Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Un altro articolo in cui metto insieme opinioni più o meno brevi, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui per un motivo o per l'altro non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Stavolta parliamo di due metroidvania, da me giocati nella versione per PC!
Se non sapete cos'è un metroidvania, tempo fa lo spiegai qui, ma riassumo: platform d’azione quasi sempre bidimensionali, basati sull’esplorazione di una vasta mappa di gioco nella quale alcune aree non saranno disponibili fino a che non riusciremo a raccogliere i dovuti potenziamenti.
Guacamelee
Un bel metroidvania, con un'estetica e musiche molto messicane, così come l'ambientazione. Il protagonista è infatti un luchador, e deve affrontare un cattivo tornato dal regno dei morti che ha rapito la ragazza di cui è innamorato. Il ritrovamento di una magica maschera da luchador gli darà il potere di vedere e interagire con il regno dei morti. E picchiarlo, anche.
Molto colorato e divertente, come da tradizione per le opere che fanno riferimento alla famosa ricorrenza del "giorno dei morti" messicano. Il nostro luchador impara nuove mosse man mano che avanza con le quali può sia malmenare i numerosi avversari, sia superare alcuni ostacoli. Come da tradizione metroidvania, una mappa ci dirà quali sono i punti che abbiamo lasciato indietro a cui tornare una volta sbloccata l'abilità necessaria.
La parte "picchiaduro" risulta divertente, e alcuni nemici costringono a dei notevoli contorcimenti con le dita per riuscire a sconfiggerli con le mosse specifiche richieste. La parte platform, poi, da quel punto di vista a momenti esagera addirittura: ci sono state delle volte in cui ho smesso di giocare per il male alle mani. Non scherzo. Capitano anche lunghe sequenze di movimenti complicati da fare con tempismo perfetto. soprattutto nelle fasi avanzate del gioco, fortunatamente molte sono opzionali.
Il boss finale, poi, è un delirio, tanto che a un certo punto ho dichiarato forfait e ho guardato il finale su Youtube. Io gioco per divertirmi, quando le bestemmie superano il livello di guardia è ora di lasciar perdere.
Difficile, quindi, ma divertente, tanto che sono arrivato quasi al 100% di completamento, una rarità per me negli ultimi anni, affrontando anche numerose volte la stessa sfida fino a superarla, che per me è ancora più raro. Questo è un chiaro indice di quanto il gameplay sia accattivante. Da provare.
Owlboy
Si tratta di un particolare platform con elementi da metroidvania, il che è un po' strano se si pensa che il protagonista può volare fin dal primo momento. E che abilità deve ancora sbloccare se già vola?
Ambientato in un mondo di scogli fluttuanti nel cielo, nel quale mai arriveremo al livello del suolo (se pure c'è) ma ci muoveremo sempre tra terre fluttuanti e vascelli volanti. Racconta la storia di un villaggio in cui convivono uomini e gufi, o meglio uomini-gufo. Il villaggio viene attaccato da dei terribili pirati volanti intenzionati a prendere possesso di una reliquia lì conservata, e il nostro protagonista, un gufo muto, cerca di impedirlo.
L'ambientazione è sicuramente interessante, con un design un po' steampunk/favolistico declinato verso il tema grafico dei gufi. Anche la storia e come si sviluppa nell'avanzamento del gioco non è male, ma non aspettiamoci niente di particolarmente elaborato.
Il protagonista muto stavolta non è solo uno stereotipo videoludico, ampiamente sfruttato anche da colossi come Zelda e Dragon Quest: il giovane Otus è davvero muto, e questo gli porta dei problemi nel relazionarsi con i suoi compaesani. Inoltre, non è una sorta di supereroe: sbaglia, tenta di salvare il villaggio e non ci riesce, fallisce nelle sue imprese, e per questo viene emarginato e umiliato. Spesso per colpe non sue, visto che data la sua menomazione gli è difficile difendersi, compito di cui spesso si prende carico il suo amico umano Geddy.
Dal punto di vista del gameplay, dicevamo, sembra difficile parlare di un platform/metroidvania con un protagonista che può volare sempre. In effetti però questi sono i generi che più assomigliano a quello che è Owlboy, e che aiutano a far capire a che tipo di gioco ci si sta approcciando. Dal platform derivano la necessità di avanzare in ambienti ristretti superando ostacoli, spesso senza nemici da combattere, che richiedono abilità manuale nello scegliere il tempismo giusto. Poter volare non vuol dire essere automaticamente in grado di superare qualsiasi ostacolo. Dai metroidvania deriva poi la necessità di sbloccare alcune abilità per proseguire superando alcuni punti, che altrimenti sarebbero raggiungibili fin dal primo momento. Ma le abilità in questione sono poche, e non sono proprie di Otus ma dei suoi compagni: volando infatti il giovane gufo può trasportare una persona, la quale ha le mani libere per sparare. I tre compagni che incontra durante il gioco hanno quindi diverse tipologie di sparo, che oltre a combattere i nemici servono a liberarsi di diversi tipi di ostacoli.
Una storia abbastanza interessante, un gameplay abbastanza interessante, ma nessuno dei due eccelle. L'eccellenza di questo gioco è da un'altra parte: la grafica.
Si tratta probabilmente della pixel art più raffinata che ho mai visto. Un livello di dettaglio, una qualità delle animazioni, che non credo di aver mai visto prima. Una gioia per gli occhi, un capolavoro per gli amanti della pixel art. Al quale si aggiungono oltretutto una settantina di tracce musicali davvero evocative e che spingono ad alzare il volume per ascoltarle al meglio.
Difetti: innanzitutto, pur essendo il gioco in generale abbastanza facile, ci sono dei punti in cui la difficoltà subisce un'impennata, e mi sembra più per scelte di design dei livelli non azzeccate che per una precisa volontà degli sviluppatori. Capitano ad esempio dei corridoi stracolmi di ostacoli o nemici che devono essere attraversati in fretta e furia, rendendo il riuscire a superarli più frutto del caso che dell'abilità, e costringendo a rifarli più volte fino a che non si arriva dall'altra parte per puro culo. Un'altra sezione è quella in cui non si riesce a volare ma solo a planare, in cui spesso la planata, che dovrebbe attivarsi alla seconda pressione del tasto del salto, si attiva da sola subito dopo aver saltato, portando a rovinose cadute.
Ma quello che più mi ha dato fastidio è la mancanza di una mappa, necessaria in qualsiasi gioco che si atteggi anche solo in parte a metroidvania. Ogni volta che si torna nell'hub, il villaggio iniziale, ho smadonnato per capire dove diavolo dovessi andare a quel punto, avendo dal gioco solo poche e vaghe indicazioni. Magari giocandolo tutto di fila questa sensazione viene mitigata, ma potendo io accendere il computer per giocare solo ogni tanto poteva capitare che tra una sessione di gioco e l'altra passasse una settimana, e col cavolo che mi ricordavo chi e dove fosse quel personaggio con cui avrei dovuto parlare per andare avanti. O una mappa, o anche solo una freccia che indicasse la direzione in cui proseguire quando ci si trova nel villaggio, sarebbero state oltremodo gradite.
Nonostante i difetti resta un gioco più che buono, che diventa imprescindibile per gli amanti della pixel art che potranno solo gioire di tanta bellezza.
Il Moro
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