Batman: White Knight è una miniserie in otto numeri, il primo dei quali è uscito in America nell'ottobre del 2017. L'autore, sia ai testi che ai disegni, è Sean Murphy, già autore di Punk Rock Jesus e Batman/Scarecrow: Year One, coadiuvato ai colori da Matt Hollingsworth.
La storia in breve: Joker guarisce dalla pazzia mentre Batman sclera di brutto.
Detta così sembra solo un Elseworld in cui Batman e Joker si scambiano i ruoli, ma in realtà c'è di più.
Cerchiamo di entrare più nel dettaglio senza spoilerare troppo.
Joker, grazie a delle pillole che forse ha creato lui stesso, guarisce dalla sua follia.
Ma solo dalla follia, non è che diventi un bravo ragazzo.
Intanto, però, complice il fatto che non è mai stato possibile incriminarlo direttamente per i suoi delitti più gravi, il Joker, il cui vero nome qui scopriamo essere Jack Napier (come nel film di Tim Burton del 1989), riabilita rapidamente la sua immagine pubblica. La follia si rivela in effetti essere stata un freno alla sua intelligenza, e il suo naturale carisma fa il resto, portandolo a concorrere per ruolo di membro del consiglio municipale.
Nel frattempo Batman diventa sempre più violento, un po' perché questa storia del Joker sta andando fuori dal suo controllo (e sappiamo che Batman è un maniaco del controllo), un po' per via di alcuni avvenimenti tragici che lo colpiscono profondamente. Questa sua deriva, un modo di agire sempre più irruento e l'evidente odio verso il nuovo beniamino del popolo Jack Napier, oltre a una campagna sottilmente infamante da parte di quest'ultimo, fanno sì che cittadini e polizia inizino a vederlo più come un problema che come un aiuto.
E' effettivamente un elseworld, quindi ambientato al di fuori della continuity regolare. Ma non si tratta di uno di quegli elseworld dove tutto viene stravolto profondamente, tipo rendendo Batman un vampiro o ambientandolo all'epoca vittoriana. Questa potrebbe essere tranquillamente una storia della serie regolare: l'ambientazione e i tratti storici e psicologici dei personaggi sono perfettamente rispettati. Solo che alcune cose che succedono, e che non rivelerò perché si tratta di colpi di scena, sono troppo drastiche e sarebbero impossibili da riassorbire nella continuity ufficiale. Inoltre ci sono alcune cose che stonano con la continuity, ad esempio quella del Joker che ha subito incriminazioni solo per crimini minori, oppure una Batgirl che qui è ancora una giovane Barbara Gordon.
Il personaggio di Jack Napier è tormentato, confuso, non è chiaro il fine ultimo delle sue azioni, sembra quasi che ci tenga davvero alla salute di Gotham ma che tutto il tempo passato nei panni del Joker lo spinga a continuare ad agire da "cattivo dei fumetti" in alcune circostanze.
Altrettanto ben caratterizzato è Batman: da quello che si conosce della sua psicologia e che è già stato mostrato in altre occasioni il suo tracollo psicologico sembra assolutamente credibile.
L'attenzione ai personaggi è proprio la caratteristica principale di questa bella storia, che mi sento di inserire tra le migliori storie dedicate al pipistrellone di Gotham.
Solo due cose non mi sono piaciute granché: il fatto che una questione rimanga irrisolta (una frase buttata lì da cui non si capisce se ci sia l'intenzione di fare un seguito o se sia solo una specie di chiusura a effetto, che ormai siamo troppo abituati alle storie di supereroi che non finiscono mai per davvero) e l'aspetto di Batman, che oltre ad avere un fisico assolutamente sproporzionato ha un costume veramente brutto, con delle specie di stivaloni da pesca inguardabili.
Batman e gli stivaloni da drag queen. |
Concludendo: lettura assolutamente consigliata per tutti i fan del cavaliere oscuro!
Il Moro
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La premesse mi piace molto, iden abbastanza originale. Purtroppo leggendo tante serie regolari, non riesco più a stare dietro a queste storie fuori continuity.
RispondiEliminaBella l'idea di usare il nome che aveva scelto Burton (anche se nella serie regolare non lo accetterei).
Ti dirò, per quanto sia bella la storia delle origini del Joker scritta da Alan Moore (ed è bellissima), per il personaggio preferisco la versione vista nel secondo film di Nolan: ogni volta che la racconta cambia, così tu non sai mai quale sia la verità. Il Joker mi piace come elemento di follia al di fuori di ogni classificazione e controllo, un'origine precisa mi sembra in qualche modo menomarlo.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaTe ne dico un'altra: io ho smesso di seguire le serie regolari per leggere solo più miniserie ed Elseworld. :-D
EliminaInteressante, sicuramente.
RispondiEliminaPeccato che sia un elseworld, al di là dalla citazione del film 1989 con l'identità del Joker.
Insomma, peccato che una storia così non sia uno special ufficiale.
Moz-
Il bello degli Elseworld è che possono permettersi cose che altrimenti non potrebbero essere riassorbite nella continuity.
EliminaAvevo letto la notizia della pubblicazione qualche tempo fa e dal tuo post sembra veramente una storia interessante. Speriamo che continuino a pubblicare storie, sopratutto perché un Joker in salsa "uomo comune" è molto intrigante.
RispondiEliminaSicuramente intrigante, ma personalmente preferisco le storie che iniziano e finiscono.
EliminaQuesta serie mi interessa moltissimo, molto probabilmente la recupererò più avanti :D
RispondiEliminaBravo!
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