Lucia Patrizi ha un blog che io seguo poco non andando pazzo per il genere di cui si occupa, ma che vi consiglio se siete amanti dell'horror: su ilgiornodeglizombi troverete recensioni dettagliatissime lasciate non solo da un'esperta di cinema, ma anche da una persona che ama incondizionatamente questo genere.
Ma Lucia non agisce solo sul blog, e il suo primo romanzo, My little moray eel, fu una piacevole sopresa: un libro molto bello, delicato, malinconico, con quasi nulla di ciò che solitamente si associa al genere a cui l'autrice è affezionata. Mi è piaciuto molto, e ne feci una recensione qui.
Questo Il posto delle onde è il suo secondo e per ora ultimo romanzo. E' decisamente più corposo del precedente (quasi il doppio, direi), e stavolta siamo più vicini all'horror... ma non solo quello, chiaramente.
Il libro è diviso in tre parti. Devo dire che nella prima parte ho avuto una certa sensazione di deja vu: le similitudini con il romanzo precedente sono davvero tante, forse troppe. A partire dalla struttura, con un capitolo dedicato al passato e uno al presente, al personaggio della protagonista, che non solo ricorda quella del primo libro come carattere e per il suo rapporto con il mare ma anche per i suoi particolari "amici": al posto di una murena gigante la nostra Alice ha per amici uno squalo e una pantera, ma senza la particolare "empatia" che era una sorta di superpotere per Sara. Semplicemente, sono suoi amici.
Notevoli similitudini anche nell'ambientazione: anche qui ci sono misteriose creature che sorgono dal mare, intenzionate a distruggere l'umanità, anzi, qualsiasi forma di vita sul pianeta.
Nella seconda parte cambia tutto: scopriamo delle verità che mettono in nuova luce ciò che credevamo di aver capito, ci allontaniamo dal mare per inoltrarci in un terribile deserto e il tutto prende dei toni decisamente più da horror-fantasy. Ci sono delle somiglianze con
ma non abbastanza da parlare di un'ispirazione diretta, credo piuttosto che ci sia dietro qualche influenza comune che mi sfugge.
C'è poi una terza e conclusiva parte, sulla quale non mi dilungherò oltre per non spoilerare.
In tutta questa apocalisse il tema principale, decisamente più importante di mostri giganti e bizzarri animali da compagnia, è il rapporto tra le due protagoniste. Sole alla fine del mondo, si aggrappano l'una all'altra come naufraghi a una zattera, in un rapporto di amore-dipendenza totale, un rapporto che viene mostrato mettendo in totale nudità davanti al lettore i sentimenti dell'una e dell'altra. Una più giovane, bisognosa di essere protetta ma allo stesso tempo desiderosa di poter essere e fare qualcosa di più, insofferente nei confronti dell'isolamento e della protezione stessa; l'altra più matura e forte, sia fisicamente che caratterialmente, che unisce all'amore tenero per la prima anche un sentimento quasi materno, una volontà di tenere al sicuro questo suo amore anche a costo di chiuderlo in una bolla. E, da entrambe le parti, la paura terribile di poter perdere l'altra, che però, anche nell'apocalisse, non è mai la "semplice" ed egoistica paura di restare soli.
Tirando le somme: Lucia scrive molto bene, sa toccare le corde giuste, e tra le pagine ci sono diversi momenti "alti", soprattutto per quanto riguarda i sentimenti delle due protagoniste e il rapporto tra di loro, che può raggiungere vette davvero emozionanti; ma purtroppo non riesco a metterlo allo stesso livello di My Little Moray Eel, che mi ha colpito di più.
Il che non toglie che sia comunque un libro molto bello e del quale mi sento di consigliare a tutti la lettura.
Potete acquistarlo qui, in ebook, a 2.99 €, o scaricarlo gratuitamente se siete abbonati al servizio Kindle Unlimited. Tranquilli che vale ben più di tre caffè.
Il Moro.
A me è piaciuto persino più di My Little Moray Eel :) In ogni caso Lucia Patrizi è una scrittrice da leggere a scatola chiusa!
RispondiEliminaSì, su questo concordo.
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