Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
So che è uscita una serie TV tratta da questo fumetto, ma non l'ho vista, e francamente non ne ho nemmeno tutta questa voglia.
Mi va invece di parlare del fumetto, che ho letto per intero e che comincia bene, ma...
MA andiamo con ordine.
The Boys nasce nel 2006 dalla penna di Garth Ennis e dalle matite di Darick Robertson (affiancato più avanti da altri disegnatori). Per un po' la serie venne pubblicata dalla Wildstorm, etichetta della DC Comics, poi quando qualcuno si è accorto che andava a prendere un po' troppo di mira i supereroi, rappresentati in modo negativissimo, e oltretutto i principali supereroi che compaiono sono una evidente rivisitazione della Justice League, l'hanno fatta fuori. La serie però ha trovato una prosecuzione con la Dynamite, che ha continuato a pubblicarla fino all'ultimo numero, il 72esimo.
I "boys" sono un quintetto appartenente a una sezione particolare della CIA, dedito al controllo e al contenimento dei superumani.
Perché c'è bisogno di questo contenimento? Semplice, nella storia di Ennis tutti o quasi i supereroi sono in realtà dei depravati, maniaci, sociopatici bastardi, che pensano solo a godersi il frutto della loro popolarità, generalmente scopando qualsiasi cosa si muova e approfittando della loro impunità. La maggioranza delle loro imprese non è mai avvenuta ma è solo frutto di campagne di marketing: tutti i supereroi più importanti, e quasi tutti quelli meno importanti, hanno dei contratti pubblicitari con una ditta chiamata Vought American, che sfrutta la loro immagine per vendere fumetti e vario merchandising. Gli introiti di questa attività sono talmente elevati, e la Vought talmente potente, che qualsiasi porcheria facciano i super viene rapidamente insabbiata. E ne fanno in continuazione: impunità e superiorità fisica li hanno convinti che il resto dell'umanità valga più o meno quanto bestiame.
I Boys, dotati a loro volta di superforza grazie al composto V, lo stesso che ha donato i superpoteri a tutti i supereroi, esistono appunto per controllare che gli eccessi dei super non vadano oltre una certa soglia, oltre ad attuare un controllo anche sulla potentissima Vought American. Principalmente si servono dell'arma del ricatto, essendo in possesso di prove compromettenti su tutti super principali, e non disdegnano di pestare qualche supereroe quando serve, con conseguenze spesso letali per il super in questione.
Oltre alla Vought, il principale obbiettivo dei Boys sono i "Sette", i principali eroi del pianeta, che altro non sono che rivisitazioni della Justice League, appunto, comandati da un inflessibile corrispettivo di Superman chiamato "Il Patriota". Troppo potenti per essere sfidati fisicamente, hanno raggiunto con i Boys una sorta di accordo: voi non pubblicate le foto dove noi violentiamo cose e persone, e noi non vi facciamo a pezzi.
I primi numeri di The Boys sono pieni di quella ultraviolenza esagerata tipica di Ennis, insieme alla solita ironia pungente e dissacrante. Non che sia una novità, la decostruzione del supereroe è iniziata molto prima, la forza di The Boys è che è in tutto e per tutto "un fumetto di Garth Ennis". Cinico, cattivissimo, pregno di splatter divertito e divertente. La sua ironia non si rivolge solo al concetto di supereroe, ma anche all'industria stessa del fumetto, con numerose trovate metanarrative. Ad esempio, capita che gli autori dei fumetti editi dalla Vought decidano di cambiare il costume o le origini di un supereroe, ed ecco che il supereroe in questione deve adeguarsi a quanto raccontato nei fumetti.
I primi numeri, abbiamo detto, sono divertenti e godibili. Peccato che questo non duri per tutta la durata della serie.
Man mano che si va avanti, The Boys diventa sempre meno una caciaronata, e sempre più serio e cupo. Questo, però, si traduce nella perdita della sospensione dell'incredulità.
Mi spiego meglio. Finché era una cosa da ridere, andava tutto bene. Quando diventa una cosa seria, il fatto che tutti o quasi i supereroi siano dei sociopatici depravati non sta più in piedi, così come altre cose che succedono nella storia. Introdurre la serietà in un contesto nato per essere quasi una parodia è una di quelle cose che possono andare male, e in questo caso secondo me è andato male.
Abbiamo poi alcuni volumi davvero pallosissimi, e intendo in particolar modo quelli che raccontano le "origini" dei vari membri dei Boys, dove muri di testo infiniti raccontano storie poco interessanti. Le storia torna ad essere più interessante negli ultimi numeri, dove torna l'azione e la violenza, ma purtroppo non più l'ironia.
Concludendo, The Boys non è di certo la cosa migliore scritta da Garth Ennis, sebbene sia piuttosto divertente nella sua parte iniziale. Se cercate il meglio, però, rivolgetevi a Preacher.
Il Moro
Sedetevi con noi e facciamo quattro chiacchiere. No, la birra non ve la paghiamo.
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mercoledì 14 agosto 2019
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Vedi che le menti superiori pensano allo stesso modo! XD
RispondiEliminaHo letto tempo fa il primo numero e già non mi faceva proprio impazzire, sebbene la potenza di Ennis si sentisse tutta. Se poi mi dici che è diventato "serio"... peggio ancora!!!
RispondiEliminaInfatti, i primi mi sono piaciuti abbastanza ma per gli ultimi ho fatto davvero fatica.
EliminaMa la serie fumettistica è ancora in corso o ha una fine.
RispondiEliminaPerché se ha una fine "vera" potrei anche pensare di recuperarne qualche volume in fumetteria o se ho fortuna persino in un mercatino ( spesso e volentieri ho beccato speciali e Graphic Novel a prezzo ridottissimo).
La serie è conclusa, ma gli ultimi numeri sono un po' più difficili da trovare nei mercatini.
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