Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Proseguono le vicende degli Orfani della Bonelli, e di nuovo lo fanno su due linee temporali diverse: quella presa da Il gioco di Ender, con l'addestramento dei giovani guerrieri, e quella presa da Fanteria dello spazio, con l'esercito umano impegnato a conquistare un pianeta alieno.
Diciamo che la brutta impressione suscitata dal primo numero era dovuta soprattutto alle aspettative altissime che come un po' tutti gli appassionati riponevo in questo fumetto, conseguenza della campagna pubblicitaria e delle numerose acclamazioni di Recchioni come salvatore del fumetto italiano.
Ora che sappiamo com'è, possiamo ridimensionare le nostre aspettative. Visto in questa nuova ottica, il secondo numero mi è piaciuto di più del primo.
Innanzitutto, il gioco citazionista, seppur presente, è meno invasivo. Continuano a non esserci elementi di grande originalità, ma non dimentichiamo che si tratta di una serie di fantascienza militare, e quindi più o meno è lecito sapere cosa aspettarsi. Anche l'avventura sul mondo alieno inizia a prendere una piega un po' diversa da starship troopers, anche se quello che trovano alla fine mi sa tanto di già visto. Parecchie volte.
Le due linee temporali sono qui più legate, con un episodio del passato che ha conseguenze dirette nel presente, il che dà molto più valore a questa scelta del modo di raccontare.
Iniziamo ad approfondire di più i personaggi: chiaro che nel primo numero, introduttivo, non si poteva fare.
La sceneggiatura di Recchioni è sempre dinamica e vivace, con molte tavole d'azione e pochi dialoghi.
Anche i disegni di Bignamini mi sono piaciuti di più di queli di Mammuccari, pur rispettandone lo stile, il che crea un piacevole senso di continuità (di contro, non lascia il disegnatore libero di esprimersi).
L'uso del colore è ottimo, secondo me non sfigura di fronte a quello di molte produzioni americane, surclassando senza pietà qualsiasi utilizzo precedente in Italia. Inizia perfino ad avere un senso riguardo alla storia, soprattutto nelle sequenze sul pianeta alieno.
Continua a non essere un capolavoro. Ma almeno sta cominciando ad essere un buon fumetto, se non si cerca l'originalità a tutti i costi (e hai voglia a cercarla alla Bonelli).
Comprerò sicuramente anche il terzo. Quanto fa 4,50 euro per le 24 uscite previste?
Il Moro
Recensione del numero 1
Sedetevi con noi e facciamo quattro chiacchiere. No, la birra non ve la paghiamo.
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Confesso la curiosità, anche se per ora il tempo per leggerli è quello che è. Soprattutto mi sembra che per questo fumetto si siano un po' più impegnati sul disegno (e poi è a colori!).
RispondiEliminaIl disegno è miglior di quello del primo capitolo, secondo me. E i colori sono finalmente ben realizzati, che i numeri a colori delle varie testate bonelli fino adesso sembravano colorate da un ragazzino con paint.
EliminaIl Moro
Fa tanto, credimi. Io non ho ancora preso il 2 magari domani mi rifaccio.
RispondiEliminaConcordo anche io che la maggior parte delle delusioni (compresa quella del sottoscritto ) erano dovute all'eccesso di hype nato su questa serie. Però in questo caso lo addurrei a tutti gli articoli nati sulle riviste specializzate nei mesi precedenti all'uscita del numero 1 ed anche alle dichiarazioni di Recchioni stesso che garantiva sull'assoluta innovatività del fumetto.
Probabilmente si erano solo dimenticati di aggiungere che l'innovazione unica era il (peraltro bel ) colore.
In effetti, sto seriamente valutando se lasciar perdere e cercarli poi nell'usato a un prezzo più umano... Compro ancoa il terzo, poi ci penso.
EliminaIl Moro
Se non ho capito male è che si tratti un fumetto per chi, di solito, non legge fumetti o non legge affatto.
RispondiEliminaMah... In realtà è STRApieno di rimandi e citazioni, ma per lo più a film, e qualche libro. Credo che sia pensato più che altro per chi è un appassionato di cinema di fantascienza e legge fumetti, ma solo fumetti italiani.
EliminaPerò c'è un problema: tu fai le citazioni così gli appssionati le riconoscono e sorridono. Però ne fai troppe, e quindi per gli appassionati sa tutto di già visto.
Di contro, i meno appassionati non riconoscono le citazioni. Quindi per loro non è tutto già visto, ma, appunto, si perdono le citazioni.
Insomma, non va bene per nessuno.
Il Moro
Le citazioni già ai tempi di Dylan Dog mi erano sembrate un sistemino un po' troppo comodo... banale e troppo comodo.
RispondiEliminaDiciamo che una ogni tanto è anche simpatica. Basare su di esse tutta la storia no.
EliminaIl Moro