Xenoblade Chronicles ha una premessa abbastanza particolare: il mondo su cui si svolge è un mare infinito, nel quale in tempi incommensurabilmente antichi due titani di proporzioni immani si sono dati battaglia per un tempo incalcolabile. Sono infine riusciti a uccidersi, rimanendo bloccati per l'eternità in un abbraccio mortale, sorretti l'uno dall'altro. Dai loro corpi sono nate le terre emerse.
Isole e continenti creati dal corpo di divinità defunte, un'idea di per sé non originalissima, già sentita anche in alcune mitologie. La particolarità, in Xenoblade Chronicles, e che qui questo è sicuramente vero, visto che i due titani sono morti in piedi e in piedi sono rimasti, perfettamente riconoscibili per la loro natura.
Eoni passano dal terribile scontro, e la vita si sviluppa e si evolve dentro e sulla superficie dei corpi dei due giganti. Vita che su uno dei due è biologica, mentre l'altro sembra piuttosto abitato da una sorta di macchine senzienti.
La nostra storia inizia dopo millenni di guerra fra le due fazioni, tra le quali non sembra essere possibile una convivenza pacifica. Millenni in cui la tecnologia si è sviluppata per poi regredire più di una volta, quindi non è difficile imbattersi in antichi artefatti tecnologici di cui nessuno comprende il funzionamento, dei quali il più importante è la "Monado", una spada che sembra essere l'unica arma leggera in grado di perforare facilmente le corazze dei Meckon, la fazione tecnologica (l'artiglieria pesante sembra funzionare).
Dopo l'ultima battaglia che, grazie alla Monado, ha visto vincitrice la fazione biologica, c'è stato un anno di pace, interrotto da un nuovo attacco dei Meckon alla colonia dove risiede il protagonista, attacco che porta distruzione e morte e che spinge il protagonista, uno dei pochissimi in grado di brandire la Monado, a partire in cerca di vendetta contro il particolare Meckon che ha portato la devastazione a casa sua.
Lo stile è quello tipico di molti se non quasi tutti gli ultimi prodotti Square Enix, non solo quelli della saga di Final Fantasy, con personaggi dalle pettinature improbabili abbigliati con questi vestiti stilosissimi e pieni di particolari quali cinghie e cerniere. In realtà Xenoblade Chronichles non è stato creato da Squaresoft ma da Monolith Soft, che però è un team che si è appunto distaccato da Squaresoft dopo aver collaborato a giochi come Chrono Cross e Xenogears. Ho già parlato di Soma Bringer realizzato da loro.
Anche l'ambientazione è quella tipica tecno-fantasy vista tante volte da Final Fantasy VII in avanti, anche se di "magie" vere e proprie se ne vedono poche.
Ho già detto in passato di come, negli ultimi anni, sia giunto ad apprezzare maggiormente una certa "semplicità" nei miei sempre amati JRPG. Magari non troppa, con in Mother 3 ad esempio. Qui, è tutto il contrario.
Il sistema di crescita e di equipaggiamento dei personaggi è uno dei più intricati di sempre, in grado di superare a destra spernacchiando anche quello già complicato di Final Fantasy 10. Per non parlare dei combattimenti: non ci sono, qui, i miei amati combattimenti a turni, i combattenti su muovono in tempo reale sullo schermo attaccando automaticamente quando non si selezionano mosse speciali dall'intricato menu di combattimento. Selezionare la mossa giusta mentre si viene pestati è a volte un problema che la pratica ridimensiona solo parzialmente, contando anche che le mosse provocano un tripudio di effetti speciali che rendono spesso complicato capire cosa succede. Alcuni nemici, poi, sono vulnerabili solo a particolari mosse che prevedono la collaborazione tra i personaggi, difficili da inanellare.
Poi ci sono le gemme da forgiare e da incastonare in armi e armature, le relazioni tra i personaggi giocanti e non giocanti da coltivare, punti esperienza, punti abilità, punti affinità e altre cose che sembrano studiate apposta per complicare la vita. Può capitare di stare a pacioccare nel menu anche per un quarto d'ora di fila, prima di decidere che se ne ha le palle piene e tornare al gioco.
Xenoblade Chronicles sembra volersi porre a metà tra un JRPG e un gioco di ruolo all'occidentale, come Planescape: Torment, giusto per citarne uno di cui ho già parlato nel blog.
Lascia infatti al giocatore una notevole libertà di esplorare l'enorme area di gioco (non paragonabile a quella di alcuni open world, tra i JRPG credo che sia al quarto o quinto posto, comunque di sicuro il più grande tra quelli a cui ho giocato) e di compiere le centinaia di missioni secondarie che ci vengono affibbiate dai PNG. A differenza che nei giochi di ruolo occidentali, per i quali la ricompensa della maggior parte di queste missioni è poco più di una pacca sulla spalla, qui una buona metà delle missioni secondarie ci da qualcosa di assolutamente necessario: punti esperienza (l'altra metà pacche sulle spalle). E' infatti più facile accumulare esperienza compiendo le missioni piuttosto che combattendo. I nemici di livello troppo inferiore al nostro danno pochissimi punti exp, quindi bisognerebbe sempre andare in giro a cercare nemici di livello solo poco inferiore (nemici di livello uguale risultano essere troppo lunghi e difficili da abbattere in relazione alla ricompensa che danno, e quelli di livello superiore è meglio non stuzzicarli).
Molte missioni si risolvono quasi da sole andando avanti, in particolare quelle che richiedono di abbattere un certo numero di nemici di un tipo specifico o raccogliere alcuni oggetti lasciati da altri nemici; le più remunerative, però, necessitano di una guida per la maggior parte dei casi. In effetti, a meno che non si decida di seguire solo la storia principale (accettando scontri difficilissimi visto il nostro scarso livello se non accumuliamo exp con le missioni), giocare con la guida alla mano è d'obbligo.
La trama è molto bella, ma non meravigliosa. Tipica di molti prodotti di questo tipo. La storia è complessa, molti sono i personaggi in gioco (alcuni nascosti a tramare nell'ombra) e gli eventi che si susseguono spingono alla curiosità, si ha sempre voglia di andare avanti per vedere cosa succede dopo, quali sono i piani segreti dei nemici. Trama che oltretutto non esita a toccare temi quali la perdita degli affetti, il desiderio di vendetta, la discriminazione, il razzismo, la spiritualità, eccetera.
Ma il punto forte, ammettiamolo, è l'esplorazione dell'ambientazione. Un'ambientazione sempre affascinante, complessa, variegata, resa meravigliosamente. Una cosa che manca un po' è la possibilità di viaggiare più velocemente, tipo appropriarsi di una cavalcatura, o quantomeno una corsa più veloce (si può andare un po' più in fretta equipaggiandosi con apposite gemme, il che però costringe a sacrificare slot per gemme che potrebbero servire in combattimento). Ci sono molti punti di teletrasporto che possono essere utilizzati in ogni momento, ma anche molti posti che da questi punti di teletrasporto sono lontani e bisogna arrivarci a piedi, in alcuni casi (per le missioni secondarie, di solito) anche diverse volte.
Questo gioco è enorme, è questa la sensazione dominante. Enorme come mondo di gioco, enorme come cose da fare, come possibilità offerte. Sì, so che molti mi diranno che esistono giochi ben più complessi, con aree da esplorare ben più grandi, e hanno perfettamente ragione, infatti quei giochi lì io li lascio perdere in anticipo. Xenoblade Chronicles invece mi ha fregato.
Un'enormità a volte esasperante, soprattutto oggi che ho meno tempo di giocare ai videogiochi di un tempo. Eppure questo gioco è riuscito a tenermi incollato allo schermo per un'ottantina di ore (sarebbero state molte di più senza una guida, o più probabilmente molte di meno perché mi sarei stufato prima) senza farmi sentire la fatica.
Se penso che esistono altri due capitoli, Xenoblade Chronicles 2 e Xenoblade Chronicles X, che come da tradizione Final Fantasy hanno trame e ambientazioni separate mantenendo in comune con gli altri solo un certo stile di gameplay, alcune razze di personaggi e altri particolari, e che sono ancora più enormi, mi sento diviso tra la voglia di giocarli e quella di tenerli il più lontano possibile da me, che non ho tutta questa vita.
Di seguito il trailer:
Il Moro
Di seguito il trailer:
Il Moro
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Ho pubblicato diverse compilation di videogiochi, videogiochi cioè accomunati da un tema particolare. Ad esempio tutti i videogiochi dove compare un particolare attore o personaggio, o seguiti più o meno apocrifi di un videogioco classico, e altre. Alcune sono "elenchi ragionati", altre veri e propri approfondimenti sul tema. Le trovate tutte a questo link.
Io preferisco le battaglie in tempo reale a quelle a turni ma concordo, ci metto molto meno di te ad averne le palle piene dei menu macchinosi! Ma che problemi hanno quelli che apprezzano 'ste cose? Sicuramente zero vita sociale ma non solo, devono avere pochi altri interessi, anche contando solo quelli nerd.
RispondiEliminaAdoro l'esplorazione, open world o meno, ma quando manca il viaggio veloce (o quel minimo che dici ma dispendioso) è una bella rottura! Il teletrasporto, anche se non ti avvicina, meglio che niente!
Comunque concordo con la tua frase iniziale, troppa roba per dei vecchi come noi! Pensa che mi sono reso conto di giocare a un open world dal 4 settembre '21... e lo adoro! Però faccio pause di settimane o mesi tra una sessione e l'altra. Per fortuna non dimentico i comandi ma solo perché mi ha appassionato davvero (parkour e zombie).
Cos'è, Dying light? quando gli hanno regalato la PS4 mio fratello mi ha lasciato la ps3 con un po' di giochi e se non sbaglio c'è anche quello, ma non l'ho mai provato. potrebbe essere il prossimo, comunque, l'altro giorno ho iniziato Max Payne e dopo mezz'ora mi ero già strarotto le balle, come diavolo si fa a mirare con il joypad, come si fa?! Viva il mouse!
EliminaSì, proprio quello. Per PS3 non c'è, forse ti confondi con Dead Island, della stessa casa ma senza parkour. Quello l'ho giochicchiato ma senza finirlo, troppa ansia con la visuale in prima persona, senza vedere gli zombie che ti arrivano da dietro. Anche se girovagare per il resort è fantastico. Mentre con DL almeno scappi sui palazzi se ti accerchiano.
EliminaMax Payne ricordo solo il primo su PS2. Non oso immaginare come sarà invecchiato male. Oggi questi action non mi piacciono proprio. Per gli FPS anche io preferisco il mouse.