martedì 6 gennaio 2015

Spider-Man: Affari di famiglia, recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Io non sono mai stato un grande amante dell'arrampicamuri, in realtà. Ho letto alcune storie, quelle più famose quali L'ultima caccia di Kraven, la saga del clone, recentemente ho letto Superior Spiderman (finale del menga, tra l'altro... comunque ne parlai qui). Ho letto Il regno, la cui recensione prima o poi uscirà, e altre storie qua e là. Ho anche seguito per un po' la versione ultimate, insieme alle altre. Per il resto conosco Spiderman più per la sua presenza in crossover quali Civil War che altro.

Questo volume mi ha comunque attirato per la presenza di due italiani ai disegni: la superstar Gabriele Dell'Otto ("superstar" non è farina del mio sacco, di solito viene definito così sui risvolti delle copertine), autore di copertine a dir poco splendide soprattuto per la Marvel e dei disegni dei volumi Guerra Segreta e X-Force: Sex and violence e Werther Dell'Edera, conosciuto qui soprattutto per il suo lavoro su Orfani ma già noto in America per altri lavori in Marvel e DC.



Qui le matite sono affidate a Dell'Edera, e chine e colorazione a Dell'Otto.
Il solo dell'Otto solitamente dà vita a tavole che sembrano veri e propri quadri. L'aver in questo caso lavorato sulle matite di Dell'Edera però conferisce alle tavole un aspetto più "da fumetto", con un dinamismo e una scelta delle inquadrature più felice del solido, per un risultato davvero entusiasmante.



Per quanto riguarda la storia in sé, scritta da Mark Waid e James Robinson, è considerata (se non ho capito male) una storia non del tutto in continuity né del tutto fuori... praticamente si può leggere anche senza essere aggiornati sulle ultime vicende del ragno, e alla fine non dovrebbe lasciare (troppi) strascichi che si possano ripercuotere sulla serie regolare.



Sono coinvolti i genitori di Peter, che scopro qui essere super-agenti CIA che hanno salvato il mondo due o tre volte, e un nuovo personaggio: spunta fuori per Peter una sorella. Agente CIA anche lei, oltretutto.
Storia in stile spionistico, quindi, con un Kingpin che trama nell'ombra. Non male, diciamo, ma quello che dà davvero valore al volume sono i disegni.



Riassumendo, diciamo che la storia si fa leggere con piacere senza emozionare più di tanto, ma l'occhio spesso si ferma per godere della bellezza dei disegni.

Il Moro

2 commenti:

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