martedì 8 ottobre 2013

Dragonero, recensione dei primi 4 numeri

http://www.everyeye.it/public/covers/15052013/dragonero_cover.jpgSalve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Come promesso, torniamo a parlare di Dragonero dopo i primi 4 numeri, che compongono un'unica storia.

Vi invito a riguardarvi il mio precedente post su Dragonero, perché gran parte delle considerazioni fatte allora valgono ancora adesso: mi piace l'ambientazione fantasy che è stata creata, non davvero originale ma nemmeno (o non solo) il solito classico mondo medievale trito e ritrito, grazie soprattutto all'introduzione dei tecnocrati (sì, credo di averli già visti da qualche altra parte, ma credo anche che un'ambientazione fantasy classica abbia dei limiti abbastanza precisi: uscirne vuol dire, semplicemente, che non è più fantasy classico ma diventa qualcos'altro).

Si confermano personaggi simpatici, ma tutti che sanno di già visto. Il protagonista si discosta solo di poco dall'eroe bonelliano classico: l'ho visto colpire un avversario alle spalle senza premurarsi di avvisarlo prima. A parte quello più o meno è il solito.
Ma è anche vero che questa non è una miniserie ma una serie regolare, quindi ci vuole un personaggio "eroico" per poterlo infilare in tutte le avventure possibili, no? Un personaggio meno "eroico" non accetterebbe di buttarsi in mezzo all'azione...


Come? Chi ha detto Conan? Ho sentito un Elric di Melnibonè? Zitti, zitti, che poi alla Bonelli vanno in confusione.

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Anche gli altri personaggi principali risultano già visti, e così molte delle situazioni presenti nella storia: alcune scene sembrano prese direttamente dal Signore degli anelli, come ad esempio la cava dove viene scavato il fango pirico. L'unico personaggio davvero interessante, secondo me, è l'elfa nera. Anche l'altra cattiva mi dice poco, e provate a dirmi che non si capisce chi è la prima volta che si vede, maschera o non maschera.


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Però ha un buon ritmo, un mondo interessante e molto vario (si va dall'orientaleggiante città portuale dell'inizio alle grotte magiche tane di strani assassini sadomaso (!) alle torri gotiche dei cattivi, alle foreste...), ottimi disegni. Si nota anche una modernizzazione dell'ambientazione in generale, con l'inserimento di cose come un sindacato dei lavoratori nani, o una civiltà degli orchi vista come una "vera" nazione composta da persone e da gruppi e movimenti politici e ideologici diversi, e non solo come i classici "galoppini del cattivo" (anche se parte di loro viene usata proprio in quel modo).



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Insomma: non mi è dispiaciuto leggerlo, ma non mi è piaciuto abbastanza da convincermi a cacciare i soldi necessari per comprarlo ogni mese in edicola (tra l'altro costa 3,30 euro contro i 2,90 degli altri albi Bonelli, differenza di prezzo a parer mio giustificabile solo dal fatto che deve esserci una fetta anche per Multiplayer.it che ha contribuito alla campagna di lancio... a meno che non vogliamo mettere anche il blog nel conto).

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 Contiamo anche che questo mese inizia a uscire Orfani, la nuova miniserie a colori scritta da Roberto Recchioni, di cui ho adorato john Doe (e che costa ancora di più, 4,50 a numero se non sbaglio...). Non navigando nell'oro, devo fare delle scelte.
 Ma prenderò in considerazione l'usato, più avanti.

Il Moro.

2 commenti:

  1. Noi abbiamo recensito prima Dragon Ball Multiverse e voi Dragonero :)

    Mi sta iniziando a piacere. Non vado matto per i Bonelli, ma questo mi sta attirando molto

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    Risposte
    1. Sì, non è eccezionale ma non è neanche male, ed essendo una serie regolare e non una mini si può sperare in interessanti sviluppi.
      Il Moro

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