Il più grande fotomodello
di tutti i tempi è tornato!
Dopo che una
terribile tragedia ha sconvolto la vita sua e del suo più grande
amico e rivale, Hansel, Derek Zoolander si è ritirato a vita privata
per anni. Ma quando Billy Zane, che passava di lì per caso, gli ha
portato un invito a partecipare a un'importante sfilata della
stilista più in voga del momento, accetta tornare alle luci e alle
passerelle.
Riuscirà ad
affrontare la concorrenza dei colleghi più giovani? A ricucire il
rapporto con un figlio che stenta a riconoscere? A farsi la bella
agente dell'interpol fashion division che chiede il suo aiuto per
svelare il mistero dietro gli omicidi di Justin Bieber e altre
popstar? Che domande, ma certo, perché nonostante gli anni passati
lui è ancora bello bello bello in modo assurdo!
Zoolander 2 è un
seguito hollywoodiano, e come tale la sua formula è: esagerare ed
esasperare, e magari inserire un difficile rapporto con un figlio
adolescente in assenza della madre. Sì, nemmeno Zoolander ha potuto
sottrarsi a questa bizzarra legge hollywoodiana dei padri single.
E Zoolander 2
esagera, con una messa in scena degna di un grande film d'azione, con
una ancora più nutrita serie di celebrità a partecipare in
numerosissimi camei (meraviglioso quello di Benedict Cumberbatch), con una serie di stupidaggini più demenziali
che mai.
Eppure, eppure. Nel primo Zoolander la trama era più
coerente con sé stessa, più incentrata sul mondo della moda, e
anche la comicità era (un po') più intelligente. Qui si scade un po' troppo spesso in un demenziale privo di senso.
Zoolander 2 soffre anche di alcuni problemi di sceneggiatura, dei quali il più grave è la
"stupidità" del protagonista, che non è più costante
come nel primo episodio. Per un po' sembra quasi normale, poi ha
qualche battuta da idiota totale che sembra proprio appiccicata lì
solo per ricordare allo spettatore che è un idiota.
Anche il doppiaggio italiano sembra soffirire, ma ovviamente dovrei vederlo in lingua originale per esserne sicuro. Comunque si ha la sensazione che in diversi punti i personaggi non stessero dicendo quello che effettivamente gli sentiamo dire, soprattutto per quanto riguarda il cattivo Mugatu.
Fa ridere. Fa ridere molto, ci sono alcune trovate che fanno morire, ma non riuscirà a rimanere nella memoria come il primo episodio. Un punto in più perché è ambientato interamente a Roma (anche se stranamente nella Roma immaginata dal regista sembra possano circolare solo Cinquecento).
Se, come voto complessivo, non riesce a stare a livello di altre pellicole di Ben Stiller, come pure "risate" a mio parere si piazza comunque al terzo posto dopo Zoolander e Tropic Thunder.
Purtroppo non sono riuscito ancora a beccarlo. Ho preferito vedere altro... Ma spero tra oggi e domani
RispondiEliminaIn effetti in giro c'è di meglio.
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