Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Come ho già fatto altre volte, raccolgo in questo articolo le opinioni che ho scritto sul forum Zagortenay riguardo alle ultime storie uscite, modificandole un po' per renderle fruibili anche per chi non è un abituale frequentatore del forum in questione e quindi magari non ha già letto i volumi di cui si parla o non conosce a menadito la storia di Zagor.
La figlia di Dharma, Zagor N. 714-716, di Jacopo Rauch e Esposito Bros
Dharma la strega è personaggio secondario di una storia di una vita fa (1976, per l'esattezza). La stessa Dharma è tornata come antagonista principale in una storia del 2002, insieme alla figlia Nayana, e la stessa figlia ritorna ulteriormente in solitario in una storia del 2018. Almeno credo, queste informazioni le ho prese da una ricerca sul sito della Bonelli, ma la verità è che l'unica di queste storie che ricordo davvero è la prima. E' perché era anche la più bella, o perché l'ho letta quando ero giovane e non avevo letto altri millemila fumetti prima? Probabilmente entrambe le cose. E mi sa che anche in Bonelli pensino che io non sia l'unico, visto che il titolo della storia è La figlia di Dharma, mica Nayana, nonostante di Dharma quasi non si parli.
Non ricordo quindi una mazza delle precedenti apparizioni di Nayana, ma la vicenda è stata riassunta per sommi capi nell'editoriale all'inizio del primo volume e tramite alcuni flashback. E per fortuna la storia non è stata scritta da Burattini, altrimenti il riassunto sarebbe durato tutto il primo volume, mentre Rauch si limita a darci le informazioni strettamente necessarie per capire la nuova storia.
La storia si lascia leggere grazie a un ritmo sostenuto e non risulta mai noiosa, ma appena si chiude il giornalino (c'è ancora qualcuno che li chiama così?) e ci si ripensa un secondo saltano fuori tutti i problemi.
È l'ennesimo ritorno, e funziona come gran parte di questi ritorni, con il cattivo che crea un piano complicato per vendicarsi di Zagor. Comincio a sospettare che gli autori abbiano poca voglia di scrivere storie con un'introduzione, preferendo partire subito in quarta e creando mille variazioni del canovaccio "cattivo attacca Zagor con metodi arzigogolati per via di storie vecchie e Zagor va a cercarlo per fermare i suoi loschi piani, che comunque non vanno quasi mai oltre all'attaccare Zagor con metodi arzigogolati".
Si può apprezzare l'utilizzo di uno Zagor menomato dal veleno e dalle visioni, e il paese dove tutti sono succubi del cattivo e Zagor riceve l'aiuto di nuovi personaggi per i quali è chiaro fin dall'inizio che non arriveranno vivi alla parola fine. Comunque è tutto già visto, e l'autore lo sa perfettamente, tanto che spesso Cico si premura di ricordarci dove l'abbiamo visto, commentando alcune situazioni con "ah, è come quella volta che abbiamo affrontato...". Probabilmente la protezione animali denuncerà Zagor per il suo ruolo nell'estinzione dei serpenti giganti mistici, visto quanti ne ha già fatti fuori. La cattiva, poi, è talmente simile ad altri affrontati da Zagor, ma anche da Tex e da chiunque abbia tra i suoi nemici uno stregone malvagio, che perfino l'intelligenza artificiale avrebbe potuto scrivere i suoi dialoghi. È il problema di far uscire troppe storie all'anno, o assoldi un esercito di sceneggiatori o quelli che ci sono fanno quello che possono per correre dietro alle uscite.
Ottimi come sempre i disegni degli Esposito Bros, almeno per i primi due albi. Nel terzo purtroppo uno dei due "Bros" si è trovato a dover lavorare da solo, per via della scomparsa del fratello, e anche a dover fare tutto di corsa per rientrare nelle tempistiche editoriali. Il risultato è sottotono rispetto a ciò a cui ci hanno abituato in due, io che so la storia ci posso stare ma immagino che un lettore che non segue i forum e i profili dei disegnatori possa rimanere deluso.
Sono sicuro che al prossimo ritorno mi sarò ampiamente dimenticato anche di questa storia.
Wyandot!, Zagor più n.16, di Jacopo Rauch e Stefano Di Vitto
Militari guerrafondai appena trasferiti a Darkwood e che quindi non conoscono Zagor, una donna bianca rapita dagli indiani e contesa tra due di loro, Zagor al lavoro per salvare la ragazza e con essa scongiurare il rischio di una guerra che porterebbe allo sterminio degli innocenti Wyandot: se vi sembra una storia già sentita, beh, non posso darvi torto.
Ho letto due storie di Zagor una dietro l'altra, la prima è quella qui sopra e questa è la seconda, entrambe scritte da Rauch (per il quale comunque ho speso svariate lodi in precedenza), ed entrambe che sembrano il remake di storie vecchie. Non storie vecchie specifiche, ma un mettere insieme frammenti di cose già viste all'interno della saga zagoriana.
E' questo che vuole il lettore di Zagor? Essere rassicurato da storie sempre uguali? Quindi è diventato come un lettore di Tex? Boh, a me piace di più quando mi raccontano storie nuove.
Il che non vuol dire cercare l'originalità a tutti i costi, sono il primo ad apprezzare storie dalle basi perfino un po' sceme come Zagor contro Predator o contro Terminator, però quelle sono storie che si ispirano a qualcosa di esterno e la declinano in salsa zagoriana. La qualità del risultato può variare, per carità, ma non è il caso di questa storia, che, semplicemente, dopo tre pagine sappiamo già come va a finire.
La storia scorre liscia grazie all'innegabile bravura di narratore di Jacopo Rauch, così che il risultato finale è una storia gradevole, ma che nessuno si ricorderà tra una settimana proprio perché andrà a confondersi con le altre uguali a cui si ispira.
Manitoba Pearl, Zagor speciale n. 40, di Luca Barbieri e Giuseppe Candita
Si iniza benissimo: l'editoriale ci probina la bella sorpresa delle 32 pagine in meno ma con il prezzo invariato, e ha pure il coraggio di dire che è perché i lettori si spaventano di avere troppe pagine da leggere! Cioè, i lettori hanno paura di leggere! Prossimamente i pescatori allergici al pesce e i piloti d'aereo con le vertigini! Ipocrisia portami via, sento ancora l'eco delle unghie che stridono mentre Burattini cerca di arrampicarsi su una montagna di specchi.
Ora, secondo gli editori la carta ormai è diventata così preziosa che probabilmente la carta usata per stampare una banconota da 10 euro costa 15 euro, su questo posso fidarmi solo della loro parola. Ma se è vero perché allora cercare di rifilarci la balla colossale secondo cui hanno ridotto le pagine per fare un piacere ai lettori che non hanno voglia di leggere? Roba da chiudere il fumetto, lanciarlo fuori dalla finestra e non comprare mai più un albo Bonelli. Poi già che girano voci su vendite sempre più scarse, prendere per il culo i lettori non può essere una strategia che paga.
Va beh, almeno la storia sembra essere stata pensata bene per il numero di pagine, se ne avesse avute 30 in più sarebbero state probabilmente riempite di fuffa.
(- AGGIORNAMENTO - mi dicono che la storia fosse stata pensata per 160 pagine e l'autore si sia poi visto costretto dalle decisioni dell'editore a tagliarne 32)
La storia di per sè non è affatto male, con personaggi non particolarmente memorabili ma tutti interessanti. Madre e figlia terribili sono divertenti, l'intreccio è abbastanza lineare e i colpi di scena non lo sono poi per davvero, ma grazie anche a un ritmo sostenuto mantiene l'interesse fino alla fine.
Peccato per delle gag cichiane che è meglio lasciar perdere e per dei disegni mah, soprattutto per quanto riguarda i volti, non solo quello di Zagor.
Allerta spoiler: la sagoma di una delle due che esce dal mare, nel finale, da una parte è carina perché riprende la scena iniziale di Pearl che esce dal fiume, dall'altra è piuttosto inutile: per simpatiche che siano queste due, non so quanto potrebbero funzionare in una storia che non veda loro due contrapposte. Diciamo che non rimarrò con il fiato sospeso in attesa del ritorno...
Ma parliamo del fucile di precisione, senza badare troppo al fatto che nemmeno si appoggia da qualche parte per mirare. Non so se gli autori abbiano lasciato qualche indicazione per capire che fucile sia, comunque ho provato a fare qualche ricerca. Si tratta probabilmente di un fucile Sharps a retrocarica, dotato di un mirino diottrico. Non credo sia possibile identificare il modello preciso dai disegni, in cui oltretutto appare troppo corto.
Inoltre, il mirino nel fumetto mi sembra piazzato troppo avanti e troppo in alto. Lo scopo di questo tipo di mirino è facilitare la precisione allineando il foro presente sul mirino con il mirino posto sulla punta della canna, rendendo la mira più semplice rispetto alla stessa operazione fatta senza. il foro si può alzare e abbassare a seconda della distanza del bersaglio per tenere conto della ricaduta del proiettile. Non è che ingrandisca come un cannocchiale, ovviamente.
Gli Sharps erano utilizzati dai cacciatori di bisonti, che comunque sparavano da seduti e utilizzando dei rami o altro come sostegni.
Nella storia della frontiera si narra dell'impresa di William “Billy” Dixon, che durante una battaglia con gli indiani colpì uno degli assalitori usando appunto uno Sharps a oltre un chilometro, distanza che oltretutto gli avrebbe richiesto di calcolare una forte parabola discendente e la forza del vento, che da tanto lontano avrebbe potuto far finire la pallottola anche una decina di metri spostata rispetto al punto mirato. Il colpo fece finire lo scontro prima di iniziare, perché gli indiani erano stati convinti dal loro sciamano di essere invulnerabili, e la fine del loro compagno fece loro capire di essere stati presi in giro. La storia è narrata nel dettaglio in questo articolo di Gian Mario Mollar, da cui proviene anche l'immagine qui sopra.
Dal disegno le due navi nel fumetto sembrano essere distanti "solo" un centinaio di metri, ma Laura dichiara che sono circa 800 yarde, corrispondenti a più di 700 metri! Sfido chiunque non sia Tex Willer a colpire qualcosa anche solo a cento metri. Nel tiro a segno olimpico i bersagli sono a 50 metri! I moderni fucili di precisione usati dai cecchini consentono di raggiungere distanze molto superiori, ma, appunto, sono moderni, realizzati con tecnologie all'avanguardia. Ma 700 metri, da in piedi, su una nave che rolla, tre centri su tre tiri, altro che Billy Dixon!
Il Moro
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- Le mie "opinioni in pillole" sulle storie di Zagor
Le mie fanfiction (gratuite) su Zagor:
- Tex - Zagor: La valle nascosta
- Zagor: attacco a Darkwood. Recensione di un videogioco che non esiste
- Supermike: Una notte a New York
- Supermike contro Il Tessitore (storia a bivi)
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Tutti i miei articoli su Zagor
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