martedì 25 aprile 2017

Torino Comics 2017

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Io non ci volevo andare, a Torino Comics.
Non ci vado da dieci anni e passa. Una volta non era male, poi ha iniziato a esserci di tutto tranne i fumetti (oltre ad avere un prezzo d'ingresso allucinante), e quindi ho smesso.
Ma ora sono stato biecamente tirato dentro all'organizzazione di una fiera del fumetto, quindi ho "dovuto" andare a fare un giro a quella più grande dalle mie parti, per prendere ispirazione e magari qualche contatto utile.

Non è che sia migliorato negli ultimi anni, Torino Comics.
Il punto forse è il nome. Torino Comics. Hanno aggiunto il sottotitolo "fumetti cosplay games", va bene. Magari per mantenere il nome "storico". Però per uno che si fida del nome e ci va per i fumetti, francamente...


Vediamo di spiegare com'era organizzato.
Innanzitutto, c'erano due padiglioni:

padiglione 1 (magari un nome ce l'aveva, ma io non lo so)
occupato per buona parte dalla Umbrella Italian Division, associazione di cosplay della saga di Resident Evil, che hanno montato un'installazione spettacolare con un elicottero a grandezza naturale, barricate in stile militare, truccatori per trucco zombie e cose così. Belli da vedere, per carità, ma col fumetto che c'entrano?
Una metà dell'area se la dividevano altre aree più piccole legate a videogiochi che non conosco, che avevano anche cose piuttosto belle da vedere, l'area dedicata ai ghostbusters con la riproduzione della Ecto-1 in esposizione, e l'area medievale, realizzata in collaborazione con il borgo medievale di Torino, con installazioni e persone in costume (non si chiamano più cosplayer a questo punto, immagino), rievocazioni storiche, dimostrazioni di lotta con la spada, eccetera. Tutto ben fatto, per carità. Ma niente che c'entri col fumetto.
Il restante spazio del padiglione era occupato dall'area dedicata ai cosplayer generici, con tanto di palco per le sfilate e i concorsi.



Padiglione 2
Diciamo un quarto occupato da bancarelle che vendevano esclusivamente action figures, statue, magliette, cappellini e oggettistica varia in tema nerd, ma niente fumetti.
Un quarto tra l'area dei giochi di ruolo e da tavolo e vari paninari.
Un altro quarto, forse un po' meno, dedicato ai videogiochi, sia nuovi che retrogame, con postazioni di gioco e tornei.
E finalmente, l'ultimo quarto o forse poco più, quindi un ottavo dell'area totale della fiera, diviso tra rivenditori di fumetti, case editrici e singoli disegnatori che realizzavano disegni a pagamento.

Metro più metro meno, non è che mi sia messo a misurare col laser... :-)



Non ho seguito nemmeno in minima parte il programma di conferenze, che comunque è consultabile sul sito. Su tredici eventi in programma quattro o cinque col fumetto c'entravano poco o niente, ma mi sembra una media abbastanza dignitosa.



Ora, io non voglio dire che in una fiera del fumetto ci devono essere "solo" fumetti. Sai che palle.
I cosplayer sono uno spettacolo da vedere, li adoro, e se per buona parte i soggetti dei travestimenti non derivano da fumetti, pazienza.
Videogiochi e giochi da tavolo sono i benvenuti, ottimi per socializzare e aggiungere varietà alla fiera.
Anche il merchandisig è bene accetto. Io stesso ho girato un bel po' tra le bancarelle per trovare qualcosa per mio figlio (non ho trovato niente, è troppo piccolo e non c'era niente che potesse andare bene per lui. No, per me non compro mai merchandise. Sono una persona noiosa).
Tutto quello che c'era andava bene, a parte forse l'area medievale che non c'entrava davvero niente.



Però io a una fiera del fumetto ci vado per i fumetti. E non è che debbano fare tutti come me, se uno è appassionato di videogiochi è giusto che abbia uno spazio per lui. Ma IO a una fiera del fumetto ci vado per i fumetti, e a questa fiera l'area dedicata ad essi è così striminzita che non ne vale nemmeno la pena.
Tredici euro per entrare, poi, più il parcheggio ed eventualmente il mangiare. Lucca in settimana ne costa 16 ed è un altro pianeta.

Ormai è finita, ma se avete intenzione di andarci l'anno prossimo sappiate che: va bene per gli appassionati di videogiochi, va bene per i cosplayer e per quelli che li seguono, ma per gli appassionati di fumetti, eh, mica tanto.

Il Moro

3 commenti:

  1. Eh, sono un po' tutte così, mi dicono.

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  2. Stessa identica reazione mia quando nel 2013 sono tornato al Romics, dopo tanti anni di assenza, e ho scoperto che coi comics non c'entrava nulla ma proprio nulla! Nessuno li cercava, nessuno li vendeva, nessuno ne parlava.
    Se alla celebre fiera RomaSposa dedicassero metà della superficie a WalkingDead e zombie vari, sono sicuro che qualcuno avrebbe da ridire: siccome dei fumetti non frega più niente a nessuno, si è liberi di riempire tutto lo spazio con le nerdate più assurde, stando molto bene attenti che niente faccia riferimento ai fumetti!
    Una cosa è qualche stand dedicato ad altro, una cosa è il 99% dedicato a tutto ciò che NON è fumetto!
    Lo stand della Panini era il più triste: non c'era una mazza di niente, pensa quanto gliene fregava del Romics...
    Io ho fede che esistano in Italia ancora dei lettori di fumetti - anche se stanno ben rintanati - ma di sicuro non sono per loro queste fiere: chiamatele Fiere del Nerd o Cosplayer e via.
    Ho visto in rete i video delle fiere del videogioco fatte all'estero: non c'è un solo centimetro quadrato dedicato a qualcosa che non sia un videogioco! Noi italiani siamo diversi...

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    1. Io sono d'accordo con l'inserire anche altre cose, come giochi di ruolo o da tavolo o videogiochi, ma per una fiera del fumetto bisognerebbe ricordarsi della centralità del fumetto. Appoggio piuttosto la proposta di chiamarle "Fiere del nerd"! ;-)

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