martedì 17 ottobre 2017

Dave Made A Maze

Dave Made a Maze recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Dave Made a Maze è un gioiellino. Una di quelle cose che ti fanno dire: "Toh. Il cinema è ancora capace di stupirmi con gli effetti speciali".

Ma andiamo con ordine.

Annie e Dave sono due trentenni che convivono, dei quali lei è quella ad avere un lavoro stabile mentre lui è una specie di artista fallito, che non riesce mai a concludere quello che inizia. Annie deve andare via per un weekend, lasciando Dave a casa da solo.
L'annoiato ma energico Dave cerca di impiegare il suo tempo in vari modi approfittando dell'assenza della sua ragazza, finché inizia a tagliare e piegare carta.
Tutto questo raccontato nella breve ma già splendida intro musicale a cartoni animati, dove per "cartoni" si intende proprio carta animata tramite stop motion, un po' come le prime stagioni di South Park (o almeno questa è l'impressione che mi ha fatto, non ho trovato conferme).
Poi Annie torna a casa, trovando un mucchio di scatoloni sul pavimento. Dave le parla da dentro il mucchio, ammettendo di aver costruito un labirinto di cartone al centro del salotto perché non sapeva cosa fare... Ma ora si è perso al suo interno.
Annie, con l'aiuto di una comitiva di amici, entrerà quindi nel labirinto per tirarne fuori quell'imbecille del suo ragazzo... ma il labirinto è molto più grande all'interno che all'esterno.
Per non parlare delle trappole.
E del minotauro.

Dave Made a Maze recensione

Non so a che genere appartenga Dave Made a Maze. Commedia surreale, sicuramente, perché si ride parecchio. Ma anche fantasy, e horror. Niente sangue (giusto una goccia), eppure il labirinto è davvero disseminato di trappole mortali, che non mancano di mietere vittime.
C'è una presa in giro dei mockumentary, con la troupe che segue i protagonisti per interrompere quello che stanno facendo per rifare la scena con maggiore enfasi o mettere su interviste con l'intervistato che guarda chissà cosa a lato della telecamera come vediamo costantemente in quei finti reality di cui abbondano i canali del digitale terrestre.
C'è la spietata metafora di un trentenne che si trova già senza sbocchi nella vita, con la volontà quasi rabbiosa di fare qualcosa senza però mai riuscirci, così che il labirinto è la stessa mente di Dave, che si barcamena tra mille strade e mille difficoltà senza mai riuscire a intravedere un po' di luce.
E poi c'è il labirinto. Il semplicemente meraviglioso labirinto.

Dave Made a Maze recensione

In questo film non è stata quasi per nulla utilizzata la CGI. Tutto quello che si vede è stato davvero realizzato in carta, cartone, colla e nastro adesivo (va beh, ci saranno dietro anche dei supporti di materiali più solidi, presumo).
Ed è visivamente splendido. Un lavoro artigianale all'apparenza, quasi un'opera d'arte a sè stante nella sua complessità e nelle molte idee visionarie di cui è costellato, su tutte la stanza che gioca a ingannare i nostri occhi con la prospettiva. Dispiace quasi che le stanze siano state via via distrutte per fare posto alle altre.

Davvero bello. Guardatelo.
Poi tornate qui a spiegarmi

Il Moro

11 commenti:

  1. Pensavo fosse una cosa troppo seriosa, invece mi ha divertito.
    Bella sorpresa!

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  2. Già ce l'ho in programma, da quando ne ho sentito parlare.
    Potrebbe essere il film della mia vita :D

    Moz-

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  3. Ok, mi hai incuriosito! Lo guardo :D

    CervelloBacato

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  4. Ne ho già sentito parlare bene ed ora sicuramente lo guarderò ;)

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  5. Molto interessante, ne avevo già sentito parlare, ma la tua recensione mi ha invogliato ancora di più a vedere questo strano film.

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