martedì 6 febbraio 2024

Masters of the Universe: Revolution. Stavolta ci è andata meglio.

Masters of the Universe: Revolution recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ehi! E che è successo?

Revolution è su un altro pianeta rispetto a Revelation!

Sarà che non avevo particolari aspettative, ma cavoli, giuro che non ho potuto non guardare gli episodi tutti di fila!

Cinque episodi, di 20-25 minuti l'uno, un centinaio di minuti che compongono in pratica la durata di un film e come un film funzionano. 

Si nota un effetto che era già presente in Revolution: pur essendo una serie di soli, cinque episodi, sembra molto più lunga. Non perché sia noiosa, ma perché in quegli episodi succede un mucchio di roba: praticamente a metà di ogni episodio ti viene da pensare "ma come, non è ancora finito? Eppure è già successo di tutto!"
Questo particolare effetto secondo me è dovuto a due fattori. Il primo è che, appunto, la storia è stata studiata come se fosse un film, senza alcun minuto perso, senza allungamenti di brodo per arrivare al minutaggio necessario. Pare, ho letto in giro, che il numero di episodi sia stato imposto da Netflix per la quale dieci erano troppi, e gli autori abbiano dovuto lavorare con lo spazio che avevano. Il risultato è episodi molto "pregni".
Il secondo è dovuto alla natura di quello che stiamo guardando, e da chi siamo noi mentre lo guardiamo.
Non è un mistero che io sia un appassionato dei Masters, da piccolo praticamente non avevo altri giocattoli e anche da grande ho continuato a seguire le vicende di He-Man e compagnia, come sa chi segue questo blog. Se mi chiedeste quali sono le, chiamiamole "opere di fantasia", che più mi hanno influenzato e sono state più importanti nella mia gioventù e oltre, risponderei senza il minimo dubbio: Zagor, Star Trek, e i Masters of the Universe. E questa serie, a differenza di quella in CGI che si rivolge prevalentemente ai bambini, e al reboot di She-Ra che cerca di tenere il piede in due scarpe, è stata fatta pensando esclusivamente a quelli come me, gli appassionati. E credetemi che al mondo c'è gente molto più impallinata di me, li conosco, sono iscritto ai loro stessi gruppi Facebook.
Così, mentre si guarda questa serie, tutti i vari rimandi, non solo le citazioni più banali, solo visive, ma anche quelle più importanti per la trama, vanno ad attivare quelle aree del nostro cervello che ci riportano alla mente le versioni precedenti di quelle stesse parti di storia. Certo, a patto che abbiate seguito anche le vicende più recenti, perché molte cose sono prese dal canone Masters Of The Universe Classics. Il mio cervello ha lavorato di più del normale, perché oltre a guardare la serie doveva anche fare i collegamenti, riempiva i buchi, e per questo mi è sembrato che la serie raccontasse più di quello che in realtà raccontava.
E dopo questa perla di psicologia da bar, torniamo a parlare della serie.

Masters of the Universe: Revolution recensione

La brevità di Masters of the Universe: Revolution, per quanto ben gestita, causa anche qualche problema, su tutti la sbrigativa fine di Hordak e il fatto che compaiano pochissimi altri personaggi classici, e quei pochissimi non pronuncino neanche una parola. Il nuovo, fighissimo Tri-Klops è utile quanto tappezzaria rovinata dall'umidità, per dirne uno. Due o tre puntate in più avrebbero sicuramente giovato, sempre che si fosse riusciti a tenere questo ritmo. Inoltre devo dire che mi è mancato un po' l'approfondimento politico visto nell'ultimo fumetto, qui sembra tutto molto più semplice ed Eternos-centrico. Non paiono contemplati altri regni, e lo stesso regno di Eternos qui sembra talmente multietnico da apparire come una specie di governo mondiale.

Ancora pura schizofrenia per quanto riguarda le origini di Skeletor, ma a questo punto credo di aver capito: il fumetto prequel dove le sue origini vengono raccontate deve semplicemente essere ignorato, come se fosse pura fanfiction (non venitemi a dire che è un falso ricordo, nella serie Skeletor di solito afferma di essere un demone extradimensionale). Il che non è una bella cosa, attenzione: tu mi stai vendendo un prodotto che io presumo che sia in continuity e vada ad arricchire la storia che mi interessa, non mi aspetto che sia scritto da qualcuno che non si è minimamente messo d'accordo con il resto della produzione né che questa decida bellamente di ignorarlo come se non fosse mai esistito. Comunque sia, buon per chi non ha letto il fumetto, avete fatto bene a non fidarvi. Eliminando del tutto quanto raccontato da quel fumetto le origini di Skeletor risultano un cicinin meno schizofreniche.

Masters of the Universe: Revolution recensione

Si sente ancora l'influenza giapponese negli scontri fisici, ma è meno evidente e ingombrante che in Revelation. Tranne per i mostri meccanici, che a parte il Monstroid arrivano chiaramente dritti da Evangelion

Come già accennato, a differenza della serie precedente, che è uscita divisa in due gruppi da cinque episodi l'uno, questi cinque episodi costituiscono una stagione completa, infatti c'è un finale netto, seppur con un aggancio per il futuro.

Questa è una serie dai toni più adulti anche di Revelation, per quanto rimanga una storia di barbari nerboruti che fanno a cazzotti con stregoni dalla faccia di teschio. Ma ci sono comunque tematiche più adatte al pubblico ormai da tempo maggiorenne a cui si rivolge, perfino qualche battuta sul sesso che, stranamente, risulta meno fastidiosa che le simili boutade della prima serie, forse perché fatta in tono scherzoso. 
Bello come è stato dato importanza alla dicotomia tra scienza e tecnologia che ha sempre contraddistinto i MOTU, e vedere come Skeletor ha imparato a sfruttare la tecnologia visto che con la magia ha sempre preso solo schiaffi, come d'altronde ha fatto anche in precedenti incarnazioni

Masters of the Universe: Revolution recensione

Da notare che Skeletor è doppiato in inglese da Mark Hamill, mentre Keldor da William Shatner! E ci sono pure delle scene in cui parlano tra di loro! Che ve ne pare di questo pseudo-crossover?
Nel cast anche diversi altri attori da Star Trek: Gates Mcfadden  (la dottoressa Crusher), nei panni della regina Marlena; John de Lancie (Q) nei panni di Granamyr, Jeffrey Combs (impossibile elencare tutti i personaggi che ha interpretato in Star Trek) come Zodak. Da segnalare anche Meg Foster, la Evil-Lyn del film del 1987, che interpreta la Scheda Madre.

Come già in Revelation, il doppiaggio italiano è più attento a una certa continuità rispetto a quello originale.
In Revelation in lingua originale Alan Oppenheimer, doppiatore di Skeletor e svariati altri personaggi nella serie Filmation, interpretava labrevissima parte di Moss-Man. Su Wikipedia è accreditato anche come King Grayskull in Revolution, ma francamente non mi sembra che dica neanche una parola.
In Revolution poi Cam Clarke, voce di He-man nella serie 200X, interpreta l'altrettanto breve parte di Stonedar. E basta, particine che sono più che altro omaggi.
In Italia invece abbiamo: Ilaria Latini come Andra, figlia di Franco Latini che nella serie Filmation era Skeletor, Re Randor, Battle-Cat e Cringer; Laura Boccanera come Sorceress (Teela-Na), che nella serie Filmation era Teela; Mario Cordova come Re Randor, che nella serie Filmation era Adam/He-Man e Whiplash. Tutti ruoli di primo piano e spesso come genitori dei personaggi che hanno interpretato la prima volta. E spero di non averne dimenticato nessuno.

Masters of the Universe: Revolution recensione

All'inizio del primo episodio scorrono alcuni disegni classici di He-man e i dominatori dell'universo, realizzati da artisti dell'epoca come Earl Norem, William George, Esteban Maroto. Non ho potuto fare a meno di notare che il simbolo sull'armatura di He-Man è stato cambiato anche in questi disegni, togliendo la croce rossa e inserendo la H + M stilizzate. Ricordate che ne abbiamo già parlato?

Nel complesso questi episodi mi sono piaciuti molto, decisamente più di Revelation. Non al punto da considerarli eccezzionali (con due o tre puntate in più avrebbero potuto esserlo), ma abbastanza da apprezzarli. Meglio scritti, meno demenziali nelle scelte narrative, meno impallinati con il politically correct, esaltanti al punto giusto per chi ha Grayskull nel cuore. Il difetto più grande è che non si può vederla senza prima aver visto Revelation, perché parte esattamente dove era finita quella!

E poi mi ha regalato due nuovi Skeletor per il mio articolo su Tutte le versioni di Skeletor, due Hordak e un nuovo simbolo dell'armatura di He-Man, dai, non posso lamentarmi.

Il Moro

Altri articoli interessanti:

Tutti i miei post sui MOTU 

4 commenti:

  1. Onestamente sono stupito, consideravo questo universo ormai caduto in azione, nel suo tentativo di veicolare messaggi pseudo-femministi, invece faccio bene a tenermi aggiornato con la "Birreria", perché da tempo ignoro ogni pubblicità di queste serie con la N rossa e invece a quanto pare una visione gliela devo dare ;-)
    Certo che se poi mi dici che c'è un prodotto in cui lavorano Mark Hamill, William Shatner, Gates Mcfadden, John de Lancie, Jeffrey Combs e Meg Foster... è roba da svenire! Peccato siano solo le voci, spero che qualcuno abbia già "scansionato" questi attori, non più giovanotti, e si prepari a farci tanti film/serie con le loro versioni digitali :-P

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I messaggi femministi scritti da maschi bianchi eterosessuali che non hanno mai chiesto il parere di una femmina sembrano essere rimasti nella prima serie. Qui, complice probabilmente anche lo scarso spazio a disposizione, si va dritti al punto a una velocità folle. Purtroppo è impossibile consigliare di vederla a chi non ha visto la prima serie!

      Elimina
  2. Che ficata la faccenda dei doppiatori. Lo guarderei solo per riascoltare le vecchie voci!

    RispondiElimina

;