martedì 30 gennaio 2024

Opinioni brevi per libri troppo lunghi: Terra, Fuoco Freddo, Il soldato della nebbia, La sostanza del male

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ecco un altro articolo della serie "opinioni in pillole", dove raccolgo commenti più o meno brevi per cose che ho visto/letto/giocato. Questo perché mi capita di voler parlare di qualcosa e scriverne un commento, che però risulta troppo corto per farne un articolo a sé stante. In questo caso parliamo di quattro romanzi che hanno una caratteristica in comune, sono troppo dannatamente lunghi rispetto alla storia che devono raccontare.


Terra, di David Brin recensione
Terra, di David Brin recensione
Terra, di David Brin recensione

Terra, di David Brin

E' un po' complicato parlare di questo Terra di David Brin, perché complicato è il libro stesso.
Partiamo con il plot principale: in un esperimento per la ricerca di nuove forme di energia viene creato un mini-buco nero, ma un incendio fa sì che questo sfugga alla sua gabbia di contenimento e si inabissi verso il centro della Terra. Bisogna quindi iniziare a scavare per andare a cercarlo e verificare che non possa ingoiarsi il pianeta.

Questo però è solo lo spunto principale, e si corre quasi il rischio di perderlo di vista nel diluvio di informazioni che ci butta addosso questo imponente volume. Vengono fatte decine di digressioni che ci raccontano i vari aspetti di questo mondo del 2036, quasi racconti a sé stanti. Spesso quando inizia l'ennesima digressione il lettore la accoglie con un po' di fastidio, perché tutti questi raccontini ci mettono del tempo a ingranare, ma quasi sempre portano poi ad appassionarsi verso la fine.

E' abbastanza chiaro che Brin non aveva tanto in mente di raccontare la storia quanto di raccontare il futuro, e l'ha fatto in modo incredibile. Il libro è uscito nell'ormai lontano 1990, e nel 1990 Brin ha già anticipato l'utilità di internet, che qui è chiamato "rete mondiale" ma è esattamente quello e funziona in modo non troppo diverso da quello che effettivamente è. Inoltre gli occhiali "smart" e altra tecnologia smartwear, gli ebook-reader, i social network e l'ossessione per riprendere tutto e metterlo in rete, lo spam e e i testi con collegamenti ipertestuali, i "leoni da tastiera", gli algoritmi dei social e dei motori di ricerca che ci mostrano solo quello che pensano possa interessarci. Non ci sono i cellulari, ma ci sono le "piastre", che hanno una funzione molto simile: ci si può accedere a internet, o meglio alla rete, ma non ci si può telefonare .A un certo punto si parla di una che di lavoro "condensa film del passato, riducendo 90 minuti di noia a 40 minuti di azione, adattando pellicole come Terminator Deliverance ai gusti frenetici del 2035", anticipando anche la tendenza moderna ad avere una soglia d'attenzione limitata alla durata di un video su Tik Tok. Ha solo sbagliato sulla durata dei film, che oggi sembra che ti debbano arrestare se fai un film che dura meno di due ore.
 Un livello di predizione che ha dell'inquietante, a momenti, perché se io oggi scrivessi un libro su dove ci porterà la tecnologia attuale tra cinque o sei anni probabilmente non lo scriverei in modo molto diverso, ma Brin l'ha fatto trent'anni fa!

Oltre a queste digressioni, nel romanzo si sviluppano tre linee narrative destinate a rimanere separate a lungo. I personaggi protagonisti di queste linee narrative sono tutti scienziati, come Brin stesso del resto (astronomo, consulente della NASA e professore di fisica), e come scienziati parlano e si comportano. Questo significa che nelle linee narrative principali spesso sembra di leggere un saggio di astrofisica o bioetica o altra scienza che serve alla narrazione del momento, spesso anche abbastanza complicati da seguire, ma mai troppo.

Terra, di David Brin recensione
Terra, di David Brin recensione

Racconti che predicono il futuro, saggi scientifici "for dummies" ma questo libro ha anche una trama?

Ce l'ha ed è molto interessante, senza voler spoilerare troppo, ma davvero, è troppo lungo. I racconti/digressioni sono troppi e troppo lunghi, e la trama non è davvero così complessa da giustificare tutto questo mattone.
Questo per dire che, sì, mi è piaciuto, ma la trama non vale lo stesso la pena di leggerlo in rapporto alla lunghezza e quindi al tempo che porta via. Rimane comunque intrigante per le incredibili previsioni.

Il libro è stato nominato per i premi Hugo e Locus nel 1991.


Fuoco freddo di Dean Koontz recensione

Fuoco freddo di Dean Koontz

Parole su parole su milioni di parole, ecco quello che viene in mente per prima cosa leggendo questo libro del 1992. 
La storia appare abbastanza interessante: c'è un uomo che viene periodicamente spinto da un misterioso impulso esterno, una potenza superiore, a partire per andare a salvare qualcuno da una morte prematura. Di colpo lui "sa" che deve trovarsi in un certo posto in un certo momento, anche diversi giorni dopo, per poter effettuare un salvataggio che è sempre in extremis. E c'è una giornalista che, dopo averlo incontrato per caso, decide di indagare su di lui.
Interessante è anche lo sviluppo, con i vari accenni al "nemico" che si avvicina. Peccato che sia tutto annegato sotto un mare di parole.

Fuoco freddo di Dean Koontz recensione
Fuoco freddo di Dean Koontz recensione
Fuoco freddo di Dean Koontz recensione
Fuoco freddo di Dean Koontz recensione
Fuoco freddo di Dean Koontz recensione
Fuoco freddo di Dean Koontz recensione

Non che non le sappia usare, le parole, Dean Koontz. Spesso viene paragonato a Stephen King, e infatti come a Stephen King nessun editor osa dirgli che dovrebbe stringere un po'
La sensazione risulta un po' mitigata nella seconda parte, quando iniziano a scoprirsi i misteri, e ci sono delle belle scene d'azione, seppure sempre troppo lunghe. In generale, la trama è interessante. Ma per la trama vale la pena di leggere tutto questo sproloquio? 
Solo per amanti di Koontz, che probabilmente lo adoreranno.



Il soldato della nebbia, di Gene Wolfe recensione

Il soldato della nebbia, di Gene Wolfe

Ho adorato il Ciclo del nuovo sole di Gene Wolfe, ma non avevo mai letto altri libri dello stesso autore... anche perché si trova ben poco in italiano! Giusto per dire, quel ciclo ha avuto dei seguiti, una quadrilogia e una trilogia di romanzi, che qui non sono mai arrivati.
Ho cercato di rimediare a questa mia mancanza con due della manciata di romanzi di Wolfe che sono stati tradotti in italiano, i primi due della trilogia del Soldato Latro, usciti nel 1986 e nel 1989, sperando che non sia necessario anche il terzo per concludere la storia. 

Il soldato della nebbia presenta in effetti dei parallelismi con il protagonista del Ciclo del nuovo sole: caratteristica di Severian il Torturatore è una memoria perfetta, il soldato Latro per via di una ferita alla testa perde la memoria a breve termine dimenticando ogni cosa successiva al suo ferimento ogni volta che si addormenta. Entrambi i romanzi sono in effetti trascrizioni del diario dei rispettivi protagonisti, ma per Latro tenere un diario il più esaustivo possibile è una necessità, perché solo rileggendolo può riconoscere i suoi compagni di viaggio e capire la sua situazione. 

Il soldato della nebbia, di Gene Wolfe recensione
Il soldato della nebbia, di Gene Wolfe recensione
Il soldato della nebbia, di Gene Wolfe recensione
Il soldato della nebbia, di Gene Wolfe recensione

Latro è un soldato dell'antica Grecia, coinvolto nelle guerre tra le città-stato. Come nel Nuovo sole, anche qui la storia non è esattamente semplice da seguire, viene in aiuto il breve glossario all'inizio del libro che è bene consultare ogni tanto. Non siamo però a quei livelli di complessità, ma per una ragione semplice: succede molto meno.
In effetti le vicissitudini di Latro, che per la maggior parte del tempo viaggia e ascolta le chiacchiere dei suoi compagni, sono abbastanza statiche e poco interessanti. Guizzi d'interesse li abbiamo quando compaiono gli dei, che solo Latro riesce a vedere (saranno quindi davvero dei o li vede solo lui perché la perdita di memoria non è l'unico effetto della botta in testa?).

Purtroppo, a lungo andare le chiacchiere diventano troppe, e si ha la sensazione che la storia ristagni e non succeda mai niente, e quando succede ci si continua a rimuginare sopra per pagine e pagine. Alla fine non ce l'ho più fatta e ho mollato il libro, a circa due terzi. Se qualcuno ha letto questo e il seguito mi faccia sapere se è necessario per la storia leggere anche il terzo del ciclo mai tradotto in italiano, se la risposta sarà affermativa avrò la conferma di aver fatto bene a lasciar perdere.


La sostanza del male, di Luca D'andrea recensione

La sostanza del male, di Luca D'andrea 

Il documentarista Jeremiah Salinger, americano, si trasferisce nel paese d'origine della moglie, un paese di montagna del Südtirol. Qui, durante una spedizione insieme al soccorso alpino dolomitico per le riprese per un nuovo documentario, rimane coinvolto in un terribile incidente del quale è l'unico sopravvissuto.
Il trauma gli lascia degli strascichi emotivi, che vanno a sfociare in una vera e propria ossessione: scoprire la verità sulla strage del Bletterbach, un tremendo fatto di sangue avvenuto in montagna trent'anni prima e sul quale aleggia ancora il mistero.

La sostanza del male è sostanzialmente un giallo con qualche elemento da thriller, nel quale seguiamo le indagini di Salinger, spesso ostacolate dai locali. Ma la storia è tutt'altro che concentrata sull'obbiettivo, così seguiamo Salinger anche nella sua vita familiare, nei suoi sforzi di integrarsi nella comunità, nella meraviglia che prova per il suo nuovo habitat dopo la caotica New York. 

La storia di per sé è intrigante, ma le eccessive divagazioni vengono un po' a noia. Viene voglia di sapere come va a finire, ma allo stesso tempo a volte si fa fatica ad andare avanti. Il libro avrebbe beneficiato di qualche sforbiciata qua e là atta a mantenere la storia sui binari. Splendide comunque le descrizioni dell'ambiente montano.
Ho ascoltato il libro in forma di audilibro, il lettore Roberto Draghetti ha una voce eccezionale ma a volte nei dialoghi non riesce a far capire bene quale personaggio sta parlando.

Consigliato se vi piace il genere giallo-thriller montano, sapendo però che andate incontro a una quantità di parole eccessiva rispetto alla storia che raccontano.

Qui il libro sulla piattaforma Audible.


8 commenti:

  1. Il soldato della Nebbia l'ho letto, molto tempo fa. L'idea di un uomo senza memoria che deve leggere, scrivere e rileggere un diario per poter capire chi è e cosa deve fare stimola la curiosità, sicuramente. Anche nel film Memento è un elemento che permette di creare una storia interessante. Qui purtroppo l'idea è sviluppata in una maniera piuttosto pesante che rende il libro difficile da seguire e in effetti dopo questo "Soldato della Nebbia" non ho proceduto in questa storia. Wolfe, si sa, è (era) un autore volutamente difficile.

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    1. MA mentre ho adorato il suo libro del sole nero, che era pure più complicato da seguire, non sono davvero riuscito a venire a patti con questo, che è semplicemente noioso.

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  2. Ammazza, un visionario 'sto Brin! Meglio di lui solo Verne.

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    1. Non ho ancora letto altri libri di Brin, quindi non so se questa tendenza sia una sua caratteristica o solo un caso di questo libro... ma visto quanto l'ho trovato pesante, non so se li leggerò.

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  3. La sostanza del male l'ho letto qualche anno fa e mi è piaciuto. Della selezione mi interessano Brinn e Koontz, che però mi sa sono un po' complicati da trovare.

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  4. Ai tempi in cui mi drogavo di "Urania" la pubblicità di "Terra" l'avrò vista mille volte ma il libro in sé non l'ho mai trovato né in realtà l'ho mai cercato. Dubito che oggi, con il mio "blocco del lettore" che mi fa mollare i libri se osano usare una parola più del necessario, potrei mai affrontare un'opera simile, ma sicuramente mi vado a spulciare le anticipazioni editoriali, visto che da anni sto raccogliendo materiale per uno speciale sulla "Lettura futura" (cioè come la fantascienza immaginato si sarebbero letti libri nel futuro!)

    «come a Stephen King nessun editor osa dirgli che dovrebbe stringere un po'» Cinque alto per aver racchiuso in una frase i due autori ^_^ Koontz è incredibile, va bene che ha scritto miliardi di libri e non può avere stili sempre uguali, ma mi sono capitati suoi libri così profondamente diversi che temo ci siano diversi ghostwriter al suo servizio :-D

    Noto che tutte e quattro le tue segnalazioni peccano di verbosità, il che temo me le renda impossibili da leggere, ma almeno con queste tue recensioni rimango informato, anche solo su cosa "non" leggere! :-P

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    1. Infatti ho raccolto in questo articolo proprio libri "troppo lunghi".
      Per ìl tuo speciale "lettura futura" Terra potrebbe essere interessante, ma gli ebook reader di cui si parla non sono ben descritti, mentre più spazio si dedica alla televisione e a come vengono "rimaneggiati" i film per renderli più corti e più adatti alla scarsa soglia di attenzione degli spettatori futuri.

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