Pacific Rim, siore e siori, il film più atteso del nuovo millennio da tutti i nerd che hanno più o meno la mia età.
La trama:
robottoni contro mostri giganti.
Perché, vi serve sapere altro?
La rete si divide in due riguardo a questo film: quelli che l'hanno adorato osannandolo e arrivando a definirlo "lo Star Wars del nuovo millennio", e quelli che li prendono per il culo perché "alla loro età come fa a piacergli 'sta roba".
Poi c'è anche qualcuno che non ne ha mai sentito parlare, ma a noi gente così non interessa. ;-)
Diciamo subito che a me è piaciuto, anche se non l'ho trovato un capolavoro indimenticabile.
Gli effetti speciali sono incredibili. Davvero, ormai possono farci credere qualunque cosa. Ritorno a un tema che ho già tirato fuori qualche altra volta: ma quelli di voi che hanno un bambino piccolo come fanno a spiegargli che quello che vedono sullo schermo non è vero?
Oltre ad avere una grafica impressionante, è eccezionale anche il design dei robot e dei mostri, la loro presenza scenica, tutti i particolari come pistoni, ingranaggi e parti meccaniche varie in movimento... Francamente mi sono esaltato quando ho visto lo jaeger cinese usare reattori sulla schiena per mantenere l'equilibrio.
Ma la cura nei dettagli, vera firma di Guillermo Del Toro, si vede non solo nei jaeger e nei kaiju. Ogni fotogramma del film è curato allo spasimo, dalla neve che cade alla ruggine sulle porte.
Da encomiare anche la scelta di rendere le scene d'azione comprensibili, in antitesi con la recente (e odiosa) tendenza a scazzare con la macchina da presa, restituendo allo spettatore niente più di un confuso vorticare di colori nella maggior parte delle scene di lotta dei film recenti (qualcuno ha detto Transformers?). Qui si capisce tutto, e senza esagerare in eccessivi rallenty alla Snyder (non che i robot si muovano molto in fretta, ma si può giustificare la lentezza con la necessità di mostrare quanto sono enormi).
Insomma, un film che, senza inventare nuove soluzioni o andare a ricercare stili troppo particolari, ci rende partecipi di un eccezionale spettacolo visivo con un fantastico uso dei colori, al quale contribuisce anche la potente colonna sonora.
Gli attori umani sono stranamente bravi, per un film di questo tipo. Le performance che ho preferito sono quelle dei due scienziati deficenti (tra cui Burn Gorman, noto per aver interpretato Owen Harper in Torchwood, serie che mi è piaciuta molto), e ovviamente il solito Ron Perlman.
Si sprecano le "strizzate d'occhio" agli adulti mai cresciuti che da ragazzini guardavano i cartoni di Mazinga e Goldrake all'ora della merenda (la spada, per la miseria! La spada!). Però, a differenza della mezza porcheria fatta da Gigetto Abrams con Star Trek - Into Darkness, qui queste non prevalgono sullo spettacolo e sono inserite qua e là sullo sfondo, come dovrebbero essere.
Ovviamente, qualsiasi buco logico, sia nella trama che nelle varie impossibilità fisiche, va a farsi benedire quando pensiamo "stiamo guardando un film con robottoni contro mostri giganti, santo cielo!". Sappiamo tutti che dei colossi del genere non riuscirebbero mai a stare in piedi. Ma chissene...
Ma ci sono anche delle note negative, eh sì.
Il primo quarto d'ora è il migliore del film. Un'apertura del genere esalta il mio piccolo nerd interiore come niente altro, quindi quando ti accorgi che il resto del film non è come l'inizio si può rimanere un po' delusi. Le carte migliori andrebbero giocate alla fine.
Proprio perché la trama in un film del genere non è importante, allora non ci provare proprio: perché inserire l'elemento del doppio pilota, quando poi è così poco utile ai fini della trama? Entrambi i piloti del Gipsy Danger hanno problemi legati ai ricordi che riemergono quando si interconnettono... e nella scena dopo non li hanno più. Punto. Ma allora non metterli dall'inizio, no?
Per l'inutile e oziosa rubrica Se l'avessi scritto io, avrei preferito togliere la storia del doppio pilota e mettere un combattimento in più (è per quelli che abbiamo tirato fuori i soldi per il cinema, no?), e magari approfondire quello che succede "intorno", nelle città sotto attacco, o il personaggio di Ron Perlman.
Infine, un po' più di ironia secondo me non avrebbe guastato. Limitarla ai soli personaggi degli scienziati rende questi stessi personaggi troppo "sopra le righe" rispetto agli altri, creando una stonatura.
Insomma, molto bello, ma secondo me avrebbe potuto essere migliore con qualche piccolo accorgimento.
Comunque consigliatissimo da vedere al cinema e poi rivedere nello splendore dell'alta definizione in un televisore adeguato (se non ne avete uno rubatelo).
Non l'ho visto in 3D, ma in genere in rete se ne parla abbastanza bene.
Alla prossima volta, nella quale parleremo del fumetto che fa da prequel al film: Pacific Rim: Tales from Year Zero.
Il Moro
Premetto che non l'ho ancora visto... ma ci sto sentendo solo critiche positive.
RispondiEliminaLogicamente... se adori vedere robottoni che distruggono mostri dimensionali!
E guarda caso io li adoro...
Eh, senti dire che è bello perché è bello! :-p
EliminaIl Moro
Uhm... il doppio pilota (o triplo) vuol dire team, fiducia, affiatamento, e una necessità di lavorare in collettivo, elemento che per una volta riesce anche bene in un film dove nessun attore spicca in maniera esasperata (secondo me almeno) sugli altri...
RispondiEliminaMa vuol dire anche inserire una sottotrama riguardante la condivisione dei ricordi che non viene sfruttata a dovere. Dai, la scena prima lui
Elimina(SPOILER)
è pieno di problemi per aver "sentito" la morte del fratello e non vuole più salire su un jaeger, lei quasi fa una strage per essersi persa in un ricordo... scena dopo, tutto risolto, e senza alcuna giustificazione. E inoltre all'inizio dicono che i piloti devono avere affinità, meglio se parenti stretti, poi ne mettono insieme due che non si sono mai visti prima e va che è una meraviglia. Ci sono delle cose che non vanno.
(FINE SPOILER)
Per me, questa del doppio si doveva o approfondirla di più, allungando però il film, o toglierla del tutto, facendoci godere di un quarto d'ora in più di sempre bene accette mazzate ignoranti.
Il Moro