Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi se non brevissime, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Stavolta (di nuovo) una manciata di fumetti di supereroi.
Rorshach, di Tom King, Jorge Fornes, Dave Stewart (2020)
Ho schivato senza nemmeno prenderlo in considerazione l'evento Doomsday Clock, che vedeva i personaggi di Watchmen in crossover con la DC. Un po' di più mi incuriosisce Before Watchmen, una serie di prequel dedicati ai vari personaggi, ma sono troppi numeri perché mi venga davvero voglia di leggerli.
Cosa c'è quindi in questo Rorshach, miniserie in 12 numeri, che mi ha spinto a leggerlo? Facile, il nome dell'autore: Tom King.
Negli ultimi anni Tom King è diventato uno di quegli autori di cui è imperativo leggere tutto. Alcune cose sono meravigliose, altre meno, ma sempre meritano di essere lette.
E come se la sarà cavata uno degli autori di punta della DC alle prese con il mito costruito da Alan Moore?
Davvero niente male è la risposta breve, ma possiamo spendere qualche parola in più.
La storia si ambienta dopo gli eventi che chiudono Watchmen, 15 anni nel futuro del 1985 alternativo immaginato da Alan Moore, in cui il Vietnam fa parte degli Stati Uniti e la "grande paura" non è l'Unione Sovietica, ma una possibile invasione degli alieni tentacoluti che hanno causato la morte di un milione di persone a New York. A differenza che nella serie televisiva, anch'essa ambientata molti anni dopo, qui dopo la crisi di New York i vigilanti mascherati sono quasi del tutto spariti.
Un uomo vestito come Rorshach e una donna, anch'essa in costume, attentano alla vita di un candidato alla presidenza degli Stati Uniti, ma vengono fermati e uccisi. Il protagonista del fumetto è quindi l'investigatore che indaga sulle loro motivazioni e sulla dinamica dei fatti.
Rorshach mantiene alla perfezione lo stile dell'opera che lo ha preceduto, che riprende anche nei disegni, utilizzando spesso la gabbia a nove vignette per pagina che ha caratterizzato Watchmen. Ma a tornare sono anche le tematiche politiche e la critica sociale a un'America troppo attaccata ai suoi leader e a ideali non sempre condivisibili.
Si notano tocchi di classe come l'utilizzo di diversi colori per indicare i diversi piani temporali, mentre il detective scava nel passato. Prosegue la sua indagine in modo distaccato, preciso, efficente e allo stesso tempo malinconico. Gli indizi su cosa sia veramente successo e cosa ci sia "dietro" vengono rivelati un po' alla volta, fino a formare un quadro preciso.
Rorshach non è un capolavoro, ma un gran bel fumetto, che mostra ancora una volta la bravura di un autore che è capace non solo di raccontare le "sue" storie, ma anche di adattarsi a stili e tematiche altrui. E' bellissimo tornare nelle atmosfere di uno dei massimi capolavori del fumetto mondiale, sentendo che questo non è stato né tradito né svilito, ma anzi ripreso con tale maestria.
Certo, rispetto all'originale è una storia "piccola", ma è anche questa la sua forza. Non voler raccontare un seguito diretto, ma un'altra storia ambientata in quel mondo.
Straconsigliato.
Batman Reptilian, di Garth Ennis e Liam Sharp (2021)
Storia scritta da Garth Ennis per l'etichetta "Black Label" della DC, in pratica la collana che ha sostituito la Vertigo, che lascia libertà agli autori di scrivere storie senza tenere troppo conto della continuity dei personaggi e con un linguaggio e tematiche più maturi.
In questo caso i testi sono affidati a Garth Ennis, autore che non ha bisogno di presentazioni e che in generale non le manda a dire, e che spesso ha dichiarato di non amare i supereroi, che ha dissacrato con The Boys. Scarso amore che comunque non gli ha impedito di scrivere decine di storie del Punitore e di altri supereroi, come questa, appunto.
I disegni dovevano essere affidati a Steve Dillon, ma la morte del disegnatore ha fatto ricadere la scelta su Liam Sharp, che opta per uno stile pittorico e surreale che ricorda spesso Dave McKean.
Un assassino misterioso e brutale, probabilmente mostruoso, sta assalendo molti dei classici nemici di Batman, lasciandoli in fin di vita (anche in una storia fuori continuity si cerca di non far morire i personaggi principali, presumo per non discostarsi troppo dalla normalità).
Caratteristica principale di questo fumetto è un Batman molto più cupo, cinico e violento del normale, che conta in particolar modo sulla paura che infonde e che per mantenere la sua fama non esita a usare ogni mezzo, pur senza mai arrivare a uccidere. Anzi, il fatto stesso che non uccide diventa qui una minaccia.
Stranamente, è allo stesso tempo un Batman molto più chiacchierone e ironico del solito.
La storia è abbastanza interessante, questa versione chiacchierona è abbastanza divertente, ma è un po' straniante per i lettori affezionati del cavaliere oscuro.
Per quanto riguarda la parte grafica, ho sentimenti contrastanti verso lo stile pittorico: come spesso accade con le storie dipinte, ci sono splendidi primi piani e immagini di grande impatto (in questo caso in particolare tutte quelle che si concentrano sulle dentature dei vari cattivi), ma bisogna accettare che gli sfondi siano per la maggior parte macchie di colore confuse.
Una storia che val la pena leggere, ma non destinata a lasciare il segno.
Teenage Mutant Ninja Turtles: The Last Ronin - Lost Years (2023), di Kevin Eastman e Tom Waltz, disegnata da Ben Bishop e S.L. Gallant
La storia è un po' un seguito e un po' un prequel della miniserie di successo TMNT . The Last Ronin, di cui parlai qui.
Un seguito perché ci sono alcuni spezzoni che ci raccontano episodi dell'infanzia delle "nuove" tartarughe, eredi di quelle classiche, che abbiamo visto alla fine della serie precedente.
Un prequel perché, come fa intuire il titolo, ci racconta anche, ed è la storia principale, del periodo che passa tra la morte di tre delle tartarughe ninja e il ritorno a New York dell'ultima superstite (non dirò qual è, in caso non abbiate letto il fumetto precedente).
La tartaruga sopravvissuta infatti inizialmente si limita a scappare, disperata, e nel suo vagabondare si inimica una potente gang internazionale comandata da un tale misterioso che si fa chiamare "Death Worm", che inizia a dargli la caccia. Questa è quindi la storia della caduta e della redenzione di questa tartaruga, che dopo un periodo di depressione iniziale decide di riprendere in mano la sua vita e tornare ad allenarsi e a combattere, affrontando quindi il "Death Worm" prima di tornare a New York a compiere la sua vendetta.
Vale quanto scritto per la miniserie precedente. Anche questa ha un tono cupo e che nessuno spazio lascia all'ironia, risultando straniante per chi è abituato ai cartoni animati. Non si risparmiano scene di violenza, teste tagliate, stragi in cui vengono coinvolti anche bambini, e tutto quello che serve per far salire la furia e il desiderio di vendetta dell'eroe.
E vale lo stesso anche per il giudizio finale: pur non raccontando niente di nuovo, lo racconta bene.
Superman and the men of steel (2011), scritta da Grant Morrison e disegnata da Rags Morales, Gene Ha e Andy Kubert
Altra storia che ritorna alle origini dell'azzurrone, quante ne sono state scritte? Un'infinità, ve lo dico io, tempo fa feci un articolo sulle migliori storie di Superman secondo me e tipo metà delle storie di quell'elenco era una rivisitazione delle origini. Questa va un po' più avanti rispetto ai tempi della fattoria dei Kent, presentandoci un'avventura di un giovane Superman già a Metropolis e già giornalista, che in quanto giovane è molto più scavezzacollo e meno riflessivo, e non sa ancora volare. Ricordiamo infatti che all'inizio della sua carriera editoriale Superman non aveva tutti i poteri che ha ora, gli venivano aggiunti man mano che servivano agli autori, e nelle prime storie si limitava a fare lunghissimi salti. Non so comunque quanto vada considerata "in continuity", visto che narra il primo incontro con Luthor e Brainac. Non che qualcuno stia davvero dietro alla continuity DC, comunque, visto che cambia a seconda di come gira il vento.
E' una storia tutta azione, in cui c'è giusto un accenno al fatto che Superman sta pensando di smettere vedendo che la gente lo tratta come un alieno pericoloso e ha paura di lui, influenzata dalla propaganda di Luthor e dell'esercito. Durerà tre vignette, comunque, per il resto sono botte da orbi disegnate splendidamente. I bei disegni e il ritmo elevatissimo lo rendono una piacevole lettura, ma nulla di più.
Completano il volume altre storie brevi riguardanti il come questa versione di Superman sia arrivata sulla Terra e altri episodi simili. Storielle quasi tutte abbastanza inutili, e a me tende a salire il nervoso ogni volta che compaiono i tre supereroi del futuro che viaggiano nel tempo tutto come gli pare, non ricordo il nome.
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