martedì 27 maggio 2025

Tre fumetti di Ercole: L'Eroe di David Rubin, Eracle di Edouard Cour, Hercule di Morvan-Looky-Thill

Salve a tutti, È il moro che vi parla!

Qualche anno fa dedicai una serie di articoli a Ercole, in occasione dell'uscita di due nuovi film dedicati al personaggio a breve distanza l'uno dall'altro. Questi sono gli articoli:

Ercole, supereroe senza calzamaglia (né altro) (prima parte delle avventure mitolologiche di Ercole)
Ercole, le dodici fatiche e un mucchio di gente che le prende (seconda parte delle avventure)
Ercole: un mito pieno di muscoli (tutti gli attori che hanno interpretato il corpaccioso eroe)
Ercole: brevi recensioni di qualche film a caso (Hercules - La leggenda ha inizio, Ercole al centro della Terra, Immortals)
Hercules - il fumetto (il fumetto da cui è tratto il film con The Rock)
Hercules il guerriero - recensione (il film con The Rock)

Ora riprendo quella serie di articoli per parlare di tre fumetti che ho letto ultimamente e che hanno di nuovo come protagonista il nerboruto eroe.


L'eroe, di David Rubin (2017) recensione

L'eroe, di David Rubin (2017)

David Rubin riscrive la storia di Ercole, tenendosi abbastanza fedele al mito, o meglio ai miti classici che lo riguardano. Ha però la felice intuizione di non ambientarlo nell'antica Grecia, ma in un regno senza tempo in cui convivono elementi antichi e moderni. Perché il tempo di Ercole è il tempo del mito, Ercole è il predecessore e l'archetipo di tutti gli eroi che sono venuti dopo di lui e quindi non può essere limitato ad agire in un momento preciso. La sua storia abbraccia tutta la Storia, trascendendola e diventando l'essenza stessa di tutte le storie di eroi.

L'eroe, di David Rubin (2017) recensione

Nei due volumi da oltre 300 pagine Ercole, o Eracle che dir si voglia, affronta di nuovo le sue dodici fatiche, non esattamente come l'ha fatto nel mito. Il fumetto si concentra soprattutto sul suo rapporto con Euristeo: entrambi appartenevano alla stirpe di Perseo, il Fato aveva decretato che il primo dei due a nascere arebbe diventato re di Tirinto e Micene e avrebbe dominato sull'altro. Zeus sperava in questo modo di far salire sul trono suo figlio Ercole, ma la gelosa Era fece in modo che il primo a nascere fosse Euristeo. Nel fumetto come nel mito è proprio Euristeo a ordinare a Ercole di compiere le sue fatiche, in accordo con Era e nella segreta speranza che Ercole ci lasciasse le penne.

Ma se il primo volume è "solo" bello, nel secondo la storia ha un'impennata che rende impossibile posarlo. Parte dal momento in cui (non ditemi che è spoiler, questa storia ha giusto qualche migliaio d'anni) Eracle, ingannato da Era, massacra sua moglie e i suoi figli, in un capitolo tra l'altro bellissimo.

L'eroe, di David Rubin (2017) recensione

La storia di Ercole è vecchia e insieme è nuova. David Rubin riesce a portare un mito vecchio di migliaia di anni nell'era moderna donandogli una freschezza che la fa sembrare una storia scritta ieri. C'è l'avventura, il sentimento, il dramma, la fantascienza, l'horror, gli odi infiniti e insensati di divinità immortali contrapposti all'eroismo disinteressato di un uomo che ha scelto la strada giusta per mantenerla fino alla fine. 

Si sa che i principali mercati del fumetto sono quello americano, giapponese, francese, italiano e argentino. Questo è probabilmente il primo fumetto spagnolo che leggo in vita mia, e di altri non credo di aver mai sentito parlare. Il fatto che questo sia riuscito a varcare i confini del suo paese per essere tradotto un po' dappertutto è un altro riconoscimento del suo valore.

Fatevi un favore e leggetelo.


Eracle, di Edouard Cour (2014) recensione

Eracle, di Edouard Cour (2014)

Anche in questo caso l'autore, il francese Edouard Cour, è sia ai testi che ai disegni, e questa è la sua opera prima.

Viene raccontato il mito di Eracle (ricordiamo che Ercole è la versione romana) il cui vero nome è Alcide. Eracle è un soprannome che significa "Gloria di Era", sul cui significato ci sono diverse spiegazioni, delle quali la più accettabile mi sembra essere questa: Eracle ha accettato di compiere le imprese ordinate da Euristeo perché così gli era stato indicato dall'oracolo di Delfi. L'oracolo gli ha detto che avrebbe dovuto compierle, appunto, "per la gloria di Era", probabilmente un altro dei modi subdoli con cui Era ha cercato di rovinargli la vita.

Eracle, di Edouard Cour (2014) recensione

La storia qui narrata è una trasposizione dei miti molto più fedele di altre che abbiamo visto in questa serie di articoli. L'ambientazione è quella descritta dai miti, nella quale mostri ed eroi semidivini convivono con gli umani in Grecia, e in cui gli dei non si fanno troppi scrupoli a intervenire nelle questioni umane. Perfino l'atteggiamento burbero, rozzo e scostante di Eracle, sebbene a prima vista possa sembrare una reinterpretazione moderna, non è troppo distante da come viene descritto nei miti. L'unica licenza poetica potrebbe essere nell'ordine degli eventi, che non mi sembra del tutto corretto, ma potrei anche sbagliarmi io.

Non si tratta comunque di una mera riproposizione delle imprese dell'eroe, perché l'autore va a scavare nei suoi sensi di colpa e nella sua frustrazione, uomo preso di mezzo nei giochi degli dei, costretto a compiere imprese assurde senza sapere bene a cosa possano servire. Per non parlare dei momenti in cui la rabbia provocata da Era lo sconvolge portandolo a distruggere ciò che gli è più caro. L'obbiettivo che si è posto, quello di diventare a sua volta un dio, è davvero così importante da giustificare tutto questo?

Eracle, di Edouard Cour (2014) recensione

I disegni sono di quelli che possono piacere o non piacere. Nessuna ricerca di realismo, quasi cartooneschi, ma che riescono a descrivere molto bene le scene d'azione e di brutalità. Bisogna un attimo abituarsi all'inizio, ma man mano che si va avanti si inizia ad apprezzarli.

Eracle di Edouard Cour mi è piaciuto meno di L'eroe di David Rubin, ma è comunque un ottimo fumetto nonché quello da leggere se si vuole leggere una versione a fumetti della storia di Ercole più vicina a quanto viene raccontato nei miti greci.



Hercule, scritta da Jean-David Morvan e illustrata da Looky e Olivier Thill, volumi 1-3 (2012) recensione

Hercule, scritta da Jean-David Morvan e illustrata da Looky e Olivier Thill, volumi 1-3 (2012)

C'è una cosa che dico spesso dei fumetti francesi, di quelli di fantascienza in particolare: belli da vedere ma poveri dentro, nonostante la loro evidente pretenziosità. Non vale per tutti, ma questa è l'esperienza che ho avuto io.
Hercule, che letto da un italiano fa ridere, è un esempio di questo assioma.

Siamo in un tempo non meglio precisato, non è detto che sia il futuro, piuttosto una specie di universo parallelo. Gli dei vengono qui chiamati Axiomatikos e probabilmente non sono vere divinità ma superumani potenziati in qualche modo ancora non chiaro. Gli umani normali vengono chiamati Sklave e gli ibridi tra le due razze, come Ercole, Merk. L'utilizzo di questi nomi non ha alcuna utilità oltre a confondere le idee, comunque possiamo dire che l'ambientazione ricorda più di un po' la serie di romanzi Ilium, di Dan Simmons
La storia di Hercule segue più o meno le vicende classiche. Tramite l'inserimento di un qualche chip di controllo remoto è stato costretto a uccidere la sua famiglia, ma gli viene detto da Hera che le loro memorie sono state salvate, quindi potrà resuscitarle se in cambio accetterà di compiere le famose 12 fatiche. Eccolo quindi presentarsi dal corrispondente cyberpunk di Euristeo e accettare incarichi.
Per ogni volume dei tre attualmente disponibili viene raccontata una fatica. Il leone di Nemea nel primo, l'idra di Lerna nel secondo e il cinghiale di Erimanto nel terzo. Le fatiche sono rielaborate in chiave fantascientifica. Se il leone è sempre un leone ma robotico, l'idra è un gruppo di cloni immortali con una mente condivisa, e la creatura di Erimanto, che non ha niente a che fare con un cinghiale ma a momenti ricorda piuttosto una cerva (vedo quindi un po' di confusione tra il cinghiale di Erimanto e la cerva di Cerinea), è invece un'aliena mutaforma di una razza in guerra con gli umani.
Immaginiamo quindi che i volumi previsti siano 12. Il primo è del 2012, il secondo del 2013, per il terzo abbiamo dovuto aspettare il 2017 e del quarto non si vede traccia all'orizzonte. Ecco un'altra caratteristica di molti fumetti francesi: si può dover aspettare anche anni tra un volume e l'altro. Di solito comunque le serie vengono portate a termine, ma magari il finale lo leggeranno i vostri figli.

Hercule, scritta da Jean-David Morvan e illustrata da Looky e Olivier Thill, volumi 1-3 (2012) recensione


Di fantascientifico non c'è solo l'aspetto grafico, sul quale torneremo, ma anche la trama è stata pesantemente rielaborata. Guerre con misteriosi alieni, complotti tra divinità, ribellioni tra la gente oppressa, militanti anarchici, questo genere di cose. Hercule è poi dipinto come una via di mezzo tra il tipico detective da storia noir, con tanto di cupi dialoghi interiori e bottiglia di whisky, e un mercenario spietato. Di certo non ha nemmeno un migliolo di "eroico", in compenso ha guadagnato una quantità di tatuaggi che lo fanno sembrare una specie di cartellone pubblicitario per qualche marca di birra.

Ma passiamo a parlare della parte grafica, a una prima occhiata assolutamente sontuosa, roba da spaccare la mascella. Macchinari, creature, volti, tutto è ritratto con disegni particolareggiatissimi e con colori che li fanno sembrare tridimensionali... perché lo sono!
Almeno credo, a guardare i disegni è evidente, ma spero comunque di non scrivere castronerie, non ho trovato informazioni precise al riguardo: tutti o parte dei disegni sono stati realizzati con software di modellazione 3D. In particolare i personaggi. Questo dovrebbe consentire di disegnare ogni personaggio nei minimi dettagli una sola volta, con un pesante utilizzo di texture, per poi spostarlo nelle posizioni richieste dalla scena, ridisegnando ogni volta, probabilmente, solo il volto, gli effetti di luce e magari gli sfondi, anche se anche quelli mi sembrano comunque figli della computer grafica. 
Sarà davvero così? Non posso esserne certo, ma questa è la sensazione, e quindi l'impressione è di stare guardando un incrocio tra un fumetto e un fotoromanzo ottenuto però invece che da fotografie da fermoimmagini di un film in CGI. Questo, francamente, può piacere o non piacere. A me buona parte di queste immagini sembrano statiche, come i baloon fossero stati appiccicati sopra a dei manichini in posa. Ma devo dire che mi è successo anche con altri fumetti francesi. Certo che da questo pezzo traspare tutto il mio amore per i fumetti d'oltralpe, vero? Comunque poteva andare molto peggio, ho visto esperimenti analoghi che si sono risolti in veri e propri disastri.

Hercule, scritta da Jean-David Morvan e illustrata da Looky e Olivier Thill, volumi 1-3 (2012) recensione

La parte grafica è interessante anche per vedere un fumetto con uno stile di disegno particolare e diverso dal solito. La trama ha qualche "francesata" tipo cose che non si capiscono e personaggi che fanno cose non si sa perché, ma mi è sembrata comunque molto meglio gestita rispetto ad altri fumetti fantascientifici francesi che ho letto. E anche le differenze con la "vera" storia di Eracle, i misteri da svelare da parte di questo nerboruto soldato/investigatore di questo mondo distopico, sono abbastanza intriganti da spingere a voler proseguire la lettura. Peccato che dei 12 volumi previsti ne siano usciti 3 dal 2012 a oggi, quindi meglio mettersi il cuore in pace.


In realtà i tre fumetti qui esaminati sono tutti interessanti, e che l'ultimo sia in sospeso è un peccato. E non è una cosa che dico spesso dei fumetti di fantascienza francesi. Se dovete sceglierne uno solo, però, scegliete quello di David Rubin, sicuri di non sbagliare.

Il Moro


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