sabato 25 agosto 2012

E quel famoso referendum che fine ha fatto?

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Facendo seguito al mio precedente post, visto che ne ho parlato, ci tengo a dire come è andata a finire.

Ovviamente, se volete sentirvelo dire da fonti più autorevoli di me basta che scriviate "referendum anti casta" su Google News.

Le firme raccolte sono 1.305.639, ben di più delle 500.000 necessarie per poter presentare la richiesta.

copincollo un pezzo di intervista:

“1.305.639 è un numero che racchiude un forte segnale politico” ha dichiarato Maria Di Prato, coordinatrice nazionale di Unione Popolare (unico componente il Comitato referendario). ”Un desiderio primario dei cittadini. Un desiderio forte e già palese ma ora, col conforto numerico, diventato  incontrovertibile. Un risultato che  dimostra in modo nitido il profondo solco creatosi tra classe politica e popolo. Un pieno dissenso dei cittadini tutti che non si sentono più rappresentati dagli attuali politici. Mai prima d’ora si era visto un movimento, che vive esclusivamente di autofinanziamento, conquistare un simile risultato”, sottolinea Di Prato.

A quanto pare, le firme dovrebbero essere valide. Vi ricordo la polemica scaturita dal fatto che le firme per un referendum non possono essere raccolte l'anno precedente alle elezioni. Eppure, il comitato organizzatore ha fatto esaminare la questione da 11 giuristi esperti di diritto costituzionale, che hanno dato il loro parere positivo in base a gabole burocratiche che, per una volta, potrebbero essere utilizzate per qualcosa a favore dei cittadini. Certo che potevano pure pensarci prima invece di andare a battagliare dopo.

A gennaio le firme verranno depositate in Cassazione, dove ne verrà controllata la validità, e poi passate alla Corte Costituzionale, che dovrà pronunciarsi sulla costituzionalità dell'intero procedimento... e dovrà farlo entro gennaio 2014. Solo allora si potrà cominciare a organizzare davvero il referendum.

Che dire, questo referendum deve ancora superare un bel po' di ostacoli e schivare un mucchio di polemiche. Se pure passerà, prima che se ne riparli ci vorrà talmente tanto tempo che ce ne saremo già dimenticati.
La speranza è che, visto il parere popolare, i parlamentari decidano di tagliarsi da soli quella fetta di stipendio, facendo risparmiare al paese anche i soldi del referendum. Abbiamo già visto che se la riforma passasse con i soldi risparmiati in un anno si coprirebbero a malapena le spese (ma ricordiamo anche che poi si continua a risparmiare anche gli anni successivi).


Il rammarico è che non sia passato l'altro referendum , quello proposto dal Comitato del Sole: se con questo si tagliano 3.500 euro al mese per parlamentare, con quello si andava a togliergliene oltre 12.000. Allora sì che ne sarebbe valsa la pena. Se i calcoli che ho fatto l'altra volta sono giusti (e sono il primo a dubitarne), se passa questa riforma andiamo a risparmiare 3-4 euro l'anno per contribuente. In pratica non cambia niente nè a noi nè a loro (con gli stipendi che hanno non sono 3500 euro in meno a fargli la differenza). Ma è andata così, perciò accontentiamoci.
Speriamo più che altro che sia un segnale forte per far capire alla nostra classe politica che proprio cretini non siamo, e che la misura è ormai colma.

3 o 4 euro l'anno in meno da pagare sono niente. Offri una birra a un amico. Eppure, se penso che adesso la sto offrendo a gente che, per sanare l'economia del paese, non sa fare altro che salassare i suoi cittadini, allora sì che mi girano le balle.

Abbiamo politici che per la maggior parte del tempo non fanno altro che fare finta di litigare tra loro, e quando si sentono in vena di lavorare alzano le tasse.
Un paio di esempi che mi fanno incazzare.
Come dice qui, il 75% del prezzo delle sigarette va allo stato. Questa scoperta è stata uno dei motivi che mi hanno spinto a smettere di fumare (all'epoca erano al 70%, se non ricordo male). E, se io posso pure non fumare, la benzina nella macchina la devo mettere, e lì le tasse sono al 60%.
Se diamo un'occhiata a Wikipedia, scopriamo che il prezzo della benzina in Italia è il terzo più alto d'Europa. Se le proporzioni fossero corrette e fosse con le tasse che si tiene su un'economia, la Germania dovrebbe pagarla il doppio di noi. Ma forse i loro governanti hanno la capacità di mandare avanti il bilancio in modo efficiente, con azioni più creative rispetto a pretendere i soldi dai loro cittadini.

Francamente, se posso fare a meno di pagare dei genialodi che per uscire dalla crisi non riescono a inventarsi niente di meglio che aumentare le tasse, lo farò. A fare il politico così siamo capaci tutti.

Il Moro


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