martedì 12 maggio 2015

Cristo marziano, di Philip José Farmer - recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Cristo Marziano è un romanzo di Philip José Farmer del 1979, titolo originale Jesus on Mars.

In un prossimo futuro una frana casuale su Marte scoprirà i resti di un'antica astronave. Ovviamente parte subito la nuova corsa allo spazio: una navetta con quattro astronauti atterra, per la prima volta, sul pianeta rosso, e si avvicina alla misteriosa astronave. Prima che possano scoprire alcunché, però, vengono catturati da un gruppo di umani e alieni umanoidi.
Portati in un'enorme complesso di gallerie sotterranee e sottoposti a lunghi interrogatori, scopriranno che questa comunità mista di umani e alieni, risalente a duemila anni fa, osserva molto rigidamente  una versione dell'ebraismo ortodosso con elementi presi da altre religioni, come l'adorazione del Cristo.


Ma il punto di forza di questa religione non è il fanatismo e la rigida osservanza dei precetti dei suoi adepti : il punto è che sembra proprio che abbiano ragione, anche perché il messia loro ce l'hanno. Proprio lì, vivo e vegeto dopo duemila anni, che qui professa di non essere un'incarnazione della divinità ma un semplice uomo, il "figlio adottivo di Dio".
E i quattro astronauti sono rispettivamente: un'atea, un ebreo, un cristiano e un musulmano. Come potranno reagire questi quattro personaggi scoprendo la "verità"? Si convertiranno, dubiteranno, rifiuteranno?


Il protagonista, il cristiano Richard Orme, all'inizio è un antieroe simpatico nella sua "negatività", ma durante la sua forzata convivenza con gli ebrei-cristiani di Marte avrà modo di cambiare il suo punto di vista.
In questo libro è quasi del tutto assente l'azione e l'avventura, per concentrarci esclusivamente sui sentimenti dei protagonisti. Il mondo marziano è una vera utopia, anche se agli occhi di un non credente le centinaia di regole religiose che governano la vita degli abitanti potrebbero sembrare un tantino rigide (tutte comunque derivate dalla religione ebraica di duemila anni fa, il che denota anche un grande e accuratissimo lavoro di documentazione). Una scienza avanzata e una morale altrettanto elevata, tanto che nessuno chiude la porta a chiave. Un mondo meraviglioso dove vivere, e nel quale si sente più che in ogni altro posto la vicinanza di Dio, nella figura del Messia da lui scelto.
Ma è possibile rinunciare alla religione a cui si è creduto da una vita? come può sentirsi un musulmano, o un ebreo o un credente di qualsiasi religione, o ancora di più un ateo, scoprendo senza ombra di dubbio di essersi sbagliato per tutto questo tempo?
Farmer esplora questi temi con grande realismo e con la sua solita proprietà di linguaggio. I dubbi di Richard Orme sono quelli che potrebbe covare chiunque si trovasse nella stessa situazione.
Eppure, c'è la costante sensazione che ci sia qualcosa sotto, qualcosa che non ci viene detto, e che potremmo scoprire in un modo che non ci piacerà, magari dopo che Gesù con la potente flotta marziana sarà giunto a portare il regno di Dio sulla Terra...

Peccato che gli altri personaggi secondari non siano esplorati quanto il protagonista, e che la prima parte del libro sia un po' tediosa. Più avanti ci si lascia prendere comunque dalle vicende del protagonista, che si fanno seguire con piacere fino alla fine (con un finale particolare, che non rivelerò).

Insomma, in generale un buon libro, che offre numerosi spunti di riflessione. Fantascienza intelligente, usata per trattare temi su cui pochi osano avventurarsi. Non si può definire fantascienza d'intrattenimento, ma nel complesso è comunque un libro che consiglio.


Curiosità: a un certo punto si dice che l'omosessualità è una caratteristica legata a una tara genetica, e che i marziani sono in grado di "curarla" in tenera età.
Immagino che un gay non sarebbe tanto contento di leggere una cosa del genere in un libro, tanto più che la natura "genetica" dell'omosessualità non viene qui presentata come un'opinione di uno dei personaggi ma un dato di fatto.
In realtà Farmer ha esplorato diversi temi legati alla sessualità in molti suoi libri. The lovers (Gli amanti di Siddo) di Farmer, del 1953, è riconosciuta come la prima storia di fantascienza ad avere la sessualità come tema principale. Altre storie hanno esplorato l'amore e il sesso interraziali (Fire and the night, 1962, che però non è fantascienza e non è disponibile in italiano), il sesso su pianeti alieni (in Night of Light-Notte di luce si parla di alieni che hanno una madre ma molti padri), il sesso di gruppo e tra persone reali e esseri immaginari (Image of the beast-L'immagine della bestia, 1968), il complesso di Edipo (World of tiers-Fabbricanti di universi). Alcuni di questi sono veri e propri romanzi pornografici.
Le notizie le ho prese da qui, ammetto di non aver letto nessuno di questi libri (ma Fabbricanti di universi è in coda).
Perché dunque questa strana presa di posizione da un autore precedentemente così aperto a questi temi?
Mah. L'autore è mancato nel 2009, e a lui non potremo chiederlo, nè mi risulta che abbia mai preso precise posizioni pubbliche nei confronti dell'omosessualità. Visto che l'argomento è affrontato di striscio e non occupa più di un paio di pagine scarse, mi viene da pensare che potrebbe essere semplicemente un metodo (non molto felice) di risolvere il "problema" dell'omosessualità in una società che non la tollererebbe.
Se qualcuno sa qualcosa di più, si senta libero di intervenire.

Il Moro






4 commenti:

  1. Questo è un altro libro che non conoscevo. Mi hai messo tanta curiosità.
    Anche se il titolo sembra un'imprecazione di Richard Benson :)

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  2. Forse (ipotizzo!) non vi è un "attacco ideologico" contro l'omosessualità nelle intenzioni dell'autore, ma solo uno dei voli della sua fantasia?

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    1. Comunque sia, l'ha gestito in un modo che si presta a critiche, e infatti ho letto qua e là che è stato un po' preso di mira dalle polemiche...

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