martedì 10 ottobre 2017

La mia su Blade Runner 2049

blade runner  2049 recensioneSalve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ok, cerchiamo di parlare di Blade Runner 2049 senza lanciare orribili spoiler. Me li tengo per la parte finale.

Cominciamo con il dire la cosa più importante: dopo Fury Road Probabilmente questo è il miglior sequel dell'era contemporanea di un film "vintage". E riuscire a dare un degno sequel a una cosa come Blade Runner non è da tutti.

Ora, giusto per farmi odiare da metà degli appassionati mondiali di fantascienza (l'altra metà non mi odierà ma si limiterà a considerarmi una brutta persona): non sono mai stato un fan sfegatato di Blade Runner. Riconosco la sua innegabile importanza storica per il cinema (ancora adesso lo copiano), e lo trovo un film molto bello,  ma se mi chiedete quali sono i miei film preferiti vi dico nomi diversi. Ciò non toglie che abbia letto anche Ma gli androidi sognano pecore elettriche? , il primo dei seguiti scritti da K.W. Jeter e un paio di fumetti, oltre ad aver giocato al gioco del 97 (potete controllare qui di cosa sto parlando).
Ciò detto, penso quindi di essere in grado di parlare del nuovo Blade Runner 2049 senza pregiudizi di sorta.
E quello che dico è: molto bello.


È un film lento, molto lento, tanto quanto il primo, forse anche di più. Ma è un lento particolare, che non pesa. Un po' perché il film ha una fotografia della madonna, quindi ogni immagine è un quadro, e se ti viene dato un po' più di tempo per ammirarlo tanto meglio. Un po' perché Ryan Gosling ha questa strana capacità, già vista in Drive, di calamitare l'attenzione anche se il regista tiene la macchina puntata sulla sua faccia monoespressiva per mezzo minuto di fila.

E poi ci sono le maestose scenografie filmate in modo incredibile da un Villenouve mai così bravo. Gli scorci di futuro che ci ha mostrato Ridley Scott vengono qui ampliati e aggiornati a un mondo che è andato avanti di trent'anni, senza mai tradire l'iconografia originale, anzi portandola avanti.

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E che dire delle musiche, ricalcate da Hans Zimmer su quelle originali di Vangelis, che non fanno che aggiungere epicità e maestosità alla baracca.

A degli effetti speciali stupefacenti siamo ormai abituati, ma lasciatemi dire che questi sono sopra la media, fantastici in un paio di scene, in una in particolare da bocca aperta.

A livello di sceneggiatura, non posso dire molto senza spoilerare (e lo farò più sotto) ma è intrigante e intricata, non facile da seguire, e ti costringe a ripensare ad alcuni passaggi e magari commentarli con gli amici all'uscita del cinema per essere sicuro di averli capiti bene. Tutt'altra cosa rispetto alla media dei film semplicissimi pieni di spiegoni che oggi sono purtroppo la maggioranza. Qui bisogna stare attenti a tutto, anche ai particolari (come alcune scritte....), ed è meglio non solo aver rivisto da poco il primo, ma anche aver visto i tre splendidi cortometraggi che hanno preceduto questo (tranne quello di Batista, quello ai fini della trama è abbastanza inutile). Tra l'altro, avete notato che il replicante maschio del cortometraggio Blade Runner: Blackout 2022 è uguale al replicante cattivo del videogame?

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Bello. Meraviglioso. Ma non un capolavoro.
Non può esserlo, perché è troppo derivativo. Non riesce ad aggiungere nulla di nuovo a quello che Blade Runner ha già detto e fatto vedere e sentire trent'anni fa. Esiste un cinema prima e uno dopo Blade Runner, e questo non ha la stessa forza innovativa ed espressiva (ma credo che nessun film possa averla, al giorno d'oggi).

E ora, andiamo con gli SPOILER. Non andate avanti a leggere se non avete visto il film perché sarò spietato!

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Ho trovato le due scene con l'ologramma semplicemente MERAVIGLIOSE. Sia dal lato visivo che da quello puramente narrativo. Notiamo la corrispondenza tra Deckard che, da umano (forse) si innamorava di un androide, e K che, da androide, si innamora di un essere ancora più artificiale. Un essere virtuale perfetto, che non sai come giudicare. È così splendida, così vera nelle sue azioni e parole, che non si può non pensare che abbia anche lei una coscienza. E poi vedi i suoi cartelloni pubblicitari: "tutto ciò che vuoi sentirti dire". Da brividi.
La scena di "sesso" in cui è coinvolta è un prodigio di effetti speciali, ed è seconda solo all'apparizione della replica di Rachel.
È vero che ormai non sei nessuno se non hai una replica digitale di un attore più giovane nel cast (abbiamo già visto Schwarzenegger, Michael Douglas, Kurt Russell, Carrie Fisher...) ma credo che questo livello di perfezione non sia mai stato raggiunto.

E Harrison Ford, allora? È un replicante o no? La risposta è "probabilmente sì", ma lo sceneggiatore è stato abile a mantenere ancora un minimo di dubbio, giusto per venire incontro a chi ha visto solo una delle tre versioni di Blade Runner.

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E che significato può avere il fatto che l'unico replicante  "nato" sia un essere debole e imperfetto, costretto a vivere isolato dal mondo? Carino comunque che Wallace stesse muovendo mari e monti per trovarla, senza sapere che lavorava per lui...

Insomma, la sceneggiatura ripropone, modernizzandoli, i temi già visti nel prequel, mettendoli al servizio di un gran film.

L'unica cosa che forse stona un po' in tutta questa bellezza è un certo senso di incompletezza della trama: alla fine del film non ci è dato sapere se e come scoppia 'sta ribellione, che cosa ha intenzione di fare Wallace oltre a continuare a parlare come un pazzo, insomma, c'è quella sensazione che danno più o meno tutti i blockbuster moderni: eccoli lì che vogliono farne un altro.

Questa è secondo me una delle pochissime cose che non vanno (un'altra è che a volte questa lentezza è davvero eccessiva) in un film che è comunque magnifico.

Il Moro.

5 commenti:

  1. Blade Runner non è mai rientrato nel novero neppure dei miei cult. Forse per questo mi sono goduta così tanto il sequel?
    Anche della trama non mi sono preoccupata più di tanto, anche se il dubbio che vogliano farne un terzo è venuto anche a me... o magari un'altra serie di corti, chissà.

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    1. Certo che però un po' mi manca la sensazione di uscire dal cinema dopo aver visto un film "finito"...

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  2. Lo considero un film ben riuscito, davvero una bella sorpresa!

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