Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Come ho già fatto altre volte, raccolgo in questo articolo le opinioni che ho scritto sul forum Zagortenay riguardo alle ultime storie uscite, modificandole un po' per renderle fruibili anche per chi non è un abituale frequentatore del forum in questione e quindi magari non ha già letto i volumi di cui si parla o non conosce a menadito la storia di Zagor.
Il passato di Tonka, Zagor nn. 717-718, di Jacopo Rauch e Raffaele Della Monica
Una storia di 150 pagine circa, con come protagonista assoluto uno dei comprimari di Zagor: qualcosa mi dice che questa storia era stata pensata per un Color, o al massimo per uno speciale. Non viene detto nell'editoriale, ma ormai questo fastidioso passaggio di storie da una collana all'altra avviene in continuazione. Io leggo anche Dampyr, Tex Willer, Dragonero e Nathan Never (di Tex ormai solo alcuni speciali), ma sono quasi sicuro che questa cosa non avvenga in nessuna di queste collane e presumo in nessun'altra collana Bonelli. Perché avviene per Zagor, allora? Secondo me è perché hanno troppe uscite annuali e fanno casino per riuscire a stargli dietro...
Oppure mi sbaglio del tutto, e si tratta quindi di un gradito ritorno alle storie "lunghe il giusto" dell'era Nolitta, quando potevano iniziare e finire tranquillamente non solo a metà ma anche a un terzo o due terzi dell'albo, perché il punto era dare alle storie lo spazio che serviva loro e non stare dietro a esigenze editoriali.
Fatto sta che questa storia è lunga il giusto. E' vero che a momenti si dilunga un po' negli scontri, ma d'altro canto questi sono il modo migliore di Raffaele Della Monica di mostrare il suo talento con grandi scene di battaglia, e stiamo certamente parlando di uno dei migliori disegnatori di Zagor.
Il passato di Tonka si fa leggere con piacere, grazie a un gran ritmo, all'"espediente" di rendere Zagor un semplice spettatore lasciando spazio a un personaggio secondario di grande spessore come Tonka, e all'essere una vicenda totalmente ambientata tra gli indiani che mostra le rivalità e le alleanze tra le loro tribù, senza mettere di mezzo i bianchi. Probabilmente si poteva fare di meglio per non bruciarsi la vera identità del redivivo Spettro Nero nelle prime tre pagine: chi è che non ha capito chi fosse già dall'inizio?
All'interno dello Zagor n. 717 c'è la tavola numero centomila, che vedete qui sopra. Non so quanto possano essere corretti i conti fatti con l'infinità di collane, uscite collaterali e cambi di foliazione, ma sarà più o meno così, dai. E' un po' che è in giro l'eroe di Darkwood.
Hellburg, Zagor + n. 17
Ok, facciamo che prima parte la polemica, poi magari più tardi parliamo anche del fumetto.
Si ripete anche qui la stessa pantomima già vista nello Speciale n. 40: meno pagine ma lo stesso prezzo (beh, un po' di meno, ma è una fregatura lo stesso), l'altra volta era colpa dei lettori che non hanno voglia di leggere, un ossimoro da antologia, ora secondo l'editoriale è colpa dei giovani che hanno bisogno di leggere in fretta, meno male che ci sono i vecchi che ancora sanno assaporare la vita. Una serie di scuse patetiche per non dire offensive, non mi aspettavo una tale caduta di stile da gente che inventa storie per campare, sono sicuro che sappiano mentire molto meglio di così.
Facciamo un po' di conti della serva. Sì, ho fatto una tabella, sono così malato.
Il prezzo a pagina per i numeri fuori serie è quindi raddoppiato rispetto a solo quattro anni fa. Non venti, non dieci, quattro.
Ora, come scrissi già nel commento relativo al primo Zagor Più, ci sarebbe da discutere se sia giusto mettersi a fare i conti da fruttivendolo quando si parla di un prodotto artistico. Il valore della storia prescinde da quello della carta su cui è stampata. Ma sono discorsi che valgono fino a un certo punto, soprattutto per quanto riguarda Zagor, che se non sbaglio è il fumetto Bonelli che ha più uscite annuali dopo Tex. Se uno è appassionato e vuole prenderle tutte, l'esborso diventa consistente, e al prezzo uno inizia a guardarci.
Tra l'altro, se continua l'alternanza tra racconti e storia completa su Zagor +, un numero su due di Zagor + è esattamente la stessa cosa dello Speciale. E a cosa serve, allora?
Da un lato il fatto che ogni anno escano un sacco di fumetti su Zagor è un segnale che questo fumetto è in buona salute. Dall'altra le molte uscite non fanno che abbassare la qualità media, la maggior parte delle storie non riesce ad essere meglio che mediocre, e la sensazione che l'editore stia cercando di spremere sempre di più ai lettori affezionati che comunque comprano tutte le uscite è sempre più forte.
Quantomeno gradirei non essere preso per il culo, questi editoriali in cui si da ai lettori la colpa della riduzione del numero di pagine sono quelle cose che mi fanno davvero venire voglia di smettere di comprarlo, più ancora della qualità delle storie. Ma dimmi te se devono insultare la mia intelligenza in questo modo. Ma lo spiegazionismo che pervade molte storie ormai da anni già dimostra che in redazione è da un po' che pensano che i lettori siano tutti stupidi, no?
Va beh, scusate la sfuriata, torniamo a parlare delle storie.
La scomparsa della storia cornice, dovuta ovviamente alla riduzione delle pagine, non da fastidio dato che era quasi sempre la parte meno interessante. Rimangono 3 altre storie, contro le solite quattro.
Sparisce anche del tutto o quasi la sperimentazione e l'apertura alla modernità: le storie sono assolutamente classiche dal punto di vista dei disegni, e anche le trame non si discostano per nulla o quasi dal classico stile zagoriano.
La vendetta di Duncan, di Stefano Fantelli e Rodolfo Torti
L'idea della storia è intrigante, anche se mi sembra qualcosa che ho già visto da qualche altra parte. Peccato per la parte più d'azione che poteva avere una "coreografia" migliore, e per i disegni. Rodolfo Torti è un veterano del fumetto italiano, quindi probabilmente altri ci vedranno qualcosa che io non ci vedo, ma i disegni di questa storia mi sono sembrati pessimi, roba che se andassi io a proporli a un editore adesso mi riderebbero in faccia.
La casa nel bosco, Moreno Burattini e Alessandro Chiarolla
Storia discreta, anche se avevo intuito il finale fin da subito, forse avrebbe meritato meno spazio la parte iniziale dei dialoghi tra i due banditi e più spazio l'ultima. In particolare, sarebbe stato più efficace se Zagor avesse trovato (SPOILER) più oggetti d'argento in giro per la casa del lupo mannnaro. Se ne avesse avuti molti invece sarebbe potuto essere in linea con il personaggio, che già cercava di rinchiudersi per non far male a nessuno e magari inconsciamente si circondava d'argento proprio nella speranza che qualcuno lo mettesse in condizione di non nuocere. Così ti viene solo da chiederti quanto può essere cretino un licantropo che si tiene un oggetto affilato d'argento in casa.
Doppia caccia, testi di Enrico Lotti e Alessandro Mainardi, disegni di Alessandro Nespolino
Storia non male, adatta al formato breve, con bei disegni in cui stona solo lo Zagor con il capello laccato. La migliore dell'albo, niente di memorabile ma comunque piacevole.
Sasquatch!, Zagor 718-720, di Burattini e Lozzi
Come si può intuire non solo dal titolo, scritto addirittura con la stessa grafica, ma anche dalla copertina di Piccinelli che omaggia quella di Galep, questa storia vuole essere un sequel, o forse è meglio dire un prequel, della storia di Tex con lo stesso titolo uscita nel 1979.
![]() |
Omaggia più o meno, le somiglia giusto un po' |
Riesce a reggere il confronto? Beh, la risposta è no, guarda caso, non me lo sarei mai aspettato.
Quella del Sasquatch non è una delle mie storie preferite di Tex, ma me la ricordo comunque con affetto, credo che sia uno dei primi che ho letto, credo fosse nello scatolone trovato sotto la scala a casa dei miei nonni che mi iniziò al mondo dei fumetti.
In questo Zagor, la storia si ripete: generico affarista senza scrupoli n.727 vuole catturare il Sasquatch per sfruttare le sue proprietà taumaturgiche, Zagor passava di lì e a farsi i fatti suoi non è proprio capace, seguono casini.
Burattini sceglie (di nuovo) per la sua storia di sfruttare un sacco i flashback, iniziando dal momento in cui Zagor viene coinvolto per poi narrare quello che è venuto prima in una serie di racconti dalle bocche di diversi personaggi. Espediente teoricamente valido ma che mostra il fianco quando un personaggio inizia il racconto esattamente dal punto in cui l'altro si è interrotto, ma i due sono lontani e stanno parlando a persone diverse. Inoltre, come sempre con Burattini, alcuni di questi flashback sono tutt'altro che necessari.
Si può notare che nel tempo il Sasquatch è dimagrito parecchio:
![]() |
La qualità dell'immagine è scarsa, comunque ecco un confronto tra il Sasquatch di Lozzi e quello di Nicolò. |
Oltre alla cura dimagrante la vecchiaia deve avergli fatto anche altri scherzi, dato che nella storia di Zagor mostra di avere dei poteri mentali niente male, mentre in quella di Tex mostra al massimo una vaga empatia. Almeno così me la ricordo, non l'ho riletta per l'occasione.
I poteri sono un'aggiunta a una storia che assomiglia molto all'originale, lì il generico affarista senza scrupoli era probabilmente solo al numero 318, ma il suo scopo era lo stesso. Ma Nolitta imbastiva una storia un po' più complessa mettendo in mezzo una tribù indiana, mentre Burattini preferisce una storia semplice arricchita con l'espediente dei flashback. Peccato per i vari "spieghini" sparsi qua è là, quasi una firma per Burattini.
Nel complesso una storia discreta, che si lascia leggere ma che di certo dimenticherò nel giro di mezza giornata. Ormai è diventata una costante in Zagor.
Il Moro
Articoli interessanti:
- Gli zombi di Zagor
- Zagor darkwood novels, recensioni di tutti i numeri
- Tutte le storie di Kandrax il mago
- Zagor Fanfiction: The Hunt, di Nikola Tasković e Sabahudin Muranović Muran
- Zagor Le origini, recensioni di tutti i numeri
- Zagor - La fortezza di Smirnoff. Il videogioco.
- Come ho costruito un orologio di Zagor
- Le più belle storie di Zagor (secondo me, ovviamente)
- Le mie "opinioni in pillole" sulle storie di Zagor
Le mie fanfiction (gratuite) su Zagor:
- Tex - Zagor: La valle nascosta
- Zagor: attacco a Darkwood. Recensione di un videogioco che non esiste
- Supermike: Una notte a New York
- Supermike contro Il Tessitore (storia a bivi)
- Zagor: Un suono di tamburi
Tutti i miei articoli su Zagor
Anch'io sono assolutamente della scuola "lunga il giusto", riguardo alle storie, forse perché è lo stile con cui sono cresciuto. Come dici giustamente, è meglio che una storia si prenda lo spazio di cui ha bisogno, largo o stretto che sia, piuttosto che allungarla o stringerla a seconda della foliazione. Anche perché onestamente la Bonelli è pessima sia nell'allungatura di brodo che nello fretta stringente, e molto spesso crea un pessimo equilibrio: prima parte lentissima, seconda parte tutta di fretta che finisce il sedicesimo di stampa.
RispondiEliminaSono affezionatissimo allo scimmione texiano, la storia di Sasquatch l'ho letta da ragazzo e la porto nel cuore, anche se non ricordo altro se non lo scimmione che si avvicina e Tex che spera sia rapido nell'ucciderlo. Sarei tentato di leggere entrambe, sulla via del ricordo e del confronto, ma so già che quella di Zagor non mi piacerà in alcun modo e temo sarebbe solo un'ennesima delusione.
Per finire, a proposito delle pessime scuse che la Bonelli da sempre imbastisce negli editoriali, ricordo ancora quando Tex è passato da 2.300 lire a 2.500 (primi anni Novanta): quale è stata la giustificazione della casa? Fare cifra tonda ed evitare di aspettare il resto dal giornalaio: capolavoro! :-D
Sai quale sarebbe un'idea pazza ma stuzzicante? Fare la raccolta delle scuse pazze bonelliane per aumentare i prezzi, così da fare una storia cronologica delle bugie pietose :-D
Non ricordavo la scusa delle 200 lire, meravigliosa! 🤣
EliminaGuarda, sono appena stato incaricato di scrivere un pezzo sul sasquatch (texiano, zagoriano e leggendario) per il prossimo numero di Zagorianità, quindi se ti interessa tieniti pronto! 😁