Non mi sono mai piaciuti i crossover della DC, soprattutto se confrontati con quelli della Marvel (della quale ho letto Civil War e World War Hulk, sia le serie portanti che tutti i numeri relativi sulle varie testate).
Il mondo Marvel ha una sua coerenza interna. I dislivelli di potere tra i personaggi non sono così evidenti, le loro origini non sono troppo incompatibili le une con le altre, e si trovano ad interagire abbastanza spesso da dare effettivamente l'impressione che operino più o meno tutti nello stesso territorio. La DC, invece...
Probabilmente sapete che la DC è in realtà molto più grande e ricca della Marvel (almeno, prima che questa fosse fagocitata dalla Disney). E la sua potenza, soprattutto negli anni '50-'60, le permetteva di comprare tutte le case editrici minori i cui personaggi mostravano di poter raggiungere un certo successo. Personaggi che poi venivano inglobati nell'universo narrativo della DC... e, se non c'entravano niente, venivano fatti entrare lo stesso a forza di calcioni. Per questo abbiamo molti personaggi totalmente incompatibili che si trovano a collaborare tra loro, e l'effetto di vedere questi tizi insieme è quasi sempre stridente ai limiti dell'insopportabile.
Le varie Crisi infinita, Crisi Finale, Crisi d'identità, eccetera servono proprio a mettere ordine in questo caos editoriale, e infatti grazie alle crisi il mondo DC viene periodicamente azzerato.
Personalmente ho giurato che non leggerò mai più qualcosa con la parola crisi nel titolo.
Per lo stesso motivo ho sempre evitato accuratamente tutte le storie della Justice League.
Questa mi ha attirato lo stesso come una fiamma per una falena, perché è stata disegnata da Alex Ross.
Le solite foto di gruppo che tanto lo divertono. |
Alex Ross è un mostro del disegno.
Non è un artista, almeno, non nel senso che io sono solito dare a questa parola (senso che cambia abbastanza rapidamente... sono volubile, lo so). Lui fa disegni talmente perfetti da sembrare fotografie. Ma proprio per questo il suo disegno manca di quel guizzo di creatività in più che lo renderebbe una "vera" opera d'arte. Tra i disegnatori di fumetti, per me un vero, eccezionale artista è Dave McKean, per dirne uno.
Ciò non toglie che i disegni iperrealistici di Alex Ross siano comunque bellissimi. Da soli in grado di distrarre talmente l'attenzione dalla storia che anche se la trama fosse una boiata pazzesca il volume piacerebbe lo stesso.
Tra l'altro, qui figura anche come autore insieme a Jim Krueger, mentre per i disegni lo aiuta Doug Braithwaite.
E questi chi saranno? ;-) |
In questa miniserie da 12 numeri, la trama è che molti villain dell'universo DC fanno lo stesso sogno, nel quale il mondo viene distrutto e i supereroi non riescono a salvare nessuno. Si forma quindi una lega di supercriminali (o forse era un gruppo già esistente, non so) con lo scopo di salvare la Terra. Mettono le loro risorse e le loro conoscenze al servizio dei poveri del mondo, e li accolgono in utopiche città fluttuanti. Gli eroi ovviamente non si fidano, e presto scopriranno che c'è qualcosa sotto... Va beh, non spoileriamo.
Superman contro il colesterolo cattivo! |
Essendo una storia della Justice League e non una fottutissima Crisi questa volta non ci sono eccessivi stravolgimenti spazio-temporali, nonostante la storia non sia esattamente in continuity, infatti i vari personaggi vi appaiono nelle versioni più "iconiche" (Lanterna Verde è Hal Jordan, Flash è Barry Allen, eccetera), anche se questo contrasta con la continuity ufficiale del periodo di uscita (2005).
Come nelle altre opere di Alex Ross, anche qui il supereroe viene visto e analizzato nella sua "miticità": gli eroi della DC sono divinità che camminano sulla Terra, e spesso i cattivi, Lex Luthor su tutti, sottolineano il loro essere "alieni" e distaccati dalle miserie umane. Qui questi temi vengono ulteriormente approfonditi.
Certo, va comunque a finire a botte, ma l'idea dei villain che usano le loro ricchezze e i poteri per portare benessere ai paesi del terzo mondo e per guarire i malati, cosa che gli eroi non hanno mai fatto, ha un suo fascino.
Insomma, l'idea non è male, la sceneggiatura forse poteva essere migliore, i dialoghi non sono granché e in generale non è molto appassionante. Diciamo pure che la trama in sé me la ricordo poco, e l'ho letta non più di due settimane fa.
Ma non importa più di tanto perché, dicevamo, ci sono i disegni di Alex Ross, che valgono da soli il prezzo del biglietto. Quelli sì che me li ricordo. Vi bastino le immagini disseminate in questo articolo per capire di cosa parlo.
Se devo dare un giudizio, direi che se non avesse questi disegni avrei concluso con un "carino, ma niente di più". I disegni fano schizzare il valore verso l'alto. Ma solo quelli.
Il Moro
Lo devo recuperare, mi manca tra le letture...
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