martedì 15 dicembre 2015

The Revenant, di Michael Punke - recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro post dedicato a Hugh Glass e alla sua storia, dopo quello sulla sua vicenda storica e quello sul film che nè è stato tratto nel 1971, Uomo bianco và col tuo dio.

Revenant (in originale The Revenant), di Michael Punke, è uscito in america nel 2002 e racconta la storia di Glass dall'inizio della spedizione dei 100 Di Ashley fino al ritrovamento dell'odiato Fitzgerald. La storia è più o meno quella che avete letto nel post precedente, con qualcosa in meno e qualcosa in più (viene approfondito il passato di Hugh Glass, che ho scoperto qui aveva anche servito come pirata, arruolato contro la sua volontà, sotto Jean Lafitte! Più leggi più cose saltano fuori di questo tizio pazzesco!), e anche qualcosa di cambiato o inventato (nel libro i vermi gli hanno infestato la schiena senza che lo volesse, mentre da quello che ho letto in giro sembra che si fosse fatto infestare apposta perché gli mangiassero la carne man mano che andava in cancrena).



La vicenda è interessante, certo. Purtroppo non è raccontata in modo particolarmente avvincente, complice forse anche il fatto che la conoscevo già. Diciamo che gli approfondimenti sul passato degli altri personaggi sono in generale più noiosi e meno interessanti del resto.

The revenant book cover.jpg

Fa comunque un ottimo lavoro nel ricostruire non solo la vicenda e il personaggio di Glass, roso dalla sua sete di vendetta, ma anche la realtà della vita di frontiera, dura, a volte odiosa, a volte noiosa, difficile quanto può esserlo vivere costantemente all'aperto, spaventosa quanto può esserlo sapere che dietro ogni pianta ci può essere un indiano ostile ansioso di farti la pelle.
Nel complesso, un buon romanzo.


Mi era venuta una mezza idea di scrivere un racconto weird west su Glass. Una cosa su lui che, mentre è da solo e mezzo morto in mezzo a un nulla infestato di indiani ostili e bestie feroci, incontra il diavolo.
Ho lasciato perdere dopo una decina di pagine. Avevo la sensazione di prendere il libro di Punke e infilare robe mie tra un capitolo e l'altro. E, in generale, la vicenda stava diventando troppo lunga per un racconto, e noiosetta per un romanzo.
Ma forse sto avendo qualche altra idea. Potrei riuscire a inserirci la barca nel bosco, e levare 'sto diavolo che è un po' troppo ovvio. E' possibile che presto o tardi leggiate anche qualcosa scritto da me, su questo personaggio eccezionale.

Nel prossimo articolo del ciclo, parleremo del film The Revenant con Leonardo di Caprio, tratto da questo libro.

2 commenti:

  1. Deliziosa l'idea del racconto, spero troverai l'ispirazione che cerchi: sono pronto alla lettura :-P

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