Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Non avevo intenzione di farla diventare una rubrica fissa, ma di argomenti per il blog c'è sempre bisogno, quindi perché no? Parliamo del terzo numero di Orfani.
Continua la sagra delle citazioni, che a me francamente stancano. Oltre a quelle ammesse da Roberto Recchioni sul suo blog, personalmente ho individuto un'altra citazione da Starship Troopers nella vasca rigenerativa, identica a quella che si vede nel film.
Ora, io dico, come ho già fatto in passato, qualche citazione ci sta anche bene, ma basare un fumetto intero su quelle no. Anche perché la parte nel passato continua ad assomigliare a un mix tra Starship Troopers e Il gioco di Ender e quella nel presente solo più a Starship Troopers con i supersoldati (che comunque c'erano anche nel film, ricordate che sembravano tutti un po' più forti e veloci del normale?).
I disegnatori sembrano cercare di mantenere uno stile uniforme, il che è giusto per la continuità visiva ma secondo me limita l'estro del disegnatore stesso. Per il momento preferivo i disegni del n.2 (Bignamini) a questi (Cavenago), il quale comunque se la cava più che bene, dimostrando una notevole capacità di "cambiare inquadratura", offrendoci primi piani, campi lunghi e tutto quello che sta in mezzo con la stessa disinvoltura. Ottimi come sempre i colori, che anche qui permettono alcuni "effetti speciali" impossibili da ottenere con il bianco e nero.
Narrativamente parlando, come anche nei numeri precendenti la parte di "formazione" è più bella e avvincente di quella ambientata sul pianeta alieno, che qui è composta quasi esclusivamente di scene d'azione con pochissimo dialogo (e forse troppo lunghe).
Insomma, Orfani va in crescendo, ma allo stesso tempo è chiaro che è stato creato pensando ai nerd che si esalteranno riconoscendo tutte le citazioni... ma non ai nerd che sbufferanno riconoscendo tutte le citazioni. Sì, perché non a tutti gli appassionati di fantascienza può far piacere vedere collage dei classici.
Il timore per il proseguio della serie, visto che anche la trama è un collage di citazioni, è che anche le sorprese che vedremo in futuro sorprese non saranno. Le spiegazioni sulla natura del pianeta alieno sono già intuibili proprio perché ricordano qualcosa di già visto, e Recchioni, che come ho già detto mi è piaciuto molto in altri fumetti come John Doe e David Murphy 911, ha il compito di sorprenderci ribaltando gli schemi, non di rassicurarci mostrandoci cose già straviste. Speriamo che ci riesca.
Perché Orfani sarà pure innovativo per la Bonelli, ma gli appassionati mica conoscono solo la Bonelli.
E i non appassionati magari non spendono 4,50 euro per un fumetto.
Il Moro
Recensione del numero 1
Recensione del numero 2
Sedetevi con noi e facciamo quattro chiacchiere. No, la birra non ve la paghiamo.
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Concordo con te: la trama da molto senso di deja-vu, ed il disogno non è male ma un po troppo uniforme tra i disegnatori (effetto certo voluto per dare un'impronta alla serie, ma che mortifica il tratto dei singoli). Il colore invece continua a sembrarmi un'aggiunta non fondamentale, piacevole ma che non da niente di particolare al fumetto.
RispondiEliminaSperiamo che la trama migliori nei prossimi numeri, altrimenti penso che lo mollerò...
Il colore seconde me è ben fatto e permette dei begli effetti. Essendo però che la trama non è eccezionale se il colore non ci fosse il fumetto perderebbe ancora di più di interesse.
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