giovedì 17 ottobre 2019

The Joker - Year Of The Villain, di John Carpenter!

John Carpenter Joker Year of the villain recensioneSalve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Year of the villain è l'ennesimo megacrossover della DC, pensato come seguito del già pessimo Dark Nights metal, di cui parlai qui.
Cosa potrebbe essere uscito da una storia il cui unico pregio era il character design delle versioni cattive di Batman? Non lo so e non mi interessa, ho già detto più volte che i crossover della DC non mi beccano più, robacce incomprensibili che prevedono regolarmente supercattivi in grado di schiantare Superman e Wonder Woman con un petto e che coinvolgono universi paralleli che si mischiano a caso giusto per azzerare la continuity ogni tanto, e nessuno che lo trova quantomeno bizzarro.
Mi ha comunque attratto questo one shot: innanzitutto perché è dedicato al Joker in un periodo in cui sembra che si possa parlare solo del Joker, grazie al film che tutti abbiamo sentito il bisogno di recensire, me compreso. Ma soprattutto grazie al nome di uno dei due co-autori di soggetto e sceneggiatura: John Carpenter. L'altro è Antony Burch, autore di una serie di video comici sul mondo dei videogiochi e sceneggiatore di alcuni videogiochi della serie Borderlands. Ha già lavorato insieme a John Carpenter per la serie Big Trouble in Little China: Old man Jack, seguito a fumetti di uno dei più bei film di sempre, Lucius Etruscus ne parlò sul suo blog Fumetti Etruschi. Ai disegni abbiamo Philip Tan.
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John Carpenter Joker Year of the villain recensione

Giusto per avere un po' di background vado prima a leggere un po' su Wikipedia di cosa parla questo crossover: sembra che Lex Luthor sia riuscito a radunare una certa quantità di super cattivi sotto il suo comando, e a questi abbia fornito nuovi poteri. Come questo centri con Dark Nights Metal non lo so né ci tengo a saperlo, tanto lo one-shot dedicato al Joker è perfettamente leggibile senza sapere neanche questo antefatto che vi ho narrato. Il Joker non è nemmeno uno di quelli a cui vengono dati nuovi poteri, e per tutta la storia non ci sono quasi accenni agli eventi del crossover. Avrebbe potuto uscire esattamente identico togliendo il logo Year of the villain dalla copertina e magari sostituendolo con un bel Joker by John Carpenter, che sarebbe stato molto più di richiamo.
Anzi, l'unico evento che in qualche modo si collega vagamente al crossover, cioè l'apparizione dell'Incantatrice, è proprio il momento più debole della storia, e si ha davvero l'impressione che abbiano dovuto mettercelo "per contratto", diciamo.


John Carpenter Joker Year of the villain recensione

La storia vede il Joker che fugge da Arkham insieme a uno dei membri della sua gang, di nome Jeremy (ma al Joker preferisce presentarsi con il nome "sei di cuori", visto che in alcune storie i membri della gang del Joker avevano tutti come soprannome numeri e segni di carte da gioco). Lo scagnozzo in questione è il protagonista della storia, come già succedeva in Joker di Brian Azzarello e Lee Bermejo, in cui però il Joker era presentato come un gangster psicopatico in una storia dallo stile noir (da notare che anche lì il nome dello scagnozzo iniziava per J).
Il Joker qui invece è esattamente quell'incarnazione del caos e della follia di cui avevamo fatto un accenno nell'articolo sul film. Completamente pazzo, inarrestabile, uccide quando e se lo trova divertente. Un vero e proprio incubo su due gambe, più pericoloso di un qualsiasi serial killer, in quanto in grado di esercitare un incredibile fascino e carisma su altri soggetti mentalmente instabili.
Impossibile trovare una logica nel suo agire, se non una logica malata e dettata dalla follia. Jeremy, infatti, riesce in parte a capirlo.
Anche Jeremy non sta bene. Un po' come il Joker stesso, sa di essere malato. Il Joker accoglie la sua follia con gioia e la esterna al mondo in un estremo tentativo di attirare l'attenzione (di Batman in particolare), Jeremy ripete a sé stesso che seguendo il Joker può trovare un senso alla sua stessa instabilità. Cerca di capire la follia del Joker, di assorbirla, di farla sua, di essere un po' come lui. Libero e felice.
Ma non ci riesce, perché la follia del Joker è troppo per chiunque. Anzi, su Jeremy ha addirittura l'effetto inverso, aiutandolo a rendersi conto del male che sta commettendo e a capire che non è questa la strada giusta, e che forse dalla malattia mentale può ancora uscire, salvarsi in qualche modo.


John Carpenter Joker Year of the villain recensione

Questa trama intrigante è accompagnata da ottimi disegni, che ben rendono la "mostruosità" anche fisica del Joker. I disegni rendono visivamente l'idea della presenza ossessiva di Batman nella mente del Joker, anche se il crociato incappucciato non compare mai, con gli sfondi quasi sempre pieni di pipistrelli in volo. Pipistrelli che sembrano quasi sfumare nelle risate del Joker, utilizzate spesso al posto dei bordi delle vignette, in particolare nei momenti in cui andiamo a scavare più a fondo nei pensieri e nei sentimenti di Jeremy


John Carpenter Joker Year of the villain recensione

Quaranta pagine di fumetto per una storia che inizia e finisce, senza bisogno di altro, nonostante il logo "Year of the villain" in copertina, e che non chiede di conoscere chissà quali antefatti per essere letta.
E' chiaro che c'è una sovraesposizione del personaggio del Joker, e non solo per via del film. Essendo chiaramente il villain più di richiamo che hanno a disposizione alla DC, lo usano davvero un po' troppo spesso, con il rischio concreto di banalizzarlo. Fortunatamente non è il caso di questa bella storia, consigliabile anche per chi non è un grande conoscitore del personaggio. Grande John!

Il Moro

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6 commenti:

  1. Abbiamo rischiato di uscire entrambi vestiti uguali oggi (da Joker), ho lo stesso post in rampa di lancio ;-) Puoi facilmente intuire perché ne sia stato magneticamente attratto, l’unico personaggio con il nome che inizia per “J” che mi interessa, non è il Joker. Concordo con te, una bella storia in cui per fortuna questo ennesimo megacrossover inutile non pesa troppo, anzi direi proprio per niente sulla comprensibilità della storia. Anche questa volta San Giovanni Carpenter non fa inganni ;-) Cheers!

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    1. La sincronicità! Sì, quando ci sono queste operazioni con due nomi come autori non sai mai quanto abbia scritto uno e quanto l'altro, ma sono sicuro che la mano del nostro "J" preferito ci sia!

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  2. Grazie per questa recensione, mi chiedevo appunto su cosa puntassero per realizzare un numero un po' fuori dalla regola.

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    1. Figurati! Non è proprio fuori dalla regola, ci sono dei parallelismi anche solo con "Joker" di Brian Azzarello, comunque il tema del ragazzo mentalmente instabile che cerca di fare sua la follia del JOker non è male.

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  3. Ti leggo dopo essere passato da Cassidy, e anche qui vengo ad applaudire un albo con queste caratteristiche: venendo da me, uno storico odiatore della DC, è un bel complimento ^_^

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    1. L'uomo con la J mette d'accordo tutti... ma non è il Joker! :-)

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