martedì 9 aprile 2024

Opinioni in pillole, fumetti di Daniel Warren Johnson: Murder Falcon, Beta Ray Bill - Argent Star, Wonder Woman - Terra morta, Extremity, Space Mullet, Transformers

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi se non brevissime, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui per un motivo o per l'altro non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Questa volta parliamo dei fumetti di Daniel Warren Johnson!

I disegni di Daniel Warren Johnson sono potenti, quasi sempre valorizzati dai colori di Mike Spicer, evocativi, ricchi di dettagli, ultradinamici. In essi si vede la plasticità del fumetto statunitense unita con suggestioni nell'impostazione delle pagine da quello francese e nelle scene d'azione con quello giapponese. Uno stile spesso sporco, quasi graffiato, che sembra vicino più al fumetto indipendente che a quello mainstream a cui comunque appartiene. 
Ma il vero salto Daniel Warren Johnson l'ha fatto quando ha iniziato a scrivere anche i testi, e da quel momento non ce n'é stato più per nessuno. 

Dopo aver letto quel capolavoro di Murder Falcon, come da saggio consiglio di Lucius, ho "dovuto" recupare qualsiasi cosa scritta e disegnata da lui su cui sono riuscito a mettere le mani. 

Ognuna delle opinioni seguenti è stata scritta subito dopo aver letto l'opera, e le trovate nell'ordine in cui le ho lette.


Murder Falcon (2018)

Murder Falcon recensione

Murder Falcon è il fumetto che ha messo Daniel Warren Johnson nel radar di tutti gli appassionati di fumetti e musica metal. Storia: una band metal si ritrova dotata del potere di evocare delle creature a cui far combattere un male proveniente da un'altra dimensione. 
Detto così sembra quasi una versione dei Pokemon dove gli allenatori invece di gridare il nome della mossa del loro mostriciattolo ci danno dentro di riff, ma attenzione: il livello di epicità raggiunto da Murder Falcon è qualcosa che raramente si è visto nel mondo del fumetto. Come si può rimanere indifferenti a un giro di basso che evoca un mammut?
Ma, per quanto sia immensamente figo evocare un guerriero falco con un braccio meccanico e una bandana alla Rambo da un mondo heavy metal e farlo combattere caricandolo di energia con uno shredding furibondo, questo fantastico fumetto ha ben altre frecce al suo arco.
Sì, perché da cosa deriva il potere del metal? Dalla volontà di gridare in faccia al vuoto quando minaccia di prenderci.

Murder Falcon recensione

Nell'editoriale alla fine del primo numero Daniel Warren Johnson si apre rivelando di aver passato un periodo di depressione, non ci rivela il perché ma ci dice che in quei momenti niente funzionava meglio per lui di prendere in mano la sua chitarra e darci dentro. Ed ecco che la storia di Jake assume tutto un altro significato, simbolico, nel quale il metal è la valvola di sfogo e il metodo per ribellarsi a un destino avverso. Sfido chiunque a non farsi scendere qualche lacrimuccia nel finale di un fumetto con mostri e metallari. 

Da leggere assolutamente.

Se cercate la band protagonista del fumetto, i Brooticus, trovate il loro sito dal quale è possibile ascoltare due album, Shredded to death e Shredded to life. Le canzoni sono state quasi tutte scritte e sono tutte suonate dall'autore del fumetto.


Beta Ray Bill - Stella d'Argento (2021)

Beta Ray Bill - Stella d'Argento recensione

Niente sapevo di questo tizio con l'armatura di Thor e la faccia da cavallo, oltre al fatto che esisteva, aveva la faccia da cavallo e qualcosa a che fare con Thor. Sono stato convinto a leggere questa storia solo dal nome degli autori, i benemeriti Daniel Warren Johnson e Mike Spicer.

Fortunatamente (almeno per me) il fumetto si prende il tempo di spiegarci chi diavolo sia questo Beta Ray Bill, e come dopo che Thor, non so perché, gli ha rotto il martello Stormbreaker, non  sia più in grado di riprendere le sue fattezze normali (non "umane" perché è un alieno, ma almeno non mostruoso), e quindi, fondamentalmente, beh... non riesce a scopare.
E quindi, pur di tornare a innaffiare il biscotto, Beta Ray Bill coinvolge i suoi amici, di cui oltretutto uno è già morto e scappato dal Valhalla quindi probabilmente morire di nuovo sarebbe brutto brutto, in un pericolosissimo viaggio all'inferno dove potrà recuperare una nuova arma magica in grado di fargli cambiare forma! Che nobiltà d'animo, che scopi elevati! Capito? "Scopi"!!
In realtà il tono della storia è un po' meno ridanciano e il problema di Beta Ray Bill è abbastanza simile a quello della Cosa dei Fantastici 4, ma il succo è quello: come diceva Maccio Capatonda, "scopare!!".

Beta Ray Bill - Stella d'Argento recensione

Il duo di autori mantiene il suo stile "metal", soprattutto nelle scene all'inferno, il fumetto è divertente e ha splendide scene d'azione.
Una lettura oltre modo piacevole, ma che, come la stragrande maggioranza dei fumetti Marvel, lascia con un senso d'incompletezza dovuto all'infinita continuity in cui si svolgono queste storie: è vero che all'inizio c'è il riassunto, ma arriviamo comunque a film già iniziato, e la fine pare solo un prologo a sviluppi successivi.


Wonder Woman, Terra Morta (2019)

Wonder Woman, Terra Morta recensione

Gli unici fumetti DC che leggo volentieri sono gli elseworld: utilizzano personaggi conosciuti e hanno trame che iniziano e finiscono, il che significa che il lettore non è costretto a studiarsi mille fumetti precedenti prima e non si trova con un finale monco che rimanda al seguito.
A questo genere appartiene Terra Morta, nonché al sottogenere del futuro post-apocalittico in cui prima o poi tutti i supereroi vanno a finire (nemmeno Zagor ne è del tutto immune: una volta è finito addirittura alla Fine del Tempo, dove ha trovato solo sabbia e oscurità).
Come ampiamente intuibile, altro schema che si ripete, l'unico supereroe rimasto ha parte della colpa per la situazione in corso, anche se inizialmente ha perso la memoria e non sa come il mondo abbia potuto ridursi in quello stato, con pochi umani sparsi intenti a sopravvivere agli attacchi di mostruose creature.

Wonder Woman, Terra Morta recensione

Diana viene giustamente depotenziata, un espediente narrativo forse un po' banale ma utile per non renderla troppo potente rispetto ai suoi avversari, e per rendere meglio l'idea delle difficoltà che incontra lungo la sua odissea. Questo però ha un contro: depotenziata, depressa, e disegnata in uno stile diverso da quello cui siamo abituati (oltretutto Daniel Warren Johnson la ritrae con un viso tondo che la fa sembrare più giovane), sembra un altro personaggio. Non è Wonder Woman, ma una che le somiglia in una storia completamente diversa da quelle a cui siamo abituati. Per questo piacerà probabilmente di più a chi di solito NON legge Wonder Woman rispetto ai suoi lettori appassionati.

Il fumetto è ben disegnato e la storia è interessante, ma da Daniel Warren Johnson mi aspettavo qualcosa di più, di anticonformista, di mattacchione (una delle caratteristiche dell'autore è di nascondere il vero cuore del fumetto, quello che sanguina e che fa male, dietro una facciata cazzona e divertente), ma oltre all'arma che usa Wonder Woman verso la fine c'è poco che riesca a far spiccare questo elseworld tra gli altri della stessa categoria postapocalittica. Il che non vuol dire che non sia migliore della stragrande maggioranza degli stessi: lo è, ma non "di tanto".
Rimane comunque un'ottima lettura, il viaggio di redenzione di Diana è emozionante e ci sono belle scene d'azione. Lettura consigliata, ma senza tenere le aspettative troppo alte.



Extremity (2017)

Extremity  recensione

Una saga tecno-fantasy con elementi fiabeschi che può fare pensare alle opere dello Studio Ghibli, con ettolitri di sangue e frattaglie in più.
Anche in questo caso Daniel Warren Johnson rinuncia all'ironia per presentarci una  storia ad alto tasso di drammaticità, pur in una cornice altamente action.
Un mondo fantasy che probabilmente è un futuro post-apocalittico del nostro mondo, nel quale la superficie è inabitabile perché piena di mostri e l'umanità vive sulle isole volanti in cielo. Qui l'umanità sopravvissuta è divisa in tribù separate da divisioni nette, tanto che a ogni bambino viene tatuato sul volto il simbolo della tribù, così che nessuno possa mai dubitare quale sia il suo posto nel mondo. E ovviamente le tribù sono in perenne guerra l'una con l'altra.

Extremity  recensione

Ed è questo uno dei temi principali del fumetto, una miniserie da 12 numeri raccolti in due volumi: ciò che ci definisce e la perdita dello stesso. Un'artista, a cui viene brutalmente strappato il braccio con cui disegna. Un marito, a cui viene uccisa la moglie che è la sua ragione di vita. Membri di un clan in cui credono al punto da portarne il simbolo tatuato in faccia, che di colpo non si ritrovano più nei valori di quello stesso clan.
La perdita, e gli orrori di una guerra che è un'escalation di violenza da ambo le parti, in cui ogni vendetta ne richiama un'altra in una spirale di odio che può avere fine solo con la distruzione totale.
E ci sono anche i robottoni e i mostri giganti.
Fumetto eccezionale, se non lo leggete siete brutti.



Space Mullet (2012) 

Space Mullet recensione

Si tratta di un webcomic, che potete leggere gratuitamente qui (in inglese). E' stato anche raccolto in volumi in italiano. 

E' una storia di fantascienza che utilizza elementi classici, molto classici, pure troppo. C'è un ex soldato tormentato da qualcosa successo nel suo passato e amico con un alieno di una razza solitamente non alleata degli umani, c'è un militare corrotto intenzionato a cancellare le tracce dello stesso avvenimento passato, c'è una rapina in un casinò, una corsa che il campione non deve vincere per far guadagnare il mafioso di turno con le scommesse in uno sport ultraviolento nel quale si corre sui pattini, una situazione "alla Alien" e tutta una serie di elementi già visti e stravisti, e per i primi volumi nemmeno riproposti in modo particolarmente originale.

Insomma, è il primo lavoro importante di Daniel Warren Johnson e probabilmente doveva ancora farsi le ossa, anche il disegno pur molto buono (a parte i baffi del protagonista che continuo a scambiare per la bocca) non raggiunge ancora le vette a cui arriverà in futuro.

Space Mullet recensione

C'è da dire che la serie è iniziata nel 2012 ma l'ultima pagina è stata pubblicata nel 2017, quindi nel frattempo la capacità di Johnson come narratore e disegnatore si è evoluta. Infatti, dopo i primi capitoli la storia prende una continuity più serrata e una direzione sua invece della riproposizione dei classici, e anche la qualità dei disegni migliora. Peccato che poi finisca proprio quando si faceva più interessante.

Ecco, il problema: l'ultima pagina del webcomic è stata pubblicata nel 2017, e non è una pagina conclusiva ma una pagina qualunque, nemmeno la fine di un capitolo. Ciò significa semplicemente che la serie non finisce, per nulla, ma l'autore l'ha probabilmente abbandonata per gli impegni con le case editrici. Come biasimarlo? Quelle pagano.
Avrei comunque apprezzato almeno alcune pagine per chiudere la storia e finirla lì, o un qualche avviso che la serie è rimandata a data da destinarsi, ma sul blog di Space Mullet non c'è niente del genere. 

Per quanto sia quindi una lettura piacevole, come si può consigliare una storia che non finisce?


Do a powerbomb! (2022)

Do a powerbomb! recensione

In questo fumetto Daniel Warren Johnson ritorna ad una tematica già esplorata: mandare i suoi personaggi in mondi alieni, ma familiari. Mentre in Murder Falcon un metallaro entrava in contatto con il mondo del metal, in Do a powerbomb due lottatori di wrestling finiscono a fare un torneo di wrestling interdimensionale. La madre della protagonista è morta in un incidente sul ring, e un mago malvagio da un mondo in stile fantasy, esiliato in un'isola remota, le propone la possibilità di resuscitarla se dovesse vincere il torneo di wrestling organizzato da lui, che nel suo esilio si è scoperto un grande appassionato guardando in televisione il wrestling di molte diverse dimensioni parallele. C'è una complicazione: la Terra è l'unico mondo in cui il wrestling è finto, quindi in questo torneo si fa a botte sul serio!

Do a powerbomb! recensione

Un altro centro per Daniel Warren Johnson, che come dichiara lui stesso è un grande appassionato di Pro Wrestling e che ha messo tutta la sua passione in questo fumetto. Ma non è tutto qui, e se fosse solo una storia di botte con strani alieni avremmo il solito fumetto americano medio. Invece questa è una storia di sentimenti, di frustrazione, di sensi di colpa. Sentimenti perfettamente descritti in poche vignette, che lasciano quindi alle botte disegnate con il solito stile ultra dinamico tutto lo spazio che meritano. 

Un altro gran bel fumetto nello stile che ha reso famoso Daniel Warren Johnson, non perfetto però, perché a me l'ultimo numero non è piaciuto granché. Ma qui devo andare sotto spoiler.

Comunque un'ottima lettura, terzo nella mia personale classifica dopo Murder Falcon e Extremity.



Transoformers (2022 - in corso)

Transformers Daniel Warren Johnson recensione


Almeno che io sappia, è la prima volta che Daniel Warren Johnson si trova ad avere a che fare con un progetto di più ampio respiro rispetto a una "semplice" storia autoconclusiva.
l'Energon Universe è l'universo condiviso creato dalla casa editrice Skybound Entertainement, in cui confluiscono licenze relative ai giocattoli Hasbro, in particolare Transformers e G.I. Joe.
Dalle intenzioni, se ho capito bene, dovrebbe trattarsi di una sorta di reboot che racconta di come l'arrivo sulla Terra dei Transformers porti alla nascita dei G.I. Joe e dei Cobra. 
Al momento in cui scrivo queste righe sono uscite due miniserie relative ai G.I. Joe, Duke e Cobra Commander, e due serie regolari, una appunto sui Transformers e una intitolata Void Rivals, scritta da Robert Kirkman, che presenta nuovi personaggi ma è ambientata nello stesso universo.
Essendo che dei G.I. Joe non mi è mai fregato nulla, e anche dei Transformers non è che sia mai stato 'sto gran fan, l'unico vero motivo di interesse per me è che la serie Transformers è scritta e disegnata da Daniel Warren Johnson, con i colori del solito Mike Spicer.
In realtà alla notizia inizialmente ho un po' storto il naso: come si abbina lo stile di disegno di Johnson, fatto di proporzioni distorte e dinamismo assoluto, con le linee squadrate che caratterizzano dei robottoni?

Transformers Daniel Warren Johnson recensione

Si abbina più o meno, nel senso che Daniel Warren Johnson non ci prova nemmeno dare una parvenza "tecnologica" ai suoi robot, a dotarli delle linee squadrate di cui in teoria sono composti. I suoi transformers sono anzi ultradinamici, come si conviene al suo stile, e sono costantemente impegnati in combattimenti in cui usano ben poco le armi da fuoco di cui sono dotati, preferendo esibirsi in mosse di wrestling, altra cosa di cui abbiamo capito che Johnnson è un appassionato. L'azione è continua e frenetica, resa meravigliosamente dal tratto di Johnson, a mancare un po' è il resto della trama. Oltre a bellissime scazzottate tra robot che soffrono e addirittura sanguinano come esseri umani non è che succeda molto. D'altronde i primi sei numeri sono solo il primo arco, la storia continua ed effettivamente non c'è nulla che finisca.
Si distingue uno Starscream cattivissimo, sadico e malvagio fino al midollo, contrapposto a un Optimus Prime in odore di santità.

Gli autori della saga, contando anche i G.I. Joe, sanno perfettamente che stanno trattando materiale tratto da giocattoli per bambini, ma che a leggere i loro fumetti saranno solo quelli che con quei giocattoli ci giocavano quando erano bambini, quarant'anni fa (mamma mia!). Infatti il fumetto dei transformers è decisamente per adulti, non tanto per le tematiche trattate, piuttosto banali (ci sono giusto degli accenni ai problemi dei reduci di guerra), quanto piuttosto per il notevole livello di violenza, pur tra robot.

Mi ha fatto piacere leggere questa storia, ma solo perché c'è la mano di Daniel Warren Johnson. Il prossimo arco sarà affidato ad altri, e infatti dubito che andrò avanti.

Curiosità: il legame tra Trasformers e G.I. Joe ha origini più antiche di quanto generalmente si sappia. 
Nel 1972 la giapponese Takara commercializzò i G.I.Joe della Hasbro in Giappone con il nome di Combat Joe. In aggiunta a questo, però, la Takara iniziò a produrre un nuovo giocattolo utilizzando gli stessi stampi dei G.I.Joe, chiamandolo Henshin Cyborg (Henshin significa trasformabile). Non è dato sapere se avevano un permesso dalla Hasbro. Le plastiche trasparenti permettevano di vedere gli ingranaggi all'interno. 
Per l'aumento del prezzo delle materie prime la Takara iniziò a produrre versioni più piccole degli Henshin Cyborg, chiamandoli Microman, e poi unificò la linea con i Diaclone, robot trasformabili in veicoli, riutilizzando i Microman come piloti dei Diaclone. Unificando poi ulteriormente i Diaclone con i Microchange, linea di robot trasformabili in oggeti quotidiani tra cui, ad esempio, un walkmen e una pistola, nacquero i Transformers, dai quali però furono rimossi i piloti. I Transformers della Takara vennero poi commercializzati in America, guarda un po', dalla Hasbro, con qualche modifica. Tutto torna.

Leggete i fumetti, di Daniel Warren Johnson, che vi fa bene!

Il Moro


4 commenti:

  1. Ho amato profondamente "Murder Falcon" e sono contento di sapere che anche a te piace lo stile di Johnson! ^_^
    Solo che il tempo è passato più velocemente del previsto e il ragazzo è troppo prolifico, così mi sono perso diverse cose per strada, in pratica oltre "Extremity" e "Wonder Woman" le altre mi mancano tutte. (Ho provato "Transformers" ma onestamente non ho mai amato quei personaggi, non so niente di loro, mai visti neanche da ragazzino, quindi mi mancano le basi per capire la storia.)
    Grazie per questa panoramica, così da potermi orientare meglio quando finalmente recupererò il Johnson lasciato indietro ;-)

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    1. Per me, tra tutti questi Extremity è il migliore dopo Murder Falcon, quindi recuperalo appena puoi!

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  2. Mi manca solo l'ultimo numero della sua "Transformers" da leggere, per me Daniel Warren Johnson è semplicemente il miglior autore in circolazione quando si parla di disegnare il mondo, come lo vede lui e lui lo vede in un modo molto metallaro che mi piace tanto. Cheers!

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    1. E' anche parecchio prolifico, ma fa bene a sfruttare il momento, cavalcando l'onda del meritato successo.

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