martedì 12 dicembre 2023

Opinioni in pillole, fumetti di Star Trek: The Illyrian Enigma, Starfleet Academy, Echoes.

 Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi se non brevissime, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui per un motivo o per l'altro non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Questa volta parliamo di alcuni fumetti moderni su Star Trek.


The Illyrian Enigma di Krysten Beyer, Mike Johnson, Megan Levens e Charlie Kirchoff (2022) recensione

The Illyrian Enigma di Krysten Beyer, Mike Johnson, Megan Levens e Charlie Kirchoff (2022)

The Illyrian Enigma è una miniserie a fumetti in quattro albi, che serve da collante tra la prima e la seconda stagione.
In questo fumetto abbiamo un capitano talmente rimbambito che non meriterebbe nemmeno la patente dello scooter, che se ne sbatte delle regole e degli ordini della Federazione come se sapesse di avere amici talmente potenti da non dover temere alcuna ritorsione e che guida i suoi uomini in una stupida trappola dietro l'altra. L'equipaggio dell'Enterprise è vivo per miracolo.
A parte la dabbenaggine del capitano, la storia raccontata risulta abbastanza interessante. Ovviamente come al solito ruota tutto intorno ai soliti vulcaniani, sembra che abbiano messo lo zampino ovunque nella galassia.

The Illyrian Enigma di Krysten Beyer, Mike Johnson, Megan Levens e Charlie Kirchoff (2022) recensione

Mi sembrava strano che gli autori avessero deciso di risolvere quella che probabilmente è la questione principale rimasta in sospeso al termine della prima stagione, l'arresto del primo ufficiale per aver mentito sulle sue origini, in un fumetto che molti spettatori di Star Trek non leggeranno. E infatti, pur prendendo le vie da quell'episodio, al termine di questo fumetto avremo scoperto qualcosa di nuovo, ma non una virgola sarà cambiata dello status quo. Una buona idea dal punto di vista commerciale, si stuzzica all'acquisto della copia promettendo un seguito diretto del cliffhanger di fine stagione ma si alla fine si chiude con un (quasi) nulla di fatto non obbligando all'acquisto.
Non necessario alla comprensione della prossima stagione, quindi, e non necessario in generale, una lettura discreta ma niente di più.


Starfleet Academy  di Mike Johnson, Ryan Parrott e Derek Charm (2016) recensione

Starfleet Academy  di Mike Johnson, Ryan Parrott e Derek Charm (2016)

Questo fumetto è ambientato nel cosiddetto "kelvinverso", che srarebbe l'universo alternativo del reboot cinematografico di J.J. Abrams. Per questo non è che mi attirasse molto, ma alla fine l'ho preso lo stesso perché i protagonisti sono personaggi diversi dai soliti. Sì, io sono un tipo strano, grande fan dell'universo di Star Trek ma, mentre qualsiasi altro fan al mondo vuole solo vedere nuove avventure dei suoi beniamini, io sono l'unico che vorrebbe vedere nuovi personaggi agire in quell'universo, e magari approfondire alcuni scorci quali ad esempio le guerre eugenetiche (spesso citate ma mai mostrate in tv) o quello che succede al di fuori dei ranghi della flotta stellare. So che ci sono dei libri che raccontano queste cose, ma poco e niente è stato tradotto in italiano, e con tutti i libri in italiano che ho ancora da leggere non ho molta voglia di mettermi a leggere romanzi in inglese (oltretutto romanzi di fantascienza, dove ci sono un mucchio di termini tecnici molti dei quali inventati per l'occasione). Con i fumetti, invece, non ho problemi.

Qui rimaniamo all'interno della flotta stellare, nello specifico nell'accademia che da il titolo alla miniserie, dove un gruppo di cadetti partecipa a una sorta di torneo scolastico degno di Harry Potter (ci sono anche prove di combattimento, quindi sì, è proprio Harry Potter). C'è però anche un secondo piano temporale che si intreccia con questo, una vicenda avvenuta un paio d'anni prima con protagonista Uhura coadiuvata da Kirk e Spock. 

La miniserie non racconta niente di davvero interessante, ma ha il pregio di farlo bene. Spesso i fumetti di Star Trek presentano dei personaggi poco espressivi che parlano come dei libri stampati, mentre in questo, forse prendendo dal mood più "frizzantino" dei film di Abrams, i personaggi sono più "vivi", vivaci. Questo lo rende una lettura discreta, ma al termine non lascia nulla nella memoria.


Star Trek The motion Picture: Echoes, di Marc Guggenheim e Oleg Chudakov (2023) recensione

Star Trek The motion Picture: Echoes, di Marc Guggenheim e Oleg Chudakov (2023)

Particolarità di questo Echoes è di essere ambientato subito dopo il primo film, Star Trek - The motion picture. Il che significa che hanno i pigiamini azzurri come nel film, invece di quelli visti nella serie e nei film successivi. Se ci fate caso, le tute del primo film sono quelle che in assoluto ricordano più dei pigiami di tutte le serie.

Star Trek The motion Picture: Echoes, di Marc Guggenheim e Oleg Chudakov (2023) recensione
Kirk, Spock e McCoy in una foto di gioventù.

A parte i pigiami, non c'è nulla che distingua in modo particolare questa storia da qualsiasi altra con l'equipaggio della TOS. Si segnala un Kirk ancora più guascone e invincibile del solito (sembra quello dei romanzi di Shatner) e uno Spock che prende tranquillamente a pugni la logica come fa nelle incarnazioni più recenti.
La storia ruota intorno alla comparsa di una Uhura di un universo parallelo, in cui è generale di un'armata di resistenza al tiranno che altri non è che una versione parallela di Chekov. La Uhura parallela si unisce quindi all'equipaggio dell'Enterprise pigiamata, mentre il Chekov parallelo scappa portando con sé un'arma di distruzione di massa e finendo nelle mani dei romulani. 

Star Trek The motion Picture: Echoes, di Marc Guggenheim e Oleg Chudakov (2023) recensione


Queste versioni parallele di Uhura e Chekov mi hanno ricordato molto il fan film Star Trek: Of gods and men, in cui appunto Uhura era la principale protagonista e Chekov il malvagio antagonista parallelo.
Altra storia piuttosto dimenticabile, funestata oltretutto da dei disegni nei quali è difficile riconoscere i personaggi.

2 commenti:

  1. Scopro con piacere che anche tu sei stato morso dal ragno radioattivo che spinge anche me a provare ogni volta i nuovi fumetti Trek che escono, smettendo poco dopo e dicendomi "ora basta", per poi riprovarci qualche tempo dopo :-P
    "Strange New World" lo considero il Male Assoluto quindi non l'ho neanche guardato, mentre ho spiluccato "Academy" e "Echoes". Il primo è durato qualche pagine, non mi ha proprio interessato, mentre il secondo ha un inizio simpatico ma dopo il secondo numero mi sono scordato di seguirlo, quindi temo non mi abbia preso neanche lui.

    Sono d'accordissimo con te, sarebbe bello che la Pocket Books o la IDW trovassero il coraggio di creare nuovi personaggi nel vasto universo Trek (rispettivamente nei romanzi e nei fumetti), ma temo che le vendite parlino chiaro e in America (l'unico mercato che conti) vendono solo prodotti con personaggi "visti in TV", quindi al massimo si può creare qualche comprimario ma non deve oscurare i capisaldi.

    Ho avuto il piacere di leggere parecchi romanzi Trek in lingua originale, visto che in italiano è uscito una percentuale infinitesimale e molti neanche si trovano più, e ti garantisco che sono di una semplicità estrema, sia nell'uso della lingua (che non avrei saputo affrontare se fosse stato diverso da un "inglese scolastico") sia nell'assenza totale di tecnicismi: è esattamente come un qualsiasi episodio televisivo, giusto qualche supercazzola citata distrattamente che non ha alcuna importanza ai fini della trama.
    Mi piacerebbe che i romanzi e i fumetti recuperassero quei personaggi dimenticati delle vecchie serie TV, invece di dedicarsi esclusivamente ai capitani e ai loro preferiti, fra le centinaia di titoli c'è anche qualcuno dedicato a personaggi minori ma sono mosche bianche.
    Mi è piaciuto il recente universo a fumetti creato da IDW con recuperi di personaggi dalle serie pre-Duemila, ma si scade subito nel chiacchiericcio allunga-brodo ed è un vero peccato.

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    1. Sì, ci sono caduto anch'io, ci provo sempre per rimanere deluso sempre!
      L'universo IDW è in coda di lettura, ma avrei preferito che si trattasse di una storia con una fine, invece temo che voglia essere una serie che si allunga all'infinito.
      Dico sempre che devo provare a leggere qualche libro di Star Trek in inglese, tra le migliaia che sono stati scritti ce ne sarà sicuramente qualcuno che tratta di qualche argomento che mi interessa. Ma ho talmente tanta roba in italiano ancora che mi aspetta...

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