Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Come promesso nel mio post precedente, vi presento la prima stesura del mio capitolo 4, completamente diversa da quello che avete letto in 2MMN.
Bokor e Barbanera compaiono nei miei spin-off I fili del destino e Speranza perduta, ma sono semplicemente delle comparse. Barbanera ha un ruolo più importante in Missione ad Arcangelo, di Marcello Nicolini, che avrebbe dovuto essere un prologo per il Progetto Crossover, finito in un nulla di fatto.
Comunque, la loro parte dovrebbe essere leggibile anche senza aver letto i racconti sopra citati.
Nella seconda parte del capitolo si parla di Megan, figlia di Rockster. Compare nel racconto Herb's Den di Davide Guerrieri. Non sono sicuro di essere riuscito a rendere leggibile quella parte senza aver letto prima lo spin-off, ma sappiatemi dire.
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Bokor congedò lo
spirito di Socrate, stanco del suo infuriarsi per come il suo
pensiero filosofico fosse stato travisato da tutti i suoi successori.
Forse un tempo era stato un saggio, ma dopo 2500 anni sembrava solo
più una vecchia bisbetica.
Aveva una mezza
idea di evocare Nietzche, per parlare un po' con lui del suo concetto
del Superuomo alla luce di ciò che avvenne nel '73, quando lo
spirito di Hal Salazar cercò un'altra volta di contattarlo.
«È
un'ossessione, accidenti!» esclamò, scacciandolo in malo modo. Non
aveva nessuna intenzione di parlare con quel vecchio intrigante. Si
era pentito anche di avergli dato retta quella prima volta, mesi
prima. Non aveva fatto altro che blaterare della prossima fine del
mondo e di tutti i suoi errori.
Si alzò dalla
sedia di vimini e accese la luce. Non aveva bisogno d'altro per
esercitare il primo dei poteri che la teleforce gli aveva concesso:
tranquillità, silenzio, oscurità.
Solo quando aprì
la porta che dava sul terrazzo dell'albergo che si accorse che
qualcosa non andava.
Le grida di
terrore lo investirono insieme all'odore di carne bruciata. Il fumo
gli fece lacrimare gli occhi. Corse verso la balaustra e si affacciò
sulla strada sottostante mormorando: «No...»
Non aveva scelto
quel paesello di pescatori in Australia per un motivo particolare.
Quando il suo schiavo l'aveva liberato dalla prigione galleggiante in
cui era rinchiuso, avevano semplicemente viaggiato sul suo
sottomarino per allontanarsi il più possibile da là, e anche da
quello che stava accadendo ad Admiral City. Aveva comandato di essere
fatto sbarcare solo perché stava iniziando a non sopportare più il
tanfo dei cadaveri, in quella macchina ermeticamente chiusa.
Solo allora capì
aver condannato gli abitanti di quel villaggio a un destino peggiore
della morte.
Giù in strada, un
cagnolino cercava di difendere il suo padrone, latrando furiosamente.
Ma gli zombi non provano paura, e quello si ilimitò ad passare oltre
e strappare il naso del pover'uomo con i denti marci, incurante del
cane che gli azzannava un polpaccio.
Poco più in là,
un gruppo di giovani ragazze uscì di corsa da un ristorante, seguite
da quattro zombi così malridotti che non era più possibile
distinguere la pelle dai vestiti. Una delle ragazze, più
intraprendente delle altre, fece lo sgambetto a una sua amica, così
che potesse rallentare gli inseguitori. La punizione arrivò poco
dopo, quando si imbattè in un altro gruppo di zombi che sbucò da un
vicolo.
Rianimare i
cadaveri è l'altro potere di Bokor. In passato l'aveva già usato
per crearsi un esercito. Aveva attaccato prima Lione, poi Parigi. Ma
stavolta non aveva ordinato lui questo massacro. Lui voleva solo
meditare e riposarsi.
Più avanti lungo
la via vide quattro carcasse ambulanti avvolte dalle fiamme. Ecco da
dove veniva il fumo, qualcuno aveva pensato di dare fuoco agli zombi.
Uno di essi caracollò dentro una vetrina, e subito dopo le fiamme si
diffusero alle tende e alla moquette. In lontananza sentì anche
dei colpi di fucile. Ma sapeva che era tutto inutile.
Il suo schiavo era
astuto. Nessun dubbio che fosse opera sua. Di certo aveva tagliato le
linee telefoniche, sabotato i ripetitori gsm e chiuso le vie difuga E
ci volevano solo pochi minuti perché chi era stato ucciso da morso si
rianimasse come cadavere vivente. Il paese era perduto.
«Ma perché
diavolo...»
«Perché avevo
bisogno di “carne fresca” per il mio equipaggio.»
Bokor si voltò.
Non l'aveva sentito arrivare, nonostante la puzza di carne guasta.
Il suo più grande
successo. Bokor non poteva resuscitare un morto ma solo animare
cadaveri: niente più di fantocci privi di anima. E quando evocava
un'anima, non era nient'altro che un fantasma. Mai anima e corpo insieme. Quando chiamò lo
spirito di quell'uomo, invece, esso venne da lui completo di corpo.
Lo aveva trovato
incredibile, anche perché la sua testa era stata tagliata
al momento della morte, ma aveva pensato semplicemente che il suo
potere si stesse evolvendo.
«I ragazzi si
stavano putrefacendo in fretta. Era ora di sostituirli.»
Ora, invece, capì
che forse il merito era solo delll'immensa forza di quell'uomo. Che
quel corpo probabilmente non era il suo, ma quello di uno degli altri
suoi zombi che l'anima aveva occupato, modificandolo perché gli
somigliasse.
«E anche perché
posso. E perché mi va.»
Le macchie di
sangue erano evidenti anche sul suo pastrano scarlatto. Ce n'erano
perfino sull'antico tricorno che calzava sopra i luridi riccioli neri.
Sulla punta di uno degli stivali era appiccicato un pezzo di cervello
umano. Le tre pistole infilate nella cintura, modelli moderni che
contrastavano con il resto del suo abbigliamento, erano immacolate e
fredde, al contrario della sciabola che impugnava, dalla quale
sgocciolava sangue ancora caldo sul lindo pavimento del terrazzo. Un
verme uscì da un buco nella sua guancia putrefatta, per poi
infilarsi in un altro buco nel collo.
«Vedo che ti sei
divertito anche tu, Barbanera.»
«Sai quali nuovi
doni mi ha fatto Ammit, “padrone”?»
Bokor osservò la
nuvola di fumo scuro che si muoveva lentamente dietro la schiena
dell'antico pirata. Era più facile che guardare il ghigno da lupo
sepolto nella barba sporca.
«So che puoi
trasformarti in fumo.»
«Oh, quello è il
meno. La cosa migliore è che ora posso disobbedirti.»
La sciabola
tracciò una scia rossa nell'aria.
Barbanera afferrò
la testa di Bokor prima che toccasse terra, mentre il suo corpo si
accasciava. Poi l'appoggiò sulla balaustra, si trasformò e andò a
mescolarsi al fumo degli incendi che stavano iniziando a divampare,
beandosi della ritrovata libertà e godendo della distruzione. Una
risata roca si espanse nell'aria.
Il giovedì
avrebbe dovuto essere la sera dei giochi in scatola, al NIMBUS di
Calgary.
Ma i soldi del
Monopoli svolazzavano in giro per la mensa come dopo un incidente a un
portavalori. E sarebbe stato impossibile ritrovare le pedine, mischiate alle
interiora degli scienziati e dei tecnici accasciati a terra, e di
quelli che erano di nuovi in piedi, animati da una forza diversa dalla
fiamma vitale.
Entrare nel
laboratorio era stato difficile. Ma le vedette automatizzate, la
notte, facevano affidamento soprattutto sui rilevatori di calore e di
emissioni elettromagnetiche. L'armata di zombi ha potuto avvicinarsi
parecchio prima di essere individuata.
La maggior parte
degli zombi sono stati distrutti dai golem di guardia, finché uno
degli addetti alla sorveglianza non è stato ucciso e rianimato da
Barbanera. Con una certa fatica, il pirata è riuscito a cavare da
ciò che restava della sua memoria il codice di sicurezza per
disattivare i golem.
Ora la maggior
parte degli zombi erano in caccia nei corridoi del laboratorio, per
reclutare nuovi membri per l'equipaggio. Ma dovevano fare in fretta,
perché da qualche parte degli allarmi stavano sicuramente suonando
all'impazzata.
«Muoviti, faccia
d'anatra. Fai quello per cui mi hai assoldato. Accendi le tue
diavolerie. Fai la tua magia tecnologica. Ma in fretta, che Satana ti
danni!»
Un uomo dall'aria
spaventata, con sottobraccio una valigetta, fece capolino da oltre la
finestra sfondata.
«La via è
libera?» chiese, sbirciando.
«Muoviti quelle
chiappe, figlio di una negra sifilitica!» sbottò Barbanera, mentre
l'alone di fumo che lo circondava iniziava ad agitarsi.
L'uomo assunse una
posa fiera. «Non parlarmi così! Lo sai chi sono?»
Barbanera gli
rivolse il suo ghigno da lupo. «E chi credi di essere, faccia
d'anatra?»
L'uomo borbottò
un'imprecazione, ma non rispose. Scavalcò la finestra e mise il
piede su una pozza di sangue, scivolando. Barbanera rovesciò la
testa all'indietro e la sua risata echeggiò per tutta la base del
NIMBUS, imitata con scarso successo dagli zombi superstiti.
L'uomo si rialzò
cercando di darsi un contegno, e passò davanti al pirata tenendosi
lontano dai pochi zombi che caracollavano in giro per la mensa,
diretto verso il corridoio.
Chiunque l'avesse
visto avrebbe riconosciuto immediatamente il Grande Thot. Ma nessuno
avrebbe capito che non si trattava davvero di lui, ma di uno dei suoi
Canopi.
Non si fidava a
inviare in una missione delicata uno stipendiato. Pestare i piedi ad
Angela Solheim non è cosa da fare a cuor leggero.
Aprì le porte nel
corridoio, finché non trovò una stanza con un computer acceso.
Entrò, seguito da Barbanera e da uno degli scienziati resuscitato.
Estrasse il portatile dalla valigetta e lo collegò al computer del
laboratorio, poi chiese la password della rete. Barbanera rise
sguaiatamente quando si ritrasse dallo zombi che si era chinato su di
lui per sussurrargliela all'orecchio.
Le informazioni
cominciarono a scorrere sullo schermo.
Il NIMBUS
raccoglie ogni informazione disponibile sui Super conosciuti.
Come immaginava,
avevano informazioni anche su Megan, la figlia di Rockster, scomparsa
dopo che il suo nuovo mentore, Stanislaw Lem, ex membro del
battaglione Tebano, aveva fatto perdere le loro tracce.
Lem è umano, ma
gli sono stati impiantati naniti che gli donano sensi potenziati,
guarigione rapida e altro.
La bambina, circa
due anni di vita, è il più potente telepate e telecinetico che il
mondo abbia mai conosciuto. Chi l'ha vista in azione ha paragonato i
suoi poteri a quelli di una divinità.
La Grecia ha il
suo nuovo dio in Loxias.
All'Egitto il solo
Thot potrebbe non bastare.
Bokor riaprì di
scatto gli occhi, inspirando aria. Poi si accorse di non avere più
polmoni a cui mandarla.
Nient'altro
restava di lui che la testa, infilzata su palo nella cabina di
Barbanara, sul Dracul.
«Merda!» esclamò.
«Ora dovresti proprio darmi retta.» disse la voce di Hal Salazar.
«Oh, no, ancora tu...»
****************
Cosa ve ne sembra?
Visto che Mr. Giobbin aveva accennato agli zombi nel suo capitolo 2, mi è sembrato ovvio cogliere la palla al balzo e inserire la mia versione degli zombi nell'universo 2MMN!
Se vi chiedete perché diavolo Barbanera si trasforma in fumo, sappiate che ho preso ispirazione dai fatti storici. Pare che a Barbanera il fumo piacesse parecchio. Da Wikipedia:
In una occasione avrebbe fatto riempire con fuoco e zolfo la stiva della sua nave allo scopo di creare un'atmosfera infernale, e avrebbe sfidato i suoi a una gara di resistenza in mezzo al fumo (ovviamente vincendo).
Da www.sitodelmare.it (ma è riportato su parecchi siti):
Quando
andava in battaglia, Barbanera si metteva dei pezzi di miccia accesi
sotto il capello: in questo modo era sempre avvolto da una fitta
nuvola di fumo per incutere timore al nemico.
Lo si vede anche in questa stampa. |
Come dicevamo, la seconda parte potrebbe essere un po' ostica per chi non ha letto Herb's Den. Inoltre, mi sono accorto in seguito che di non aver tenuto conto nè del fatto che alla fine della stagione 1 Toth rivela a Yell di essere già penetrato nei laboratori di Angela Solheim, a Savannah, nè del fatto che già nel capitolo 3 di Davide Mana saltava fuori una ragazza dotata di poteri misteriosi. Aggiungere anche Stan e Megan avrebbe sicuramente sbilanciato l'equazione.
Allora ho scritto un'altra versione del capitolo.
La prima parte, fino alla morte di Bokor, è identica. La seconda parte ve la metto qui di seguito.
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Al largo di
Santorini, Grecia.
La puzza di
decomposizione nel sottomarino di Barbanera si era fatta talmente
insopportabile che ha dovuto iniziare a respirare in una bombola
d'ossigeno per le immersioni.
«Nasino delicato,
faccia d'anatra?» Gli aveva chiesto il pirata, beffardo.
«Smettila di
chiamarmi così! Lo sai chi sono io?»
Barbanera esibì
il suo ghigno da lupo. «E chi pensi di essere?»
L'unico uomo
dotato di un battito cardiaco a bordo del sottomarino non rispose.
Non era il Grande Thot, nonostante ne avesse l'aspetto Solo uno dei
suoi canopi. Wahel Ghaly non si fidava di altri che di sé stesso.
Barbanera
osservava l'isola attraverso il telescopio. Fira era su una cresta
collinare che si affacciava su una specie di scarpata. «Impossibile
avvicinarsi al paese col sottomarino. Dovremo aspettare la notte.»
«Ma l'obbiettivo
potrebbe allontanarsi!»
«Oh, vuoi che
tiri fuori le zampe e faccia camminare questo bestione su per la
scarpata come un bel calamaretto?»
Ghaly taque.
Dopo il flare di
Teleforce, il suo potere si era evoluto: ora tutti
i suoi canopi erano lui
stesso, con tutte le sue caratteristiche e il potere di creare altri
canopi. Ma in certi momenti questo Ghaly avrebbe preferito essere
solo uno di quei burattini senz'anima.
Barbanera sogghignò. «Possiamo adagiarci sul fondo e far uscire un
po' dei miei zombi attraverso il lanciasiluri, ma ci vorrà comunque
del tempo perché raggiungano la cittadina.»
«Aspetta un momento, voglio studiare la situazione...»
Ghaly aprì il suo portatile connettendosi al suo satellite spia, che
in quel momento stazionava esattamente lì sopra.
«Diavolerie moderne.» borbottò Barbanera, mentre si trasformava in
una nuvola di fumo e se ne andava in giro per il Dracul a
tormentare qualche membro dell'equipaggio che non avrebbe comunque
potuto ferire in nessun modo.
Sul monitor del portatile la mappa del mondo in bianco e nero zoomò
rapidamente fino a che il terreno non fu così vicino da distinguere
i tetti delle case di Fira, e poi più lentamente, finché quella che
prima sembrava solo una cartina geografica si animò di vita.
Fu facile individuare la ragazza: bastava guardare dove i soldati di
Kedives stavano puntando le armi.
Maledizione!
Pensò Ghaly. Come ha fatto quel dannato a sapere che lei è
qui? Anzi, a sapere chi è?
Ma forse Kevides non aveva ben chiara la sua identità. O avrebbe
mandato più uomini, per potenziati che potessero essere. Ghaly, invece, aveva i dati che aveva sottratto dai laboratori di Angela Solheim, a Savannah. Un'operazione che gli era costata cara, e che ora rischiava di rivelarsi inutile se non fosse riuscito a sottrarre la ragazza a Kevides
Zoomò
ancora per quanto glielo permetteva la tecnologia in suo possesso.
Visto lo stato in cui si trovavano gli edifici intorno alla piazza,
era evidente che il potere della ragazza si stava già risvegliando.
Il
Grande Thot aveva bisogno
di quella ragazza. Se i greci avevano Loxias, anche l'Egitto doveva
avere la sua divinità. Un'altra, cioè.
Ma
quei soldati erano un po' troppi anche per gli zombi di Barbanera.
C'era
un uomo, chino sulla ragazza, con fare protettivo. Si voltò facendo
dei cenni ai soldati. Il suo viso venne inquadrato dal satellite.
Tutti
i canopi del Grande Thot, sparsi per il mondo, digrignarono i denti.
Le
parole uscirono come sibili da decine di labbra tirate.
«Old
Timer. Maledetti.»
Bokor riaprì di
scatto gli occhi, inspirando aria. Poi si accorse di non avere più
polmoni a cui mandarla.
Nient'altro
restava di lui che la testa, infilzata su un palo nella cabina di
Barbanera, sul Dracul.
«Merda!» esclamò.
«Ora dovresti proprio darmi retta.» disse la voce di Hal Salazar.
«Oh, no, ancora...»
********************
Personalmente preferivo la prima versione, ma questa si sarebbe incastrata meglio nella storia. E' troppo lunga, ma non avevo ancora cominciato a sfrondarla quando ho deciso di riscrivere il capitolo dall'inizio. Probabilmente avrei tolto ogni riferimento al nuovo potere del Grande Toth.
La presenza di Bokor avrebbe permesso anche di rimettere in gioco Hal Salazar sotto forma di anima incorporea. Immaginavo che sapesse qualcosa di tremendamente importante, e che Bokor fosse il solo a cui potesse dirlo. Peccato essersi persi questa linea narrativa.
Il perché ho deciso di riscrivere il capitolo l'ho spiegato nel post precedente. Che abbia fatto bene o meno, questo dovete dirmelo voi!
Il Moro.
Non è male, ma secondo me la versione pubblicata si sposa meglio con il resto dell'ambientazione... Bokor e Barbanera hanno troppo poco di 'supereroistico', avrebbero mischiato troppi generi insieme, pur essendo personaggi molto interessanti.
RispondiEliminaPoi il grande toth ci fa troppo la figura del peracottaro, e neanche andrebbe bene.
La versione pubblicata mette meno carne al fuoco, ma la cuoce molto meglio, senza sovrabbondanza di ingredienti ;)
Allora ho pubblicato la versione giusta!
EliminaIl Moro
Hey Moro!!!!
RispondiEliminaallora, meglio la prima versione della seconda. Bellissima la scena finale della testa di Bokor che parla con Salazar ;)
Molto meglio questa versione del quarto capitolo (cioé la prima) di quella che hai pubblicato su 2MMN, che trovo troppo sbrigativa onestamenji.
Azzo, Moro, Barbanera ci sta dentro di brutto. Peccato non ci sia in 2MMN. E' caratterizzato proprio bene. peccato, veramente.
Saludos!
Eh, anche a me piace di più. Ma penso che sia stato comunque meglio pubblicare l'altra versione, più in linea con la continuity della saga.
EliminaIl Moro