Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Ecco un altro articolo della serie "opinioni in pillole", dove raccolgo commenti più o meno brevi per cose che ho visto/letto/giocato. Questo perché mi capita di voler parlare di qualcosa e scriverne un commento, che però risulta troppo corto per farne un articolo a sé stante. In questo caso parliamo di tre fumetti americani NON di supereroi, o meglio, personaggi cha agiscono all'interno dell'universo fumettistico DC, e a volte hanno a che fare con dei supereroi, ma non sono considerabili dei supereroi essi stessi.
Swamp Thing di Alan Moore
La serie Swamp Thing nasce nel 1971, ma non riesce a sfondare. Negli anni '80 è ormai morta, finché non esce un film dedicato al personaggio diretto da Wes Craven, sei anni dopo l'uscita dell'ultimo numero del fumetto. Film che non rientra di sicuro tra i migliori del maestro dell'horror, ma ha contribuito a rinnovare l'interesse verso il personaggio che è stato quindi oggetto di rilancio fumettistico. Dal numero 20 a scrivere i testi giunge Alan Moore, che all'epoca non era ancora la rockstar che sarebbe presto diventata.
Alan Moore attua grossi cambiamenti, primo fra tutti "uccidere" Alec Holland, colui che si è trasformato in un mostro vegetale in seguito a un esperimento andato male, rivelando che Alec Holland è davvero morto nell'incidiente che ha creato Swamp Thing e che il mostro è in realtà un elementale della natura che ha usato i suoi ricordi per crearsi una personalità. Questo dà il via a tutta una serie di nuove interessanti situazioni ed evoluzioni del personaggio.
Alan Moore scrive una serie di storie legate da una blanda continuity, storie che oggi forse definiremmo "weird" ma all'epoca si consideravano semplicemente una delle diverse manifestazioni dell'horror. Swamp Thing viene inoltre introdotto tra i personaggi "mistici" della DC, quali il demone Etrigan, Lo Straniero Fantasma, Constantine, e altri. In queste pagine Alan Moore getta addirittura le basi su cui si baserà la successiva concezione dell'area mistica e metafisica dell'universo DC.
A parte la sua importanza storica, le storie di Swamp Thing scritte da Alan Moore sono davvero belle storie, disegnate tra gli altri da Steve Bissette, Rick Veicht e Alfredo Alcala.
Le storie di Alan Moore sono state recentemente raccolte in un "absolute" a colori, io ho una versione decisamente più vecchia, gli X-Files Specials di fine anni '90 che appunto raccolgono tutte le storie di Moore in 11 volumi in bianco e nero, che risulta a mio parere decisamente più evocativo. Solo gli ultimi due volumi sono a colori, perché in essi effettivamente il colore ha un peso all'interno della storia.
L'ultima parte della saga è la meno interessante, devo dire. Le storie più belle sono come sempre quelle dell'eroe in solitaria, e vale per quasi tutto il fumetto americano, DC in particolare: quando si inizia a cercare di inserirlo in un contesto condiviso da decine di altri superesseri si tende a esagerare e a creare storie inutilmente complesse.
Il ciclo di Swamp Thing scritto da Alan Moore rimane comunque un gioiellino che va letto.
Ho letto anche un altro volume di Swamp Thing trovato in biblioteca, della collana La biblioteca di Lucien, contenente storie di Grant Morrison e Mark Millar, anche questi nomi decisamente importanti nella scena del fumetto americano.
Purtroppo il volume è privo di qualsiasi redazionale, introduzione o altro che non sia il fumetto nudo e crudo, quindi non ho idea se queste siano le uniche storie scritte dai due autori o se facciano parte di cicli più ampi. E non ho voglia di informarmi.
Il volume presenta storie che approfondiscono il mondo di Swamp Thing, presentando un nuovo importante elemento quale il "parlamento delle pietre". Nella parte finale, poi, quasi in un tentativo di fare qualcosa di simile a quanto visto nel ciclo di Moore, il registro cambia e Swampy si trova a vivere una serie di avventure brevi in universi paralleli, un po' come le avventure su pianeti lontani di Moore.
Il tutto, diciamo, "non è brutto", ma non è lontanamente al livello del ciclo di Moore, che era anche sostenuto da ottimi disegni, cosa di cui Morrison e Millar non hanno potuto beneficiare.
Sandman Overture, di Neil Gaiman.
L'originale serie The Sandman è durata dal 1988 al 1996. Neil Gaiman ha scritto anche un paio di spin-off dedicati al personaggio di Death, e poi è uscita una serie spin-off con altri autori chiamata Le terre del sogno, che si concentra su comprimari Lucien, Caino e Abele, Merv e il corvo , tutto comunque finito prima della fine degli anni '90.
Nel 2013, Neil Gaiman torna a lavorare sul suo capolavoro.
E' facile sentire la puzza di bruciato, quando un autore torna sui suoi lavori passati dopo tanto tempo. Quante volte è successo che i seguiti, in particolare quelli usciti dopo anni, fossero all'altezza dell'opera originale?
Beh, Neil Gaiman è qui per farci cambiare idea, d'altronde non è universalmente considerato uno dei più grandi autori di fumetti del mondo per caso. (NOTA - almeno prima degli scandali, e in effetti a parte questa parentesi questo pezzo aleggia tra le bozze del blog da un sacco)
Sandman Overture è un prequel. Neil Gaiman ha deciso che sarebbe stato interessante raccontare come ha fatto Morfeo a farsi mettere nel sacco dallo stregone nelle cui mani si trovava all'inizio della sua prima storia. Però l'ha presa un bel po' alla larga.
La serie originale di Sandman era fatta in parte da storielle brevi (ma sempre splendide) in cui spesso non era nemmeno protagonista, alternate a cicli di più ampio respiro, come quello finale o quello dell'inferno. Questa miniserie è come questi ultimi, una storia lunga e complessa in cui si intrecciano i destini di diversi personaggi.
Abbiamo quindi ancora la versione di Morfeo che ci ha accompagnato in tutta la serie originale, intento a scongiurare, nientemeno, la fine dell'universo. Non che gliene importerebbe granché, è che gli brucia di esserne stato lui la causa.
La prosa di Neil Gaiman tocca le solite, altissime vette di lirismo, coadiuvate dagli STRAORDINARI J. H. Williams III ai disegni e Dave Stewart ai colori, che trasformano ogni-dannata-tavola in un'opera d'arte.
Se avete amato il Sandman di trent'anni fa, amerete anche questo. Leggete questo fumetto.
Lucifer, di Mike Carey
Parlo di questo fumetto dopo il precedente su Sandman perché io l'ho letto dopo, ma in realtà è uscito molto prima, ed è uno di quegli spin-off di cui parlavo poc'anzi.
Durante una delle storie di Sandman Lucifero smolla le chiavi dell'inferno a Sogno e se ne va ad aprire un club a Los Angeles. Questa altro non è che la premessa del fumetto, mentre nella serie TV che millanta di essere tratta dallo stesso costituisce la trama principale. Non che ne abbia mai visto più di qualche spezzone in televisione.
Il club nel fumetto si vede ben poco e solo all'inizio, viene presto dimenticato per far posto a trame molto più ampie e grandiose, con angeli, demoni, divinità, entità di ogni tipo, mostri e schifezze varie.
Lo stile di disegno e i dialoghi ricordano molto Sandman, con questi personaggi tutt'altro che umani che si comportano in modi degni delle leggende che li vedono protagonisti, ma che parlano come umani moderni.
La trama, però, va in un'altra direzione: mentre la serie principe, come la maggior parte degli spin-off, era composta da storie brevi, questa è tutta una storia unica, ben più lunga di quel Sandman Overture di cui abbiamo appena parlato.
Pure troppo lunga, in effetti.
E' una storia arzigogolata e resa ancora più complicata dalle decine di personaggi coinvolti e dai frequenti approfondimenti sugli stessi. Risulta sicuramente appassionante, la storia è in continua evoluzione, ma spesso ci si trova a desiderare che si vada un po' più in fretta, perché è vero che la voglia di sapere cosa succede dopo è tanta, ma è anche vero che per arrivarci ci sono un po' troppe parole e digressioni. Parliamo di 11 volumi da 170-180 pagine l'uno, non pochi per una storia sola. Tocchiamo paradiso, inferno, vari aldilà, veniamo a conoscenza di centinaia di misteri del creato, e per quanto il ritmo non cali mai alla fine tutti questi superesseri che considerano gli umani meno delle formiche diventano un po' pesanti da sopportare.
Serie appassionante e consigliata, ma che sarebbe stata migliore con due o tre volumi in meno. Plauso comunque all'autore per aver saputo giostrare tutti questi personaggi e avvenimenti di scala più che cosmica ottenendo un risultato coerente e interessante.
Il Moro
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