Eon è un romanzo di Greg Bear del 1985, primo di una trilogia.
Siamo in un prossimo futuro, dove la tecnologia è solo di poco più evoluta della nostra, quel tanto che basta per permettere viaggi spaziali (nell'ambito dell'orbita terrestre) con relativa facilità.
E' uno dei numerosi romanzi nati durante la guerra fredda, quando si pensava che non dovesse finire mai, o che l'unico modo in cui potesse finire fosse "male". E infatti qui i contrasti tra i due "assi" sono sempre più evidenti ed esasperati.
In questo scenario cupo si intromette un elemento esterno: un grande asteroide si avvicina alla Terra e si piazza in orbita. Gli americani, che hanno ormai surclassato i loro avversari nella corsa allo spazio, raggiungono l'asteroide per primi rivendicandone la proprietà, e scoprendo al suo interno qualcosa di inimmaginabile: sette diverse "camere", scavate nella roccia, che contengono i resti, ormai deserti, di vere e proprie città, metropoli del tutto "umane". Chi erano i misteriosi abitanti della città, e che fine hanno fatto? Come hanno potuto costruire le meraviglie contenute nell'asteroide, e perché l'hanno abbandonato? E soprattutto, qual è il mistero che si cela dietro l'incredibile settima camera?
Inizia l'esplorazione, e una giovane scienziata, Patricia Vasquez, principale protagonista di una vicenda in realtà a tre voci e mezza (perché uno dei POV che si succedono compare molto di rado) viene convocata proprio perché, grazie alla sua particolare specializzazione, potrebbe riuscire a capire il mistero della settima camera.
Ma, mentre i misteri lentamente si svelano, la gestione americana dell'asteroide non piace al resto del mondo. Sono pochi i membri degli altri paesi dotati di un programma spaziale ad essere ammessi nell'asteroide, e meno di tutti i russi, il cui piccolo gruppo di ricercatori ha un accesso molto limitato. Chiaro che questo stato di cose non potrà durare, e presto l'Unione Sovietica deciderà di prendersi l'asteroide con la forza...
Il libro è diviso più o meno nettamente in due: più o meno a metà libro i protagonisti entreranno in contatto con i creatori delle città nell'asteroide, e verranno trasportati nella loro attuale dimora. Qui passiamo dalla fantapolitica al transumanesimo.
Il libro è secondo me eccessivamente dilatato, ci sono molte parti che avrebbero richiesto meno parole e concetti ripetuti più volte. Ma forse sono io che sono abituato a un linguaggio più moderno. Certo è che ci vengono dati talmente tanti indizi che saremo perfettamente in grado di arrivare a capire i segreti dell'asteroide molto prima della protagonista, senza essere scienziati.
Viceversa, quando arriveremo ad Axis City cominceremo a non capirci più granché (cioè, IO non ci ho capito granché).
Sembra quasi che l'autore avesse fretta di raccontare la storia e non potesse perdere tempo a descriverci ciò che i suoi pionieri del futuro stavano vedendo. Le descrizioni della città sono stringate e totalmente funzionali alla trama, così prima di capire effettivamente come è fatta la città bisognerà arrivare quasi alla fine del libro. E anche come siano fatte le "porte", elemento molto importante nella trama, non si sa fino agli ultimissimi capitoli, nonostante se ne parli in continuazione. Ci viene detto che ci sono un mucchio di transumani di forme diverse e incredibili, ma ce ne vengono descritti solo tre o quattro.
Ci viene insomma raccontata la storia confidando nell'immaginazione del lettore per crearsi da sè l'ambientazione. Difficile dire se sia un bene o un male, al giorno d'oggi si tende a non lasciare niente all'immaginazione, ma qui secondo me si eccede dal lato opposto.
E poi, e attenzione che qui si va nello SPOILER...
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non facciamo in tempo ad ambientarci in questo mondo nuovo e sconvolgente, pieno di meraviglie che non ci vengono svelate ma solo fatte vagamente intuire.. per poi stravolgerlo completamente, con una serie di atti distruttivi. A che scopo creare un'ambientazione così complessa e affascinante, usarla per un quarto del libro in modo limitato e poi distruggerla? Mah.
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FINE SPOILER
Ma nel complesso non sarebbero difetti particolarmente gravi, se su tutto non gravasse la sensazione di noia. Questo libro non è avvincente e i suoi personaggi sono poco interessanti, a parte il russo Minsky al quale però sono dedicati pochi capitoli.
A me non è piaciuto particolarmente, ma c'è comunque da salvare la complessità e l'originalità del mondo creato da Greg Bear: un cilindro cavo di lunghezza infinita che ruota intorno a un asse che fornisce luce ed energia, nel quale il tempo scorre in modo proporzionale alla distanza percorsa, e dal quale si possono aprire porte su innumerevoli altri mondi e addirittura universi paralleli.
E, in fondo, l'ho finito: quelli che proprio non mi piacciono li abbandono prima, quindi tanto male non può essere.
Il libro ha due seguiti: Sfida all'eternità e controevoluzione.
E qui vi chiamo in mio aiuto: se qualcuno tra di voi li ha letti mi dice come sono? Meritano un tentativo?
Un'ultima segnalazione prima di salutarci: a questo link trovate i vincitori di un contest di computer grafica avente come tema proprio questo romanzo. Alcuni dei trailer qui mostrati, creati per un ipotetico film tratto dal libro, sono semplicemente spettacolari. Qui sotto il video vincitore del contest. Anche le splendide illustrazioni che trovate sparse nel post provengono da quel contest.
Il Moro.
Da tanto volevo leggere qualcosa di Bear, e ancora dovrei avere suoi cartacei in giro, ma ora sono più perplesso di prima :-P
RispondiEliminaProva, magari sono io che sono inadatto... :-)
EliminaIl Moro
il secondo e' carino, o meglio come il primo. In sostanza combattono contro i cattivi. Il terzo l'ho abbandonato all'inizio, e' fuori della storia principale ed ambientato (credo) prima degli altri due su un pianeta specifico (poca axis city).
RispondiEliminaA me il primo e' piaciuto, pero' si' e' un po' sbilanciato, ma come Hard SF ci si puo' stare (IMHO)
Allora magari una possibilità al secondo potrei darla...
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