Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Non avevo intenzione di farla diventare una rubrica fissa, ma di argomenti per il blog c'è sempre bisogno, quindi perché no? Parliamo del terzo numero di Orfani.
Continua la sagra delle citazioni, che a me francamente stancano. Oltre a quelle ammesse da Roberto Recchioni sul suo blog, personalmente ho individuto un'altra citazione da Starship Troopers nella vasca rigenerativa, identica a quella che si vede nel film.
Ora, io dico, come ho già fatto in passato, qualche citazione ci sta anche bene, ma basare un fumetto intero su quelle no. Anche perché la parte nel passato continua ad assomigliare a un mix tra Starship Troopers e Il gioco di Ender e quella nel presente solo più a Starship Troopers con i supersoldati (che comunque c'erano anche nel film, ricordate che sembravano tutti un po' più forti e veloci del normale?).
Sedetevi con noi e facciamo quattro chiacchiere. No, la birra non ve la paghiamo.
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lunedì 30 dicembre 2013
venerdì 27 dicembre 2013
Frozen - Il regno di ghiaccio, recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Giusto per dimostrare che sono un uomo di parola, dopo aver giurato di NON andare MAI a vedere Frozen in questo articolo, sono andato lo stesso.
D'altronde, il 26 bisogna andare a vedere un film natalizio, no? Sempre meglio del cinepanettone.
Parlando del film, Frozen - Il regno di ghiaccio (in originale semplicemente Frozen) è il film Disney per il natale 2013.
Vagamente ispirato alla fiaba La regina delle nevi di Hans Christian Handersen, si ambienta più o meno in Scandinavia, e questa volta le principesse sono due e sono sorelle. La più grande ha l'innato potere magico di creare e manipolare il ghiaccio, come Bobby Drake degli X-Men ma mooolto di più e meglio, che quello è sempre stato uno sfigato.
Il suo potere ha messo in pericolo di vita la sorellina quando erano piccole, per cui si è isolata nelle sue stanze nascondendo al mondo sè stessa e la sua capacità. Quando però le responsabilità vengono a reclamarla, per incoronarla regina, qualcosa va storto, e l'intero paese verrà stretto nella morsa del ghiaccio.
La regina cercherà allora un isolamento ulteriore tra aspre e solitarie montagne, e la sorella più giovane dovrà intraprendere un viaggio per salvare lei e l'intero regno.
Giusto per dimostrare che sono un uomo di parola, dopo aver giurato di NON andare MAI a vedere Frozen in questo articolo, sono andato lo stesso.
D'altronde, il 26 bisogna andare a vedere un film natalizio, no? Sempre meglio del cinepanettone.
Parlando del film, Frozen - Il regno di ghiaccio (in originale semplicemente Frozen) è il film Disney per il natale 2013.
Vagamente ispirato alla fiaba La regina delle nevi di Hans Christian Handersen, si ambienta più o meno in Scandinavia, e questa volta le principesse sono due e sono sorelle. La più grande ha l'innato potere magico di creare e manipolare il ghiaccio, come Bobby Drake degli X-Men ma mooolto di più e meglio, che quello è sempre stato uno sfigato.
Il suo potere ha messo in pericolo di vita la sorellina quando erano piccole, per cui si è isolata nelle sue stanze nascondendo al mondo sè stessa e la sua capacità. Quando però le responsabilità vengono a reclamarla, per incoronarla regina, qualcosa va storto, e l'intero paese verrà stretto nella morsa del ghiaccio.
La regina cercherà allora un isolamento ulteriore tra aspre e solitarie montagne, e la sorella più giovane dovrà intraprendere un viaggio per salvare lei e l'intero regno.
martedì 24 dicembre 2013
Buon natale!
salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Domani si cucina e si mangia, quindi niente post. Gli auguri allora ve li faccio oggi: per tutti voi un buonissimo natale, e se volete qualche spunto dell'ultimo minuto per decorazioni particolari (leggi: da nerd) date un'occhiata qui sotto:
Domani si cucina e si mangia, quindi niente post. Gli auguri allora ve li faccio oggi: per tutti voi un buonissimo natale, e se volete qualche spunto dell'ultimo minuto per decorazioni particolari (leggi: da nerd) date un'occhiata qui sotto:
sabato 21 dicembre 2013
Old Boy vs. Oldboy
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
In occasione dell'uscita del nuovo film di Spike Lee, mi sembra giusto tornare sulle opere da cui è tratto, così macino un po' di visite anche se il film non l'ho visto. :-p
Qui oggi apriamo quindi una parentesi su Old Boy, manga giapponese, e Oldboy, film sudcoreano (ma sul fatto che il titolo del film si scriva tutto attaccato ho trovato pareri contrastanti, secondo Imdb il titolo originale dovrebbe essere Ouldeboi).
La storia del manga è questa: un uomo viene rinchiuso per dieci anni in una prigione privata, senza che nessuno gliene spieghi il motivo. Sempre senza spiegazioni, viene improvvisamente liberato nel bel mezzo di Tokyo.
Nuovamente libero in un mondo che per dieci anni ha conosciuto solo grazie alla televisione che aveva in cella, il protagonista Goto cerca di ritrovare alcuni contatti con il suo passato e con il mondo stesso, mentre il suo rapitore continua a muovere le pedine del gioco malato in cui l'ha coinvolto. Goto troverà vecchi e nuovi amici, mentre il suo misterioso nemico disseminerà la sua strada di indizi, per costringere Goto a ricordare l'evento che ha scatenato la sua furia vendicativa.
In occasione dell'uscita del nuovo film di Spike Lee, mi sembra giusto tornare sulle opere da cui è tratto, così macino un po' di visite anche se il film non l'ho visto. :-p
Qui oggi apriamo quindi una parentesi su Old Boy, manga giapponese, e Oldboy, film sudcoreano (ma sul fatto che il titolo del film si scriva tutto attaccato ho trovato pareri contrastanti, secondo Imdb il titolo originale dovrebbe essere Ouldeboi).
La storia del manga è questa: un uomo viene rinchiuso per dieci anni in una prigione privata, senza che nessuno gliene spieghi il motivo. Sempre senza spiegazioni, viene improvvisamente liberato nel bel mezzo di Tokyo.
Nuovamente libero in un mondo che per dieci anni ha conosciuto solo grazie alla televisione che aveva in cella, il protagonista Goto cerca di ritrovare alcuni contatti con il suo passato e con il mondo stesso, mentre il suo rapitore continua a muovere le pedine del gioco malato in cui l'ha coinvolto. Goto troverà vecchi e nuovi amici, mentre il suo misterioso nemico disseminerà la sua strada di indizi, per costringere Goto a ricordare l'evento che ha scatenato la sua furia vendicativa.
mercoledì 18 dicembre 2013
Le più belle storie di zagor
Salve a tutti, é Il Moro che vi parla!
Dopo aver fatto il post sulle migliori storie di Tex, mi sembra giusto farne uno anche per le migliori storie di Zagor.
Peccato che qui la faccenda si complichi parecchio. In Tex ci sono molte storie ampiamente dimenticabili, fatte con lo stampino, soprattutto dall'inizio della gestione Nizzi, per cui è facile fare la classifica: quelle che mi ricordo sono le più belle.
Di Zagor, invece, me le ricordo più o meno tutte.
Zagor è stato più di ogni altro il fumetto della mia infanzia/giovinezza. Non so quanti mercatini dell'usato ho setacciato per completare la mia collezione.
Il bello di Zagor è la varietà: nonostante il periodo di ambientazione, la prima metà dell'800, le storie western sono solo una parte. Darkwood è uno scenario in grado di accogliere indifferentemente storie horror, fantasy, di fantascienza, di guerra, thriller, perfino di spionaggio, e molto altro. Ma, soprattutto, Avventura. Possibilmente mixata con tutto il resto.
Dopo aver fatto il post sulle migliori storie di Tex, mi sembra giusto farne uno anche per le migliori storie di Zagor.
Peccato che qui la faccenda si complichi parecchio. In Tex ci sono molte storie ampiamente dimenticabili, fatte con lo stampino, soprattutto dall'inizio della gestione Nizzi, per cui è facile fare la classifica: quelle che mi ricordo sono le più belle.
Di Zagor, invece, me le ricordo più o meno tutte.
Zagor è stato più di ogni altro il fumetto della mia infanzia/giovinezza. Non so quanti mercatini dell'usato ho setacciato per completare la mia collezione.
Il bello di Zagor è la varietà: nonostante il periodo di ambientazione, la prima metà dell'800, le storie western sono solo una parte. Darkwood è uno scenario in grado di accogliere indifferentemente storie horror, fantasy, di fantascienza, di guerra, thriller, perfino di spionaggio, e molto altro. Ma, soprattutto, Avventura. Possibilmente mixata con tutto il resto.
domenica 15 dicembre 2013
Guerra eterna, di Joe Haldeman - recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Guerra eterna è un romanzo di fantascienza del 1974, vincitore dei premi Hugo e Nebula. E si sa che, quando un romanzo li vince tutti e due, di solito si va abbastanza sul sicuro.
E questo vale anche per il romanzo di Joe Haldeman.
La storia: poco dopo l'inizio dell'era spaziale (negli anni '90, sigh...) l'umanità entra in guerra con la misteriosa razza dei taurani, guerra iniziata per motivi poco chiari.
Sulla Terra viene quindi instaurata la coscrizione obbligatoria, che prende i giovani dalle menti più brillanti e dai fisici più atletici e li trasforma in letali macchine di morte.
Seguiremo le vicende del giovane William Mandella, soldato riluttante e disilluso, che entra in guerra quasi dal suo inizio.
La guerra è fatta di scontri su pianeti lontani, quasi sempre terribilmente inospitali, combattuti dentro esoscheletri corazzati.
Esistono dei "portali" che permettono di raggiungere stelle lontanissime in poco tempo, ma sono pochi e pr andare da uno all'altro i viaggi si svolgono a velocità relativistica. Questo comporta che, mentre per i soldati passa relativamente (appunto) poco tempo tra una battaglia e l'altra, in realtà per il resto dell'universo sono passati anni, o decenni.
Quindi, oltre alle tematiche tipiche della space opera militare, qui Haldeman indaga anche sui problemi di questa sorta di "viaggio nel tempo" a una sola direzione. Quando i soldati tornano a casa, trovano che il mondo è andato avanti senza di loro. I loro parenti e conoscenti sono invecchiati o morti, e le mode e gli stili di vita sono cambiati talmente da rendere la Terra aliena quasi quanto i pianeti lontani su cui hanno combattuto.
Guerra eterna è un romanzo di fantascienza del 1974, vincitore dei premi Hugo e Nebula. E si sa che, quando un romanzo li vince tutti e due, di solito si va abbastanza sul sicuro.
E questo vale anche per il romanzo di Joe Haldeman.
La storia: poco dopo l'inizio dell'era spaziale (negli anni '90, sigh...) l'umanità entra in guerra con la misteriosa razza dei taurani, guerra iniziata per motivi poco chiari.
Sulla Terra viene quindi instaurata la coscrizione obbligatoria, che prende i giovani dalle menti più brillanti e dai fisici più atletici e li trasforma in letali macchine di morte.
Seguiremo le vicende del giovane William Mandella, soldato riluttante e disilluso, che entra in guerra quasi dal suo inizio.
La guerra è fatta di scontri su pianeti lontani, quasi sempre terribilmente inospitali, combattuti dentro esoscheletri corazzati.
Esistono dei "portali" che permettono di raggiungere stelle lontanissime in poco tempo, ma sono pochi e pr andare da uno all'altro i viaggi si svolgono a velocità relativistica. Questo comporta che, mentre per i soldati passa relativamente (appunto) poco tempo tra una battaglia e l'altra, in realtà per il resto dell'universo sono passati anni, o decenni.
Quindi, oltre alle tematiche tipiche della space opera militare, qui Haldeman indaga anche sui problemi di questa sorta di "viaggio nel tempo" a una sola direzione. Quando i soldati tornano a casa, trovano che il mondo è andato avanti senza di loro. I loro parenti e conoscenti sono invecchiati o morti, e le mode e gli stili di vita sono cambiati talmente da rendere la Terra aliena quasi quanto i pianeti lontani su cui hanno combattuto.
giovedì 12 dicembre 2013
Starship troopers 3 e 4
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Come promesso nel post precedente, parliamo degli ulteriori due seguiti del film di Paul Verhoeven tratto dallo storico romanzo Fanteria dello spazio di Robert A. Heinlein.
Starship Troopers 3 - L'arma segreta (2008) vede di nuovo Verhoeven tra i nomi, ma solo alla produzione, e un ritorno alla fantascienza in vece dell'horror del secondo episodio. Ritornano anche il protagonista del primo film e i telegiornali propagandistici. Alcuni sono davvo eccezionali, vedi quello d'apertura-La vanga è fantastica! XD
Allo stesso tempo, però, il tono ai limiti del demenziale degli annunci cozza con il tono più serioso del resto della pellicola.
La scena si sposta su un altro pianeta infestato dagli insettoni, che questa volta se la prendono con un mondo colonizzato da agricoltori umani (con buona pace degli interrogativi su come diavolo fanno a viaggiare da un pianeta all'altro), per poi passare su un altro pianeta dopo un naufragio.
Ci sono sviluppi interessanti sul ruolo della religione in questo mondo militarista, anche se i riferimenti a questo sono davvero "troppo" evidenti, e sul conflitto tra i "cittadini" (nel senso di coloro che hanno fatto ostanno facendo il servizio militare) e quelli che non hanno accettato di arruolarsi rifiutando l'indottrinamento della propaganda. Strano che i protagonisti siano di quelli che la propaganda se la sono bevuta dall'inizio alla fine, nonostante l'evidente ironia (troppo palese, davvero) che permea la pellicola e che si rifà a quella del primo film. Bisogna anche gradire l'inserimento degli esoscheletri presentati nel libro da cui la saga è tratta.
Come promesso nel post precedente, parliamo degli ulteriori due seguiti del film di Paul Verhoeven tratto dallo storico romanzo Fanteria dello spazio di Robert A. Heinlein.
Starship Troopers 3 - L'arma segreta (2008) vede di nuovo Verhoeven tra i nomi, ma solo alla produzione, e un ritorno alla fantascienza in vece dell'horror del secondo episodio. Ritornano anche il protagonista del primo film e i telegiornali propagandistici. Alcuni sono davvo eccezionali, vedi quello d'apertura-La vanga è fantastica! XD
Allo stesso tempo, però, il tono ai limiti del demenziale degli annunci cozza con il tono più serioso del resto della pellicola.
La scena si sposta su un altro pianeta infestato dagli insettoni, che questa volta se la prendono con un mondo colonizzato da agricoltori umani (con buona pace degli interrogativi su come diavolo fanno a viaggiare da un pianeta all'altro), per poi passare su un altro pianeta dopo un naufragio.
Ci sono sviluppi interessanti sul ruolo della religione in questo mondo militarista, anche se i riferimenti a questo sono davvero "troppo" evidenti, e sul conflitto tra i "cittadini" (nel senso di coloro che hanno fatto ostanno facendo il servizio militare) e quelli che non hanno accettato di arruolarsi rifiutando l'indottrinamento della propaganda. Strano che i protagonisti siano di quelli che la propaganda se la sono bevuta dall'inizio alla fine, nonostante l'evidente ironia (troppo palese, davvero) che permea la pellicola e che si rifà a quella del primo film. Bisogna anche gradire l'inserimento degli esoscheletri presentati nel libro da cui la saga è tratta.
martedì 10 dicembre 2013
HydroPunk - The Drowned Century: è uscito l'ebook!!
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Forse ricorderete che ne ho già parlato tempo addietro (quasi un anno, mannaggia!).
Per approfondimenti sul tema vi rimando alla pagina dedicata agli HydroPunk Archives sul blog di Mr. Giobbin, nella quale potrete trovare tutti i vari articoli che l'ideatore ha dedicato al tema.
Riassumendo, questo ebook nasce da un concorso letterario indetto dallo stesso Mr. Giobbin. Il compito degli autori era creare un racconto Hydro e Punk, che contenesse cioè tecnologie e suggestioni steampunk, dieselpunk, atompunk o laqualunquepunk, con un'ambientazione marina e conseguenti civiltà perdute atlantidoidi, mostri marini e quant'altro.
E noi autori ci siamo riusciti benissimo, ovviamente.
Qui trovate l'annuncio su Minuetto Express dell'uscita dell'ebook.
Il volume è disponibile nel formato ePub a questo link, e Mr. Giobbin ha già annunciato la prossima ucita della versione mobi su Amazon, per rendere la vita facile anche a chi ha un Kindle.
di seguito l'elenco dei racconti contenuti nella raccolta:
Mareah & Juliette, di Alessandro Forlani;
Tempi Interessanti, di Davide Mana;
Gli Acquanauti degli Oceani Boreali, di Mauro Longo;
Moby Dick Project, di Enzo Milano;
Sotto Pressione, di Gabriele Falciani;
L'Arcipelago di Ulisse, di Ariano Geta;
Nuovo Mondo, di Stefano Trevisan;
Caccia Grossa, di Massimo Mazzoni;
Gli Occhi del Mostro, di Moreno Pavanello;
Fuochi Fatui, di Francesca Rossi;
Imperius Rex, di Marco Montozzi;
Contro Natura, di Stefano Busato Danesi;
Scogliere, di Alessio Brugnoli;
La Caccia dell'Albatross, di Marcello Nicolini
Ah, ve l'ho già detto che è gratis?
Allora, cosa aspettate? Correte a scaricare, leggete e, se vi va, tornate qui a commentare!
-EDIT-
è uscita anche la versione mobi su Amazon, che però ha un prezzo di 0.89 euros, con come bonus la copertina di Marco Mottura e i primi capitoli di My little moral eel di Lucia Patrizi.
Lo trovate qui.
Il Moro
Forse ricorderete che ne ho già parlato tempo addietro (quasi un anno, mannaggia!).
Per approfondimenti sul tema vi rimando alla pagina dedicata agli HydroPunk Archives sul blog di Mr. Giobbin, nella quale potrete trovare tutti i vari articoli che l'ideatore ha dedicato al tema.
Riassumendo, questo ebook nasce da un concorso letterario indetto dallo stesso Mr. Giobbin. Il compito degli autori era creare un racconto Hydro e Punk, che contenesse cioè tecnologie e suggestioni steampunk, dieselpunk, atompunk o laqualunquepunk, con un'ambientazione marina e conseguenti civiltà perdute atlantidoidi, mostri marini e quant'altro.
E noi autori ci siamo riusciti benissimo, ovviamente.
Qui trovate l'annuncio su Minuetto Express dell'uscita dell'ebook.
Il volume è disponibile nel formato ePub a questo link, e Mr. Giobbin ha già annunciato la prossima ucita della versione mobi su Amazon, per rendere la vita facile anche a chi ha un Kindle.
di seguito l'elenco dei racconti contenuti nella raccolta:
Mareah & Juliette, di Alessandro Forlani;
Tempi Interessanti, di Davide Mana;
Gli Acquanauti degli Oceani Boreali, di Mauro Longo;
Moby Dick Project, di Enzo Milano;
Sotto Pressione, di Gabriele Falciani;
L'Arcipelago di Ulisse, di Ariano Geta;
Nuovo Mondo, di Stefano Trevisan;
Caccia Grossa, di Massimo Mazzoni;
Gli Occhi del Mostro, di Moreno Pavanello;
Fuochi Fatui, di Francesca Rossi;
Imperius Rex, di Marco Montozzi;
Contro Natura, di Stefano Busato Danesi;
Scogliere, di Alessio Brugnoli;
La Caccia dell'Albatross, di Marcello Nicolini
Ah, ve l'ho già detto che è gratis?
Allora, cosa aspettate? Correte a scaricare, leggete e, se vi va, tornate qui a commentare!
-EDIT-
è uscita anche la versione mobi su Amazon, che però ha un prezzo di 0.89 euros, con come bonus la copertina di Marco Mottura e i primi capitoli di My little moral eel di Lucia Patrizi.
Lo trovate qui.
Il Moro
domenica 8 dicembre 2013
Hunger Games - La ragazza di fuoco, recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
In passato abbiamo già parlato del primo film della saga di Hunger Games e del libro da cui è stato tratto. Fatto molto raro, il film mi è piaciuto più del libro, per le ragioni che ho già esposto nel post dedicato. Confermo quindi la sensazione che l'autrice Suzanne Collins avesse scritto o comunque pensato a un solo libro, allungandolo poi all'inverosimile con l'aggiunta di pipponi mentali e noiosissime questioni amorose per cavalcare l'onda twilightiana.
Per questa ragione, non ho letto il secondo libro (Catching Fire, 2009).
Contrariamente a quanto affermavo nella recensione precedente, però, il secondo film sono andato a vederlo al cinema, complice il fatto che il primo era piaciuto anche a mia moglie, e trovarci d'accordo sui film non è una cosa che capiti così spesso... XD
Diciamo subito che questo film mi è piaciuto più del primo. Qui abbiamo i nostri vincitori che devono fare una specie di "giro d'onore" dei vari distretti, e che loro malgrado si scoprono ispiratori delle prime avvisaglie di rivolta. Il presidente Donald Sutherland, quindi, cercherà di correre ai ripari screditando la figura di Katniss...
In passato abbiamo già parlato del primo film della saga di Hunger Games e del libro da cui è stato tratto. Fatto molto raro, il film mi è piaciuto più del libro, per le ragioni che ho già esposto nel post dedicato. Confermo quindi la sensazione che l'autrice Suzanne Collins avesse scritto o comunque pensato a un solo libro, allungandolo poi all'inverosimile con l'aggiunta di pipponi mentali e noiosissime questioni amorose per cavalcare l'onda twilightiana.
Per questa ragione, non ho letto il secondo libro (Catching Fire, 2009).
Contrariamente a quanto affermavo nella recensione precedente, però, il secondo film sono andato a vederlo al cinema, complice il fatto che il primo era piaciuto anche a mia moglie, e trovarci d'accordo sui film non è una cosa che capiti così spesso... XD
Diciamo subito che questo film mi è piaciuto più del primo. Qui abbiamo i nostri vincitori che devono fare una specie di "giro d'onore" dei vari distretti, e che loro malgrado si scoprono ispiratori delle prime avvisaglie di rivolta. Il presidente Donald Sutherland, quindi, cercherà di correre ai ripari screditando la figura di Katniss...
giovedì 5 dicembre 2013
Rivisto: Starship Troopers e tutta la sua sfilza di seguiti
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Quando ho saputo dell'uscita di un nuovo lungometraggio della saga (sì, questo articolo è vecchiotto, ce l'ho in canna da un bel po'), ho deciso di riprendere in mano il primo episodio, da me visto millemila anni fa.
Devo ammettere di non aver mai letto il libro, nonostante sia uno dei lavori più famosi della fantascienza anni '50: Heinlein mi ha sempre fatto dormire. torniamo quindi a parlare dei film.
Starship Troopers: nel futuro la Terra sarà orientata verso una civiltà filomilitare. Solo chi ha fatto i due anni di servizio militare (sia uomini che donne) può avere il rango di "cittadino" e i diritti che ne conseguono. Contemporanemanente, la Terra è sotto il costante attacco di una razza aliena di insettoidi che periodicamente provano a lanciare un meteorite dalla loro cintura di asteroidi verso il nostro pianeta (non ci è dato di sapere le motivazioni degli insettoni. Sono cattivi e basta).
Il film narra la storia di Johnny Rico, un ragazzo che decide di arroularsi nella fanteria spaziale. La prima metà del film racconta del suo periodo d'addestramento, dei rapporti con i compagni e della storia d'amore con Carmen, storia che finirà quando lei deciderà di arruolrsi nell'aviazione. In seguito ad un attentato particolarmente violento da parte degli insettoni la fanteria dello spazio viene inviata sul loro pianeta d'origine, e la seconda metà del film racconta la campagna d'assalto della fanteria sul suolo nemico, e la carriera militare di Johnny Rico.
Quando ho saputo dell'uscita di un nuovo lungometraggio della saga (sì, questo articolo è vecchiotto, ce l'ho in canna da un bel po'), ho deciso di riprendere in mano il primo episodio, da me visto millemila anni fa.
Devo ammettere di non aver mai letto il libro, nonostante sia uno dei lavori più famosi della fantascienza anni '50: Heinlein mi ha sempre fatto dormire. torniamo quindi a parlare dei film.
Starship Troopers: nel futuro la Terra sarà orientata verso una civiltà filomilitare. Solo chi ha fatto i due anni di servizio militare (sia uomini che donne) può avere il rango di "cittadino" e i diritti che ne conseguono. Contemporanemanente, la Terra è sotto il costante attacco di una razza aliena di insettoidi che periodicamente provano a lanciare un meteorite dalla loro cintura di asteroidi verso il nostro pianeta (non ci è dato di sapere le motivazioni degli insettoni. Sono cattivi e basta).
Il film narra la storia di Johnny Rico, un ragazzo che decide di arroularsi nella fanteria spaziale. La prima metà del film racconta del suo periodo d'addestramento, dei rapporti con i compagni e della storia d'amore con Carmen, storia che finirà quando lei deciderà di arruolrsi nell'aviazione. In seguito ad un attentato particolarmente violento da parte degli insettoni la fanteria dello spazio viene inviata sul loro pianeta d'origine, e la seconda metà del film racconta la campagna d'assalto della fanteria sul suolo nemico, e la carriera militare di Johnny Rico.
lunedì 2 dicembre 2013
Greystorm, recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Greystorm è una miniserie della Sergio Bonelli Editore pubblicata in 12 numeri, tra il 2009 e il 2010, ideata e sceneggiata da Antonio Serra, già autore di Nathan Never.
Siamo alla fine del 19esimo secolo, in Inghilterra. Il nobile, ricco e geniale Robert Greystorm costruisce, grazie anche al finanziamento del suo ingenuo amico Jason Howard, una fantascientifica macchina volante simile a un dirigibile, con il quale farà una spedizione in Antartide. Qui scoprirà fortuitamente un luogo dove con condizioni ambientali simili a quelle dell'era glaciale, e rinverrà il corpo mummificato di un uomo preistorico, che si rivelerà essere infettato da un misterioso parassita.
Quando torneranno in Inghilterra, Greystorm avrà ormai disceso la china della follia, sempre più ossessionato da sogni di conquista.
Oltre al suo genio, che gli consente di creare armi e veicoli fantascientifici per l'epoca, il parassita da cui è infettato, e che rivela avere a sua volta un'intelligenza altrettanto malvagia, gli dona misteriosi poteri mentali.
Greystorm è una miniserie della Sergio Bonelli Editore pubblicata in 12 numeri, tra il 2009 e il 2010, ideata e sceneggiata da Antonio Serra, già autore di Nathan Never.
Siamo alla fine del 19esimo secolo, in Inghilterra. Il nobile, ricco e geniale Robert Greystorm costruisce, grazie anche al finanziamento del suo ingenuo amico Jason Howard, una fantascientifica macchina volante simile a un dirigibile, con il quale farà una spedizione in Antartide. Qui scoprirà fortuitamente un luogo dove con condizioni ambientali simili a quelle dell'era glaciale, e rinverrà il corpo mummificato di un uomo preistorico, che si rivelerà essere infettato da un misterioso parassita.
Quando torneranno in Inghilterra, Greystorm avrà ormai disceso la china della follia, sempre più ossessionato da sogni di conquista.
Oltre al suo genio, che gli consente di creare armi e veicoli fantascientifici per l'epoca, il parassita da cui è infettato, e che rivela avere a sua volta un'intelligenza altrettanto malvagia, gli dona misteriosi poteri mentali.
venerdì 29 novembre 2013
Niceville, di Carsten Stroud
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Niceville è un libro dell'autore tedesco Carsten Stroud del 2012, che ho scoperto solo in seguito essere il primo di una trilogia ancora da scrivere. Purtoppo l'ho scoperto solo dopo, altrimenti avrei rimandato la lettura a quando fossero stati disponibili tutti e tre i volumi.
Intanto, beccatevi la trama:
Benvenuti a Niceville, una piccola cittadina del sud degli Stati Uniti, circondata dal verde delle colline, popolata di alberi e di antiche ville coloniali e… abitata dal Male. A Niceville, ogni famiglia nasconde un segreto. A Niceville, la gente sparisce nel nulla, e raramente se ne trova traccia. Per questo, quando Rainey, di soli dieci anni, scompare, tutte le forze di polizia locale si mobilitano, senza alcun indizio da seguire…
È solo il primo anello di una catena di avvenimenti che travolgeranno, nel giro di trentasei ore, la vita di molte persone. Nick Kavanaugh, un poliziotto con un lato oscuro, indaga, aiutato dalla moglie Kate, ma a Niceville il male sembra essere molto più forte degli uomini.
Niceville è un libro dell'autore tedesco Carsten Stroud del 2012, che ho scoperto solo in seguito essere il primo di una trilogia ancora da scrivere. Purtoppo l'ho scoperto solo dopo, altrimenti avrei rimandato la lettura a quando fossero stati disponibili tutti e tre i volumi.
Intanto, beccatevi la trama:
Benvenuti a Niceville, una piccola cittadina del sud degli Stati Uniti, circondata dal verde delle colline, popolata di alberi e di antiche ville coloniali e… abitata dal Male. A Niceville, ogni famiglia nasconde un segreto. A Niceville, la gente sparisce nel nulla, e raramente se ne trova traccia. Per questo, quando Rainey, di soli dieci anni, scompare, tutte le forze di polizia locale si mobilitano, senza alcun indizio da seguire…
È solo il primo anello di una catena di avvenimenti che travolgeranno, nel giro di trentasei ore, la vita di molte persone. Nick Kavanaugh, un poliziotto con un lato oscuro, indaga, aiutato dalla moglie Kate, ma a Niceville il male sembra essere molto più forte degli uomini.
martedì 26 novembre 2013
L'uomo d'acciaio, recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Finalmente sono riuscito a vedere questo L'uomo d'acciaio (Man of steel, 2013), il reboot della saga cinematografica di Superman per la regia di Zack Snyder e soggetto e sceneggiatura di David S. Goyer e Christopher Nolan.
Zack Snyder è un regista che non mi dispiace. Mi è piaciuto il suo remake di Zombi, L'alba dei morti viventi, anche se è colpevole di aer inaugurato il filone "Zombi che corrono", mi è piaciuto Sucker Punch e anche Il regno di Ga'Hoole. E mi sono piaciute anche le sue riduzioni fumettistiche, 300 e Watchmen. Sì, Watchmen era abbastanza pesante, eppure non penso fosse facile realizzare un film migliore da quel fumetto.
In questo L'uomo d'acciaio (come ne Il cavaliere oscuro, non compare il nome del protagonista nel titolo) Snyder finalmente rinuncia ai rallenty con cui usa riempire tutti i suoi film, e con i quali spesso esagera.
Ciononostante, questo è il suo film che mi è piaciuto di meno.
Finalmente sono riuscito a vedere questo L'uomo d'acciaio (Man of steel, 2013), il reboot della saga cinematografica di Superman per la regia di Zack Snyder e soggetto e sceneggiatura di David S. Goyer e Christopher Nolan.
Zack Snyder è un regista che non mi dispiace. Mi è piaciuto il suo remake di Zombi, L'alba dei morti viventi, anche se è colpevole di aer inaugurato il filone "Zombi che corrono", mi è piaciuto Sucker Punch e anche Il regno di Ga'Hoole. E mi sono piaciute anche le sue riduzioni fumettistiche, 300 e Watchmen. Sì, Watchmen era abbastanza pesante, eppure non penso fosse facile realizzare un film migliore da quel fumetto.
In questo L'uomo d'acciaio (come ne Il cavaliere oscuro, non compare il nome del protagonista nel titolo) Snyder finalmente rinuncia ai rallenty con cui usa riempire tutti i suoi film, e con i quali spesso esagera.
Ciononostante, questo è il suo film che mi è piaciuto di meno.
sabato 23 novembre 2013
Dead Set, recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Dead set è una miniserie televisiva britannica di soli 5 episodi, di cui il primo di 45 minuti e gli altri da 20 (più sigla e riassunto). Facendo il totale, è praticamente un film.
La trama la copincollo da Wikipedia perché non c'ho voglia:
A causa di una terribile epidemia i morti viventi seminano il panico in tutto il Regno Unito. La malattia si propaga a macchia d'olio e tra i pochi superstiti ci sono i concorrenti del Grande Fratello inglese, ignari di cosa stia accadendo. Sarà Kelly, l'assistente della produzione, a dare la sconvolgente notizia ai concorrenti che dovranno lottare per la loro sopravvivenza.
Dead set è una miniserie televisiva britannica di soli 5 episodi, di cui il primo di 45 minuti e gli altri da 20 (più sigla e riassunto). Facendo il totale, è praticamente un film.
La trama la copincollo da Wikipedia perché non c'ho voglia:
A causa di una terribile epidemia i morti viventi seminano il panico in tutto il Regno Unito. La malattia si propaga a macchia d'olio e tra i pochi superstiti ci sono i concorrenti del Grande Fratello inglese, ignari di cosa stia accadendo. Sarà Kelly, l'assistente della produzione, a dare la sconvolgente notizia ai concorrenti che dovranno lottare per la loro sopravvivenza.
mercoledì 20 novembre 2013
Orfani 2: Non per odio ma per amore, recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Proseguono le vicende degli Orfani della Bonelli, e di nuovo lo fanno su due linee temporali diverse: quella presa da Il gioco di Ender, con l'addestramento dei giovani guerrieri, e quella presa da Fanteria dello spazio, con l'esercito umano impegnato a conquistare un pianeta alieno.
Diciamo che la brutta impressione suscitata dal primo numero era dovuta soprattutto alle aspettative altissime che come un po' tutti gli appassionati riponevo in questo fumetto, conseguenza della campagna pubblicitaria e delle numerose acclamazioni di Recchioni come salvatore del fumetto italiano.
Ora che sappiamo com'è, possiamo ridimensionare le nostre aspettative. Visto in questa nuova ottica, il secondo numero mi è piaciuto di più del primo.
Innanzitutto, il gioco citazionista, seppur presente, è meno invasivo. Continuano a non esserci elementi di grande originalità, ma non dimentichiamo che si tratta di una serie di fantascienza militare, e quindi più o meno è lecito sapere cosa aspettarsi. Anche l'avventura sul mondo alieno inizia a prendere una piega un po' diversa da starship troopers, anche se quello che trovano alla fine mi sa tanto di già visto. Parecchie volte.
Proseguono le vicende degli Orfani della Bonelli, e di nuovo lo fanno su due linee temporali diverse: quella presa da Il gioco di Ender, con l'addestramento dei giovani guerrieri, e quella presa da Fanteria dello spazio, con l'esercito umano impegnato a conquistare un pianeta alieno.
Diciamo che la brutta impressione suscitata dal primo numero era dovuta soprattutto alle aspettative altissime che come un po' tutti gli appassionati riponevo in questo fumetto, conseguenza della campagna pubblicitaria e delle numerose acclamazioni di Recchioni come salvatore del fumetto italiano.
Ora che sappiamo com'è, possiamo ridimensionare le nostre aspettative. Visto in questa nuova ottica, il secondo numero mi è piaciuto di più del primo.
Innanzitutto, il gioco citazionista, seppur presente, è meno invasivo. Continuano a non esserci elementi di grande originalità, ma non dimentichiamo che si tratta di una serie di fantascienza militare, e quindi più o meno è lecito sapere cosa aspettarsi. Anche l'avventura sul mondo alieno inizia a prendere una piega un po' diversa da starship troopers, anche se quello che trovano alla fine mi sa tanto di già visto. Parecchie volte.
domenica 17 novembre 2013
Los Cronocrimenes, recensione
Salve a tuti, è Il Moro che vi parla!
Los Cronocrimenes, altrimenti noto come Timecrimes, è un film spagnolo di fantascienza del 2007, scritto e diretto da Nacho Vigalongo. E' il suo primo lungometraggio, grazie al quale ha vinto il Premio goya per il miglior regista esordiente.
Il tema è il viaggio nel tempo e i paradossi che questo comporta.
E' chiaramente un film girato con pochi mezzi. I pochi attori ci regalano interpretazioni dignitose ma non memorabili (anche il regista recita nella parte del tecnico). Vigalongo comunque riesce ad utilizzare bene la macchina da presa e le musiche per creare un'atmosfera di tensione, anche se proprio la natura del viaggio nel tempo ci fa capire cosa sta per succedere. Almeno per i primi tre quarti d'ora. Poi la storia si incasina, pur rimanendo assolutamente comprensibile, a patto che non ci si distragga troppo.
Los Cronocrimenes, altrimenti noto come Timecrimes, è un film spagnolo di fantascienza del 2007, scritto e diretto da Nacho Vigalongo. E' il suo primo lungometraggio, grazie al quale ha vinto il Premio goya per il miglior regista esordiente.
Il tema è il viaggio nel tempo e i paradossi che questo comporta.
E' chiaramente un film girato con pochi mezzi. I pochi attori ci regalano interpretazioni dignitose ma non memorabili (anche il regista recita nella parte del tecnico). Vigalongo comunque riesce ad utilizzare bene la macchina da presa e le musiche per creare un'atmosfera di tensione, anche se proprio la natura del viaggio nel tempo ci fa capire cosa sta per succedere. Almeno per i primi tre quarti d'ora. Poi la storia si incasina, pur rimanendo assolutamente comprensibile, a patto che non ci si distragga troppo.
giovedì 14 novembre 2013
Batman - Arkham City, recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Sì, io in queste cose arrivo sempre in ritardo.Quand'è che è uscito questo gioco, due anni fa? E nel frattempo è pure uscito il seguito, Arkham Origins. Eh, ma io ci ho giocato adesso, che ci volete fare!
Batman: Arkham City è un giocone (scusate il tecnicismo).
Lo schema di gioco è lo stesso del suo predecessore Batman: Arkham Asylum, quindi vi rimando alla precedente recensione. Anche qui Batman può, a seconda delle preferenze del giocatore (ma più spesso della situazione in cui si trova) pestare come un fabbro decine di nemici contemporaneamente o preferire un approccio stealth, nonché spostarsi da un palazzo all'altro con facilità a dir poco sovrumana e svolazzare in giro aprendo il mantello. Ha a disposizione un numero ancora maggiore di gadget fantascientifici, su tutti l'incredibile visore che qualsiasi corpo di polizia del mondo reale si sogna di notte. E' un Batman molto simile alla sua controparte fumettistica, forse non proprio la versione cupissima degli ultimi tempi, ma quella più action e investigativa.
Sì, io in queste cose arrivo sempre in ritardo.Quand'è che è uscito questo gioco, due anni fa? E nel frattempo è pure uscito il seguito, Arkham Origins. Eh, ma io ci ho giocato adesso, che ci volete fare!
Batman: Arkham City è un giocone (scusate il tecnicismo).
Lo schema di gioco è lo stesso del suo predecessore Batman: Arkham Asylum, quindi vi rimando alla precedente recensione. Anche qui Batman può, a seconda delle preferenze del giocatore (ma più spesso della situazione in cui si trova) pestare come un fabbro decine di nemici contemporaneamente o preferire un approccio stealth, nonché spostarsi da un palazzo all'altro con facilità a dir poco sovrumana e svolazzare in giro aprendo il mantello. Ha a disposizione un numero ancora maggiore di gadget fantascientifici, su tutti l'incredibile visore che qualsiasi corpo di polizia del mondo reale si sogna di notte. E' un Batman molto simile alla sua controparte fumettistica, forse non proprio la versione cupissima degli ultimi tempi, ma quella più action e investigativa.
lunedì 11 novembre 2013
Player One, di Ernest Cline - Recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Player One (Ready Player One, in lingua originale, e mi piacerebbe sapere perché non andava bene) è il primo romanzo di Ernest Cline, uscito originariamente nel 2010 negli USA. E finalmente sono arrivato a leggerlo anch'io, dopo che è stato recensito praticamente da chiunque nella blogsfera. Perché quindi lo recensisco anch'io? E perché no? :-D
Ernest Cline è un fanatico della cultura POP, basti dire che possiede una DeLorean modificata per assomigliare a quella che tutti noi abbiamo ben presente.
Il suo amore per questo tipo di cultura è evidente in questo romanzo: in un 2045 devastato dall'inquinamento, dalla sovrappopolazione e dalla crisi energetica, l'unico rifugio felice rimasto agli uomini è la realtà virtuale: OASIS, nato come videogioco MMO e sviluppatosi al punto di sostituire la stessa internet (ricorda molto OZ dell'anime Summer Wars, la cui recensione arriverà a breve. O forse non tanto breve).
Player One (Ready Player One, in lingua originale, e mi piacerebbe sapere perché non andava bene) è il primo romanzo di Ernest Cline, uscito originariamente nel 2010 negli USA. E finalmente sono arrivato a leggerlo anch'io, dopo che è stato recensito praticamente da chiunque nella blogsfera. Perché quindi lo recensisco anch'io? E perché no? :-D
Ernest Cline è un fanatico della cultura POP, basti dire che possiede una DeLorean modificata per assomigliare a quella che tutti noi abbiamo ben presente.
Il suo amore per questo tipo di cultura è evidente in questo romanzo: in un 2045 devastato dall'inquinamento, dalla sovrappopolazione e dalla crisi energetica, l'unico rifugio felice rimasto agli uomini è la realtà virtuale: OASIS, nato come videogioco MMO e sviluppatosi al punto di sostituire la stessa internet (ricorda molto OZ dell'anime Summer Wars, la cui recensione arriverà a breve. O forse non tanto breve).
venerdì 8 novembre 2013
Brad Barron, recensione della miniserie
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Brad Barron è stata la prima miniserie del "nuovo ciclo" della Bonelli.
L'autore della serie è Tito Faraci, già collaboratore di un mucchio di testate, tra cui anche alcune Disney e Marvel (da segnalare lo splendido PK).
La storia si svolge negli anni '50: la Terra viene invasa dagli alieni e Brad Barron, ex eroe di guerra, è tra coloro che vengono catturati e costretti a combattere in arene per divertire i capi dei Morb. Riuscirà ovviamente a fuggire, e si metterà in cerca della moglie e della figlia, disperse durante il primo attacco. Durante la sua ricerca verrà coinvolto in varie avventure, fino a diventare determinante nella lotta per la liberazione dell'umanità.
La serie si basa sui classici stereotipi dei film di fantascienza degli anni '50, nei quali è ambientata la vicenda, su tutti l'invasione di alieni antropomorfi e cattivissimi che atterarno sulla Terra per colonizzarla. I Morb, oltre a mettere in schiavitù la razza umana, contaminano anche l'ecosistema terrestre inserendovi numerose specie aliene, che a volte si fondono con quelle terrestri con effetti di solito devastanti, oltre che orribili.
Brad Barron è stata la prima miniserie del "nuovo ciclo" della Bonelli.
L'autore della serie è Tito Faraci, già collaboratore di un mucchio di testate, tra cui anche alcune Disney e Marvel (da segnalare lo splendido PK).
La storia si svolge negli anni '50: la Terra viene invasa dagli alieni e Brad Barron, ex eroe di guerra, è tra coloro che vengono catturati e costretti a combattere in arene per divertire i capi dei Morb. Riuscirà ovviamente a fuggire, e si metterà in cerca della moglie e della figlia, disperse durante il primo attacco. Durante la sua ricerca verrà coinvolto in varie avventure, fino a diventare determinante nella lotta per la liberazione dell'umanità.
La serie si basa sui classici stereotipi dei film di fantascienza degli anni '50, nei quali è ambientata la vicenda, su tutti l'invasione di alieni antropomorfi e cattivissimi che atterarno sulla Terra per colonizzarla. I Morb, oltre a mettere in schiavitù la razza umana, contaminano anche l'ecosistema terrestre inserendovi numerose specie aliene, che a volte si fondono con quelle terrestri con effetti di solito devastanti, oltre che orribili.
martedì 5 novembre 2013
"Una storia di masche" nella raccolta "Halloween all'italiana"!
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Come avrete notato dalla nuova copertina qui a destra, è disponibile un nuovo mio racconto in una prestigiosa raccolta, eh già.
Il noto sito "Letteratura Horror" ha indetto il concorso "Halloween all'italiana" per racconti horror. 124 sono i racconti pervenuti. Il vincitore è stato Dolcetto o scherzetto di Jaqueline Miu, secondo posto per Saggina di Matteo Pisaneschi e terzo per L'orrore sconosciuto di Giuliana Ricci.
Io non sono riuscito a salire sul podio, ma il mio racconto è tra i 50 selezionati per far parte dell'ebook finale.
Su questa pagina troverete l'elenco dei racconti selezionati.
Il mio racconto si intitola Una storia di masche.
Per chi non lo sapesse, le masche sono le streghe del folclore piemontese.
Sono presenti in molte zone del Piemonte, e le tradizioni che le riguardano sono spesso diverse tra loro, a volte addirittura contraddittorie.
A volte benefiche guaritrici, più spesso megere incattivite con il potere di effettuare la "fisica" (incantesimo). Quasi esclusivamente femmine, possono però soggiogare al loro volere altre persone, anche uomini. In molte versioni, a differenza delle streghe classiche, non hanno rapporti col diavolo, e possono quindi entrare in chiesa e ricevere sacramenti.
Si dice che, per tenere lontano il malocchio operato dalle masche, si debba tenere fuori dalla porta un coccio di legno bruciato.
Se volete sapere qual è la mia versione di queste fattucchiere delle mie parti, non vi resta che comprare l'ebook.
sabato 2 novembre 2013
In Time, recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Torniamo alla fantascienza con questo In Time, film del 2011 diretto da tale Andrew Niccol (ha scritto soggetto e sceneggiatura di The Truman Show, mica cazzi) e interpretato da Justine Timberlake, come al solito molto più in gamba come attore che come cantante, insieme ad una tizia con gli occhi talmente grossi da dover farsi fare gli occhiali da sole su misura.
Il film è ambientato in un mondo parallelo, in cui si usa il tempo invece del denaro (sì, "il tempo è denaro", lo sappiamo). Ogni persona porta dentro di sè un timer che conta fino a zero: lo stipendio viene accreditato in ore o giorni di vita, i pagamenti avvengono dando tempo in cambio di merce, è anche possibile scambiarsi tempo semplicemente toccandosi i polsi. Una volta che si arriva a zero, si schiatta. Ma se si continua ad accumulare credito si può vivere indefinitamente, bloccati all'età di 25 anni.
La città (forse il mondo, non è chiario) è divisa in zone, che tengono separati i poveri, che vivono letteralmente alla giornata (raramente riescono ad accumulare più di una settimana di vita per volta con i loro miseri stipendi) e i ricchi che hanno accumulato migliaia, se non milioni di anni.
Il protagonista, abitante della zona più degradata, dove non è strano trovare cadaveri per terra con il timer fermo sullo zero, riceve in regalo da un ricco stufo della vita eterna un secolo di vita. Ansioso di trovare riscatto, si trasferisce nella zona "ricca", con l'intento di sovvertire le regole della società, oltre a spennare qualche riccastro a poker. Però la versione "temporale" della polizia lo scopre e inizia a dargli la caccia. Lui coinvolgerà nella fuga la figlia di uno dei riccastri... e basta, che se no ve lo racconto tutto.
Torniamo alla fantascienza con questo In Time, film del 2011 diretto da tale Andrew Niccol (ha scritto soggetto e sceneggiatura di The Truman Show, mica cazzi) e interpretato da Justine Timberlake, come al solito molto più in gamba come attore che come cantante, insieme ad una tizia con gli occhi talmente grossi da dover farsi fare gli occhiali da sole su misura.
Il film è ambientato in un mondo parallelo, in cui si usa il tempo invece del denaro (sì, "il tempo è denaro", lo sappiamo). Ogni persona porta dentro di sè un timer che conta fino a zero: lo stipendio viene accreditato in ore o giorni di vita, i pagamenti avvengono dando tempo in cambio di merce, è anche possibile scambiarsi tempo semplicemente toccandosi i polsi. Una volta che si arriva a zero, si schiatta. Ma se si continua ad accumulare credito si può vivere indefinitamente, bloccati all'età di 25 anni.
La città (forse il mondo, non è chiario) è divisa in zone, che tengono separati i poveri, che vivono letteralmente alla giornata (raramente riescono ad accumulare più di una settimana di vita per volta con i loro miseri stipendi) e i ricchi che hanno accumulato migliaia, se non milioni di anni.
Il protagonista, abitante della zona più degradata, dove non è strano trovare cadaveri per terra con il timer fermo sullo zero, riceve in regalo da un ricco stufo della vita eterna un secolo di vita. Ansioso di trovare riscatto, si trasferisce nella zona "ricca", con l'intento di sovvertire le regole della società, oltre a spennare qualche riccastro a poker. Però la versione "temporale" della polizia lo scopre e inizia a dargli la caccia. Lui coinvolgerà nella fuga la figlia di uno dei riccastri... e basta, che se no ve lo racconto tutto.
mercoledì 30 ottobre 2013
Avatar pubblicato da Origami Edizioni
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Forse avrete notato che tra i miei racconti pubblicati in rete, nella colonna qui a destra, è comparsa una nuova copertina, quella di AVATAR.
Visto che me lo sono già sentito chiedere, la parola avatar non l'ha inventata James Cameron, e quindi col film non c'entra una fava. Sapevatevelo.
Avatar ha partecipato al concorso "L'evoluzione della farfalla" per racconti fantastici indetto da Origami Edizioni. Non è arrivato primo, ma è stato tra i dieci selezionati per la pubblicazione (su 147 racconti pervenuti, quindi per me è già un bel risultato).
Forse avrete notato che tra i miei racconti pubblicati in rete, nella colonna qui a destra, è comparsa una nuova copertina, quella di AVATAR.
Visto che me lo sono già sentito chiedere, la parola avatar non l'ha inventata James Cameron, e quindi col film non c'entra una fava. Sapevatevelo.
Avatar ha partecipato al concorso "L'evoluzione della farfalla" per racconti fantastici indetto da Origami Edizioni. Non è arrivato primo, ma è stato tra i dieci selezionati per la pubblicazione (su 147 racconti pervenuti, quindi per me è già un bel risultato).
martedì 29 ottobre 2013
Deadlight, recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Oggi vi presento Deadlight, videogioco per pc (disponibile anche per Xbox360) sviluppato dai Tequila Works, un team indipendente (o quasi) formato da un mucchio di persone, molte delle quali con un passato all'interno di grandi major.
La trama non è niente di che: apocalisse zombi, gruppo di sopravvissuti in quel di Seattle, uno di loro all'inizio viene separato dagli altri e cerca di raggiungerli nella Zona Sicura, dove gli ultimi militari superstiti accolgono i civili.
Ci sono sviluppi successivi della trama, legati sia al passato del protagonisa, Randall Wayne, sia a quello che troverà durante il suo viaggio... Tutto talmente già stravisto che anche solo un minimo accenno vi farà già intuire il finale, quindi evito (posso dire di aver capito come sarebbe finito dopo la prima mezz'ora di gioco, su un totale di circa cinque).
L'unica cosa originale che ho notato è che invece di chiamarsi "zombi" le creature si chiamano "ombre". Ma perché? Mah.
Comunque, visto che si tratta di un gioco basato sull'azione, andiamo oltre.
Oggi vi presento Deadlight, videogioco per pc (disponibile anche per Xbox360) sviluppato dai Tequila Works, un team indipendente (o quasi) formato da un mucchio di persone, molte delle quali con un passato all'interno di grandi major.
La trama non è niente di che: apocalisse zombi, gruppo di sopravvissuti in quel di Seattle, uno di loro all'inizio viene separato dagli altri e cerca di raggiungerli nella Zona Sicura, dove gli ultimi militari superstiti accolgono i civili.
Ci sono sviluppi successivi della trama, legati sia al passato del protagonisa, Randall Wayne, sia a quello che troverà durante il suo viaggio... Tutto talmente già stravisto che anche solo un minimo accenno vi farà già intuire il finale, quindi evito (posso dire di aver capito come sarebbe finito dopo la prima mezz'ora di gioco, su un totale di circa cinque).
L'unica cosa originale che ho notato è che invece di chiamarsi "zombi" le creature si chiamano "ombre". Ma perché? Mah.
Comunque, visto che si tratta di un gioco basato sull'azione, andiamo oltre.
sabato 26 ottobre 2013
La mia storia del cesso
Va bene, dai, l'hanno fatto tutti, lo faccio anch'io, che poi non si dica che sono asociale.
Cos'è la storia del cesso? Vi andate a leggere questo articolo di Hell e a guardare il video in esso contenuto, e lo sapete.
Hell, senza faro apposta, ha dato il via all'ennesimo meme. Colpa tua, Hell, ce ne ricorderemo.
E allora, le domande sono quelle che seguono alla prima "cosa fai nella vita" se ti sbagli di rispondere "scrivo". Bravo, fesso. E quindi andiamo avanti di "cosa scrivi", "come hai cominciato", "perché hai cominciato" e "ma hai anche un lavoro vero?"
E allora, perché no? Ecco a voi la VERA STORIA VERAVERAMENTE VERA di come ho deciso di diventare lo scrittore più importante della storia dell'umanità e della transumanità!
Cos'è la storia del cesso? Vi andate a leggere questo articolo di Hell e a guardare il video in esso contenuto, e lo sapete.
Hell, senza faro apposta, ha dato il via all'ennesimo meme. Colpa tua, Hell, ce ne ricorderemo.
E allora, le domande sono quelle che seguono alla prima "cosa fai nella vita" se ti sbagli di rispondere "scrivo". Bravo, fesso. E quindi andiamo avanti di "cosa scrivi", "come hai cominciato", "perché hai cominciato" e "ma hai anche un lavoro vero?"
E allora, perché no? Ecco a voi la VERA STORIA VERAVERAMENTE VERA di come ho deciso di diventare lo scrittore più importante della storia dell'umanità e della transumanità!
mercoledì 23 ottobre 2013
Piani sequenza spacconi
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Innanzitutto una breve precisazione: forse avete notato che ho inserito un tasto "donazioni" lì sulla destra. E forse ora voi credete che io sia un blogger barbone che pensa che il suo perdere tempo a ciarlare di stupidaggini da nerd sia equiparabile al lavoro di un professionista. Che nonostante tutte le mie pose da paladino dell'ideologia del libero scambio delle informazioni io non sia altro che un venduto che mira solo ai vostri soldi.
Bravi, avete ragione su tutto. Andiamo avanti con l'argomento del giorno.
Del recente film Gravity si è detto tutto e il contrario di tutto. Chi lo adora, chi lo odia, io la mia l'ho detta qui.
Gravityi si apre con un piano sequenza di 17 minuti o giù di lì. Non sono sicuro che non ci sia nessuno stacco, come non sono sicuro che non sia girato tutto in CGI con le facce degli attori incollate dopo sulle tute, ma è sicuramente spettacolare.
Ma quali sono i piano sequenza più spaccaculi della storia del cinema?
Innanzitutto una breve precisazione: forse avete notato che ho inserito un tasto "donazioni" lì sulla destra. E forse ora voi credete che io sia un blogger barbone che pensa che il suo perdere tempo a ciarlare di stupidaggini da nerd sia equiparabile al lavoro di un professionista. Che nonostante tutte le mie pose da paladino dell'ideologia del libero scambio delle informazioni io non sia altro che un venduto che mira solo ai vostri soldi.
Bravi, avete ragione su tutto. Andiamo avanti con l'argomento del giorno.
Del recente film Gravity si è detto tutto e il contrario di tutto. Chi lo adora, chi lo odia, io la mia l'ho detta qui.
Gravityi si apre con un piano sequenza di 17 minuti o giù di lì. Non sono sicuro che non ci sia nessuno stacco, come non sono sicuro che non sia girato tutto in CGI con le facce degli attori incollate dopo sulle tute, ma è sicuramente spettacolare.
Ma quali sono i piano sequenza più spaccaculi della storia del cinema?
domenica 20 ottobre 2013
Orfani - Piccoli spaventati guerrieri, di Recchioni e Mammuccari - prime impressioni
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Parliamo della nuova fatica della Bonelli, Orfani, Di cui è appena uscito il primo numero. Qualcuno avrà notato (altrimenti glielo faccio notare io, tiè :-p ) che invece di recensione nel titolo del post ho scritto prime impressioni, e il motivo è semplice: questo numero è pura e semplice introduzione, quindi è troppo presto per dare un giudizio.
Roberto Recchioni è stato più volte salutato come il salvatore della patria in ambito fumettistico. Sarà così?
Dal canto mio, posso dire di aver semplicemente adorato John Doe (del quale ho una recensione pronta da una vita e mezza, che per un motivo o per l'altro ho sempre rimandato di pubblicare), scritto in tandem con Lorenzo Bartoli. Mi è piaciuto anche Mater Morbi di Dylan Dog, che ho recensito qui, anche se non l'ho trovato il capolavoro che molti dicono. Ma a me Dylan Dog non è mai piaciuto.
Ma torniamo a parlare dell'argomento del post.
Parliamo della nuova fatica della Bonelli, Orfani, Di cui è appena uscito il primo numero. Qualcuno avrà notato (altrimenti glielo faccio notare io, tiè :-p ) che invece di recensione nel titolo del post ho scritto prime impressioni, e il motivo è semplice: questo numero è pura e semplice introduzione, quindi è troppo presto per dare un giudizio.
Roberto Recchioni è stato più volte salutato come il salvatore della patria in ambito fumettistico. Sarà così?
Dal canto mio, posso dire di aver semplicemente adorato John Doe (del quale ho una recensione pronta da una vita e mezza, che per un motivo o per l'altro ho sempre rimandato di pubblicare), scritto in tandem con Lorenzo Bartoli. Mi è piaciuto anche Mater Morbi di Dylan Dog, che ho recensito qui, anche se non l'ho trovato il capolavoro che molti dicono. Ma a me Dylan Dog non è mai piaciuto.
Ma torniamo a parlare dell'argomento del post.
giovedì 17 ottobre 2013
Dune, di Frank Herbert - recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Io non dovrei mettermi a fare la recensione di Dune. E' un libro troppo importante, maestoso, profondo, e temo di non essere in grado di coglierne tutte le sfumatre, le riflessioni filosofiche, i molteplici livelli di lettura.
Provo a buttare giù qualcosa lo stesso, che ne dite?
La trama: L'imperatore affida al duca Leto Atreides il compito di governare Arrakis, un pianeta tremendamente arido ma sul quale si trova la sostanza più pericolosa dell'universo: la Spezia, in grado di prolungare la vita umana e di donare una limitata prescienza, necessaria per i piloti di navi spaziali da quando un editto imperiale ha vietato lo sviluppo di intelligenze artificiali.
Questo incarico però è frutto di un complicato complotto del barone Harkonnen, della famiglia rivale degli Atreides, per distruggere gli Atreides insieme al loro buon nome.
Il giovane Paul, il protagonista della storia, scampa all'attentato insieme alla madre Jessica, membro del corpo delle Bene Gesserit, un'organizzazione politico-religiosa di importanza cruciale nell'universo. Accolto malvolentieri dai Fremen, gli abitanti oppressi di Arrakis, Paul scoprirà di essere il prescelto per realizzare un destino terribile...
Io non dovrei mettermi a fare la recensione di Dune. E' un libro troppo importante, maestoso, profondo, e temo di non essere in grado di coglierne tutte le sfumatre, le riflessioni filosofiche, i molteplici livelli di lettura.
Provo a buttare giù qualcosa lo stesso, che ne dite?
La trama: L'imperatore affida al duca Leto Atreides il compito di governare Arrakis, un pianeta tremendamente arido ma sul quale si trova la sostanza più pericolosa dell'universo: la Spezia, in grado di prolungare la vita umana e di donare una limitata prescienza, necessaria per i piloti di navi spaziali da quando un editto imperiale ha vietato lo sviluppo di intelligenze artificiali.
Questo incarico però è frutto di un complicato complotto del barone Harkonnen, della famiglia rivale degli Atreides, per distruggere gli Atreides insieme al loro buon nome.
Il giovane Paul, il protagonista della storia, scampa all'attentato insieme alla madre Jessica, membro del corpo delle Bene Gesserit, un'organizzazione politico-religiosa di importanza cruciale nell'universo. Accolto malvolentieri dai Fremen, gli abitanti oppressi di Arrakis, Paul scoprirà di essere il prescelto per realizzare un destino terribile...
lunedì 14 ottobre 2013
Grandi ascolti e nuovi concorsi!
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Innanzitutto, annuncio la lieta novella:
ho superato le 20.000!!!
Allora, contando che il blog è stato aperto ad Aprile 2012, e ha girato la boa delle 10.000 visite nell'aprile 2013...
Un anno per le prime 10.000. 6 mesi per altre 10.000.
Questo vuole dire che, se la matematica non è un'opinione in 3 mesi arriverò a 30.000. In 4 mesi e mezzo a 40.000... insomma, nel giro di poco più di sei mesi arriverò a 10.000 visite al GIORNO! BWAAHAHAHAH!
Innanzitutto, annuncio la lieta novella:
ho superato le 20.000!!!
Allora, contando che il blog è stato aperto ad Aprile 2012, e ha girato la boa delle 10.000 visite nell'aprile 2013...
Un anno per le prime 10.000. 6 mesi per altre 10.000.
Questo vuole dire che, se la matematica non è un'opinione in 3 mesi arriverò a 30.000. In 4 mesi e mezzo a 40.000... insomma, nel giro di poco più di sei mesi arriverò a 10.000 visite al GIORNO! BWAAHAHAHAH!
Sproloqui a parte, grazie a tutti per l'affetto, e soprattutto la pazienza dimostratami.
No, la birra non ve la offro lo stesso.
venerdì 11 ottobre 2013
Recensione di Gravity, un film non per tutti.
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Alfonso Cuarón, già autore dello splendido I figli degli uomini, scrive, sceneggia, produce e dirige questo Gravity. Visto che in campo si vedono solo due attori, a questo punto sembra che a questo film ci abbiano lavorato davvero in pochi! XD
Gravity ha ben poca trama: un gruppo di astronauti è nello spazio per riparare il telescopio Hubble, e vengono colpiti da uno sciame di detriti spaziali ad alta velocità. E sbadabam, vroaaam, putupum, spatacrash. Ma senza effetti sonori, che siamo nello spazio.
Ma la bellezza di Gravity non è nella trama miserella, ma nella forza pazzesca delle immagini.
Non esito a dire che, visivamente, Gravity è un fottuto capolavoro. Fatevi un regalo e andate a vederlo in un cinema con lo schermo il più grande possibile e in 3D. Sì, proprio quel 3D che io odio con tutto il cuore, perché questo è il primo film dopo Avatar in cui il 3D mostra davvero le sue potenzialità... e, come e più che Avatar, visto a casa perde più di metà del suo valore.
Alfonso Cuarón, già autore dello splendido I figli degli uomini, scrive, sceneggia, produce e dirige questo Gravity. Visto che in campo si vedono solo due attori, a questo punto sembra che a questo film ci abbiano lavorato davvero in pochi! XD
Gravity ha ben poca trama: un gruppo di astronauti è nello spazio per riparare il telescopio Hubble, e vengono colpiti da uno sciame di detriti spaziali ad alta velocità. E sbadabam, vroaaam, putupum, spatacrash. Ma senza effetti sonori, che siamo nello spazio.
Ma la bellezza di Gravity non è nella trama miserella, ma nella forza pazzesca delle immagini.
Non esito a dire che, visivamente, Gravity è un fottuto capolavoro. Fatevi un regalo e andate a vederlo in un cinema con lo schermo il più grande possibile e in 3D. Sì, proprio quel 3D che io odio con tutto il cuore, perché questo è il primo film dopo Avatar in cui il 3D mostra davvero le sue potenzialità... e, come e più che Avatar, visto a casa perde più di metà del suo valore.
martedì 8 ottobre 2013
Dragonero, recensione dei primi 4 numeri
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Come promesso, torniamo a parlare di Dragonero dopo i primi 4 numeri, che compongono un'unica storia.
Vi invito a riguardarvi il mio precedente post su Dragonero, perché gran parte delle considerazioni fatte allora valgono ancora adesso: mi piace l'ambientazione fantasy che è stata creata, non davvero originale ma nemmeno (o non solo) il solito classico mondo medievale trito e ritrito, grazie soprattutto all'introduzione dei tecnocrati (sì, credo di averli già visti da qualche altra parte, ma credo anche che un'ambientazione fantasy classica abbia dei limiti abbastanza precisi: uscirne vuol dire, semplicemente, che non è più fantasy classico ma diventa qualcos'altro).
Si confermano personaggi simpatici, ma tutti che sanno di già visto. Il protagonista si discosta solo di poco dall'eroe bonelliano classico: l'ho visto colpire un avversario alle spalle senza premurarsi di avvisarlo prima. A parte quello più o meno è il solito.
Ma è anche vero che questa non è una miniserie ma una serie regolare, quindi ci vuole un personaggio "eroico" per poterlo infilare in tutte le avventure possibili, no? Un personaggio meno "eroico" non accetterebbe di buttarsi in mezzo all'azione...
Come promesso, torniamo a parlare di Dragonero dopo i primi 4 numeri, che compongono un'unica storia.
Vi invito a riguardarvi il mio precedente post su Dragonero, perché gran parte delle considerazioni fatte allora valgono ancora adesso: mi piace l'ambientazione fantasy che è stata creata, non davvero originale ma nemmeno (o non solo) il solito classico mondo medievale trito e ritrito, grazie soprattutto all'introduzione dei tecnocrati (sì, credo di averli già visti da qualche altra parte, ma credo anche che un'ambientazione fantasy classica abbia dei limiti abbastanza precisi: uscirne vuol dire, semplicemente, che non è più fantasy classico ma diventa qualcos'altro).
Si confermano personaggi simpatici, ma tutti che sanno di già visto. Il protagonista si discosta solo di poco dall'eroe bonelliano classico: l'ho visto colpire un avversario alle spalle senza premurarsi di avvisarlo prima. A parte quello più o meno è il solito.
Ma è anche vero che questa non è una miniserie ma una serie regolare, quindi ci vuole un personaggio "eroico" per poterlo infilare in tutte le avventure possibili, no? Un personaggio meno "eroico" non accetterebbe di buttarsi in mezzo all'azione...
sabato 5 ottobre 2013
Verona!
Verona!
Città di luci e d'incanti, ove il viaggiatore si ferma ad ammirare le splendide geometrie create dalla ricchezza.
L'occhio indugia sugli archi e si perde tra i colonnati, confuso da prospettive sfuggenti e ammaliato dallo splendore degli ori.
Ma il viaggiatore continua il suo viaggio prima che l'occhio possa aguzzare lo sguardo abbastanza da scorgere il sangue che macchia le basi delle colonne, scivola lento negli scolatoi dei vicoli, si secca inosservato dove la luce del sole non arriva mai a fugare le ombre.
Verona!
Dove i viandanti vengono accolti dai sorrisi dei tavernieri e dalle voci gioiose dei mercanti. L'animo s'innalza lieto per le strade affollate, risuonanti di vita e di risate.
Ma gli osti consigliano ai viandanti di rimanere negli ostelli, la sera, quando con il buio un diverso tipo di creature prende possesso delle strade. Creature mosse da un odio che nemmeno loro capiscono, ma dal quale si lasciano divorare con voluttà.
Verona!
Dove i mille profumi degli incensi e delle merci esotiche riescono a malapena a coprire il puzzo della putrefazione. Se venite a Verona, che sia come tappa in un viaggio verso mete più meritevoli. Non fermatevi abbastanza da accorgervi dell'odio che macera dietro le porte chiuse, che spia da dietro le pesanti tende alle finestre, che si muove rapido e furtivo nelle strade buie, che si agita sotto la dorata superficie come un mostro nascosto nel sottosuolo, in attesa.
Venite a visitare Verona, viandanti, ma non fermatevi, non fermatevi! Non ostentate coraggio se non sapete a cosa andate incontro. Non sfidate la fortuna credendo di essere estranei al vortice dell'odio.
Nessuna delle due famiglie è abbastanza potente da prendere il potere, ma entrambe lo sono abbastanza perché il potere non possa far cessare la loro faida.
Nemmeno i membri più anziani ricordano come sia iniziata, nè a nessuno interessa. L'odio in Verona è immortale, nasce dall'odio e scaturisce nell'odio generandone sempre di nuovo, sconvolgendo gli uomini fino a renderli qualcosa di diverso.
Ammirate gli splendidi palazzi, forestieri, assaporate i nostri vini deliziosi e gioite delle risate delle nostre fanciulle, ma non affrontate la notte, non sfidate il mostro, perché esso travolgerà ogni cosa sul suo cammino.
Andate oltre, viandanti, andate oltre, e sappiate che la nostra invida vi insegue, voi che potete.
Città di luci e d'incanti, ove il viaggiatore si ferma ad ammirare le splendide geometrie create dalla ricchezza.
L'occhio indugia sugli archi e si perde tra i colonnati, confuso da prospettive sfuggenti e ammaliato dallo splendore degli ori.
Ma il viaggiatore continua il suo viaggio prima che l'occhio possa aguzzare lo sguardo abbastanza da scorgere il sangue che macchia le basi delle colonne, scivola lento negli scolatoi dei vicoli, si secca inosservato dove la luce del sole non arriva mai a fugare le ombre.
Verona!
Dove i viandanti vengono accolti dai sorrisi dei tavernieri e dalle voci gioiose dei mercanti. L'animo s'innalza lieto per le strade affollate, risuonanti di vita e di risate.
Ma gli osti consigliano ai viandanti di rimanere negli ostelli, la sera, quando con il buio un diverso tipo di creature prende possesso delle strade. Creature mosse da un odio che nemmeno loro capiscono, ma dal quale si lasciano divorare con voluttà.
Verona!
Dove i mille profumi degli incensi e delle merci esotiche riescono a malapena a coprire il puzzo della putrefazione. Se venite a Verona, che sia come tappa in un viaggio verso mete più meritevoli. Non fermatevi abbastanza da accorgervi dell'odio che macera dietro le porte chiuse, che spia da dietro le pesanti tende alle finestre, che si muove rapido e furtivo nelle strade buie, che si agita sotto la dorata superficie come un mostro nascosto nel sottosuolo, in attesa.
Venite a visitare Verona, viandanti, ma non fermatevi, non fermatevi! Non ostentate coraggio se non sapete a cosa andate incontro. Non sfidate la fortuna credendo di essere estranei al vortice dell'odio.
Nessuna delle due famiglie è abbastanza potente da prendere il potere, ma entrambe lo sono abbastanza perché il potere non possa far cessare la loro faida.
Nemmeno i membri più anziani ricordano come sia iniziata, nè a nessuno interessa. L'odio in Verona è immortale, nasce dall'odio e scaturisce nell'odio generandone sempre di nuovo, sconvolgendo gli uomini fino a renderli qualcosa di diverso.
Ammirate gli splendidi palazzi, forestieri, assaporate i nostri vini deliziosi e gioite delle risate delle nostre fanciulle, ma non affrontate la notte, non sfidate il mostro, perché esso travolgerà ogni cosa sul suo cammino.
Andate oltre, viandanti, andate oltre, e sappiate che la nostra invida vi insegue, voi che potete.
mercoledì 2 ottobre 2013
Gli elfi di Cintra e L'esercito dei Demoni, di Terry Brooks.
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Abbiamo già parlato del primo libro dell'ultima triloga di Terry Brooks, I figli di Armageddon. La trilogia si chiama La genesi di Shannara, e gli altri due libri che la compongono sono Gli elfi di Cintra e L'esercito dei demoni.
Paprlando del primo libro, mi sono lamentato dell'eccessivo utilizzo dei vari clichè del fantasy, che ormai mi hanno francamente sfrantumato... sono diventato vecchio. ;-)
Nei due volumi successivi, beh, ormai i clichè ce li abbiamo, quindi ci si fa meno caso.
Il lavoro di Terry Brooks resta sicuramente superiore alla media del fantasy da quattro soldi con cui vengono riempiti gli scaffali delle librerie italiane, e sapete bene di cosa sto parlando. Anche perché, nonostante i cliché, Brooks per questa trilogia ha tirato fuori un'ambientazione abbastanza nuova, un futuro apocalittico mischiato con elfi e magie.
Eppure, sono convinto che avrebbe potuto fare di meglio.
Abbiamo già parlato del primo libro dell'ultima triloga di Terry Brooks, I figli di Armageddon. La trilogia si chiama La genesi di Shannara, e gli altri due libri che la compongono sono Gli elfi di Cintra e L'esercito dei demoni.
Paprlando del primo libro, mi sono lamentato dell'eccessivo utilizzo dei vari clichè del fantasy, che ormai mi hanno francamente sfrantumato... sono diventato vecchio. ;-)
Nei due volumi successivi, beh, ormai i clichè ce li abbiamo, quindi ci si fa meno caso.
Il lavoro di Terry Brooks resta sicuramente superiore alla media del fantasy da quattro soldi con cui vengono riempiti gli scaffali delle librerie italiane, e sapete bene di cosa sto parlando. Anche perché, nonostante i cliché, Brooks per questa trilogia ha tirato fuori un'ambientazione abbastanza nuova, un futuro apocalittico mischiato con elfi e magie.
Eppure, sono convinto che avrebbe potuto fare di meglio.
domenica 29 settembre 2013
The call of Cthulhu, recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
In quanto dura solo 46 minuti, questo The call of Cthulhu rientra nella categoria dei mediometraggi. E' il primo film a riprodurre il racconto che riguarda la celeberrima divinità maligna raccontataci da Lovecraft nel 1926.
E' stato realizzato dalla H.P. Lovecraft Historical Society nel 2005, con un budget di soli 50.000 dollari. E' un gruppo di giocatori di ruolo live-action: si cimentano nelle loro partite compiendo fisicamente le gesta dei loro personaggi, vestendosi come loro e simulando anche vere battaglie, quando è il caso. Un po' come quelli che si dedicano alle ricostruzioni storiche. Sono matti? Probabilmente sì.
Questi, in particolare, sono appassionati del gioco Cthulhu Live, del quale vi linko un video sul tubo.
Comunque, saranno anche dei nerd all'ultimo stadio di perversione nerdistica, ma intanto hanno tirato fuori un gioiellino.
In quanto dura solo 46 minuti, questo The call of Cthulhu rientra nella categoria dei mediometraggi. E' il primo film a riprodurre il racconto che riguarda la celeberrima divinità maligna raccontataci da Lovecraft nel 1926.
E' stato realizzato dalla H.P. Lovecraft Historical Society nel 2005, con un budget di soli 50.000 dollari. E' un gruppo di giocatori di ruolo live-action: si cimentano nelle loro partite compiendo fisicamente le gesta dei loro personaggi, vestendosi come loro e simulando anche vere battaglie, quando è il caso. Un po' come quelli che si dedicano alle ricostruzioni storiche. Sono matti? Probabilmente sì.
Questi, in particolare, sono appassionati del gioco Cthulhu Live, del quale vi linko un video sul tubo.
Comunque, saranno anche dei nerd all'ultimo stadio di perversione nerdistica, ma intanto hanno tirato fuori un gioiellino.
giovedì 26 settembre 2013
Ancora su RoboCop vs. Terminator
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Torniamo a parlare del discutibile tema di RoboCop contro Terminator, già affrontato nel precedente post sul fumetto di Frank Miller del '92.
Nel 2011 esce una nuova miniserie a fumetti, RoboCop Terminator - Kill Human.
Una storia breve in quattro volumi, con disegni anonimi e secondo me passati di moda. Questa volta iniziamo nel futuro, quando l'ultima umana rimasta viva al mondo trova in un museo di armi antiche, chiuso in una teca di vetro... RoboCop (! Ma le parti organiche non patiscono il passare del tempo??). Lo risveglia e lui, dopo essersi interfacciato a Skynet e aver appreso tutto quello che c'era da sapere, trova una macchina del tempo. La particolarità del fumetto è che stavolta RoboCop piomba nel mezzo della storia raccontata in Terminator 2, alterandola.
Torniamo a parlare del discutibile tema di RoboCop contro Terminator, già affrontato nel precedente post sul fumetto di Frank Miller del '92.
Nel 2011 esce una nuova miniserie a fumetti, RoboCop Terminator - Kill Human.
Una storia breve in quattro volumi, con disegni anonimi e secondo me passati di moda. Questa volta iniziamo nel futuro, quando l'ultima umana rimasta viva al mondo trova in un museo di armi antiche, chiuso in una teca di vetro... RoboCop (! Ma le parti organiche non patiscono il passare del tempo??). Lo risveglia e lui, dopo essersi interfacciato a Skynet e aver appreso tutto quello che c'era da sapere, trova una macchina del tempo. La particolarità del fumetto è che stavolta RoboCop piomba nel mezzo della storia raccontata in Terminator 2, alterandola.
lunedì 23 settembre 2013
Robocop: Prime Directives, recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
RoboCop: Prime Directives è una serie di 4 episodi da 90 minuti, uscita nel 2001.
Ambientati a Delta City, che è diventata la città più sicura del mondo, questi episodi si svolgono 10 anni dopo il primo film, senza tenere conto di quanto è successo in Robocop 2 e 3.
Dopo la prima serie televisiva, che aveva un target per famiglie, si torna a temi più cupi e violenti, ma niente da mettere vicino a quello che ricordiamo dai primi due film.
Nel primo episodio, Dark justice, vediamo i giovani dirigenti della OCP preparare un piano per liberarsi della precedente classe dirigente. Nel frattempo, per la città si aggira un folle che, per quanto pesantemente armato, ha addosso un costume così ridicolo che nessuno può prenderlo sul serio. Lui e gli altri cattivi sghignazzano a bocca spalacata come nel peggiore dei fumetti, rendendosi assolutamente ridicoli.
RoboCop: Prime Directives è una serie di 4 episodi da 90 minuti, uscita nel 2001.
Ambientati a Delta City, che è diventata la città più sicura del mondo, questi episodi si svolgono 10 anni dopo il primo film, senza tenere conto di quanto è successo in Robocop 2 e 3.
Dopo la prima serie televisiva, che aveva un target per famiglie, si torna a temi più cupi e violenti, ma niente da mettere vicino a quello che ricordiamo dai primi due film.
Nel primo episodio, Dark justice, vediamo i giovani dirigenti della OCP preparare un piano per liberarsi della precedente classe dirigente. Nel frattempo, per la città si aggira un folle che, per quanto pesantemente armato, ha addosso un costume così ridicolo che nessuno può prenderlo sul serio. Lui e gli altri cattivi sghignazzano a bocca spalacata come nel peggiore dei fumetti, rendendosi assolutamente ridicoli.
venerdì 20 settembre 2013
RoboCop vs. The Terminator, di Frank Miller - Recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Mi riallaccio ai miei precedenti post su Robocop per palare di un tema caro alla vecchia scuola dei nerd anni '90: chi vincerebbe in uno scontro tra Robocop e Terminator?
I personaggi hanno in effetti delle similitudini e si potrebbero trovare diversi espedienti narrativi per farli incontrare.
Il primo a farlo è stato proprio il mostro sacro Frank Miller nel 1992, dopo la delusione dovuta a come era stata trattata la sua sceneggiatura per Robocop 2.
In questa storia è stata l'unione tra uomo e macchina in Robocop a portare alla nascita dell'autocoscienza in Skynet, quando ci si è connesso per la prima volta. Un soldato umano del futuro viaggia quindi indietro nel tempo per distruggere Robocop, seguito da tre Terminator decisi invece a proteggerlo.
mercoledì 18 settembre 2013
3Narratori: è uscito l'ebook!
Salve a tutti, è Il moro che vi parla!
Da oggi, sul blog Argonauta Xeno, potrete trovare in download grauito l'ebook scaturito dal concorso 3Narratori, indetto da Salomon Xeno stesso.
Si trattava di un concorso per racconti fantastici, in qualsiasi accezione possibile: i tre racconti migliori sarebbero stati premiati ex aequo, e il mio racconto, Il re della notte, è entrato nella triade dei vincitori.
E' ora pronto l'ebook contenente i tre racconti vincitori e altri, è gratuito, e io ho potuto godermelo in anteprima: merita.
Oltre al mio, racconti di Alessandro Madeddu (vincitore), Maria Cristina Robb (vincitrice), Mauro Ruggieri, e dei soliti Marco Migliori e Alessandro forlani, che ormai sono come il prezzemolo. E non dimentichiamo la copertina di Paola Cocchetto!
Perciò, niente scuse: scaricatevelo e leggetelo aggratis alle nostre spalle, passando da qui!
Già che ci siamo, ecco anche i link diretti:
Scarica subito l'ebook in formato ePub!
Ebook presente su GoodReads!
Il Moro
Da oggi, sul blog Argonauta Xeno, potrete trovare in download grauito l'ebook scaturito dal concorso 3Narratori, indetto da Salomon Xeno stesso.
Si trattava di un concorso per racconti fantastici, in qualsiasi accezione possibile: i tre racconti migliori sarebbero stati premiati ex aequo, e il mio racconto, Il re della notte, è entrato nella triade dei vincitori.
E' ora pronto l'ebook contenente i tre racconti vincitori e altri, è gratuito, e io ho potuto godermelo in anteprima: merita.
Oltre al mio, racconti di Alessandro Madeddu (vincitore), Maria Cristina Robb (vincitrice), Mauro Ruggieri, e dei soliti Marco Migliori e Alessandro forlani, che ormai sono come il prezzemolo. E non dimentichiamo la copertina di Paola Cocchetto!
Perciò, niente scuse: scaricatevelo e leggetelo aggratis alle nostre spalle, passando da qui!
Già che ci siamo, ecco anche i link diretti:
Scarica subito l'ebook in formato ePub!
Ebook presente su GoodReads!
Il Moro
domenica 15 settembre 2013
Hunger games
Forse ricorderete che ho già recensito il libro di Suzanne Collins. Per le impressioni sul libro e per la trama, vi rimando alla recensione.
Devo dire che questa, come trasposizione di un libro, è una delle più fedeli che abbia visto.
Il merito, però, non è del regista e sceneggiatore (Gary Ross), ma una diretta conseguenza del maggiore difetto del libro: troppo lungo.
Se avete riletto la mia rece del libro, sapete che racconta una vicenda anche interessante (seppur ripresa da Battle Royale), ma soffocata da dilungamenti infiniti, pippe mentali della protagonista che durano pagine e pagine, descrizioni lunghissime e noiosissime. Tutta roba messa lì apposta per allungare il brodo, probabilmente dietro richiesta dell'editore che così ha potuto dividere il libro in 3.
giovedì 12 settembre 2013
Frank Miller's Robocop, recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Forse non tutti sanno che a Frank Miller, all'epoca strafamoso grazie al suo lavoro su Daredevil e alla graphic novel Il ritorno del cavaliere oscuro, venne chiesto di scrivere la sceneggiatura per Robocop 2. Miller però non aveva mai lavorato per il cinema, e si offese parecchio quando vide la sua sceneggiatura profondamente rimaneggiata (poverino...). Quando uscì Robocop 3, poi, vi confluirono alcune idee della sceneggiatura di Miller che erano state escluse dal 2, e il nome di Miller comparve nei crediti. Miller però si è incazzato abbestia perché alla fine dei conti Robocop 3 c'entrava con quello che aveva scritto lui quanto i cavoli a merenda, e dichiarò che non avrebbe mai più lavorato per il cinema. La barcata di soldi che gli è stata promessa per Sin City gli ha fatto cambiare idea, ma ci sono voluti quindici anni.
Nel 2003 le sceneggiature originali di miller vengono recuperate e riadattate in fumetto per i testi di Steven Grant e i disegni di Juan Jose Ryp (stavolta con il beneplacito di Miller, che ha anche disegnato le copertine).
Forse non tutti sanno che a Frank Miller, all'epoca strafamoso grazie al suo lavoro su Daredevil e alla graphic novel Il ritorno del cavaliere oscuro, venne chiesto di scrivere la sceneggiatura per Robocop 2. Miller però non aveva mai lavorato per il cinema, e si offese parecchio quando vide la sua sceneggiatura profondamente rimaneggiata (poverino...). Quando uscì Robocop 3, poi, vi confluirono alcune idee della sceneggiatura di Miller che erano state escluse dal 2, e il nome di Miller comparve nei crediti. Miller però si è incazzato abbestia perché alla fine dei conti Robocop 3 c'entrava con quello che aveva scritto lui quanto i cavoli a merenda, e dichiarò che non avrebbe mai più lavorato per il cinema. La barcata di soldi che gli è stata promessa per Sin City gli ha fatto cambiare idea, ma ci sono voluti quindici anni.
Nel 2003 le sceneggiature originali di miller vengono recuperate e riadattate in fumetto per i testi di Steven Grant e i disegni di Juan Jose Ryp (stavolta con il beneplacito di Miller, che ha anche disegnato le copertine).
lunedì 9 settembre 2013
Iniziamo a parlare di Robocop.
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
E' recentemente saltato fuori il trailer del nuovo film su Robocop. altrimenti detto L'ennesimo Remake Di Cui Nessuno Sentiva La Mancanza, Partorito Da Una Hollywood Completamente Priva Di Idee.
Non voglio dilungarmi troppo sull'aspetto del nuovo Robocop, di cui vi metto un'immagine:
E' recentemente saltato fuori il trailer del nuovo film su Robocop. altrimenti detto L'ennesimo Remake Di Cui Nessuno Sentiva La Mancanza, Partorito Da Una Hollywood Completamente Priva Di Idee.
Non voglio dilungarmi troppo sull'aspetto del nuovo Robocop, di cui vi metto un'immagine:
OPS! scusate, non è questa... |
venerdì 6 settembre 2013
Lone Survivor, recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Lone Survivor è un videogioco indie di genere survival horror, creato dal solo Jasper Byrne nel buio della sua cameretta. Sì, di incubi deve averne spesso.
La trama è piuttosto misteriosa, all'inizio, e si dipana via via che si avanza nel gioco, svelando nuovi e sorprndenti particolari che ovviamente non posso spoilerare.
Il nostro protagonista senza nome si trova al terzo piano di un condominio, in un mondo apparentemente distrutto da un'epidemia che ha trasformato la maggior parte delle persone in orribili creature simil-zombi. Non ci vengono date ulteriori spiegazioni. Il protagonista stesso non sa come il mondo sia ridotto in quello stato, non ci è dato di sapere nemmeno il suo nome. Ma vuole uscire dal condominio. Non sa cosa ci sia là fuori, ma non potrà essere peggio di quello che vaga per quei maledetti corridoi.
Ma il pericolo non viene solo dalle creature che gridano dietro la porta. Le strane visioni e le situzioni surreali instilleranno nell'anonimo protagonista più di un dubbio sulla sua sanità mentale...
Lone Survivor è un videogioco indie di genere survival horror, creato dal solo Jasper Byrne nel buio della sua cameretta. Sì, di incubi deve averne spesso.
La trama è piuttosto misteriosa, all'inizio, e si dipana via via che si avanza nel gioco, svelando nuovi e sorprndenti particolari che ovviamente non posso spoilerare.
Il nostro protagonista senza nome si trova al terzo piano di un condominio, in un mondo apparentemente distrutto da un'epidemia che ha trasformato la maggior parte delle persone in orribili creature simil-zombi. Non ci vengono date ulteriori spiegazioni. Il protagonista stesso non sa come il mondo sia ridotto in quello stato, non ci è dato di sapere nemmeno il suo nome. Ma vuole uscire dal condominio. Non sa cosa ci sia là fuori, ma non potrà essere peggio di quello che vaga per quei maledetti corridoi.
Ma il pericolo non viene solo dalle creature che gridano dietro la porta. Le strane visioni e le situzioni surreali instilleranno nell'anonimo protagonista più di un dubbio sulla sua sanità mentale...
martedì 3 settembre 2013
Elysium, recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Parliamo di Elysium, scritto, sceneggiato e diretto da quel Neil Blomkamp che IMHO ci regalò con District 9 il più bel film di fantascienza del 2009 (e quell'anno uscì anche Avatar).
Si ritorna alle atmosfere di tremenda povertà che ci ricordiamo dal film precedente, ma stavolta invece della periferia di Johannesburg a essere trasformata in baraccopoli è l'intera Los Angeles (e, almeno in teoria, tutto il resto del pianeta).
Abbiamo un mondo devastato dalla povertà, dall'inquinamento, dall'esaurimento delle materie prime e qualsiasi altro accidente vi venga in mente, contrapposto a Elysium, un'immensa stazione spaziale abitata esclusivamente dai ricchi, dove tutto è perfetto e ci sono macchine in grado di guarire qualsiasi malattia.
Il nostro Matt Damon, dopo essersi beccato una dose letale di radiazioni nella fabbrica di droidi dove lavorava, decide di giocare il tutto per tutto e lottare con ogni mezzo per raggiungere Elysium e guarire.
Nel frattempo magari salva anche il mondo, ma senza farlo apposta.
Parliamo di Elysium, scritto, sceneggiato e diretto da quel Neil Blomkamp che IMHO ci regalò con District 9 il più bel film di fantascienza del 2009 (e quell'anno uscì anche Avatar).
Si ritorna alle atmosfere di tremenda povertà che ci ricordiamo dal film precedente, ma stavolta invece della periferia di Johannesburg a essere trasformata in baraccopoli è l'intera Los Angeles (e, almeno in teoria, tutto il resto del pianeta).
Abbiamo un mondo devastato dalla povertà, dall'inquinamento, dall'esaurimento delle materie prime e qualsiasi altro accidente vi venga in mente, contrapposto a Elysium, un'immensa stazione spaziale abitata esclusivamente dai ricchi, dove tutto è perfetto e ci sono macchine in grado di guarire qualsiasi malattia.
Il nostro Matt Damon, dopo essersi beccato una dose letale di radiazioni nella fabbrica di droidi dove lavorava, decide di giocare il tutto per tutto e lottare con ogni mezzo per raggiungere Elysium e guarire.
Nel frattempo magari salva anche il mondo, ma senza farlo apposta.
sabato 31 agosto 2013
Now you see me - I maghi del crimine, recensione.
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Visto che anche Google vuole la sua parte, ho deciso di inserire la parola "recensione" nei titoli dei post, d'ora in poi, e se un giorno mi verrà voglia anche in quelli vecchi. Ma sarà difficile (che mi venga voglia, intendo).
Che poi, come ho già detto più volte, io non sono un critico letterario né cinematografico né vinicolo, quindi questi miei sproloqui vanno sempre presi più come opinioni che come recensioni, anche se cerco sempre di mantenermi oggettivo...
Ma passiamo a parlare dell'argomento di cui al titolo, Now you see me, film ancora presente in qualche sala, a opera del regista Louis Leterrier.
Cominciamo col dire che non mi risulta che il film sia tratto da libri o fumetti, né che sia un remake di vecchie serie televisive o quant'altro: ma allora Hollywood riesce ancora a sfornare prodotti carini senza doverli ripescare da chissà dove!
Visto che anche Google vuole la sua parte, ho deciso di inserire la parola "recensione" nei titoli dei post, d'ora in poi, e se un giorno mi verrà voglia anche in quelli vecchi. Ma sarà difficile (che mi venga voglia, intendo).
Che poi, come ho già detto più volte, io non sono un critico letterario né cinematografico né vinicolo, quindi questi miei sproloqui vanno sempre presi più come opinioni che come recensioni, anche se cerco sempre di mantenermi oggettivo...
Ma passiamo a parlare dell'argomento di cui al titolo, Now you see me, film ancora presente in qualche sala, a opera del regista Louis Leterrier.
Cominciamo col dire che non mi risulta che il film sia tratto da libri o fumetti, né che sia un remake di vecchie serie televisive o quant'altro: ma allora Hollywood riesce ancora a sfornare prodotti carini senza doverli ripescare da chissà dove!
mercoledì 28 agosto 2013
35 e non sentirli.
domenica 25 agosto 2013
Battleship
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Ok, difficilmente su questo blog mi sentirete (leggerete?) parlare di film ad alto contenuto culturale. Ma questo, gente, è veramente un film ignorante!
In senso buono, però.
La trama più o meno è così: grazie a potenti telescopi viene scoperto un pianeta dalle caratteristiche simili a quelle della Terra, e viene quindi inviato in quella direzione un segnale per contattare le eventuali forme di vita lì presenti.
La stupidità della cosa è talmente palese da non aver bisogno di commenti, e lo sanno anche gli autori quando danno il nome al pianeta: pianeta G. Cioè, hanno trovato il pianeta G! E io che lo cercavo da tutta un'altra parte!
Dopo questa perla di sottile umorismo, continuiamo con la trama di questo capolavoro della tamarraggine. Gli alieni brutti e cattivi ovviamente seguono la trasmissione per venire a portare sulla Terra morte e distruzione, ammarando alle Hawai accanto alla fonte del segnale proprio durante un'esercitazione navale. Poi si comincia a correre, gridare e spaccare tutto.
Ok, difficilmente su questo blog mi sentirete (leggerete?) parlare di film ad alto contenuto culturale. Ma questo, gente, è veramente un film ignorante!
In senso buono, però.
La trama più o meno è così: grazie a potenti telescopi viene scoperto un pianeta dalle caratteristiche simili a quelle della Terra, e viene quindi inviato in quella direzione un segnale per contattare le eventuali forme di vita lì presenti.
La stupidità della cosa è talmente palese da non aver bisogno di commenti, e lo sanno anche gli autori quando danno il nome al pianeta: pianeta G. Cioè, hanno trovato il pianeta G! E io che lo cercavo da tutta un'altra parte!
Dopo questa perla di sottile umorismo, continuiamo con la trama di questo capolavoro della tamarraggine. Gli alieni brutti e cattivi ovviamente seguono la trasmissione per venire a portare sulla Terra morte e distruzione, ammarando alle Hawai accanto alla fonte del segnale proprio durante un'esercitazione navale. Poi si comincia a correre, gridare e spaccare tutto.
giovedì 22 agosto 2013
Kick-Ass 2 e Hit-Girl
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Come è successo più volte da queste parti negli ultimi tempi, esce un film, e io invece di andare a vederlo vi piazzo lì la recensione del fumetto da cui è stato tratto!
Il primo Kick-Ass è abbastanza noto: in un mondo il più possibile simile al mondo reale, un ragazzo qualunque decide di mettersi un costume e iniziare a fare il vigilante mascherato. Ovviamente saranno più quelle che prenderà che quelle che riuscirà a dare, ma un'incrollabile volontà, o una incredibile idiozia, lo spingeranno a non mollare, fino a diventare un esempio imitato da molti altri aspiranti supereroi.
Il fumetto è fantastico, sul serio. Una storia al contempo divertente e avvincente, scritta dal sempre ottimo Mark Millar, uno dei miei autori americani preferiti, e disegnata da John Romita Jr.
Il film era una trasposizione più o meno fedele, peccato che tutte le cose migliori fossero state tolte... Certo, erano anche le più politicamente scorrette, ma lo stesso le migliori.
Come è successo più volte da queste parti negli ultimi tempi, esce un film, e io invece di andare a vederlo vi piazzo lì la recensione del fumetto da cui è stato tratto!
Il primo Kick-Ass è abbastanza noto: in un mondo il più possibile simile al mondo reale, un ragazzo qualunque decide di mettersi un costume e iniziare a fare il vigilante mascherato. Ovviamente saranno più quelle che prenderà che quelle che riuscirà a dare, ma un'incrollabile volontà, o una incredibile idiozia, lo spingeranno a non mollare, fino a diventare un esempio imitato da molti altri aspiranti supereroi.
Il fumetto è fantastico, sul serio. Una storia al contempo divertente e avvincente, scritta dal sempre ottimo Mark Millar, uno dei miei autori americani preferiti, e disegnata da John Romita Jr.
Il film era una trasposizione più o meno fedele, peccato che tutte le cose migliori fossero state tolte... Certo, erano anche le più politicamente scorrette, ma lo stesso le migliori.
lunedì 19 agosto 2013
Europa Report
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Europa report è un film americano del 2013 a basso budget di produzione. Una serie B che si prende sul serio, che ho conosciuto grazie alla segnalazione su Ilgiornodeglizombi e del quale si è parlato recentemente anche su Il futuro è tornato..
Seguiremo le vicende di un gruppo di astronauti di diverse nazionalità in viaggio verso Europa, satellite di Giove, in cerca di forme di vita. Pionieri dello spazio, che si spingono più lontano di chiunque altro.
Ovviamente non tutto va per il verso giusto.
Il film è strutturato come un found footage, cioè un film realizzato montando materiale preesistente, in questo caso video di documentazione della missione spaziale.
Europa report è un film americano del 2013 a basso budget di produzione. Una serie B che si prende sul serio, che ho conosciuto grazie alla segnalazione su Ilgiornodeglizombi e del quale si è parlato recentemente anche su Il futuro è tornato..
Seguiremo le vicende di un gruppo di astronauti di diverse nazionalità in viaggio verso Europa, satellite di Giove, in cerca di forme di vita. Pionieri dello spazio, che si spingono più lontano di chiunque altro.
Ovviamente non tutto va per il verso giusto.
Il film è strutturato come un found footage, cioè un film realizzato montando materiale preesistente, in questo caso video di documentazione della missione spaziale.
sabato 17 agosto 2013
Aiuto, il mio blog non ha più bisogno di me!
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Questo blog sarà da ora e per un paio di settimane gestito dal robot Emiglio.
No, quest'anno non si viaggia, ma per i prossimi quindici giorni avrò qualche difficoltà in più a stare al computer.
I post continueranno a uscire regolarmente, uno ogni tre giorni come al solito, confidando nella potente tecnologia che anima Emiglio (ma io sono tranquillo, perché Emiglio è meglio!).
Però non sarò molto pronto per rispondere agli eventuali commenti, quindi non prendetevela se sembra che non vi dia retta e provate a fare un salto il giorno dopo. E non abbiate paura di Emiglio, in tutta la sua storia commerciale ci sono stati solo tre casi di efferati omicidi, e solo uno per futili motivi (pare che fosse stato regalato a un rabbino, che mise in discussione i precetti del Dio dei Robot).
Mi raccomando, mentre non ci sono fate i bravi, date da mangiare al gatto, portate il cane a fare i suoi bisogni e non fate entrare in casa il sasquatch, che poi pulite voi.
Arvedze 'n gamba!
Il Moro
Questo blog sarà da ora e per un paio di settimane gestito dal robot Emiglio.
No, quest'anno non si viaggia, ma per i prossimi quindici giorni avrò qualche difficoltà in più a stare al computer.
I post continueranno a uscire regolarmente, uno ogni tre giorni come al solito, confidando nella potente tecnologia che anima Emiglio (ma io sono tranquillo, perché Emiglio è meglio!).
Però non sarò molto pronto per rispondere agli eventuali commenti, quindi non prendetevela se sembra che non vi dia retta e provate a fare un salto il giorno dopo. E non abbiate paura di Emiglio, in tutta la sua storia commerciale ci sono stati solo tre casi di efferati omicidi, e solo uno per futili motivi (pare che fosse stato regalato a un rabbino, che mise in discussione i precetti del Dio dei Robot).
Emiglio è uno e trino. |
Mi raccomando, mentre non ci sono fate i bravi, date da mangiare al gatto, portate il cane a fare i suoi bisogni e non fate entrare in casa il sasquatch, che poi pulite voi.
Arvedze 'n gamba!
Il Moro