venerdì 6 luglio 2018

Hydrostasis, di Mirko Dadich

hydrostasis mirko dadichSalve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Questa è una recensione su commissione, nel senso che l'editore del libro mi ha contattato fornendomi una copia digitale gratuita e chiedendomi in cambio una recensione. Felice di ottemperare come sempre, con il solito disclaimer: questo tipo di recensioni continueranno ad essere del tutto imparziali finché insieme ai libri non inizieranno ad arrivare anche dei soldi! ;-)

Hydrostasis è una raccolta di racconti pubblicata all'interno della collana Altrisogni presenta, che raccoglie alcuni racconti presentati precedentemente sulla rivista Altrisogni e altri inediti, tutti a opera del giovane autore ravennese Mirko Dadich.

I primi tre sono racconti brevi, fulmini, spiazzanti; mondi creati con poche sapienti pennellate, sufficienti per preparare il lettore al chiodo che gli si pianta nel cuore sui finali.



Poi abbiamo il racconto lungo che dà il titolo alla raccolta, che parla di un'umanità che ha accettato l'aiuto di creature provenienti dal profondo del mare, molto più evolute tecnologicamente. In cambio delle meraviglie portate dai "Ricci", però, ha smarrito parte di sé stessa, divenendone succube e arrivando ad accettare compromessi immorali. Compromessi che si riveleranno tristemente inutili.

Gli ultimi racconti sembrano essere parte di un ciclo, raccontando parti di una storia futura in cui l'umanità è stata costretta a "sublimare" con l'aiuto di una civiltà aliena per evitare un'estinzione di massa, rinunciando al corpo fisico per divenire pura mente, tradotta in dati e salvata in inimmaginabili server.
Il tema dell'aiuto alieno, benevolo ma in grado di rendere l'uomo diverso da ciò che è o che dovrebbe essere, ritorna anche qui. Peccato per un certo senso di incompletezza: se davvero questi racconti vanno intesi come un unico ciclo a raccontare uno scorcio di "storia futura"  (i collegamenti tra i racconti sono evidenti, ma fugaci, come se l'autore fosse indeciso tra unirli effettivamente o più semplicemente basarli tutti su una stessa idea di fondo), allora questa storia viene lasciata in sospeso, danno la sensazione che dovrebbe esserci qualcos'altro. Forse Dadich ha intenzione di completare questo ciclo, se davvero lo è, ma in questo caso sarebbe stato meglio creare una raccolta apposita con il ciclo completo.

L'apocalisse è il tema portante. Apocalisse in corso, già avvenuta, o prossima. Dadich concede al lettore pochissime speranze, i suoi racconti sono cupi, tragici. Anche quando sembra esserci una salvezza a portata di mano, per raggiungerla l'umanità è costretta ad accettare di rinunciare a sè stessa, oltre a dover per forza contare su un aiuto esterno, incapace com'è di risolvere da sola i suoi problemi.

Dopo aver letto i primi quattro racconti ho buttato giù queste righe, da tenere da parte per la recensione:

Parlando dei migliori scrittori di racconti di fantascienza i primi nomi che mi vengono in mente sono: Richard Matheson, Fredric Brown, Ray Bradbury, Robert Sheckley. Dadich non raggiunge questo livello di genialità, originalità e forza iconica, non ha l'ironia di Brown e Sheckley né la profonda conoscenza della crudeltà insita nell'animo umano di Matheson, ma sicuramente ha l'anima e il cuore di Bradbury.

Ecco, forse gli ultimi racconti, quelli riuniti sotto il titolo Dopo il lampo, sono meno belli dei primi quattro, ma rimane valido il paragone con Bradbury per i primi.
Mi sento quindi di consigliare senza riserve questa raccolta, felice di aver scoperto un autore di fantascienza così bravo.

Potete trovarlo su Amazon,
oppure sul sito dell'editore, dbooks.

Il Moro

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