martedì 21 febbraio 2017

La storia dei tre Adolf, di Osamu Tezuka - recensione

recensioneSalve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Universalmente riconosciuto come il più importante fumettista e animatore della storia giapponese, Osamu Tezuka ha vissuto la seconda guerra mondiale, anche se non vi ha combattuto: all'epoca era infatti un ragazzino che frequentava le scuole medie. Ma il ricordo della paura provata durante i raid aerei l'ha segnato per tutta la vita, tornando più volte nei suoi manga ma, soprattutto, nell'opera che è da molti considerata il suo capolavoro, e cioè La storia dei tre Adolf, pubblicata per la prima volta nel 1983.

I tre Adolf sono Adolf Kaufmann, figlio di una giapponese e di un membro del consolato tedesco, e Adolf Kamil, anch'egli di origini tedesche, ma dai genitori ebrei. Il terzo è, ovviamente, Adolf Hitler.
Ma è anche la storia di Soehi Toge, giornalista giapponese inviato ad assistere alle olimpiadi in Germania, che scopre che suo fratello Isao è stato ucciso per aver scoperto un terribile segreto riguardante il Fuhrer...



L'intera vicenda gira intorno a dei documenti che svelano l'origine ebrea di un nonno di Hitler, segreto che se rivelato porterebbe a uno scandalo tale da costringere il fuhrer a dare le dimissioni.
Inizialmente, alle parti con protagonista Toge alle prese col mistero della morte del fratello si alternano alle vicende dei due ragazzi, prima amici, poi divisi dall'odio scatenato dal nazismo... Poi, più avanti, le loro vite si separeranno e si intrecceranno più volte, in una girandola di eventi fortuiti uniti a un complesso gioco di conseguenze.

Recensione


Affrontare temi come la seconda guerra mondiale e il nazismo, per un autore, presenta diversi rischi. potresti essere troppo retorico, o troppo poco, potresti esagerare col dramma o al contrario non dargli la giusta importanza, e poi rischi anche di non riuscire a dire nulla che non sia già stato detto.
La trama, in effetti, non è originalissima. I due amici da ragazzini, poi resi nemici dall'età e dalle ideologie, è un tema che conosciamo bene, sebbene forse nel 1983 potesse non essere ancora così abusato. E poi, dal nostro punto di vista occidentale, può essere una novità sentir raccontare gli scontri e i bombardamenti dalla parte dei giapponesi.

Osamu Tezuka


Cionostante si tratta di una storia epica per un manga importantissimo, con punte davvero elevate, e che posso dire di non aver mai trovato in altri manga (non che ne abbia letti così tanti), e di cui non parlerò per non spoilerare.
I disegni, poi, fanno il loro mestiere per rendere la storia più interessante. Lo stile di Tezuka è più adatto a un fumetto umoristico che a uno realistico, e sebbene qui abbia cercato di contenersi dando al tutto un taglio più realistico ogni tanto gli "scappa" qualcosa che ricorda i suoi lavori più scanzonati, come la resa grafica dei due cattivi che danno la caccia a Toge, o alcune scene qua e là, come quando per lo stupore un personaggio fa un salto sulla sedia tanto alto da sfondare la parte alta della vignetta, o gente che corre in posizioni assurde.
Questo stile, che fa un contrasto che può piacere o non piacere, risulta però incredibilmente adatto per la resa di Hitler, quando si infervora in un dialogo o un discorso. I tratti deformati seguendo i movimenti, come le mani più grandi quando le batte sul tavolo o la bocca enorme quando grida, fanno di Hitler un personaggio più "vivo" di qualsiasi altro. Se fosse un film diremmo che l'attore che lo iinterpreta merita l'Oscar.

Adolf Hitler Tezuka


Insomma, una grande storia, dal sapore a volte un po' già visto, ma comunque un capolavoro del fumetto giapponese. Da leggere da parte di chi pensa che il manga sia solo Dragonball o One Piece.

Il Moro

7 commenti:

  1. Ne ho letto uno o due volumi, era la metà degli anni '90 (credo 1997).
    Poi non ho mai terminato l'opera, i volumi si trovavano solo in fumetteria e per me era difficoltoso arrivarci.
    Comunque sì, lo stile di Tezuka è particolare, crea quasi contrasto (vedi anche la short story Joe e il capitano)

    Moz-

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  2. Capolavoro del fumetto non solo giapponese! Tezuka è un maestro...

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  3. Ecco quando parli di Hitler reso come un attore da Tezuka hai azzeccato in pieno la filosofia del mangaka. Tezuka infatti vedeva quasi tutte le sue opere come una serie di film ed i suoi personaggi come "attori" ed infatti spesso riutilizzava le stesse facce, le stesse fisionomie in più fumetti.

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