Al momento in cui scrivo, il ciclo di racconti Gli orrori della Valle Belbo, di Davide Mana, è al quinto episodio. Si tratta di una serie di racconti ambientati in terre non troppo distanti da quelle dove vive lo stesso autore, un posto che non sembra piacergli granché visto come spesso lo definisce: Astigianistan.
Forse proprio per rendere in qualche modo più interessante questo luogo Davide vi ambienta racconti che mischiano in varie misure noir e horror. Oppure, proprio perché ci vive, con la sua sensibilità di autore è riuscito a cogliere il lato nascosto e inquietante di quelle terre?
Ma parliamo dei racconti.
In La notte dei cacciatori faremo la conoscenza di un killer di professione sulle tracce di un ex affiliato a una cosca mafiosa che è scappato con la cassa, nel primo dopoguerra. Sembra una missione come tante altre, ma non lo è.
Quello che inizia come il più classico dei noir, o forse dovremmo chiamarli poliziotteschi essento ambientato in Italia, prende una svolta che il protagonista non avrebbe potuto immaginare. Davide inserisce nel nostro Piemonte influenze lovercraftiane, che lasciano una scia d'inquietudine anche dopo la fine del racconto.
Peccato per una seconda parte un po' troppo sbrigativa, che avrebbe meritato un paio di pagine in più.
Chi ha nelle mani ha vinto ci parla di antichi odi e invidie famigliari, dell'attaccamento ai propri averi e di ciò che si è disposto a fare per difenderli. Ci mostra la follia che può nascondersi nei casolari isolati isolati tra i vigneti.
Il titolo completo sarebbe La notte della nutria: un B-Movie diretto da Davide Mana, e il racconto mantiene esattamente le promesse: un gruppo eterogeneo di personaggi stereotipati che si ritrova assediato in un bar, sotto l'attacco di migliaia di grossi roditori assetati di sangue. Divertente come solo un filmaccio sa essere.
Anche qui, tre o quattro pagine in più avrebbero dato al racconto un respiro più ampio quel tanto che basta per renderlo perfetto.
Anche qui, tre o quattro pagine in più avrebbero dato al racconto un respiro più ampio quel tanto che basta per renderlo perfetto.
In Piemonte abbiamo avuto le nostre belle alluvioni, e Davide Mana ce ne dà la sua reinterpretazione in Dalle colline con la piena. Un'avventura dai toni apocalittici, mixata con ingredienti da vecchi, vecchissimi film horror. Disarmante.
Ammazzasogni è un racconto fantasy onirico e surreale, un po'difficile da seguire non solo per lo stile di scrittura, una prima persona stretta che non fornisce alcuna informazione sull'ambientazione, ma anche per il riferimento a ambienti e personaggi legati a un canone preesistente, come ammesso da Mana stesso nella postfazione. Comunque un racconto interessante e originale.
Tutti bei racconti, qualcuno più e qualcuno meno.
Quello che dal punto di vista della trama è forse il più debole del ciclo, Chi ha nelle mani ha vinto, non molto originale e prevedibile, è di contro quello meglio riuscito dal punto di vista stilistico: è l'unico con il giusto numero di pagine, quello con i personaggi meglio riusciti, più realistici e credibili, nonché il più "piemontese". Qui più che negli altri si respira l'aria di questo Piemonte rurale, oscuro, chiuso in sè stesso come solo i piemontesi sanno essere. Proprio per questi motivi è forse anche il più spaventoso.
Un ottimo ciclo prodotto dal buon Davide, che vi potete portare via in modo completamente gratuito se avete aderito programma Kindle Unlimited.
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Il Moro
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