Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
D'improvviso, nel cielo della Terra compare una flotta di astronavi. Dopo qualche giorno, da quelle astronavi cominciano a venire gli ordini.
Ma questi non sono come gli invasori alieni di cui già all'epoca della prima stesura del romanzo la narrativa era piena: quello che vogliono i Superni è la pace nel mondo, e instaurare una nuova età dell'oro sotto la loro supervisione, come adulti che intervengono per mettere ordine nei giochi anarchici e rumorosi dei bambini.
Il romanzo è diviso in tre parti. La prima narra della strana amicizia tra il rappresentante dei Superni Karellen e il diplomatico che è l'unico uomo al mondo autorizzato a parlare con lui, sebbene, come chiunque altro, non l'abbia mai visto in volto: il mistero sul vero aspetto dei Superni è il tema principale di questa prima parte. Aspetto che purtroppo viene allegramente spoilerato in metà delle copertine italiane del libro. In caso ve lo stiate chiedendo, questo con le copertine delle edizioni internazionali non succede...
Nella seconda parte abbiamo un salto di una cinquantina d'anni, i Superni hanno esteso la loro ala protettiva sul mondo, creando una nuova età dell'oro, di pace e armonia, ma in cui ogni nuova scoperta, ogni guizzo di inventiva, viene soffocato, non tanto dalla volontà dei Superni, quando dal sapere che ogni nuova conquista non può che impallidire di fronte alla tecnologia infinitamente superiore in possesso dei visitatori dallo spazio.
Abbiamo poi una terza parte dove tutti misteri disseminati nel resto del libro vengono al pettine, e si scopre il destino ultimo dell'umanità. Magari non spoileriamo ulteriormente, va'.
Le guide del tramonto è un libro del 1953, ma la versione che ho letto io è una riedizione successiva, in cui Arthur Clarke ha spostato il setting del primo capitolo dalla luna, all'epoca della prima stesura non ancora conquistata dall'uomo, a Marte. Solo il primo capitolo è cambiato, il resto è rimasto uguale, e per questo sono stato particolarmente colpito da un passaggio, scritto appunto nel 1953. Nella seconda parte del romanzo abbiamo questo particolare monologo di un personaggio secondario:
Il mondo ora è in pace, senza caratteristiche proprie, culturalmente morto. Niente di nuovo è stato creato dall'arrivo dei Superni. La ragione è evidente. Non è rimasto niente per cui valga la pena di lottare, e ci sono troppi svaghi, distrazioni e divertimenti. Vi rendete conto che ogni giorno qualcosa come cinquecento ore di programmi radio e tv si riversano su di noi dai vari canali? Se smetteste di dormire e non faceste altro, sareste in grado di seguire meno di un ventesimo dell'intrattenimento a vostra disposizione con un tocco di telecomando! Ci credo che tutti si trasformano pian piano in spugne ambulanti, che assorbono senza mai creare. Sapevate che in media ogni persona guarda tre ore di televisione al giorno? Presto la gente non avrà più una vita propria, tenersi in pari con le mille serie tv per famiglie sarà un lavoro a tempo pieno!
In pratica, 66 anni fa Clarke ha previsto Netflix nei minimi dettagli, ed è stato addirittura ottimista: tre ore di televisione al giorno? Magari! E non abbiamo nemmeno avuto bisogno dei Superni.
Questo livello di predizione non si è mantenuto per tutto il libro, ad esempio si immagina una società utopica dove però il ruolo della donna è rimasto lo stesso del 1953, cioè quello di casalinga, moglie e madre.
Il libro è anche in parte ucronico, visto che alcuni cenni nella parte iniziale svelano che il mondo in cui è ambientato è leggermente diverso dal nostro, ad esempio l'apartheid in Sudafrica viene attuato dai neri ai danni dei coloni bianchi.
E ci sono anche delle frecciate (o sarebbe meglio parlare di cannonate) verso la religione in generale, visto che tutte le religioni vengono spazzate via in tempo zero dalla nuova età della ragione, lasciando così lo spazio per la rinascita culturale dell'umanità raccontata nella seconda parte del libro.
Le guide del tramonto contiene spunti interessanti, di cui il principale è forse la curiosità dell'uomo, sia per quanto riguarda l'intera umanità, almeno nella prima parte, sia per quanto riguarda alcuni singoli individui, disposti a rischiare grosso.
Forse avrei preferito che l'autore indagasse di più sulle conseguenze della venuta dei superni sulla Terra piuttosto che concentrarsi su una manciata di umani particolari, e non mi è piaciuto il finale, buono per la storia che è stata raccontata ma un po' troppo cupo e triste per i miei gusti.
Resta comunque un ottimo romanzo, forse il mio preferito tra quelli che ho letto di Arthur Clarke.
Dal romanzo è stata tratta nel 2015 una miniserie televisiva di tre episodi, intitolata con lo stesso titolo originale del romanzo, Childhood's End, che a quanto leggo ha diverse differenze con il romanzo, ma non l'ho ancora vista.
Il Moro
Sedetevi con noi e facciamo quattro chiacchiere. No, la birra non ve la paghiamo.
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martedì 1 dicembre 2020
Le guide del tramonto, di Arthur C. Clarke
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In effetti il romanzo trasuda tristezza a ogni pagina...
RispondiEliminaLa miniserie è in generale in linea con lo scritto, anche se le differenze ci sono (e non da poco) ma tutto sommato regge il confronto.
ciao!
Ti dirò, non ho tutta questa voglia di vedere la serie, mi sono intristito già abbastanza!
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaCredo di intuire l'aspetto dei superni.
RispondiEliminaDici? chissà perché... 😁
EliminaMio padre, grande appassionato di fantascienza da sempre, comprò in libreria l'edizione "Massimi" (Mondadori) la cui copertina mostri a metà post, quella grigia con un'ala al centro. Dei tre romanzi raccolti questo delle "Guide" è sempre stato il suo preferito e per anni me l'ha incensato, ma da bravo giovane in piena fase di ribellione all'autorità paterna ci ho messo anni a seguire quel consiglio. Alla fine l'ho letto e ho il chiaro ricordo mi sia piaciuto... ma non ricordo assolutamente nulla della vicenda! Di solito i romanzi che mi sono piaciuti qualche ombra di ricordo me la lasciano, ma è anche vero che ormai il tempo passa e mi perdo memorie per strada. Di solito Clarke mi è sempre piaciuto, sia a romanzi che racconti, perciò mi perplime questa dimenticanza: non sarà che la tristezza della vicenda me l'ha fatta cancellare? :-P
RispondiEliminaA me capita di dimenticare completamente una trama, rimanendo con la sola sensazione che mi sia piaciuto (oppure che l'ho odiato, dipende). Sarà l'età... 😅
EliminaEhi Moro! Anche a me capita la stessa cosa. Non ricordo nulla della trama, ma ho una buona o una cattiva sensazione. Sto cercando qualcosa da leggere - ma penso riprenderò Dance Dance Dance di Murakami - però, se riuscissi a trovarlo su amazon o si eBay, prenderei questo, perché mi ha incuriosito
EliminaSaludos
Eh, si vede che capita anche ai migliori... :-D
EliminaIndubbiamente una delle opere di Clarke più grandiose. Lo devo rileggere per fare anche io una recensione più matura e dettagliata.
RispondiEliminaLa aspetto allora!
EliminaSembra davvero meritevole, grazie dell'ottima recensione!
RispondiEliminaDovere!
EliminaAnch'io ho la seconda serie, acquistata quando avevo una quindicina d'anni e forse lo giudicati il miglior libro di Clarke a quei tempi, riletto mezzo secolo dopo l'entusiasmo si era assopito, rimane un bel romanzo in prima fila nella mia vasta collezione.
RispondiEliminaDi clarke non ho letto tutto proprio perché quel che ho letto non mi ha convinto, ma questi non sono male. LEtti oggi, chiaramente.
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