Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi se non brevissime, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui per un motivo o per l'altro non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Questa volta parliamo dei fumetti di Daniel Warren Johnson!
I disegni di Daniel Warren Johnson sono potenti, quasi sempre valorizzati dai colori di Mike Spicer, evocativi, ricchi di
dettagli, ultradinamici. In essi si vede la plasticità del fumetto
statunitense unita con suggestioni nell'impostazione delle pagine da quello
francese e nelle scene d'azione con quello giapponese. Uno stile spesso
sporco, quasi graffiato, che sembra vicino più al fumetto indipendente che a
quello mainstream a cui comunque appartiene.
Ma il vero salto Daniel
Warren Johnson l'ha fatto quando ha iniziato a scrivere anche i testi, e da quel
momento non ce n'é stato più per nessuno.
Dopo aver letto quel capolavoro di Murder Falcon, come da saggio consiglio di Lucius, ho "dovuto" recupare qualsiasi cosa scritta e disegnata da lui su cui sono riuscito a mettere le mani.
Ognuna delle opinioni seguenti è stata scritta subito dopo aver letto l'opera, e le trovate nell'ordine in cui le ho lette.
Murder Falcon (2018)
Murder Falcon è il fumetto che ha messo Daniel Warren Johnson nel
radar di tutti gli appassionati di fumetti e musica metal. Storia: una band
metal si ritrova dotata del potere di evocare delle creature a cui far
combattere un male proveniente da un'altra dimensione.
Detto così
sembra quasi una versione dei Pokemon dove gli allenatori invece di gridare il
nome della mossa del loro mostriciattolo ci danno dentro di riff, ma attenzione: il
livello di epicità raggiunto da Murder Falcon è qualcosa che
raramente si è visto nel mondo del fumetto. Come si può rimanere indifferenti
a un giro di basso che evoca un mammut?
Ma, per quanto sia immensamente
figo evocare un guerriero falco con un braccio meccanico e una bandana alla
Rambo da un mondo heavy metal e farlo combattere caricandolo di energia con
uno shredding furibondo, questo fantastico fumetto ha ben altre frecce al suo
arco.
Sì, perché da cosa deriva il potere del metal? Dalla volontà di
gridare in faccia al vuoto quando minaccia di prenderci.
Nell'editoriale alla fine del primo numero Daniel Warren Johnson si apre rivelando di aver passato un periodo di depressione, non ci rivela il perché ma ci dice che in quei momenti niente funzionava meglio per lui di prendere in mano la sua chitarra e darci dentro. Ed ecco che la storia di Jake assume tutto un altro significato, simbolico, nel quale il metal è la valvola di sfogo e il metodo per ribellarsi a un destino avverso. Sfido chiunque a non farsi scendere qualche lacrimuccia nel finale di un fumetto con mostri e metallari.
Da leggere assolutamente.
Se cercate la band protagonista del fumetto, i Brooticus, trovate il loro sito dal quale è possibile ascoltare due album, Shredded to death e Shredded to life. Le canzoni sono state quasi tutte scritte e sono tutte suonate dall'autore del fumetto.
Beta Ray Bill - Stella d'Argento (2021)
Niente sapevo di questo tizio con l'armatura di Thor e la faccia da cavallo, oltre al fatto che esisteva, aveva la faccia da cavallo e qualcosa a che fare con Thor. Sono stato convinto a leggere questa storia solo dal nome degli autori, i benemeriti Daniel Warren Johnson e Mike Spicer.
Fortunatamente (almeno per me) il fumetto si prende il tempo di spiegarci chi
diavolo sia questo Beta Ray Bill, e come dopo che Thor, non so perché, gli ha
rotto il martello Stormbreaker, non sia più in grado di riprendere le
sue fattezze normali (non "umane" perché è un alieno, ma almeno non
mostruoso), e quindi, fondamentalmente, beh... non riesce a scopare.
E
quindi, pur di tornare a innaffiare il biscotto, Beta Ray Bill coinvolge i
suoi amici, di cui oltretutto uno è già morto e scappato dal Valhalla quindi
probabilmente morire di nuovo sarebbe brutto brutto, in un pericolosissimo
viaggio all'inferno dove potrà recuperare una nuova arma magica in grado di
fargli cambiare forma! Che nobiltà d'animo, che scopi elevati! Capito?
"Scopi"!!
In realtà il tono della storia è un po' meno ridanciano e il
problema di Beta Ray Bill è abbastanza simile a quello della Cosa dei
Fantastici 4, ma il succo è quello: come diceva Maccio Capatonda,
"scopare!!".
Il duo di autori mantiene il suo stile "metal", soprattutto nelle scene
all'inferno, il fumetto è divertente e ha splendide scene d'azione.
Una
lettura oltre modo piacevole, ma che, come la stragrande maggioranza dei
fumetti Marvel, lascia con un senso d'incompletezza dovuto all'infinita
continuity in cui si svolgono queste storie: è vero che all'inizio c'è il
riassunto, ma arriviamo comunque a film già iniziato, e la fine pare solo un
prologo a sviluppi successivi.
Wonder Woman, Terra Morta (2019)
Gli unici fumetti DC che leggo volentieri sono gli elseworld: utilizzano
personaggi conosciuti e hanno trame che iniziano e finiscono, il che significa
che il lettore non è costretto a studiarsi mille fumetti precedenti prima e
non si trova con un finale monco che rimanda al seguito.
A questo genere
appartiene Terra Morta, nonché al sottogenere del futuro
post-apocalittico in cui prima o poi tutti i supereroi vanno a finire (nemmeno
Zagor ne è del tutto immune: una volta è finito addirittura alla Fine del
Tempo, dove ha trovato solo sabbia e oscurità).
Come ampiamente
intuibile, altro schema che si ripete, l'unico supereroe rimasto ha parte
della colpa per la situazione in corso, anche se inizialmente ha perso la
memoria e non sa come il mondo abbia potuto ridursi in quello stato, con pochi
umani sparsi intenti a sopravvivere agli attacchi di mostruose creature.
Diana viene giustamente depotenziata, un espediente narrativo forse un po' banale ma utile per non renderla troppo potente rispetto ai suoi avversari, e per rendere meglio l'idea delle difficoltà che incontra lungo la sua odissea. Questo però ha un contro: depotenziata, depressa, e disegnata in uno stile diverso da quello cui siamo abituati (oltretutto Daniel Warren Johnson la ritrae con un viso tondo che la fa sembrare più giovane), sembra un altro personaggio. Non è Wonder Woman, ma una che le somiglia in una storia completamente diversa da quelle a cui siamo abituati. Per questo piacerà probabilmente di più a chi di solito NON legge Wonder Woman rispetto ai suoi lettori appassionati.
Il fumetto è ben disegnato e la storia è
interessante, ma da Daniel Warren Johnson mi aspettavo qualcosa di più, di
anticonformista, di mattacchione (una delle caratteristiche dell'autore è di
nascondere il vero cuore del fumetto, quello che sanguina e che fa male,
dietro una facciata cazzona e divertente), ma oltre all'arma che usa Wonder
Woman verso la fine c'è poco che riesca a far spiccare questo elseworld tra
gli altri della stessa categoria postapocalittica. Il che non vuol dire che
non sia migliore della stragrande maggioranza degli stessi: lo è, ma non "di
tanto".
Rimane comunque un'ottima lettura, il viaggio di redenzione di
Diana è emozionante e ci sono belle scene d'azione. Lettura consigliata, ma
senza tenere le aspettative troppo alte.
Extremity (2017)
Una saga tecno-fantasy con elementi fiabeschi che può fare pensare alle opere
dello Studio Ghibli, con ettolitri di sangue e frattaglie in più.
Anche
in questo caso Daniel Warren Johnson rinuncia all'ironia per presentarci
una storia ad alto tasso di drammaticità, pur in una cornice altamente
action.
Un mondo fantasy che probabilmente è un futuro post-apocalittico
del nostro mondo, nel quale la superficie è inabitabile perché piena di mostri
e l'umanità vive sulle isole volanti in cielo. Qui l'umanità sopravvissuta è
divisa in tribù separate da divisioni nette, tanto che a ogni bambino viene
tatuato sul volto il simbolo della tribù, così che nessuno possa mai dubitare
quale sia il suo posto nel mondo. E ovviamente le tribù sono in perenne guerra
l'una con l'altra.
Ed è questo uno dei temi principali del fumetto, una miniserie da 12 numeri
raccolti in due volumi: ciò che ci definisce e la perdita dello stesso.
Un'artista, a cui viene brutalmente strappato il braccio con cui disegna. Un
marito, a cui viene uccisa la moglie che è la sua ragione di vita. Membri di
un clan in cui credono al punto da portarne il simbolo tatuato in faccia, che
di colpo non si ritrovano più nei valori di quello stesso clan.
La
perdita, e gli orrori di una guerra che è un'escalation di violenza da ambo le
parti, in cui ogni vendetta ne richiama un'altra in una spirale di odio che
può avere fine solo con la distruzione totale.
E ci sono anche i robottoni e i mostri giganti.
Fumetto eccezionale, se
non lo leggete siete brutti.
Space Mullet (2012)
Si tratta di un webcomic, che potete leggere gratuitamente qui (in inglese). E' stato anche raccolto in volumi in italiano.
E' una storia di fantascienza che utilizza elementi classici, molto classici, pure troppo. C'è un ex soldato tormentato da qualcosa successo nel suo passato e amico con un alieno di una razza solitamente non alleata degli umani, c'è un militare corrotto intenzionato a cancellare le tracce dello stesso avvenimento passato, c'è una rapina in un casinò, una corsa che il campione non deve vincere per far guadagnare il mafioso di turno con le scommesse in uno sport ultraviolento nel quale si corre sui pattini, una situazione "alla Alien" e tutta una serie di elementi già visti e stravisti, e per i primi volumi nemmeno riproposti in modo particolarmente originale.
Insomma, è il primo lavoro importante di Daniel Warren Johnson e probabilmente doveva ancora farsi le ossa, anche il disegno pur molto buono (a parte i baffi del protagonista che continuo a scambiare per la bocca) non raggiunge ancora le vette a cui arriverà in futuro.
C'è da dire che la serie è iniziata nel 2012 ma l'ultima pagina è stata pubblicata nel 2017, quindi nel frattempo la capacità di Johnson come narratore e disegnatore si è evoluta. Infatti, dopo i primi capitoli la storia prende una continuity più serrata e una direzione sua invece della riproposizione dei classici, e anche la qualità dei disegni migliora. Peccato che poi finisca proprio quando si faceva più interessante.
Ecco, il problema: l'ultima pagina del webcomic è stata pubblicata nel 2017, e
non è una pagina conclusiva ma una pagina qualunque, nemmeno la fine di un
capitolo. Ciò significa semplicemente che la serie non finisce, per nulla, ma
l'autore l'ha probabilmente abbandonata per gli impegni con le case editrici.
Come biasimarlo? Quelle pagano.
Avrei comunque apprezzato almeno alcune
pagine per chiudere la storia e finirla lì, o un qualche avviso che la serie è
rimandata a data da destinarsi, ma sul blog di Space Mullet non c'è niente del
genere.
Per quanto sia quindi una lettura piacevole, come si può consigliare una storia che non finisce?
Do a powerbomb! (2022)
In questo fumetto Daniel Warren Johnson ritorna ad una tematica già esplorata: mandare i suoi personaggi in mondi alieni, ma familiari. Mentre in Murder Falcon un metallaro entrava in contatto con il mondo del metal, in Do a powerbomb due lottatori di wrestling finiscono a fare un torneo di wrestling interdimensionale. La madre della protagonista è morta in un incidente sul ring, e un mago malvagio da un mondo in stile fantasy, esiliato in un'isola remota, le propone la possibilità di resuscitarla se dovesse vincere il torneo di wrestling organizzato da lui, che nel suo esilio si è scoperto un grande appassionato guardando in televisione il wrestling di molte diverse dimensioni parallele. C'è una complicazione: la Terra è l'unico mondo in cui il wrestling è finto, quindi in questo torneo si fa a botte sul serio!
Un altro centro per Daniel Warren Johnson, che come dichiara lui stesso è un grande appassionato di Pro Wrestling e che ha messo tutta la sua passione in questo fumetto. Ma non è tutto qui, e se fosse solo una storia di botte con strani alieni avremmo il solito fumetto americano medio. Invece questa è una storia di sentimenti, di frustrazione, di sensi di colpa. Sentimenti perfettamente descritti in poche vignette, che lasciano quindi alle botte disegnate con il solito stile ultra dinamico tutto lo spazio che meritano.
Un altro gran bel fumetto nello stile che ha reso famoso Daniel Warren Johnson, non perfetto però, perché a me l'ultimo numero non è piaciuto granché. Ma qui devo andare sotto spoiler.
Comunque un'ottima lettura, terzo nella mia personale classifica dopo Murder Falcon e Extremity.
Transoformers (2022 - in corso)
Almeno che io sappia, è la prima volta che Daniel Warren Johnson si trova ad
avere a che fare con un progetto di più ampio respiro rispetto a una
"semplice" storia autoconclusiva.
l'Energon Universe è
l'universo condiviso creato dalla casa editrice Skybound Entertainement, in
cui confluiscono licenze relative ai giocattoli Hasbro, in particolare
Transformers e G.I. Joe.
Dalle intenzioni, se ho capito bene, dovrebbe
trattarsi di una sorta di reboot che racconta di come l'arrivo sulla Terra dei
Transformers porti alla nascita dei G.I. Joe e dei Cobra.
Al
momento in cui scrivo queste righe sono uscite due miniserie relative ai G.I.
Joe, Duke e Cobra Commander, e due serie regolari, una appunto
sui Transformers e una intitolata Void Rivals, scritta da Robert
Kirkman, che presenta nuovi personaggi ma è ambientata nello stesso
universo.
Essendo che dei G.I. Joe non mi è mai fregato nulla, e anche
dei Transformers non è che sia mai stato 'sto gran fan, l'unico vero motivo di
interesse per me è che la serie Transformers è scritta e disegnata
da Daniel Warren Johnson, con i colori del solito Mike Spicer.
In realtà alla notizia inizialmente ho un po' storto il naso: come si abbina lo stile di disegno di Johnson, fatto di proporzioni distorte e dinamismo assoluto, con le linee squadrate che caratterizzano dei robottoni?
Si distingue uno Starscream cattivissimo, sadico e malvagio fino al midollo, contrapposto a un Optimus Prime in odore di santità.
Gli autori della saga, contando anche i G.I. Joe, sanno perfettamente che stanno trattando materiale tratto da giocattoli per bambini, ma che a leggere i loro fumetti saranno solo quelli che con quei giocattoli ci giocavano quando erano bambini, quarant'anni fa (mamma mia!). Infatti il fumetto dei transformers è decisamente per adulti, non tanto per le tematiche trattate, piuttosto banali (ci sono giusto degli accenni ai problemi dei reduci di guerra), quanto piuttosto per il notevole livello di violenza, pur tra robot.
Mi ha fatto piacere leggere questa storia, ma solo perché c'è la mano di Daniel Warren Johnson. Il prossimo arco sarà affidato ad altri, e infatti dubito che andrò avanti.
Curiosità: il legame tra Trasformers e G.I. Joe ha origini più antiche di quanto generalmente si sappia.
Nel 1972 la giapponese Takara commercializzò i G.I.Joe della Hasbro in Giappone con il nome di Combat Joe. In aggiunta a questo, però, la Takara iniziò a produrre un nuovo giocattolo utilizzando gli stessi stampi dei G.I.Joe, chiamandolo Henshin Cyborg (Henshin significa trasformabile). Non è dato sapere se avevano un permesso dalla Hasbro. Le plastiche trasparenti permettevano di vedere gli ingranaggi all'interno.
Per l'aumento del prezzo delle materie prime la Takara iniziò a produrre versioni più piccole degli Henshin Cyborg, chiamandoli Microman, e poi unificò la linea con i Diaclone, robot trasformabili in veicoli, riutilizzando i Microman come piloti dei Diaclone. Unificando poi ulteriormente i Diaclone con i Microchange, linea di robot trasformabili in oggeti quotidiani tra cui, ad esempio, un walkmen e una pistola, nacquero i Transformers, dai quali però furono rimossi i piloti. I Transformers della Takara vennero poi commercializzati in America, guarda un po', dalla Hasbro, con qualche modifica. Tutto torna.
Leggete i fumetti, di Daniel Warren Johnson, che vi fa bene!
Il Moro
Ho amato profondamente "Murder Falcon" e sono contento di sapere che anche a te piace lo stile di Johnson! ^_^
RispondiEliminaSolo che il tempo è passato più velocemente del previsto e il ragazzo è troppo prolifico, così mi sono perso diverse cose per strada, in pratica oltre "Extremity" e "Wonder Woman" le altre mi mancano tutte. (Ho provato "Transformers" ma onestamente non ho mai amato quei personaggi, non so niente di loro, mai visti neanche da ragazzino, quindi mi mancano le basi per capire la storia.)
Grazie per questa panoramica, così da potermi orientare meglio quando finalmente recupererò il Johnson lasciato indietro ;-)
Per me, tra tutti questi Extremity è il migliore dopo Murder Falcon, quindi recuperalo appena puoi!
EliminaMi manca solo l'ultimo numero della sua "Transformers" da leggere, per me Daniel Warren Johnson è semplicemente il miglior autore in circolazione quando si parla di disegnare il mondo, come lo vede lui e lui lo vede in un modo molto metallaro che mi piace tanto. Cheers!
RispondiEliminaE' anche parecchio prolifico, ma fa bene a sfruttare il momento, cavalcando l'onda del meritato successo.
Elimina