Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Come ho già fatto altre volte, raccolgo in questo articolo le opinioni che ho scritto sul forum Zagortenay riguardo alle ultime storie uscite, modificandole un po' per renderle fruibili anche per chi non è un abituale frequentatore del forum in questione e quindi magari non ha già letto i volumi di cui si parla o non conosce a menadito la storia di Zagor.
Una strana alleata, Zagor numero 711- 713, di Luigi Mignacco e Val Romeo.
In questa storia ritorna un personaggio che non mi è mai piaciuto particolarmente, Blondie, pistolera dalla parlantina sciolta, con un forte senso di giustizia ma braccata dalla legge per... Beh, no, non me lo ricordo. In pratica Tex Willer a inizio carriera, con in più il bonus di due enormi poppe. Zagor e Blondie si ritrovano alleati per scortare delle ragazze nel west, ma Blondie in realtà vuole sfruttare il legame di una di loro con il capo di una città di banditi per arrivare a lui.
Questa storia soffre di grossi problemi di equilibrio. Tutta la parte centrale ambientata nella fattoria non solo si poteva ma si doveva tagliare, essendo anche lunga e noiosa oltre a c'entrare davvero poco con il resto della storia. Capisco che uno può voler raccontare le varie vicissitudini vissute da questa carovana, In Zagor abbiamo visto svariate storie che procedono a episodi, tra cui anche alcune delle più amate di sempre, ma questo non è il modo corretto: tutta la parte della fattoria appare come uno spreco di tempo e carta. Non ci fosse stata quella, o almeno fosse stata molto più corta, avremmo avuto una storia accettabile, con un finale discreto.
E ora parliamo di quello che interessa a tutti: le tette! C'è una vignetta in cui si vedono le maxitette antigravitazionali di Blondie intenta a spogliarsi. Un ottimo modo di far uscire allo scoperto tutti i bigotti tra i lettori di Zagor, i quali si sono infatti messi a tuonare il loro sdegno sui social.
Ora, sono due tette. Che mai avrebbero detto questi commentatori se avessero provato a leggere un albo di Legs Weaver? Ma attenzione, perché forse non è che abbiano proprio tutti i torti. Il punto è: Zagor nasce come fumetto per bambini e ragazzi, e se si continua a considerarlo tale le tette magari non è che ci stiano poi così bene. Ora, sappiamo tutti che i lettori di Zagor non sono bambini, sono quelli che erano bambini 40 anni fa e che hanno continuato a leggerlo. Ma allora sta alla redazione decidere se il tono da usare nel loro fumetto deve essere adatto a degli adulti in generale, o specifico per degli adulti che vogliono continuare a leggere le stesse storie che leggevano da ragazzini. Moreno Burattini e la sua squadra già da anni stanno cercando di mantenersi in equilibrio tra questi due estremi, francamente con risultati mirabili, seppur funestati da una qualità media delle storie che, beh, lasciamo perdere. A me non dà fastidio che ogni tanto ci scappino due tette o qualche deriva più horror del solito (deriva che ci ha regalato una delle storie migliori degli ultimi anni, Zombi a Darkwood), ma sono in grado di capire perché qualcuno si sia sentito tradito.
Zagor + n. 15: Sopra L'abisso
Altro volume con le storie brevi, formula che all'inizio mi intrigava ma già da un po' sta mostrando la corda, non perché il format sia sbagliato (anzi) ma perché non sta venendo gestita come sembrava promettere all'inizio.
La storia cornice, Il vecchio Tom, di Bondi e Voltolini, si distingue perché a raccontare le storie di Zagor sono personaggi che in realtà non l'hanno mai conosciuto. Potrebbero anche esserci dei dubbi sul fatto che le storie siano vere, quindi, ma se avessero voluto sfruttare davvero questo aspetto avrebbero dovuto inserire delle storie particolarmente esagerate e iperboliche, nello stile delle "dime novel", invece sono storie in linea con le altre storie brevi che le hanno precedute.
Il ritorno di Smiling Joe, di Burattini e Verni, fa niente di più e niente di meno di quello che promette il titolo. Il personaggio, apparso in una storia breve nel lontano 1965, nasce come riempitivo di poche pagine, ma la prosa inarrivabile di Nolitta lo trasforma in una figura poetica che è rimasta nel cuore dei lettori. Burattini nemmeno ci prova a tenersi sullo stesso livello, limitandosi a raccontare un seguito di quella storia con buoni risultati.
Valerie, di Testi e Spadavecchia, si distingue per l'inedito "cascamortismo" di Zagor, che miracolosamente appare interessato a un'avventura con una donna! Anche Cico si stupisce, cadendo dalla sedia immediatamente dopo una frase come "hai gli occhi acuti, oltre che belli"! Per il resto, è la classica storia della donzella in pericolo da salvare da un gruppo di malviventi. Non male nel complesso.
La carovana maledetta, di Fantelli e Piccininno, adotta quello stile di disegno sfumato che abbiamo visto altre volte in questa collana, per una storia di fantasmi che soffre della sua brevità: lo svelamento della verità è troppo repentino e improvviso, è vero che ormai avevamo capito tutti dove si sarebbe andati a parare, ma rimango convinto che la storia si sarebbe potuta gestire meglio. Anche lo spiegone fatto dai fantasmi appare spezzare eccessivamente il ritmo. Carini comunque i mostracci.
E per ultima Il picco, di Burattini e M.Villa. Non si può non parlare della prova ai disegni del figlio di Claudio Villa, copertinista di Tex. Pur ricercando uno stile suo che non imiti quello del padre, anche il giovane Villa ama scendere nei dettagli con disegni molto particolareggiati e giocare con i chiaroscuri per creare ombre pesanti. Mi è piaciuto anche il suo Zagor ipertrofico, dovrebbe solo disegnare il simbolo sul petto un po' più grande. La storia non mi è dispiaciuta nemmeno dal punto di vista della sceneggiatura, il che è strano perché è una di quelle storie burattiniane che iniziano "in medias res" per poi propinarci lunghi e spesso inutili flashback che ci mostrano il come si è arrivati a quel punto. Stavolta stranamente il flashback non risulta fastidioso, anche se l'avrei fatto comunque un po' più corto.
Di tutte le storie Il picco rinnega completamente la gabbia bonelliana, mentre Valerie e la carovana maledetta se ne discostano solo a tratti. Le altre due ci si attengono rigidamente.
Nel complesso il volume mi è piaciuto, anche se avrei apprezzato una "sperimentazione" ancora maggiore, visto che dovrebbe essere la caratteristica degli speciali con le storie brevi. Se avessero fatto come dicevo all'inizio, con storie inventate di sana pianta dai narratori e totalmente assurde ed esagerate come nelle dime novel di Kit Carson e Buffalo Bill, sarebbe stato spettacolare! Magari ci penseranno in futuro....
Zagor Color n. 20: Memorie Perdute, di Burattini e Lazzarini.
Questa storia appartiene a quello che potremmo definire il ciclo "mistico" di Zagor, nel quale lo scopriamo essere investito di una sorta di missione divina. Più volte in storie passate varie sciamane indiane avvenenti e poco vestite lo hanno aiutato e iniziato a segreti mistici, per poi farglieli dimenticare.
Più che una nuova storia, questo è un riassunto e un "punto della situazione" per quanto riguarda il filone "mistico" di Zagor e le sacerdotesse in costume da bagno. In effetti il volume è pieno di flashback, caratteristica della prosa burattiniana che ha fatto tanti danni in passato, ma che questa volta non mi hanno dato fastidio per un motivo molto semplice... non mi ricordavo davvero un accidente! 🤣
Il filone mistico è iniziato in un momento della mia vita in cui avevo già cominciato a leggere gli albi di Zagor solo una volta o due, mentre quelli più vecchi me li sono riletti mille volte quindi me li ricordo molto meglio. Non so cosa potrebbero pensare però coloro che quei numeri se li ricordano ancora bene...
(qualche spoiler da qui in avanti)
La parte della storia che non è un riassunto o un riferimento a eventi passati scorre abbastanza bene, ma non riesce a non sembrare una cosa assemblata alla meglio proprio con lo scopo di riunire le trame delle sacerdotesse. Tutta la parte del salvataggio/riuccisione di Kanoxen appare come un riempitivo, messo lì solo per aggiungere qualcosa a tutto questo "tirare le fila" della situazione, così che si crea un ribaltamento: invece di esserci flashback che interrompono la storia, c'é la storia che interrompe i flashback! Oltretutto anche a livello di flashback c'è qualcosa che non funziona, perché io con la mia memoria da elefante non me lo ricordavo mica che Marie Laveau (stranamente sbiadita) fosse in Amazzonia, dovevate farmi un flashback più dettagliato! Oddio, sto dicendo tutto il contrario di quello che dico di solito... 🙃
Comunque ho apprezzato il tono romantico della storia, diverso dal solito e adatto al tratto morbido di Anna Lazzarini.
Ho visto in giro un po' di polemiche riguardo all'ultima vignetta, nella quale secondo alcuni si vedrebbe una famiglia composta da due o addirittura tre lesbiche. Non ci sarebbe nulla di male, ma francamente mi sembra che siamo fuori strada. Non ricordo quasi nulla della storia delle amazzoni, e poco ricordo anche del mito greco, ma mi sembra comunque di poter dare per assodato che le amazzoni siano tutte donne e si procurino le figlie in qualche modo, che sia rapendole o avendo rapporti con uomini esterni alla loro comunità. Una comunità in cui presumibilmente le bambine sono figlie un po' di tutte. Volerci vedere una deriva "woke" in Zagor mi sembra voler fare polemica a tutti i costi.
Un trittico di storie in cui si nota una forte presenza femminile, e in cui il nostro Spirito con la scure sembra aprirsi un po' di più del solito ai rapporti con l'altro sesso, sia dal punto di vista romantico che da quello più "carnale"... c'è forse aria di cambiamento?
Il Moro
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- Le mie "opinioni in pillole" sulle storie di Zagor
Le mie fanfiction (gratuite) su Zagor:
- Tex - Zagor: La valle nascosta
- Zagor: attacco a Darkwood. Recensione di un videogioco che non esiste
- Supermike: Una notte a New York
- Supermike contro Il Tessitore (storia a bivi)
- Zagor: Un suono di tamburi
Tutti i miei articoli su Zagor
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