martedì 21 marzo 2023

Opinioni in pillole, serie TV di supereroi: Loki, Occhio di Falco, Peacemaker.

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ecco un altro articolo della serie "opinioni in pillole", dove raccolgo commenti più o meno brevi per cose che ho visto/letto/giocato. Questo perché mi capita di voler parlare di qualcosa e scriverne un commento, che però risulta troppo corto per farne un articolo a sé stante. In questo caso parliamo di tre serie TV di supereroi. 
I commenti sono stati scritti dopo la visione delle serie, quindi possono essere anche vecchiotti: ad esempio ho scritto quello di Loki prima di vedere le altre pellicole Marvel citate e già recensite sul blog, ho solo aggiunto un paio di cose alla fine col senno di poi.


Loki recensione

Loki

La serie ha una storia che sarebbe anche bella... Se durasse la metà. E sono solo 6 episodi!
Come si fa a rendere noiosa una storia diluita in soli 6 episodi? Beh, è abbastanza semplice, se la storia che hai si adatterebbe al massimo a un film. Uno corto.
Questi parlano, parlano, parlano. Si potrebbe fare il gioco di bere ogni volta che Loki e Mobius si siedono a un tavolo a parlare e uscirne piuttosto brilli.
E' vero, è una storia abbastanza intricata e probabilmente servivano degli spiegoni, anche perché di solito tutte queste parole servono a spiegare questo e quello, non ci sono molte divagazioni inutili.... ma non ci credo che non si riusciva a riassumere meglio il tutto. Sono sicuro che in un paio d'ore ce la saremmo potuta cavare tranquillamente.

Loki recensione
E zitti un po', lì!

In tutte queste chiacchiere, gli unici episodi che si salvano sono quelli dove ci sono meno parole e più azione, il quinto e forse un po' il terzo. Il quinto episodio con tutti i Loki alternativi effettivamente è bello, ma da solo non può salvare una stagione intera.
Insopportabile poi il cattivone finale che ride e scherza, in quella macchietta di "cattivo simpatico" che ormai ci ha ammorbato. E parla, parla, parla.
Ovviamente, non c'è un finale, la serie finisce con un grosso cliffhanger che non risolve praticamente nessuno dei fili narrativi aperti. Inoltre si riflette in tutto quello che succederà dopo, ad esempio (direi SPOILER, ma ormai o l'avete già vista o non avete comunque intenzione di farlo) se prima della serie esisteva una sola linea temporale, ecco che alla fine si sbloccano le linee temporali alternative, permettendo quindi quello che si vede nella serie What If... e nei successivi Spider-Man: No Way Home e Dr. Strange and the multiversity of madness. Per fortuna non era strettamente necessario aver visto Loki per questi due film, ma è probabile che lo sia per Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che al momento in cui scrivo non ho ancora visto, visto che a quanto pare torna lo stesso cattivo, o una sua versione alternativa, che ne so.

Mi sono un po' rotto di guardare roba senza finale. E questa cosa che per poter vedere i film devi aver visto anche le serie è una rottura ancora maggiore.


Occhio di falco recensione

Occhio di falco

Devo ammetterlo: ho guardato questa serie e non ho scritto subito le mie impressioni, al momento in cui scrivo saranno passate due o tre settimane da quando ho visto l'ultimo episodio... e non ricordo quasi più nulla!
Va beh, vediamo di mettere insieme qualcosa.
La serie è tratta principalmente da questo fumetto, la storia è diversa ma lo stile è quello: mostrare un Occhio di Falco sfigato che le prende da tutti. E infatti, come nel fumetto, il contrasto tra l'arciere infallibile che ha affrontato mostri e alieni e questo cretino che le prende da degli scagnozzi in tuta più simili a delle macchiette comiche che a dei veri cattivi è allucinante.

Occhio di falco recensione
I due arcieri infallibili meno infallibili di sempre.

Ben poco ricordo del resto dell'intreccio, solo che a un certo punto salta fuori la nuova Vedova Nera e mi sembra pure il Kingpin della serie di Daredevil, giusto per ricordarci che è tutto connesso e fa tutto parte del grande disegno del Marvel Cinematic Universe. Che culo, eh?
Basta, con le serie Marvel ho chiuso, e sono sicuro che non mi mancheranno. Anche di vedere i film non è che abbia tutta questa voglia, ma quelli alla fine li si guarda sempre, almeno ti fanno perdere solo il tempo di un film (che è comunque tanto contando la durata media che hanno raggiunto queste pellicole, che fine hanno fatto i film di 90 minuti?) e bene o male sono sempre un bello spettacolo pirotecnico.
Al massimo, se scoprirò che per vedere un film serve prima guardarsi una serie, mi leggerò un riassunto in rete.


Peacemaker recensione

Peacemaker

Anche questa serie, spin off del film The Suicide Squad, sarebbe bella se non fosse annegata in un mare di parole Siamo ben lontani dai picchi allucinanti raggiunti da Loki, comunque.
L'idea di intermezzo comico di James Gunn, che ha scritto tutti gli episodi e ne ha diretto la maggior parte, sembra essere far litigare i suoi personaggi, che si gridano insulti per tutto il tempo urlando come matti e sghignazzando per quanto sono belle le loro battutacce. Per quasi ogni puntata un buon terzo del minutaggio (percepito, almeno) se ne va in chiacchiere che non mandano avanti la storia, e non solo: non fanno nemmeno così ridere. Sembra di guardare un film di Tarantino, e non lo dico in senso buono.
Dal minutaggio totale degli 8 episodi di cui è composta la prima stagione se ne potrebbe tranquillamente togliere un paio, senza cambiare una virgola della storia.
Ciò detto, la serie risulta abbastanza interessante e divertente, e James Gunn conferma il suo talento nel dirigere ex wrestler con velleità attoriali: John Cena nel ruolo è perfetto. Intrigante il tema del razzismo e sessismo evidente in lui, ereditato dal padre suprematista bianco interpretato alla grande da Robert Patrick: i nuovi compagni di squadra lo costringono a confrontarsi con minoranze e tematiche che nelle mani di un altro regista sembrerebbero solo un'altra concessione al "politicamente corretto" ma che qui sono motore per la crescita del personaggio, portando il protagonista a chiedersi se non si sia sempre semplicemente sbagliato, rendendosi quindi conto di essere fondamentalmente un cretino. La sottotrama del rapporto tra Peacemaker e suo padre è la cosa migliore della serie, molto più interessante della minaccia aliena.

Peacemaker recensione
Ma c'è anche la sigla d'apertura più bella del suo genere.

Una volta che si fa l'abitudine ai dialoghi prolissi, che per fortuna tendono a diminuire nelle ultime puntate, si ha una storia abbastanza intrigante, che spinge parecchio sull'acceleratore del sangue e delle parolacce. Sorprendente quindi per chi segue i film di supereroi, abituato com'è al PG 13, ma che dirà decisamente meno a chi nella vita ha visto anche film e serie non pensati per forza per i ragazzini. Ancora di più se pensiamo che qui di "supereroistico" c'è ben poco, l'approccio al tema è più realistico e il protagonista e il suo amico Vigliante chiaramente non sono supereroi ma disadattati che vanno in giro ad ammazzare la gente in costume da carnevale. Viene quindi a mancare tutto l'impianto che rende possibile la sospensione dell'incredulità necessaria per le storie di supereroi. C'è un dialogo (urlato, come quasi tutti gli altri) in cui John Cena parla di Batman con un altro personaggio, e nemmeno per un istante sembra che stiano parlando di una persona vera invece che di un fumetto che hanno letto entrambi.

La serie andrebbe quindi pesata con due pesi e due misure: come "serie di supereroi", un campo quindi ristretto nel quale portare parolacce e sbudellamenti non è più una novità, ma è ancora abbastanza insolito e potrebbe costituire un valore aggiunto; o come generica serie commedia-action-fantasy-horror, che gioca quindi in un campionato ben più popolato e che presenta elementi decisamente più validi. 
Non mi ha fatto impazzire insomma, e meno che mai mi ha fatto pensare che James Gunn sia il "messia" che salverà il DCEU cinematografico. Ma non è nemmeno da bocciare, è comunque MOLTO più divertente e frizzante delle altre due serie supereroistiche trattate in questo articolo, anzi, tra le migliori serie supereoistiche in generale (ma la mia preferita rimane di gran lunga questa). Particolare plauso poi per la sigla, non l'ho quasi mai saltata (è un'ignominia che il balletto scemo di Mercoledì sia diventato "virale" e questo no), e per la splendida scelta musicale.
Non è nemmeno strettamente necessario aver visto prima il film, ma ovviamente è meglio.

Il Moro

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8 commenti:

  1. La parte migliore di tutte le serie che hai trattato? La sigla di "Peacemaker", geniale ;-) Per il resto concordo su tutta la tua analisi. Cheers!

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    1. La sola sigla di Peacemaker è superiore alle altre due serie trattate messe insieme. 😁

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  2. Loki mi aveva ammorbata oltre ogni dire, con l'apice toccato da lui che si innamora della sua versione alternativa femminile. Eew. Di fatto, non ricordo nemmeno più come finiva. Hawkeye invece mi era piaciuta parecchio per la sua natura di serie che "comincia e finisce", semplice e tranquilla, senza troppi fronzoli. Poi a me basta che diate Florence Pugh e sono felice!

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    1. Siamo ridotti ad apprezzare una serie o un film solo perché ha un inizio e una fine, che dovrebbe essere il minimo sindacale. pensa come siamo messi.

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  3. Mi confermi che ho fatto bene a stare a mille chilometri di distanza da tutte e tre le serie :-P
    I dialoghi prolissi mi provocano movimenti intestinali, se non sono scritti bene, quindi già puoi immaginare la mia stima per tutti e tre i prodotti.

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    1. Allora fai bene a continuare a tenerti alla larga!

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  4. Mi manca l'ultima, che potrebbe essere la migliore del lotto...anche se non dispiaciuto di aver visto le prime due, soprattutto la seconda ;)

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    1. Io delle prime due sono abbastanza dispiaciuto, invece... 😁
      LA terza è su un altro livello.

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