martedì 11 marzo 2025

Bioshock Infinite, per me un gioco davvero infinito!

BioShock Infinite (2013) recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ho avuto svariate difficoltà a finire questo gioco del 2013.

Bioshock Infinite è stato criticato perché troppo breve rispetto ad altri giochi dello stesso genere: una quindicina di ore in tutto.
Mi sento di dissentire: con il tempo che ho a disposizione per i videogiochi, in particolare per giocare al PC (mi riesce molto più facile giocare con il tablet o con il Nintendo DS, che permettono sessioni di gioco anche di pochi minuti per volta), e alternandolo ad altri giochi (su tablet e NDS, appunto) ad arrivare alla fine di Bioshock Infinite ci ho messo quasi un anno! Roba da pazzi! Ho capito perché si intitola così!

Tutta questa fatica, e ora non ho nemmeno voglia di scrivere una recensione. Comunque, facciamo questo sforzo. Ho amato i primi due Bioshock, un sacco. L'unico loro difetto era che erano troppo simili tra loro, il secondo sembrava un'espansione del primo più che un sequel.
Ho trovato quindi un'ottima idea per il terzo episodio quella di mantenere le tematiche, ma cambiare l'ambientazione: siamo sempre in un inizio '900 retrofuturistico, ma invece della città subacquea abbiamo una città tra le nuvole. Anche qui la città è stata fondata da un magnate visionario che ha attirato a sé molti cittadini benestanti che volevano staccarsi dagli Stati Uniti, in disaccordo con la loro politica. Anche qui ovviamente dietro ci sono strani magheggi politici e tecnologici e altra roba molto poco chiara.

BioShock Infinite (2013) recensione

Ora, la città tra le nuvole è molto bella. Piattaforme che vanno su e giù, binari a cui appendersi, tutto il lato artistico è davvero notevole. Inoltre la città è viva e vitale, molte delle zone che visiteremo inizialmente ci vedranno camminare in mezzo alla gente della città intenta a chiacchierare amabilmente dei fatti suoi, di politica o altro. Poi per un motivo o per l'altro cominceremo a sparare facendo scappare tutti e attirando la polizia locale.

La volontà di distaccarsi dai precedenti capitoli, però, è stata qui portata all'eccesso. I primi due Bioshock erano giochi con forti componenti horror, spesso davvero inquietanti. Ci muovevamo in una città devastata, dove spesso i sopravvissuti erano folli se non addirittura mutati dall'Adam. Avevamo la costante impressione che le sottili pareti che ci separavano da tonnellate d'acqua dovessero cedere da un momento all'altro. I Big Daddy venivano sempre in qualche modo introdotti prima di apparire, così avevi tempo di cagarti un po' addosso.

La città di Bioshock Infinite è un luogo quasi utopico. In particolare, ed è un particolare importante, la paura di essere schiacciati dall'acqua non è stata sostituita dalla paura di cadere: mai avremo la sensazione di poter davvero cadere dal bordo (anche se in alcune situazioni concitate può succedere).

Quello su cui gioca il gioco (ah-ah!) è proporre l'opposto dei capitoli precedenti (forse hanno subito troppe critiche per come il secondo somigliava al primo): qui è il nostro protagonista l'elemento estraneo, il disturbatore, il distruttore, l'assassino, che viene a portare il caos in un mondo altrimenti quasi perfetto. Sì, negli armadi si può trovare un esercito di scheletri, ma per la gente comune che vive in città siamo noi il male. 

BioShock Infinite (2013) recensione

Non è un approccio sbagliato, attenzione. Anzi, è un'idea interessante e ben sviluppata nel gioco. Che però a me personalmente è piaciuta meno di quanto visto nei primi due episodi, forse perché pur essendo raccontata bene sembra avere poco impatto sul gameplay, mentre nei predecessori il gameplay e la narrazione andavano a braccetto.
In particolare non mi è piaciuto il finale, troppo surreale per i miei gusti. Ho un'allergia per il surreale. Ne parlo sotto spoiler.

Se dal punto di vista narrativo quindi può anche essere questione di gusti, e magari molte cose mi sono sfuggite per colpa mia (se uno gioca a un gioco con una trama complessa un'ora a settimana quando va bene, non può pretendere di capire tutto) , diverso è il discorso riguardo al gameplay.

I primi due BioShock non erano sparatutto in prima persona "semplici". Più o meno sapevi sempre che stavano per arrivare dei nemici, e avevi l'opportunità di preparare loro delle trappole. Anche l'ambiente ti dava svariate possibilità, tra pozze di olio da incendiare e torrette da hackerare. C'era una maggiore profondità. Il gameplay di BioShock Infinite, invece, è molto meno profondo, riducendosi quasi a un "normale" spara spara. Si possono ancora piazzare trappole con i poteri dei Vigor (altro particolare molto meno integrato con la narrazione rispetto ai corrispettivi Adam dei predecessori), ma gli ambienti quasi sempre aperti e molto ampi le rendono decisamente meno utili. Abbiamo a disposizione una discreta quantità di armi (ma possiamo portarne dietro solo due per volta) e di poteri, non tutti però ugualmente efficaci. Personalmente, alla fine l'unica cosa che facevo era bloccare i nemici con la scossa e seccarli col mitragliatore, portandomi sempre dietro il fucile a pompa per quando riuscivano ad avvicinarsi. Non dubito che altri siano riusciti a trovare il loro modo di giocare, la loro combinazione di armi e poteri preferita, ma quello che cercavo io, cioè un approccio un po' più tattico e ragionato di un semplice sbucare fuori da dietro i muri per rientrarci in fretta confidando nella corazza autorigenerante, non l'ho trovato.

Dopo un secondo capitolo troppo simile al primo, abbiamo un terzo fin troppo diverso.
E poi serve un anno per finirlo! 🤣

BioShock Infinite (2013) recensione

Ora, quanto sopra l'ho scritto prima di giocare i DLC. Per fortuna i DLC erano inclusi nel pacchetto, io mi faccio un vanto di non aver mai acquistato un DLC in vita mia e ho intenzione di continuare a farlo. Dei tre DLC, uno è solo una serie di combattimenti, negli altri due, Burial at sea Parte 1 e Parte 2, la storia prosegue! Pensavo fossero tutti e tre come il primo, meno male che ho deciso di provarli giusto per curiosità prima di cancellare il gioco o mi sarei perso un bel pezzo.
Che è 'sta mania di proseguire la storia nei DLC, costringendo di fatto ad acquistarli? Certo, a meno che uno non si accontenti del finale surreale e deludente del gioco principale. Le strategie di marketing nei videogiochi diventano sempre più fastidiose e disoneste ogni giorno che passa.
Come se mi avessero sentito lamentarmi che era "troppo diverso", i due dlc vedono di nuovo in azione gli stessi personaggi... ma a Rapture!
Dalle prime battute si intuisce immediatamente che Elizabeth sta girando realtà alternative per motivi suoi, e quindi eccoci di nuovo nella città sottomarina. 

BioShock Infinite (2013) recensione

Nel primo Burial at sea il gameplay risulta un po' più approfondito che nel gioco principale, anche se non tanto quanto nei primi due Bioshock. In pratica l'aggiunta è che spesso si può tentare un approccio "stealth" e perfino seccare i nemici da lontano prima che si accorgano di noi, entrambe cose impossibili nel gioco principale. E ammetto che Rapture mi piace di più di Columbia, ma sono gusti miei.
Nel secondo Burial at sea il gameplay diventa esclusivamente stealth. Però io non mi ci sono trovato, o non sono più capace a giocare ai giochi stealth o è proprio il gioco a non essere del tutto adatto a un approccio totalmente stealth. Ma, molto più probabilmente, anzi, quasi sicuramente, non ce la facevo più perché giocavo a questo gioco da più di un anno, e trovarmi in un punto in cui bisogna andare avanti piano piano un passetto per volta e ogni volta rifarsi pezzi anche abbastanza lunghi se si fa l'errore di far suonare un allarme mi ha fatto cadere le braccia. Lo ammetto: ho mollato prima della fine. Ho letto come va a finire su Wikipedia: in effetti la storia è piuttosto intrigante, anche se un po' troppo intricata e surreale per i miei gusti. Certo che i DLC sono solo per chi conosce i primi due giochi della saga.

Bioshock Infinite è probabilmente un gioco molto bello, a cui io non sono riuscito a giocare decentemente. Rimango dell'idea che il primo fosse migliore, ma posso comunque consigliare questo a chiunque abbia modo di dedicare più tempo di me ai videogiochi.

Il Moro


Ho pubblicato diverse compilation di videogiochi, videogiochi cioè accomunati da un tema particolare. Ad esempio tutti i videogiochi dove compare un particolare attore o personaggio, o seguiti più o meno apocrifi di un videogioco classico, e altre. Alcune sono "elenchi ragionati", altre veri e propri approfondimenti sul tema. Le trovate tutte a questo link.

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