Partiamo con la trama del terzo film della saga dei MIB, iniziata ben 15 anni fa.
L'alieno Boris L'Animale evade dopo 40 anni di prigionia da una prigione di massima sicurezza sulla luna. Deciso non solo a vendicarsi di chi l'ha imprigionato ma anche a dare una possibilità alla sua razza di conquistare la Terra, si impadronisce di un dispositivo che gli consente di viaggiare nel tempo e torna negli anni '60 per uccidere K (Tommy Lee Jones).
Boris riesce nella sua missione, e nel presente l'agente J (Will Smith) rimane l'unico a ricordarsi della sua esistenza, proprio mentre la flotta d'invasione degli alieni che avevano mandato in avanscoperta Boris arriva sulla Terra. J torna quindi a sua volta indietro nel tempo, per salvare il suo compagno e il mondo.
Pare che questo film sia nato sotto una cattiva stella. A quanto si dice, è stato messo in cantiere solo per riempire il buco lasciato dall'assenza dell'annunciato quarto episodio di Spider-Man ad opera di Sam Raimi. Le riprese sono iniziate prima che la sceneggiatura fosse completata, con conseguenti incomprensioni e litigi sul set, facendo anche lievitare i costi di produzione, che superano i 200 milioni di dollari.
Chiaramente inferiore al primo film della saga, (il secondo non me lo ricordo granchè, quindi immagino che non fosse tanto bello neanche quello) questo film si lascia guardare senza infamia e senza lode. L'idea dei Man in Black è ormai vecchia di 15 anni, si è cercato di darle una svecchiata inserendo i viaggi nel tempo. Personalmente non la trovo una grande idea. La mitologia dei MIB mi sembra già abbastanza vasta, senza bisogno di andarsi a ficcare nel ginepraio dei viaggi nel tempo. Possibile che non siano riusciti a inventarsi qualcosa di più attinente alla storia dei Men in Black? L'impressione è che sia stato fatto solo per non far lavorare troppo il povero Tommy Lee Jones...
No, non c'è. |
Non ci sono comprimari degni di nota, il film ruota interamente intorno Josh Brolin e Will Smith, che è il vero protagonista. Ma dov'è finito il cane?
La ricostruzione del 1969 è frettolosa e limitata. Oltre ai vestiti colorati (secondo me troppi, possibile che tutti si vestissero così?), il "cameo" di Andy Warhol, una breve gag sugli afroamericani e la storia dello sbarco sulla luna, c'è ben poco. Non basta accennare qualche elemento per farci sentire negli anni '60.
Tommy Lee Jones si vede poco, ma è vecchio e stanco, e sto parlando dell'attore, non del personaggio. Will Smith fa del suo meglio, ma l'attore più interessante è sicuramente quello che interpreta il giovane K, Josh Brolin, che riesce a mantenere le caratteristiche di burbero solitario del sè stesso anziano ammorbidendone gli spigoli.
La trama è poco originale, a parte qualche spunto qua e là, ma d'altronde sul viaggio nel tempo ormai si è già detto quasi tutto.
Il nuovo volto di K... o è più giusto dire il vecchio? |
Le gag sono fiacche, c'è poco da dire. Si sorride ogni tanto e solo grazie a Will Smith (mentre nei precedenti anche il personaggio di Tommy Lee Jones aveva una sua vena comica, senza parlare dei fantastici comprimari), ma non vi verrà mai da ridere davvero.
Da salvare c'è il solito stile "Men in Black" che avevamo apprezzato anche nei film precedenti: questa sensazione che gli alieni siano mischiati tra noi da sempre sotto mentite spoglie, e che siano fondamentalmente un po' scemi; la Terra vista come crocevia intergalattico e rifugio per decine di razze aliene, tutte bizzarre e dai tratti un po' trash e assolutamente irrealistici; il fatto che ogni stranezza del mondo sia spiegabile con influenze aliene; e i piccoli rimandi e citazioni sparsi un po' dappertutto (mai perdere d'occhio gli sfondi! Ad esempio, mentre in uno dei precedenti si diceva che Michael Jackson fosse un alieno, in questo è Lady Gaga a comparire su uno degli schermi della base segreta dei MIB, a Battery Park).
No, non avrete bisogno di questo per dimenticarvelo. |
Il Moro
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