per i dialoghi, quando ce ne sono troppi, che per le meccaniche per le quali non ho problemi a passarci le ore).
    Le vecchie avventure grafiche come Monkey Island (che purtroppo non ho mai giocato) o Broken Sword erano da esasperazione quando ti bloccavi per quel minuscolo dettaglio, praticamente invisibile. Per fortuna in circa mezz'ora ti potevi scaricare un guida da internet col vecchio 56k 🤣 che erano comunque difficili da capire. Meglio i walkthrough di oggi 😜
    Machinarium lo avevo tra i forse su PlayStation ma poi Epic Games lo ha regalato. Dovrei vedere se con 'sta chiavica di laptop riesce a girare...


    p.s. ti sei perso un mio commento nel precedente articolo sui videogiochi 😉

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