Tutti sappiamo che è stata annunciata l'uscita dell'incontro tra Tex e Zagor. Ma, ecco, non sentite le rotelle nell'ufficio marketing della Bonelli come girano?
Scriviamo un incontro tra Tex e Zagor, lo compreranno tutti. E, già che ci siamo, invece di fare una storia a sé stante, che non obblighi i lettori saltuari o quelli che leggono solo l'uno o l'altro dei due a conoscere fatti che probabilmente non conoscono, mettiamoci dei riferimenti a delle storie del passato e pubblicizziamo la cosa. E poi facciamo uscire una nuova collana di ristampe, le cui prime due uscite guarda caso sono proprio le due storie che fanno da prequel a quest'incontro. Guadagno doppio!
Come già dicemmo per l'incontro tra Zagor e Flash, la sceneggiatura di quest'albo è stata evidentemente scritta con più attenzione al risvolto commerciale che al lato artistico.
Ok, fare fumetti è un lavoro e chi lo fa deve guadagnarci. Ma, quando parliamo di un prodotto artistico, io spero sempre che ci sia dietro qualcosa di più del semplice marketing. Purtroppo vengo smentito in continuazione, in particolare nel cinema, in cui ormai si è affermato il "modello Marvel" di prodotti fatti solo seguendo l'algoritmo che prevede il massimo ritorno e la minima fatica, modello ormai esteso anche alla televisione. Nessuno ha detto che i fumetti debbano essere immuni.
La copertina del primo volume della ristampa. |
Ma forse sono io che ho una visione troppo romantica di come dovrebbero funzionare delle storie, a fumetti o no. Dovranno pur mangiare anche in Bonelli.
C'è anche da dire che è possibile che non sia strettamente necessario aver letto le storie precedenti, se ci va bene torneranno solo alcuni personaggi e non dovremo essere ferrati nelle loro vicende.
A questo punto dovremmo sperare che Boselli riesca a trovare la giusta via di mezzo tra quello che realizza in Dampyr, con continui ritorni di millemila personaggi di cui nessuno ricorda nulla da una volta all'altra e di conseguenza non si riesce mai a capire chi siano o che rapporto abbiano con i protagonisti, e la tendenza di diverse tra le ultime storie di Zagor, con le "puntate precedenti" riassunte in modi esagerati, al punto che il riassunto può arrivare a occupare un terzo della storia.
Sia come sia, per fortuna io le storie prequel dell'incontro tra Tex e Zagor le avevo già entrambe.
La storia intitolata Comancheros (Zagor 362-364, Zenith 413-415) si colloca all'interno di quella che viene definita come "la seconda odissea americana", nonché come "l'inizio del rinascimento zagoriano" quando, con Boselli ai testi, la qualità generale della serie si è risollevata dopo un periodo di stanca.
La storia, per chi non lo sapesse, è che Zagor e Cico sono costretti dagli eventi a un lungo vagabondaggio per gli Stati Uniti prima di poter tornare a Darkwood. Abbiamo quindi una serie di storie vagamente legate tra di loro, visto che erano praticamente avventure che capitavano a Zagor prima mentre inseguiva Nat Murdo (tra i miei cattivi preferiti della saga) poi durante il viaggio di ritorno a casa. Comancheros, in particolare, è ambientata in Texas.
Qui Zagor e Cico incontrano e hanno a che fare con i Comanche, i Comancheros (trafficanti bianchi di armi e whisky che commerciavano con i Comanche) e soprattutto con il neonato corpo dei rangers.
Qui facciamo la conoscenza di Lupo Grigio, capo dei Quahadi Comanche, e di alcuni membri dei rangers, in particolare di Adam Crane e del fondatore Stephen Austin, realmente esistito. C'è anche Digging Bill e di conseguenza un tesoro da cercare, ma è una sottotrama secondaria di una storia che si basa sulla ricerca da parte di Lupo Grigio dei figli rapiti. A fare da sfondo alla vicenda lo scontro tra i texani, indiani e messicani per il controllo del territorio. In particolare, Boselli dipinge tutti i texani che Zagor e Cico incontrano come dei razzisti e nazionalisti che non vedono l'ora di scacciare indiani e messicani dalla loro terra (e non hanno problemi a dirglielo in faccia) e si stupiscono continuamente che uno in gamba come Zagor non sia texano.
Qui Zagor agisce né più e né meno come Tex in più di un'occasione, tanto che a volte sembra che sia Tex al quale la lavanderia ha sbagliato a riconsegnare i vestiti. Si vede che è uno che si adatta al luogo in cui si trova...
La storia ha lo stile tipico boselliano, con i molti personaggi in gioco, ma almeno stavolta non siamo costretti a conoscere a memoria il loro albero genealogico. Anzi, Boselli è bravo a giostrarli e a farli interagire tutti insieme in una trama un po' complessa ma interessante.
Belli i disegni di Andreucci qui alla sua seconda prova su Zagor, non ancora ai livelli dei capolavori che ci avrebbe regalato in seguito ma comunque un'ottima prova.
Di un altro livello è la storia che fa da seguito a questa, Fratelli di sangue numero 411-414, Zenith 462-465, della serie regolare.
Boselli riprende i personaggi di Comancheros, e soprattutto riprende il legame che c'è tra di loro.
Attenzione, perché per parlare di questa storia bisogna fare uno spoiler sul finale della prima. Nel caso vogliate leggerla saltate il prossimo paragrafo.
Nel finale di Comancheros Zagor, Adam Crane e Lupo Grigio diventano fratelli di sangue. Un legame importante, d'amicizia e di rispetto, che non può essere dimenticato o ignorato.
Ma il Texas è in guerra. I bianchi, quei texani orgogliosi (e profondamente razzisti) che abbiamo imparato a conoscere nella prima storia, hanno scacciato i messicani, e ora vogliono fare lo stesso con gli indiani. I comanche invece hanno intenzione di combattere per difendere le loro terre. Non importa che i bianchi siano inarrestabili, combatteranno anche sapendo che perderanno perché è quello che è giusto fare.
Adam Crane e Lupo Grigio, fratelli di sangue, si trovano ora da parti opposte della barricata, senza più la possibilità di evitare lo scontro. Zagor, nel mezzo, rifiuta di prendere una parte.
Scomparso lo Zagor/Tex del primo episodio, ritroviamo qui il grande Zagor che ricordiamo da storie come Addio Fratello Rosso o Seminoles, quello che ti fa ricordare perché ami questo personaggio.
Zagor è distrutto da questo conflitto, tenta follemente di salvare tutti, finendo così per essere nemico di tutti. E lui stesso, in una sequenza breve ma memorabile, ammette che preferirebbe essere lontano da lì, piuttosto che vedere così tanta gente morire senza poter fare nulla per fermare questa guerra, in una situazione in cui qualsiasi atto eroico, dei molti che compie, è visto comunque come un tradimento dall'altra parte.
Fratelli di sangue è una storia grandiosa del miglior Boselli, anche se tende sempre a mettere troppa carne al fuoco con un numero eccessivo di personaggi e spunti narrativi.
Un gioiello zagoriano esaltato dai disegni del grande Marcello, disegnatore che adoro, secondo forse solo a Ferri nella mia classifica personale.
Sarà dura per Boselli scrivere una storia che sia migliore di questa e infilarci dentro pure Tex. E condensare il tutto in una sessantina di pagine errata corrige, le pagine probabilmente saranno 120.
Staremo a vedere.
Il Moro
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Mmmmmm già uno scontro fra le due colonne portanti della Bonelli mi ha sempre convinto poco (ho perso presto l'entusiasmo per scontri che di solito funzionano solo ad immaginarli, che poi a leggerli sul serio) ma ora che mi dici porterà la firma di Boselli è sicuro che lo ignorerò del tutto: servirebbero dieci albi solo per riassumere tutti antefatti e presentare i miliardi di personaggi che sicuramente metterà in campo :-D
RispondiEliminaQuando sarà, preferirò leggere la tua recensione che l'albo.
Questo sarà sicuramente un albo recensito da chiunque, quindi avrai un mucchio di opinioni da consultare prima di decidere se leggerlo!
EliminaIo spero che Boselli si limiti ai personaggi visti in queste due storie.... Ma è difficile tenerlo a freno!