domenica 15 dicembre 2013

Guerra eterna, di Joe Haldeman - recensione

http://www.mondourania.com/collezione/%20collezione%201-20/uc10.jpgSalve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Guerra eterna è un romanzo di fantascienza del 1974, vincitore dei premi Hugo e Nebula. E si sa che, quando un romanzo li vince tutti e due, di solito si va abbastanza sul sicuro.
E questo vale anche per il romanzo di Joe Haldeman.

La storia: poco dopo l'inizio dell'era spaziale (negli anni '90, sigh...) l'umanità entra in guerra con la misteriosa razza dei taurani, guerra iniziata per motivi poco chiari.
Sulla Terra viene quindi instaurata la coscrizione obbligatoria, che prende i giovani dalle menti più brillanti e dai fisici più atletici e li trasforma in letali macchine di morte.
Seguiremo le vicende del giovane William Mandella, soldato riluttante e disilluso, che entra in guerra quasi dal suo inizio.
La guerra è fatta di scontri su pianeti lontani, quasi sempre terribilmente inospitali, combattuti dentro esoscheletri corazzati.

Esistono dei "portali" che permettono di raggiungere stelle lontanissime in poco tempo, ma sono pochi e pr andare da uno all'altro i viaggi si svolgono a velocità relativistica. Questo comporta che, mentre per i soldati passa relativamente (appunto) poco tempo tra una battaglia e l'altra, in realtà per il resto dell'universo sono passati anni, o decenni.
Quindi, oltre alle tematiche tipiche della space opera militare, qui Haldeman indaga anche sui problemi di questa sorta di "viaggio nel tempo" a una sola direzione. Quando i soldati tornano a casa, trovano che il mondo è andato avanti senza di loro. I loro parenti e conoscenti sono invecchiati o morti, e le mode e gli stili di vita sono cambiati talmente da rendere la Terra aliena quasi quanto i pianeti lontani su cui hanno combattuto.



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Haldeman ci porta in mezzo a questa guerra atipica attraverso gli occhi del suo soldato, che ce ne mostra l'orrore ma soprattutto labanalità attraverso il filtro dell'ironia e del cinismo. E con lui scopriremo che a volte il nemico non è spaventoso quanto i nostri simili che sono al potere.
Privi di un qualsiasi controllo sulla loro vita, in mano ai loro superiori e ai capricci temporali dei viaggi relativistici, i soldati di Haldeman possono solo subire i loro destini e sperare di arrivare vivi alla prossima missione.
Haldeman è bravissimo a tratteggiare il suo protagonista (il libro è tutto in prima persona) ma anche gli altri personaggi con poche ed efficaci parole. Le vicende raccontate forse non sono così appassionanti, anzi, a volte Haldeman sorvola sulle parti più d'azione (cosa che invece ci si potrebbe aspettare da un'opera di fantascienza militare) per concentrarsi sui periodi tra una missione e l'altra. Ma vi assicuro che vi affezionerete a Mandella come se fosse un vecchio amico, e come lui vi sentirete sempre più "alieni" rispetto all'umanità che è andata avanti nel tempo mentre voi rimanevate intrappolati nel viaggio relativistico.


La copetina del fumetto tratto dal libro. Abbastanza inutile.

Insomma, io di solito cerco di evitare la fantascienza militare, ma questo è un libro davvero valido. Assolutamente consigliato. Solo il finale è un po' sottotono rispetto al resto, purtroppo, con una lunga battaglia non troppo appassionante e

Joe Haldeman ha combattuto ed è stato ferito gravemente nella guerra del vietnam. Gli echi di questa sua esperienza sono evidenti in questo romanzo, evidentemente anitimilitarista e farcito di denunce di quanto aveva visto in guerra, come i massacri perpetrati ai danni di indigeni inermi e i soldati spinti a combattere con ferocia grazie anche all'uso di droghe. E, giusto perché fosse chiaro che, anche se aveva spedito il suo soldato su mondi lontani, stava in realtà parlando di sè stesso e del mondo reale, ha dato alla compagna del protagonista lo stesso nome di sua moglie.

Segnalo anche che Ridley Scott si è detto interessato a realizzare un film (in 3D, purtroppo) ispirato al romanzo. Qui se ne parla.

Attualmente Haldeman insegna scrittura creativa al MIT. su Wikipedia potete leggere le sue linee guida su come scrivere buoni romanzi fantastici, ve le riporto qui sotto:

Nel corso di scrittura creativa tenuto da Haldeman al MIT gli studenti devono presentare un racconto originale. Nel programma del corso l'autore chiarisce indirettamente cosa ritiene buona fantascienza, dichiarando che bisogna possibilmente evitare storie relative a:

- Eroi mitici alla Conan il barbaro
- Storie con personaggi di serie televisive
- Patti con il diavolo
- "Mio Dio! In realtà sono Adamo ed Eva"
- "e il sole si trasformò in una nova"
- "Mio Dio! era tutto un sogno!"
- "Mio Dio! allora non era tutto un sogno!"
- Lupi mannari, Vampiri, ecc.
- Formiche e altri insetti giganti
- "Era solo un videogame"
- "Non era solo un videogame"
- Space opera sparatutto (shoot-em-up)
- Trattati su ateismo, fondamentalismo, comunismo e altri -ismo


Qui il programma in lingua originale.
E voi siete d'accordo? Io... no. Non su tutto, almeno.
Ma, se seguissi il suo corso, farei esattamente tutto quello che vuole lui! XD

Il Moro

2 commenti:

  1. Grandissimo libro di fantascienza, qualche ingenuità nella carriera un po' troppo facile del protagonista semplicemente perché sopravvissuto in una guerra a eliminazione, bella la storia sentimentale che fa da contorno... anzi, che procede di pari passo, perché ha pari dignità delle traversie belliche raccontate.

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