martedì 9 ottobre 2018

La pietra della luna, un'avventura testuale di Paolo Lucchesi

ScreenShot

Salve a tutti, è il Moro che vi parla!

La pietra della luna è un'avventura testuale fantasy-investigativa scritta da Paolo lucchesi da un'idea di Andrea Gnesi, Stefano Masi e Paolo Lucchesi.

È una storia di tipo fantasy medievale, basata sull'investigazione:  il nostro protagonista deve investigare sugli strani fatti che avvengono nella valle, che a quanto pare coinvolgono dei culti non riconosciuti dalle autorità ecclesiastiche. Investigare non è come nelle storie di Sherlock Holmes: significa consumare le suole e andare a fare un mucchio di domande, parlando di tutto con tutti, e molte volte. .
E quando parlo di consumare le suole dico sul serio: la mappa di quest'avventura è la più grande tra le avventure che ho giocato fin'ora (non che siano tantissime). Per darvi un'idea, vi allego uno screenshot della mappa che mi sono disegnato io, tenendo conto che non è completa, manca tutta la parte sotterranea (che non è piccola). Non è quella di Zork (a cui non ho ancora giocato ma mi sono cercato la mappa online giusto per curiosità) ma per quello a cui sono abituato è bella grande.



Il nostro alter ego ha a disposizione anche una manciata di incantesimi che gli permetteranno di venire a capo di alcuni enigmi (ma attenzione, l'energia magica a disposizione non è illimitata).

Il gioco fornisce anche una modalità "facile" e una soluzione interattiva: digitando "aiuto" si può ottenere un suggerimento su ciò che va fatto proprio al punto in cui ci si trova. Inoltre bisogna chiederlo tre o quattro volte, ottenendo di volta in volta indizi più specifici, prima di avere la soluzione vera e propria. Posso dire di essere stato costretto a ricorrervi alcune volte, per enigmi di soluzione per niente intuitiva...
Insomma, non ci sono "enigmi" veri e propri particolarmente complicati, la maggior parte del gioco prevede che tu vada a parlare con tutti di tutti. Che ne sapevo che bisognava parlare del sacerdote al segretario del barone? Apparentemente niente li lega, e tra tutti quelli di cui gli ho parlato me ne ero dimenticato...
C'è poi una seconda parte più action, in cui dovremo addentrarci in inquietanti sotterranei pieni di pericoli e affrontare minacce spaventose non di questo mondo e dal sapore decisamente Lovecraftìano.

La valle di Nigat

Alla fine della fiera, si tratta di un'avventura testuale intrigante e intricata, piuttosto lunga e appagante quando si riesce a superare un enigma, che mi sono divertito molto a giocare e consiglio a tutti gli appassionati di questo genere di giochi. Lo dicono anche i premi vinti: Avventura dell'anno 2002 nelle categorie miglior avventura, miglior trama e miglior NPC.

Potete scaricarla dal sito di Paolo Lucchesi.

Questo post fa parte di un piccolo progetto interno al blog dedicato ai modi in cui la narrativa si può avvalere della tecnologia per raccontare delle storie. Trovate gli altri post qui.

Il Moro

3 commenti:

  1. Ciao che carino questo spazio sono diventata una tua nuova follower, se ti va di conoscermi io sono Il salotto del gatto libraio

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  2. Non credo di aver mai giocato ad una avventura testuale... la cosa più vicina sono i libri game o le storie a bivi ma non riesco coglierne le differenze. Forse il chiacchierare con tutti che fa molto GdR.

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    Risposte
    1. In realtà le avventure testuali sono abbastanza diverse da storie a bivi e librigame, perché in quelli vieni posto di fronte a dei bivi e a seconda di quello che scegli la storia cambia. Nelle avventure testuali la storia è pi o meno sempre la stessa, ma per andare avanti devi risolvere degli enigmi. Poi esistono anche degli ibridi, avventure testuali che oltre agli enigmi hanno anche i bivi, ma sono casi particolari, anche se a volte si finisce per chiamare "avventure testuali" anche quelle che sono a tutti gli effetti delle storie a bivi, solo perché sono solamente scritte, senza grafica.

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