martedì 1 settembre 2015

IAN - Intelligenza Artificiale Neuromeccanica

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

IAN - Intelligenza Artificiale Neuromeccanica è un fumetto francese per i testi di Fabien Vehlmann e i disegni di Ralph Meyer, pubblicato in Italia  da GP Publishing nel 2012.
L'edizione italiana è in formato bonellide, sono due albi nei quali sono raccolti i quattro volumi che costituivano la miniserie originale.
Come d'uopo nel fumetto d'oltralpe, gli albi originali erano lussuosi volumi cartonati, enormi e allo stesso tempo con poche pagine, a colori e con prezzi esorbitanti.
Ridurre un fumetto del genere in versione bonellide è, come dice la parola: una riduzione: non solo sono spariti i colori, ma la dimensione minore delle pagine fa sì che le tavole siano fitte fitte e le scritte piccole. Bisogna aguzzare un po' la vista, e sicuramente il piacere della lettura un po' si perde. Ne guadagna comunque il portafogli: non voglio nemmeno immaginare il prezzo dell'edizione originale. Capace che ti partivano 50 euro.



E' una storia di fantascienza ambientata in un futuro cyberpunk, nel quale i robot sono una realtà affermata, anche se malvista dalla gente che si vede portare via il lavoro da questa manodopera a basso costo. Qui due scienziati creano la prima intelligenza artificiale "forte", dotata cioè di autocoscienza, dotandola di corpo robotico e aspetto umano: IAN, appunto.
Impiegato inizialmente in un corpo di polizia militare, Ian rimarrà più avanti coinvolto in avvenimenti più grandi di lui, ma che lo riguardano direttamente...
Non vado oltre a raccontare perché la serie è abbastanza breve e anticiperei troppo.

bande dessinnè
La versione italiana in bianco e nero...

 I disegni dal secondo volume (dell'edizione francese) in avanti sono veramente splendidi. Notevole anche la cura dei dettagli, tipica sia del fumetto che del cinema francese di fantascienza, quali vestiti e acconciature, veicoli, e cose così, grazie ai quali sembra davvero di trovarsi in un futuro dove anche la moda si è evoluta. Questa cosa Nathan Never non l'ha mai recepita.
Nel primo volume i disegni sono un po' inferiori, più abbozzati, e in effetti anche la storia sembra prendere una piega diversa: alla fine del volume sembra che dovremo leggere una serie di avventure vissute da questo androide, che si trova ad avere a che fare con un mondo che lo sopporta a malapena o lo odia apertamente, intento a imparare di più su ciò che lo circonda e su sè stesso: in effetti, è come un bambino.

recensione
... e la versione a colori


Dal secondo volume, però, cambia tutto: gli altri tre volumi della serie sono strettamente legati da continuity, e le tematiche riguardanti quest'essere unico e solo, malinconico e riflessivo, vengono lasciate un po' da parte per far spazio a un'avvincente storia d'azione fantascientifica.

Come nei vari film tratti di racconti di Philip K. Dick, anche qui si usano pretesti filosofici e riflessivi per raccontare una storia d'azione. Non che sia un male, ma personalmente forse avrei preferito che si fosse mantenuto il tono del primo volume, che aveva anche un che di "poetico". Così invece si ha un po' la sensazione che finisca tutto troppo in fretta, che i personaggi e il mondo dove agiscono non siano stati esplorati a sufficienza. Per non parlare del finale che ti lascia di m$%&a, sia in senso positivo che negativo.

rece

Una miniserie non perfetta, quindi, ma comunque una lettura piacevole che, grazie alla sua brevità, non inciderà eccessivamente sul vostro portafogli (soprattutto nel mercato dell'usato, che è dove mi servo io abitualmente). Consigliata.

Il Moro


8 commenti:

  1. I disegni sono una figata mi hanno ricordato un pò 2000 A.D. forse per via della storia Cyberpunk, grazie per la dritta ;-) Cheers!

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  2. Il bande dessinee ridotto a bonellide è un crimine osceno, ma è anche l'unico modo per leggere in italiano tanta buona roba a prezzi contenuti. Dopo la GP la Cosmo ha raccolto la stessa eredità con molto più successo, ma la lettura è davvero difficoltosa, soprattutto per chi come me sta vivendo un'età di abbassamento di vista!
    Ian l'ho sempre visto di sfuggita senza mai trovare il coraggio di leggerlo: ora mi hai stuzzicato!

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    1. Ma smettila che sei un ragazzino

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    2. ahahaha grazie per il "ragazzino" ^_^ Sapevo che dopo i 40 c'è un fisiologico abbassamento della vista, ma il giorno stesso che ho compiuto 40 anni sono dovuto passare agli occhialetti da lettura, oltre a quelli che già porto per la vista...

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  3. Dai pensavo peggio. Alla fine non mi posso lamentare di come è stato riadattato.

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  4. Sinceramente non amo molto la riduzione in formato bonellide degli albi francofoni però comprendo che sia uno dei pochi modi per poter proporre a prezzi contenuti del materiale di qualità.
    Bisogna anche aggiungere che, quando vuole, Fabien Vehlmann sa scrivere molto bene.

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