Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Questa è una recensione su commissione, nel senso che l'autore del libro mi ha contattato inviandomi l'opera e chiedendomi una recensione su questo blog. Ovviamente, visto che insieme alla mia copia non sono arrivati anche dei soldi, la recensione sarà assolutamente imparziale!
Di seguito la quarta di copertina:
Prendete il più celebre critico enogastronomico dell’Universo, Aner Sims. Aggiungete il famelico – in tutti i sensi – paladino della Flotta Spaziale, Augusto “Rock” Parboni. Portateli là, dove nessun giornalista si è mai spinto per una recensione, nei locali più estremi del Cosmo. La prima tappa è il “Ristorante che non c’è”, dove per accedere occorre prima dimostrare le proprie capacità nell’eloquio, pena… la disintegrazione. Poi, assieme a Scilla Aliprand, responsabile del Servizio di Protezione Aziendale di una multinazionale, si parte alla volta del pianeta Znavel, dove occorre indagare sulla misteriosa scomparsa del grande cuoco Apuleius.
I tre flâneurs delle tavole imbandite mettono a repentaglio la propria incolumità pur di soddisfare le curiosità gastronomiche e ritrovare gli antichi valori della ristorazione. Spacefood è fantascienza con contorno di citazioni musicali e un filo di humor extraterrestre.
Si tratta quindi delle avventure di un noto critico gastronomico, Amer Sims, alle prese con i ristoranti più esclusivi dell'universo. Abbiamo un'introduzione su un ristorante costruito su un asteroide un po' troppo instabile, poi l'azione si sposta nello spaventosamente esclusivo "Ristorante che non c'è", talmente esclusivo che nessuno è sicuro che esista davvero; per poi approdare sul Znavel, dove la ristorazione sembra essere sport nazionale.
All'interno di queste tre parti ben distinte c'è spazio per molti racconti brevi, spesso narrati per diversi motivi dai personaggi in scena e riguardanti argomenti diversi dal cibo.
Spacefood è un libro riuscito, ma non perfetto. E non solo perché chiunque provi a scrivere fantascienza umoristica deve confrontarsi con il mostro sacro Guida galattica per autostoppisti (ma sullo stesso argomento "culinario" non possiamo non citare anche l'italiano Memorie di un cuoco d'astronave di Massimo Mongai).
Il punto potrebbe essere che manca una trama vera e propria. Per la maggior parte non si fa che passare da una situazione paradossale a un racconto slegato dal resto, una sequenza di avvenimenti che avrebbero potuto anche essere narrata in ordine diverso.
La parte migliore è infatti la terza, dove le visite ai diversi ristoranti (e le strampalate avventure che capitano ai protagonisti) sono giustificate dalle "indagini", se così si possono chiamare, sulla scomparsa del padrone di un popolare ristorante su un pianeta dove sembra che tutti abbiano un ristorante. Una sottotrama dai contorni polizieschi che contribuisce ad aumentare il coinvolgimento del lettore.
Una cosa che mi ha colpito è il "bersaglio grosso" che l'autore non ha visto o ha scelto di non vedere. Nel mondo digitale in cui viviamo oggi, in cui chiunque sembra volere emettere giudizi, in cui si scrivono recensioni su qualunque cosa (c'è anche chi si apre un blog apposta, pensa te!), avere come protagonista un critico enogastronomico mi aveva fatto inizialmente pensare a dell'ironia su questa tendenza, invece Ames Sims si limita per la maggior parte del tempo a subire le situazioni in cui si trova coinvolto. Si può dire che se avesse fatto un altro mestiere sarebbe stato quasi lo stesso.
Inoltre, i ristoranti servono piatti abbastanza normali, per quanto agli avventori spesso succedano cose strane. Mi aspettavo bistecche di roc, BEM arrostiti nei loro gusci, policefali in umido, cose così.
Ma si tratta di un appunto assolutamente soggettivo (non è affatto detto che far trovare al lettore quello che vuole sia una buona idea), così come soggettivo è "quanto" un libro può far ridere. Io ho sorriso spesso, ma riso solo un paio di volte.
Alla luce di tutte queste considerazioni, possiamo dire che Spacefood è un buon libro, ma dalle premesse mi aspettavo qualcosa di più, o forse solo di diverso.
Il Moro.
Sedetevi con noi e facciamo quattro chiacchiere. No, la birra non ve la paghiamo.
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venerdì 1 giugno 2018
Spacefood - la nuova gastronomia siderale, di Andrea Coco
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Non saprei, non è assolutamente il mio genere (FANTASCIENZA VADE RETRO) però l'idea è carina. Poteva legare effettivamente le storie con qualche trovata.
RispondiEliminaMoz-
Devo fare qualcosa per curare questo tuo disturbo riguardo alla fantascienza. La cura Ludovico mi pare un buon metodo. ;-)
EliminaDunque, a me la Guida Galattica non mi ha mai troppo appassionato però adesso mi sono incuriosita con il libro di Mongai che hai citato. Sul libro oggetto del pezzo devo decidere se mi potrebbe piacere o meno.
RispondiEliminaLì puoi decidere solo tu, al massimo cerca qualche altra recensione per farti un'idea più precisa...
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