sabato 23 novembre 2013

Dead Set, recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Dead set è una miniserie televisiva britannica di soli 5 episodi, di cui il primo di 45 minuti e gli altri da 20 (più sigla e riassunto). Facendo il totale, è praticamente un film.

La trama la copincollo da Wikipedia perché non c'ho voglia:

A causa di una terribile epidemia i morti viventi seminano il panico in tutto il Regno Unito. La malattia si propaga a macchia d'olio e tra i pochi superstiti ci sono i concorrenti del Grande Fratello inglese, ignari di cosa stia accadendo. Sarà Kelly, l'assistente della produzione, a dare la sconvolgente notizia ai concorrenti che dovranno lottare per la loro sopravvivenza.



Premettiamo che gli zombi m'hanno ormai rotto i marroni.
Dal punto di vista letterario, se vi interessa, ho già parlato dell'ottimo World war Z e del suo seguito Zombie story e altri racconti, nonché del romance Warm Bodies, su quest'argomento.
Sta di fatto che ultimamente vanno di moda, e come tutto quello che va di moda hanno per me già abbondantemente raggiunto il punto di saturazione.

Gli zombi sono quelli che corrono, ma che nonostante ciò non riescono a superare una recinzione appena più alta di loro, inaugurati (credo) da L'alba dei morti viventi, remake del classico Zombi di Romero. Dal punto di vista meramente horror, niente di davvero nuovo sotto il sole: la classica storia di un gruppetto di sopravvissuti all'apocalisse zombi. Dovranno giungere a compromessi e commettere atti di cui non si sarebbero mai creduti capaci, le solite cose. Però è fatto bene.

Il cast è quasi più inquietante in versione "normale" che "zombata".
Il cinema di zombi ci ha regalato alcuni capolavori e quintali di cacca, nella sua storia, e fortunatamente questo Dead set si colloca abbastanza in alto in un'ipotetica classifica qualitativa: zombi ben realizzati, buona regia, buono in generale tutto l'apparato "tecnico". C'è da dire, però, che dal punto di vista della sceneggiatura comincia a perdere qualche colpo dal momento in cui gli occupanti della "casa" vengono a conoscenza di quanto sta succedendo, al che si trasforma nel solito "survival", con il bonus di un mucchio di azione, per questo forse più vicino a un film che a una serie televisiva.
Migliore la prima parte, quando l'epidemia si sta ancora diffondendo (a una velocità davvero ridicola, ma era necessario per rendere credibile il plot), e la massima preoccupazione del produttore è "forse stasera ci cancellano la diretta".

Su, sfogati, mostraci i tuoi sentimenti:
cos'hai provato mentre gli sfondavi la testa con l'estintore?

A questo proposito, apriamo una parentesi sui personaggi: l'utilizzo dello stereotipo è chiaramente voluto. Il produttore sadico e stronzo all'ennesima potenza, la bionda oca ai limiti del surreale, l'eroina mora sboccacciata, il fidanzato che attraversa il paese infestato per salvarla, la "dura" cinica e dannatamente in gamba che sembrava non aspettare altro che un'apocalisse zombi per salvare le chiappe a questi pivellini... insomma, la fiera del già visto. Ora, sarà anche voluto, ma a me personalmente ha fatto un po' sbuffare.
Anche la caratterizzazione dei "concorrenti" del Grande Fratello è stereotipata, ma in questo caso sono drammaticamente vicini alla realtà... Pur non avendo mai seguito nè questo nè altri reality (sì, ci tengo a sottlinearlo, lasciatemi fare l'intellettuale almeno una volta... :-D), qualcosa nel tempo è arrivato anche a me, e ho potuto riconoscere i vari "tipi" di concorrenti che vengono qui presentati come un'efficace rappresentazione del concorrente medio che le reti scelgono per le varie edizioni del Grande Fratello (tra i quali entra anche la bionda di cui parlavamo più sopra).

Signori, l'italiano medio! 

Chiudiamo la parentesi sui personaggi, e torniamo a parlare del vero obbiettivo di questa miniserie, che è la satira sociale legata all'utilizzo del Grande Fratello.
E' abbastanza ovvio l'accostamento tra gli zombi decerebrati e gli altrettanto decerebrati spettatori del GF. Ancora più evidente in una battuta della serie, che ricorda quanto diceva Romero nel suo Zombi: se là i morti ripetevano le azioni che compivano da vivi andando al supermercato, qui si recano agli studi del GF, che "per loro è come un tempio" (cit.).
Si sprecano anche i riferimenti all'industria dello show-business. Il personaggio del regista/produttore/incarnazione del Grande Fratello incarna tutte le possibili critiche al cinismo dell'industria televisiva, così come uno dei concorrenti (non mi viene il nome, quello che si atteggia a intellettuale e che gli altri prendono in giro) rappresenta l'ipocrisia di coloro che criticano i reality basando però su queste stesse critiche la loro (relativa) popolarità e usandole come piedistallo per dimostrare una pretesa superiorità intellettuale (proprio come qualcuno che qualche riga più sopra diceva di non aver mai guardato un reality, ma guarda un po'! :-D).

Da segnalare l'ironia della vera conduttrice del Grande Fratello inglese, Davina McCall, che qui recita nella parte di se stessa. Anche la casa produttrice della serie nasce da una costola della Endemol, che produce proprio il Grande Fratello.

La presentatrice del GF che tutti vorremmo vedere.

Devo dire che, riferimenti satirici a parte, a me non ha appassionato particolarmente. Visti i pareri entusiastici che si trovano in rete, però, è anche possibile che sia dovuto al fatto che l'ho vista tutta di fila (saltando sigle e riassunti supera di poco le due ore), così che mi viene più da paragonarla a un film che ad altre serie televisive.
Ad esempio, solo dopo, a mente fredda, ho fatto caso all'estrema violenza che viene tranquillamente mostrata. Teste spiaccicate e budella sparse, come nei migliori film di zombi... film, appunto. Per una serie, questo gore, tutta questa azione serrata, questa desolazione e disperazione presente in ogni inquadratura sono decisamente una novità.

Insomma, Dead set è da vedere, magari una puntata per volta. Ma non direi che si tratta di un capolavoro.

Il Moro

7 commenti:

  1. Risposte
    1. Oddio cos'è? Ora me lo vado a cercare...
      Il Moro

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    2. E' un gioco per Android talmente stupido che diventa una droga XD

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  2. Ultimamente non sono troppo interessato agli Zombie. Ma ci darò un occhiata

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    1. Diciamo che ultimamente vediamo zombi da qualsiasi parte ci giriamo....

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  3. Hey Moro!

    Sono d'accordo con te. Forse, siccome anch'io l'ho visto tutto di fila, non è che me lo sia cagato più di tanto. L'idea è carina, sviluppata anche benino, ma che due p***e! Mi piaceva di più Death Valley, che poi è stato cancellato :( vabbé. Arriverà quaRcosa de mejo.

    Saludos!

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    1. Ho visto dead valley, carino, ma niente di più.
      Il Moro

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