martedì 28 gennaio 2025

Il ciclo del Milieu Galattico, di Julian May.

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ho adorato la Saga dell'esilio nel pliocene di Julian May, letta da me qualcosa come due ere geologiche addietro. Non so perché, negli anni non ho mai voluto leggere i seguiti, e solo ultimamente mi sono trovato tra le mani L'intervento, del 1987, volume di collegamento tra la saga del pliocene e la successiva saga del Milieu galattico. Valutandolo come un segno del destino, stavolta mi sono deciso!
Di seguito trovate i miei commenti sui quattro romanzi che compongono il ciclo. I commenti sono stati scritti uno per volta, subito aver terminato la lettura del romanzo.


L'intervento Julian May recensione

L'intervento (Intervention, 1987)

Secondo le intenzioni esplicite dell'autrice, questo è per l'appunto un romanzo interlocutorio che unisce le due saghe, il cui scopo è di raccontare l'apparizione e la diffusione nel mondo dei poteri mentali.

La storia segue in parallelo le vicende di diversi personaggi, alcuni dei quali compaiono solo in un capitolo a essi dedicato. Le due storie principali sono quella di Rogi Remillard, che racconta la sua lunghissima vita in forma di diario, e Kieran O'Connor. Entrambi hanno una serie di comprimari che ruotano loro attorno, in particolare la famiglia Remillard, protagonisti della scena psichica mondiale, e l'entourage di Kieran O'Connor, che usa i suoi poteri per scopi tutt'altro che nobili.
Ambientato tra il 1945 e il 2013, narra della nascita dei primi "operanti" con poteri mentali, il loro impatto con l'opinione pubblica, l'interazione con i "normali", la diffusione dei poteri e la loro integrazione nella società, fino all'"intervento". Che è un po' come il "primo contatto" in Star Trek, con la differenza che le razze aliene del Milieu Galattico stanno sorvegliando la Terra da centinaia di anni, a volte anche intervenendo in segreto, convinti che gli umani abbiano un potenziale psichico mai visto nella galassia.

L'intervento Julian May recensione
L'intervento Julian May recensione
L'intervento Julian May recensione
L'intervento Julian May recensione

Il libro va quindi avanti raccontando vari episodi, qualcuno più interessante e qualcuno meno. Un po' noiosi quelli più politici, decisamente più interessanti quelli legati alla turbolenta famiglia Remillard. 
Pur essendo un po' incostante, il libro non stanca mai, si ha sempre voglia di sapere cosa succederà dopo in questo mondo in evoluzione creato da Julian May. Certo, si ha la sensazione che pecchi un po' troppo di ottimismo: i movimenti contro gli operanti ci sono ma non hanno grandi effetti, nonostante alcuni degli svariati poteri mentali in possesso degli operanti siano piuttosto antipatici, la coercizione in particolare, che permettere di costringere qualcuno a obbedire ai propri ordini. Sebbene sia un potere tipico dei personaggi negativi, anche quelli positivi non esitano a servirsene senza rimorsi in qualsiasi occasione, senza che la cosa sembri dare fastidio a nessuno. Si nota anche che, nonostante il libro sia stato scritto nel 1987 quando l'Islam non era ancora ufficialmente sinomino di "terrorismo" per gli USA, i paesi islamici qui siano un grosso problema, visto che vedono tutti gli operanti come esseri diabolici.
Verso la fine c'è un certo calo, sembra quasi che l'autrice si fosse un po' stancata, perché sono sempre più frequenti le parti "narrate" invece che "mostrate".

Il libro è molto lungo, ma l'ho letto in poco tempo e senza mai perdere interesse, nonostante l'incostanza di cui abbiamo parlato. Perché non l'ho fatto prima? E chi lo sa? Ora, sotto con i seguiti.


Jack dai mille volti Julian May recensione

Jack dai mille volti (Jack the Bodiless, 1991)

Purtroppo, bisogna dire che il seguito, o meglio il primo libro della trilogia del Milieu Galattico, non è all'altezza di quello che l'ha preceduto.

Non più episodi sparsi in un ampio arco di tempo, ma un'unica storia con protagonisti fissi, all'alba dell'ingresso dei primi operanti umani nel consiglio del Milieu.
Per poter entrare nel Milieu gli umani hanno accettato di rimanere per un certo periodo sotto la supervisione di alcune razze aliene, che tra le altre cose hanno imposto alcune regole sulla riproduzione umana. Il nuovo figlio di Lucille, uno dei membri della famiglia Remillard che abbiamo già conosciuto in L'intervento, viola queste regole e dovrebbe essere abortito, ma lei non ci sta e si fa aiutare da Zio Rogi e dal giovane ma già potentissimo metapsichico figlio Mark a nascondersi fino a quando non lo darà alla luce. 
La vicenda rischia di creare grande scandalo, visto che sarebbe una grave violazione degli accordi con gli alieni da parte della famiglia scelta per essere la prima a entrare a far parte del consiglio galattico, i Remillard (gli alieni considerano il nepotismo assolutamente normale, e infatti quasi nessuno al di fuori di questa famiglia viene considerato per questo onore).

Jack dai mille volti Julian May recensione
Jack dai mille volti Julian May recensione
Jack dai mille volti Julian May recensione
Jack dai mille volti Julian May recensione
Jack dai mille volti Julian May recensione

Il libro segue quindi due storie parallele, da svariati punti di vista: quelli di Mark e Rogi intenti a salvaguardare la vita del piccolo Jack, non ancora nato ma probabilmente destinato a superare il potere metapsichico di qualunque altro terrestre e anche parecchi alieni, e quella degli altri membri della famiglia che cercano di evitare lo scandalo, per non pregiudicare l'ingresso della razza umana nel Milieu.

Mark e soprattutto lo zio Rogi sono due personaggi simpatici, ed è sempre bello vedere il povero Rogi sballottato qua e là dai capricci dei suoi potentissimi nipoti. Ma tutte le parti con gli altri parenti, che sono tantissimi e dei quali è quasi impossibile ricordarsi i nomi e chi è figlio di chi e fratello di chi da un capitolo all'altro, sono noiose come una messa di quaresima. E pure le parti con Rogi, comunque, non sono tutte rose e fiori, visto che spesso l'autrice si perde in lunghe descrizioni di paesaggi o resoconti di avvenimenti che avrebbero potuto essere riassunti in un quarto delle parole, se non tagliati del tutto.

Insomma, questo libro è noioso e poco interessante. Solo quando ormai siamo arrivati quasi ai due terzi della lettura diventa un po' più appassionante, quando i cattivi di turno, tali Furia e Idra, cercano sempre più spesso di uccidere alcuni membri dei Remillard. La scrittura diventa più pregna e con meno perdite di tempo, e il focus viene mantenuto sui personaggi principali.

Anche qui, però, non funziona tutto, in particolare il non-colpo di scena sulla vera identità di Idra

Oltretutto, essendo il primo libro di una trilogia la storia non finisce, ma rimane tutto in sospeso, rimandato alla prossima puntata. Almeno qualche filo narrativo poteva pure chiuderlo.

Leggerò anche i seguiti? Mah.


Maschera di diamante Julian May recensione

Maschera di diamante (Diamond Mask, 1994)

Alla fine ho letto anche il terzo libro, ma ho fatto davvero fatica.

Ancora più noioso del precedente, qui anche l'apporto di zio Rogi viene a mancare, perché al contrario di Jack dai mille volti qui le sue parti sono proprio quelle più noiose, impegnato com'è in svariate riunioni parentali in cui si chiacchiera di argomenti di cui non ci frega nulla. 

La parte migliore è quella dedicata al nuovo personaggio Dorothea MacDonald, destinata a diventare Maschera di Diamante, ma solo per metà libro, finché è una bambina che cerca di nascondere i suoi enormi poteri per non essere "diversa". Poi diventa adulta e diventa come gli altri, cioè noiosa e un po' antipatica. 
Oltretutto l'autrice ha un modo di bruciarsi i colpi di scena, anticipando l'identità di Furia e del Fantasma di Famiglia in modo totalmente anticlimatico e nel momento assolutamente sbagliato, che farebbe gridare vendetta a chiunque si diletti di scrittura. 

Maschera di diamante Julian May recensione
Maschera di diamante Julian May recensione
Maschera di diamante Julian May recensione
Maschera di diamante Julian May recensione

Nel finale l'autrice cerca di inventarsi una minaccia da affrontare in modo spettacolare, temendo probabilmente che il lettore si sia addormentato nel frattempo, ma scrive anche quella in modo abbastanza soporifero. 

C'è un'altra cosa legata a questa saga che mi infastidisce: il trattamento riservato ai "normali".
E' vero che nel terzo libro ormai gli umani dotati di poteri mentali, anche deboli, sono ormai la maggioranza dell'umanità; fatto sta che il focus è sempre solo sulla famiglia Remillard e pochi altri, vale a dire su "operanti" e pure particolarmente potenti, nessuno spazio è dedicato ai non operanti. Non si sa cosa ne pensino i non operanti di tutta questa faccenda, sia del fatto di essere ormai la metà sfigata del mondo (e degli altri mondi, visto che hanno iniziato a colonizzare pianeti extrasolari), sia del fatto di entrare nel milieu galattico. Non abbiamo idea di cosa pensino, solo la netta impressione che a essi siano rimasti tutti i lavori più umili, e a tutti vada bene così, perché quello è il loro posto ormai, fino alla loro completa estinzione. E' normale che tutti gli operanti, protagonisti compresi, si riferiscano ai normali con epiteti razzisti come "teste morte" e simili.
Questo evidente razzismo verso i non operanti non è uno dei temi del romanzo, non viene analizzato neppure di sfuggita, è semplicemente "normale", e la netta impressione è che l'autrice non si sia neppure posta il problema. 

Non lo so davvero se leggerò l'ultimo. Ho già fatto fatica a finire questo, mi ha tenuto dentro solo Dorothea, ma alla fine anche lei si è unita alla cricca dei Remillard. Andrei avanti solo nella speranza che Furia e Idra facciano fuori tutti questi bambocci nei modi più dolorosi possibili e diano fuoco al dannato Milieu, ma temo che sia una vana speranza.


magnificat Julian May recensione

Magnificat (Magnificat, 1996)

È così, alla fine ho deciso di leggermi anche l'ultimo libro, spinto probabilmente da un masochistico completismo.

La coppia formata da Furia e Idra, cattivi ufficiali degli ultimi tre libri, si conferma la peggior coppia di cattivi di sempre, con un livello di minaccia pari a quello della Banda Bassotti. Non so quante volte attentano alla vita di questo o di quell'altro Remillard, non so quanti piani complicati ordiscono, e mi venisse un crampo se riescono a portarle a termine uno solo. Al terzo attentato fallito di fila hanno già perso ogni credibilità, al decimo diventano una barzelletta. Il punto è che sono anche gli unici cattivi degli ultimi tre libri, e tutti i Remillard ne parlano come se costituissero chissà quale minaccia. Una barzelletta involontaria, ogni entrata in scena dei quali è accompagnata da un sorriso del lettore curioso di sapere in che modo verranno umiliati stavolta. Peccato che questo non sia per nulla voluto dall'autrice, che anzi vorrebbe chiaramente che fossero percepiti come dannatamente pericolosi.

magnificat Julian May recensione
magnificat Julian May recensione
magnificat Julian May recensione
magnificat Julian May recensione

Devo dire che rispetto ai due precedenti in questo libro la storia scorre via meglio, più densa di eventi e con meno divagazioni. Probabilmente è perché doveva essere il capitolo finale, e non è che potessimo continuare a parlare di questa Ribellione Metapsichica senza mai farla avvenire, no?
E' un libro carino, ma è il momento di tirare le somme su tutta la saga, a questo punto.

La mia memoria non è così buona e i libri della saga dell'Esilio nel Pliocene li ho letti in età giovanile. Ne serbo un ottimo ricordo, e per non correre rischi mi terrò quel ricordo e non li rileggerò.
Di questa seconda qadrilogia, l'unico libro che si salva davvero è il primo, L'intervento, che volendo si potrebbe anche leggere a sé, senza proseguire, per quanto molte trame rimangano aperte. Ma alla fine, essendo quattro libroni belli spessi e che richiedeanno molto tempo per essere letti tutti, meglio lasciar perdere dall'inizio. Piuttosto recuperate La saga del Pliocene.

Il Moro

Tutti i libri di fantascienza di cui ho parlato nel blog


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